Un chiaro fallimento della politica economica e sociale del governo
Mai così tanta disoccupazione, quella giovanile al 43,9%
Renzi è una iattura, va spazzato via

Chissà se il pomposo, arrogante, e presuntuoso Matteo Renzi avrà ancora voglia di fare lo spavaldo, sbandierando ai quattro venti miracoli economici che finora gli operai, i lavoratori e le masse popolari italiane non hanno visto neanche col binocolo, anche se a dire il vero qualcosa le masse italiane lo hanno visto eccome. Hanno visto un Paese completamente distrutto economicamente dalla crisi del sistema capitalista che sta annientando il patrimonio industriale italiano, hanno visto la povertà e la fame dilagare con un aumento esponenziale tra le famiglie proletarie a causa della perdita del posto di lavoro, ed è proprio questa perdita che a novembre ha registrato il suo massimo storico nel nostro Paese che dovrebbe tappare la bocca al Berlusconi democristiano.
Le cifre parlano chiaro, il tasso di disoccupazione ha toccato quota 13,4%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto a ottobre. E si tratta, ha comunicato l’Istat, di un record storico, il valore più alto sia dall’inizio delle serie mensili (partite nel gennaio 2004) sia di quelle trimestrali, che vengono pubblicate dal 1977.
Non solo: per i 15-24enni a novembre il tasso è balzato al 43,9%, in rialzo di 0,6 punti percentuali su ottobre e di 2,4 rispetto a un anno fa, anche se il valore è un po’ più basso del picco toccato in agosto quando risultava pari al 44,2 per cento. In tutto però, per effetto di un incremento del tasso di partecipazione, i giovani senza lavoro risultano essere 729mila, contro i 710mila dell’estate.
In valori assoluti, e allargando lo sguardo a tutte le fasce di età, i disoccupati a novembre hanno toccato la cifra di 3 milioni 457 mila, con una crescita di 40mila unità rispetto a ottobre (+1,2%) e di 264 mila su base annua (+8,3%).
Quel che è peggio, però, gli occupati sono scesi dello 0,2% rispetto a ottobre. Si contano così 48mila occupati in meno in un solo mese. Si tratta del secondo ribasso consecutivo. Il loro numero cala anche su base annua, sempre dello 0,2% (-42mila). Vengono ancora smentite dunque le sparate di Renzi quando aveva sostenuto di aver “creato” dall'insediamento del suo governo, 153 mila nuovi posti di lavoro.
La realtà è ben diversa: se a marzo 2014 (l’esecutivo si è insediato il 22 febbraio) i lavoratori con un posto di lavoro a tempo determinato o indeterminato erano 22.387.000, a novembre erano calati a 22.310.000.
Se questa è la situazione attuale, frutto di anni di leggi che hanno cancellato le tutele dei lavoratori e del lavoro, non osiamo neanche immaginare gli effetti devastanti che porterà 2015 l'entrata in vigore del Jobs Act che dà completa libertà ai padroni di licenziare e ricattare i lavoratori!
Il governo Renzi amato, lusingato e sostenuto dalla grande borghesia italiana, dall'UE imperialista e dal neoduce Berlusconi, è al tempo stesso odiato e avversato dagli operai e della masse lavoratrici e popolari come si è potuto vedere nelle decine di manifestazione che si sono tenute in tutta Italia contro la presenza di Renzi in qualunque città andasse. Ultima la contestazione di Bologna.
Per vincere occorre spazzare via il governo del Berlusconi democristiano Renzi. Come ha indicato il Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, bisogna far fuoco e fiamme per il lavoro.

14 gennaio 2015