Guerra delle tessere tra le faide PD a Enna

Dal nostro corrispondente della Sicilia
E' vero, sono in vista le elezioni comunali nella provincia di Enna e riguarderanno in primavera ben cinque grossi comuni come Nicosia, Centuripe, Pietraperzia, Valguarnera e lo stesso capoluogo, ma non da adesso è scoppiata la guerra tra il boss renziano in Sicilia, Davide Faraone, l'inviato di Renzi a scardinare ciò che nel PD isolano a lui non è sottomesso, e il cuperliano segretario provinciale, Vladimiro Crisafulli.
La feroce faida nel PD ennese dura da alcuni anni e in ballo ci sono migliaia di voti sui quali i renziani vogliono mettere le mani. Tanto per farsi un'idea di quanto pesi l'apparato clientelare di don Crisafulli, creato in anni e anni di dirigenza dal PCI al PD, basti pensare che alle primarie del 2013, svoltesi in 20 paesi della provincia, il segretario provinciale riuscì ad aggiudicarsi ben 18 candidati con percentuali che si aggiravano dal 90 al 100%, lasciando ai lacchè dell'allora sindaco di Firenze un pugno di voti. E nello stesso anno, quando si presentò alle primarie politiche del suo partito ottenne più di 6.000 preferenze. Numeri tali da fargli dichiarare sprezzantemente qualche anno fa di essere sicuro di vincere qualsiasi elezione ad Enna “con qualsiasi sistema elettorale, persino con il sorteggio”.
Dall'altro lato c'è un altro democristiano, questa volta anche nella biografia oltre che nella sostanza, il premier Renzi, fortemente intenzionato a decapitare il sistema clientelare che garantisce ai cuperliani dell'ennese e di tutta la Sicilia, considerato che Enna è una delle province serbatoio del PD, migliaia e migliaia di voti.
La miccia dell'ultimo scontro ancora in atto è stata la visita ad Enna di Davide Faraone, a seguito della quale i renziani hanno dato il via ad un “tesseramento”, sarebbe meglio dire un reclutamento di voti, in vista delle prossime primarie che si svolgeranno il 22 febbraio nella provincia. E a tal proposito i renziani avrebbero nominato due responsabili del tesseramento, Massimiliano La Malfa, un esponente Cisl, e Sandro Tambè, vicesindaco di Barrafranca (Enna).
Non è nuovo a queste spregiudicate operazioni Davide Faraone che qualche anno fa, assieme ad altri renziani d'assalto, aveva occupato durante le primarie il seggio di Enna, perché Crisafulli aveva impedito ad alcuni iscritti al Megafono, il partito, formalmente esterno al PD e facente capo al governatore della Sicilia, Rosario Crocetta, di partecipare attivamente alle primarie, ovviamente a favore di Renzi.
Comunque vada a finire lo scontro tra le faide del PD ennese, qualunque sia il candidato che ne uscirà vincente, si tratterà di un esponente di quel sistema di politicanti borghesi che hanno provocato e accentuato con la loro rapacità i problemi delle masse popolari ennesi. Enna, la storica provincia rossa della Sicilia, non merita di essere serbatoio elettorale di questo o quel capo bastone del PD, come non meritano le masse popolari questi politicanti che hanno lavorato solo per i propri vantaggi e non per combattere la disoccupazione, il lavoro precario, il dramma dell'emigrazione, la crisi agricola e quella idrica.
Le masse popolari dell'Enna rossa devono chiudere col PD e considerare la proposta politica e strategica del PMLI, a partire da quella elettorale, astenendosi alle primarie del PD ed elezioni comunali di maggio 2015.
 
 

21 gennaio 2015