Il compagno Lenin in riposo
Note

Il 21 gennaio ricorre il 91° anniversario della morte del grande Maestro del proletariato internazionale Lenin. Vogliamo rendergli omaggio pubblicando queste note di Stalin, suo erede e continuatore del socialismo in Urss, sulle condizioni di Lenin trasferitosi a Gorki per la convalescenza e la riabilitazione dopo il primo grave attacco apoplettico, conseguenza dell'estrazione di uno dei proiettili dell'attentato subito nell'agosto del 1918 compiuto dai socialisti-rivoluzionari.
Lenin si spense a Gorki alle 18 e 50 del 21 gennaio 1924. La sua morte giunse in un momento particolarmente delicato e cruciale del processo di costruzione del socialismo in Russia e dello scontro di classe tanto nella giovane società sovietica, quanto all'interno del PCR(b).
 

 
Mi sembra che non occorrerebbe scrivere sul “compagno Lenin in riposo” adesso che il suo periodo di riposo sta terminando ed egli tornerà presto al lavoro. Inoltre, le mie impressioni sono tante e di tale valore che raccoglierle in una breve nota, secondo quanto mi è stato chiesto dalla redazione della Pravda , è tutt'altro che facile. Cionondimeno devo scrivere questa nota, giacché la redazione insiste.
Mi è capitato di incontrare al fronte dei vecchi combattenti i quali, avendo passato “tutto di un fiato” alcuni giorni in battaglie incessanti, senza riposare e senza dormire, ritornavano dal combattimento simili a ombre, crollavano come falciati e, dopo aver dormito “diciotto ore di seguito”, si alzavano dopo il riposo freschi per nuove battaglie, senza le quali “non potevano vivere”. Il compagno Lenin, durante il mio primo incontro con lui nel mese di luglio, quando non lo avevo più visto da un mese e mezzo, suscitò in me appunto l'impressione di un vecchio combattente che è riuscito a riposare dopo battaglie ininterrotte e spossanti ed è di nuovo fresco dopo il riposo. Fresco e rinnovato, ma con le tracce della stanchezza, della soverchia fatica.
“Non devo leggere i giornali – osserva ironicamente il compagno Lenin – non posso parlare di politica ed evito accuratamente qualsiasi pezzo di carta rimasto sul tavolo, temendo che sia un giornale e mi accada di venir meno alla disciplina”.
Io scoppio a ridere e porto alle stelle lo spirito di disciplina del compagno Lenin. A questo punto ridiamo dei medici i quali non possono comprendere che dei politici di professione, quando hanno avuto il permesso di incontrarsi, non possono fare a meno di parlare di politica.
Nel compagno Lenin colpisce l'avidità di notizie e il desiderio intenso, irresistibile di tornare al lavoro. Si vede che è assetato di notizie. Il processo dei socialisti-rivoluzionari*, Genova e l'Aja**, l'andamento del raccolto, l'industria e le finanze, tutti questi problemi si succedono rapidamente l'uno all'altro. Egli non si affretta a esprimere la propria opinione, lamentando di essere rimasto indietro rispetto agli avvenimenti. Pone soprattutto delle domande e ascolta senza lasciarsi sfuggire nulla. Si anima molto alla notizia che si prevede un buon raccolto.
Un mese dopo trovo un quadro completamente diverso. Questa volta il compagno Lenin è circondato da un mucchio di libri e di giornali (gli è stato permesso di leggere e di parlare di politica senza alcun limite). Non mostra più tracce di stanchezza e di esaurimento. Nessun indizio dell'ansia nervosa di lavorare, la sete di notizie è passata. La calma e la sicurezza gli sono completamente ritornate. E' il nostro vecchio Lenin, che guarda maliziosamente l'interlocutore, strizzando gli occhi...
E anche la nostra conversazione ha questa volta un carattere più animato.
La situazione interna... il raccolto... la situazione dell'industria... il corso del rublo... il bilancio...
“La situazione è difficile. Ma i giorni più difficili li abbiamo ormai superati. Il raccolto agevola radicalmente le cose. Al miglioramento del raccolto deve seguire il miglioramento dell'industria e delle finanze. Si tratta ora di liberare lo stato dalle spese superflue, riducendo le nostre istituzioni e le nostre imprese e migliorandole qualitativamente. In questo occorre una particolare fermezza, e allora ce la faremo, ce la faremo sicuramente”.
La situazione estera... l'Intesa... l'atteggiamento della Francia... l'Inghilterra e la Germania... la funzione dell'America...
“Sono avidi e si odiano profondamente a vicenda. Si sbraneranno. Noi non abbiamo nessun motivo di affrettarci. Il nostro cammino è sicuro: siamo per la pace e per gli accordi, ma contro l'asservimento e contro gli accordi-capestro. Bisogna tenere saldamente il timone nelle nostre mani e andare per la nostra strada senza lasciarci influenzare né dalle lusinghe, né dalle intimidazioni”.
I socialisti-rivoluzionari e i menscevichi, la loro furiosa agitazione contro la Russia sovietica...
“Sì, il loro scopo è di screditare la Russia sovietica. Essi favoriscono gli imperialisti nella loro lotta contro la Russia sovietica. Sono caduti nella melma del capitalismo e stanno rotolando verso il precipizio. Si dibattono pure. Sono morti da tempo per la classe operaia”.
La stampa dei bianchi... l'emigrazione... le inverosimili favole sulla morte di Lenin con la descrizione dei particolari...
Il compagno Lenin sorride e osserva: “Mentano pure e si consolino, non bisogna privare i moribondi dell'ultima consolazione”.
15 settembre 1922
 
(Stalin “Il compagno Lenin in riposo”, supplemento illustrato al n. 215 della Pravda, 24 settembre 1922, firmato: G. Stalin, Opere complete, Edizione Rinascita, vol. 5 pagg. 164-167)
 
 
* Il processo contro i socialisti-rivoluzionari si svolse a Mosca dall'8 giugno al 7 agosto 1922. Dei trentaquattro imputati giudicati dal Tribunale supremo rivoluzionario, undici erano membri del CC del Partito socialista-rivoluzionario. Il processo accertò che questo partito sin dai primi giorni della Rivoluzione d'Ottobre aveva lottato contro il potere sovietico, organizzando rivolte armate e complotti, appoggiando l'intervento straniero, compiendo atti terroristici contro i dirigenti del Partito bolscevico e del governo sovietico.
** Nel 1922 si tennero due conferenze economiche internazionali: a Genova (dal 0 aprile al 19 maggio) e all'Aja (dal 15 giugno al 20 luglio). Alla Conferenza di Genova, convocata per regolar i apporti fra il mondo capitalistico e la Russia sovietica, parteciparono da un lato l'Inghilterra, la Francia, l'Italia e il Giappone e altri stati capitalistici, e dall'altro la Russia sovietica. Le pretese avanzate dai rappresentanti dei paesi capitalistici erano di natura tale che la loro accettazione avrebbe significato trasformare il paese dei Soviet in una colonia del capitale occidentale (si pretendeva il pagamento di tutti i debiti di guerra e di quelli prebellici, la restituzione ai proprietari stranieri dei beni nazionalizzati, ecc.). La delegazione sovietica respinse le pretese dei capitalisti stranieri. La discussione della questione venne demandata a una Conferenza di esperti che si riunì all'Aja. Anche la Conferenza dell'Aja fallì per l'impossibilità di conciliare i punti di vista delle due parti.

8 gennaio 2015