Discorso di Denis Branzanti, Responsabile del PMLI per l'Emilia-Romagna, alla Commemorazione di Lenin a Cavriavo
Applichiamo gli insegnamenti di Lenin sulla conquista del potere politico da parte del proletariato

 
Care compagne e cari compagni,
Anche quest’anno siamo qui, in piazza Lenin a Cavriago, dinnanzi al busto di Lenin, per rendere omaggio e onore al Grande Maestro del proletariato internazionale Vladimir Illic Ulianov Lenin, nel 91° anniversario della sua scomparsa avvenuta il 21 gennaio del 1924.
Siamo qui per rimarcare ancora una volta lo strettissimo legame tra il PMLI e Lenin, per ribadire ancora una volta che il PMLI non si distaccherà di un millimetro dal marxismo-leninismo-pensiero di Mao applicandolo dialetticamente alla nostra situazione attuale e specifica.
Siamo qui per dimostrare ancora una volta che il PMLI è l’unico partito autenticamente marxista-leninista, presente nel nostro Paese.
E lo facciamo pubblicamente, in piazza, assieme, marxisti-leninisti dell’Emilia-Romagna e marxisti-leninisti giunti da fuori regione che ringraziamo per la loro costante, forte e rossa presenza, e agli altri sostenitori di Lenin che partecipano a questa Commemorazione, a partire dalle delegazioni del PCdI e dell’Anpi di Reggio Emilia.
A scoraggiarci non saranno i fascisti e i reazionari, che nella notte tra il 14 e 15 febbraio dell’anno passato hanno tentato di sradicare il busto dalla sua postazione tentativo peraltro andato a vuoto e contro il quale hanno manifestato unitariamente PMLI, PDC'I, PRC e ANPI in questa stessa piazza il 16 febbraio per difendere il busto di Lenin, un simbolo del socialismo e della lotta di classe nel nostro Paese.
Ringraziamo la Commissione per il lavoro di Organizzazione del Comitato Centrale del PMLI che ha inviato i propri saluti e il compagno Giovanni Scuderi, Segretario Generale del PMLI, che scrive:
 
Caro compagno Denis, care compagne e cari compagni del PMLI, del PCd'I e di altri partiti),
sono con voi, tutto il PMLI è con voi per commemorare Lenin davanti al suo monumento a Cavriago.
Dobbiamo imparare da questo "Gigante che spostava le montagne", come lo definì Stalin, cosa e come bisogna fare per convincere il proletariato a essere una classe per sé, a lottare contro il capitalismo e il governo del nuovo Berlusconi Renzi che ne cura gli affari, per conquistare il potere politico e il socialismo.
Ne abbiamo parlato ampiamente alla 4ª Sessione plenaria allargata del 5° Comitato centrale del PMLI e alla Commemorazione di Mao nel settembre dell'anno scorso. Dobbiamo studiare attentamente i relativi discorsi e agire di conseguenza per raggiungere i nostri obiettivi.
Proseguiamo con determinazione, tranquillità e ottimismo rivoluzionario nella nostra Lunga Marcia politica e organizzativa: col passo da montanaro, riprendendo fiato quando siamo molto stanchi, curando più la qualità che la quantità, studiando di più, meglio e mirato, concentrandosi sulle priorità.Grazie di cuore per i grandi ed encomiabili sacrifici che fate per il PMLI, il proletariato e il socialismo.
Con Lenin per sempre, contro il capitalismo per il socialismo!
Vostro compagno di lotta, Giovanni Scuderi
Come accennato in precedenza, quest’anno, per la prima volta, una delegazione ufficiale del PCd'I partecipa alla Commemorazione pubblica di Lenin organizzata dal PMLI, un fatto storico che pone le basi per un allargamento di questa iniziativa, in un futuro anche ad altri partiti e movimenti, e che auspichiamo possa estendersi alle altre battaglie comuni ai nostri partiti.
Do quindi la parola al compagno Alessandro Fontanesi, Segretario Provinciale di Reggio Emilia del Partito Comunista d’Italia
 
Viva l’unità di piazza tra il PMLI e il Pcd'I!
L’amore, il rispetto, la riconoscenza, che i marxisti-leninisti provano verso Lenin, sono dovuti alla sua opera, a ciò che egli ha realizzato per il proletariato di tutto il mondo a partire dalla Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre,
che ancora oggi rappresenta per noi, e continuerà a farlo anche in futuro, la stella polare che orienta la nostra missione politica, che è quella di sostenere e guidare il proletariato alla conquista del potere politico, che gli spetta di diritto.
E’ per questo, per adempiere a tale compito storico che dobbiamo approfondire gli insegnamenti di Lenin in riferimento alla conquista del potere politico da parte del proletariato, un tema che si ripropone con forza alla luce dell’aggravarsi della crisi economica del capitalismo, e delle misure antipopolari che il governo del Berlusconi democristiano Renzi, in ottemperanza ai dettami della Ue imperialista, sta adottando per tentare di salvare il capitalismo.
Ciò che fa di Lenin un Grande Maestro del proletariato internazionale è che non solo fu un realizzatore fedele dei principi del marxismo, ma ne fu anche un continuatore, sviluppando ulteriormente la dottrina di Marx e di Engels conformemente alle nuove condizioni di sviluppo, nella nuova fase del capitalismo, l'imperialismo.
Per questo Stalin affermò che "Il leninismo è il marxismo dell'epoca dell'imperialismo e della rivoluzione proletaria. Più esattamente: il leninismo è la teoria e la tattica della rivoluzione proletaria in generale, la teoria e la tattica della dittatura del proletariato in particolare". (1)
Il capolavoro politico di cui Lenin è stato il principale artefice, la Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre, rappresenta una delle più grandi imprese della storia del movimento operaio internazionale e dell’intera umanità, essa è il frutto di un lungo, approfondito e minuzioso lavoro di preparazione ideologico, politico, sindacale e organizzativo, legale e illegale, pacifico e di lotta di strada anche violenta. Un'impresa resa possibile dal maturare delle condizioni oggettive esterne e interne alla Russia e delle condizioni soggettive, politiche e organizzative tra la classe operaia e le masse contadine.
E’ nelle opere fondamentali di Lenin: "L'imperialismo fase suprema del capitalismo" e "Stato e rivoluzione" che si trovano le premesse teoriche e politiche della Rivoluzione d'Ottobre.
E’ nelle famose "Tesi di aprile" che Lenin fissa nel suo complesso la linea rivoluzionaria del Partito bolscevico e ne stabilisce i compiti.
In quelle tesi troviamo l'analisi della natura di classe e dei limiti del nuovo potere borghese sostituitosi allo zar con la rivoluzione di febbraio del 1917, la denuncia della politica estera imperialista del governo Kerenski che si esprimeva nella continuazione della guerra a fianco delle potenze imperialiste, Inghilterra e Francia, l'esortazione a uscire da una situazione di dualismo di potere (tra il governo borghese e i soviet degli operai e dei contadini e dei soldati) a favore del proletariato e a creare una grande alleanza con la massa sterminata dei contadini poveri, la necessità di procedere tempestivamente verso l'insurrezione proletaria.
Nel lavoro preparatorio della rivoluzione, i bolscevichi non tralasciavano alcun ambito della lotta di classe, dai sindacati alle case del popolo a ogni altra organizzazione di massa degli operai, dei lavoratori e degli studenti, financo al parlamento zarista, la Duma, e poi nei Soviet degli operai e dei soldati, che svolsero un ruolo fondamentale nella mobilitazione e organizzazione delle masse, e che diventarono poi, debitamente trasformati su indicazione di Lenin, l’apparato del nuovo Stato proletario.
Fino al luglio del 1917 i bolscevichi attuarono la tattica della conquista del potere per via pacifica, poi però, quando il governo di coalizione attaccò con le armi il proletariato e il suo Partito, arrestò parecchi dirigenti bolscevichi, spiccò un mandato di cattura per Lenin, soppresse la stampa del Partito, i bolscevichi cambiarono tattica e passarono al lavoro clandestino, a partire dallo stesso Lenin.
Ma la qualità del lavoro politico svolto tra le masse e in particolare tra il proletariato portò a rovesciare i rapporti di forza nel settembre quando nella lotta contro il complotto controrivoluzionario armato di Kornilov i bolscevichi conquistarono l’egemonia delle masse, dei soldati, dei Soviet.
Fino alla notte tra il 25 e il 26 ottobre quando la Guardia rossa, costituita dagli operai, i soldati e i marinai rivoluzionari presero d’assalto il Palazzo d’Inverno a Pietrogrado e arrestaro il governo.
La rivoluzione d’Ottobre era compiuta, iniziava l’edificazione del primo Stato socialista al mondo.
I primi provvedimenti presi dal governo sovietico rafforzarono ulteriormente il legame tra i bolscevichi e le masse: abolizione delle vecchie caste e del regime di oppressione nazionale; nazionalizzazione della terra, di tutta la grande industria, delle banche, delle ferrovie, del commercio estero, della flotta mercantile; uguaglianza delle donne ; uguaglianza delle diverse nazionalità della Russia; separazione della Chiesa dallo Stato; separazione della scuola dalla Chiesa; firma della pace con la Germania.
Lenin sottolineò come: “Il compito più diretto e immediato della rivoluzione in Russia era un compito democratico-borghese: eliminare i residui del medioevo, quali la monarchia, la divisione in caste, la proprietà fondiaria, il godimento della terra, la condizione della donna, la religione, l'oppressione nazionale…
Noi abbiamo condotto la rivoluzione democratico-borghese sino alla fine, come nessun altro. Noi procediamo con piena coscienza, fermezza ed inflessibilità verso la rivoluzione socialista, sapendo che essa non è separata da una muraglia cinese dalla rivoluzione democratico-borghese. Dire che la rivoluzione ha un contenuto democratico-borghese significa che i rapporti sociali (il regime, le istituzioni) del paese si sono epurati da tutto ciò che è medioevale, dalla servitù della gleba, dal feudalesimo.” (2)
Di questo epico avvenimento Lenin è stato il più grande stratega. Lo ha preparato in tutti i suoi aspetti, sia sul piano teorico che politico, sia sul piano organizzativo che militare, e lo ha diretto in prima persona. L’Ottobre porta impresso a caratteri d’oro il nome di Lenin e nessuno lo potrà mai cancellare. Fu Lenin a dare al Partito e al proletariato la linea per passare dalla rivoluzione borghese alla rivoluzione socialista. Fu Lenin a dirigere l’assalto al Palazzo d’Inverno dall’Istituto Smolny sede del Comitato Centrale del Partito e del Soviet di Pietrogrado. Fu Lenin a dirigere il Partito, l’Esercito Rosso, il Governo, il proletariato e i contadini durante la guerra civile e l’avvio dell’edificazione del primo Stato socialista del mondo.
In questo quadro, sotto la direzione e al fianco di Lenin, ebbe un ruolo fondamentale anche Stalin. Prima dell’insurrezione appoggiando, difendendo e applicando la linea proletaria rivoluzionaria di Lenin.
Durante l’insurrezione svolgendo un ruolo dirigente in quanto capo del centro organizzativo dell’insurrezione, stando in prima linea nella guerra civile e nella lotta per respingere le armate delle potenze imperialiste.
Quando morì prematuramente Lenin, il 21 gennaio 1924, fu proprio Stalin che ne ereditò la linea, difendendola dagli attacchi della banda trotzkista-buchariniana, applicandola e sviluppandola nel corso dell’edificazione del socialismo, della lotta contro i revisionisti dentro e fuori dell’Urss, della guerra patriottica contro l’aggressore hitleriano, della lotta contro l’imperialismo mondiale.
La Rivoluzione d’Ottobre è rimasta in piedi ed ha dominato la scena del mondo per quasi 39 anni. A nulla valsero gli attacchi dell’imperialismo per liquidarla, talmente era largo e profondo l’appoggio di cui godeva da parte delle masse, e altrettanto furono respinti e sconfitti gli attacchi, prima e dopo la rivoluzione, degli opportunisti come Trotzki, Zinoviev, Kamenev, Rikov, Bucharin.
Per far cadere la fortezza sovietica e trasformarla in una tenebrosa dittatura fascista ci volle il colpo di Stato effettuato al XX Congresso del PCUS, nel febbraio del 1956, dalla banda revisionista di Krusciov, ma la restaurazione del capitalismo in Urss non ha intaccato minimamente il
L’Ottobre è stato una grande vittoria storica del proletariato sulla borghesia, del socialismo sul capitalismo, della concezione del mondo proletaria sulla concezione del mondo borghese, del marxismo-leninismo sul revisionismo, della rivoluzione proletaria sul parlamentarismo, l’elettoralismo, il riformismo e il legalitarismo, del Partito del proletariato sui partiti borghesi e riformisti.
L’Ottobre, e ciò che deriva dall’Ottobre, ha dimostrato la superiorità del socialismo sul capitalismo. Esso costituiva la prova provata che il socialismo è il sistema politico, economico e sociale più avanzato , più giusto e più democratico che l’umanità abbia mai conosciuto.
Un evento di tale portata nella storia non si era mai visto. Iniziava così l’epoca del dominio di una nuova classe che non ha e non vuole avere sudditi e schiavi, imperi e colonie, che non sfrutta i lavoratori, che vuole cancellare le classi e ogni forma di dominio dell’uomo sull’uomo.
La Rivoluzione d’Ottobre non ha avuto un valore solo per la Russia. Essa è una rivoluzione di ordine internazionale, mondiale, indipendentemente dai diversi accorgimenti tattici e dalle caratteristiche originali di ciascuna rivoluzione conformi alle specifiche situazioni, alle particolarità nazionali e alle diverse situazioni storiche.
Lenin afferma: “Alcune caratteristiche fondamentali della nostra rivoluzione non hanno un significato locale, specificamente nazionale, esclusivamente russo, ma un significato internazionale. E non parlo qui di significato internazionale nel senso lato del termine : non alcuni, ma tutti i tratti fondamentali e molti tratti secondari della nostra rivoluzione hanno un significato internazionale, nel senso che questa rivoluzione esercita un’influenza su tutti i paesi. Mi riferisco al senso più stretto del termine : se per importanza internazionale si intende la portata internazionale o l’inevitabilità storica che si ripeta su scala internazionale ciò che è avvenuto da noi, bisogna riconoscere un tale significato ad alcune caratteristiche fondamentali della nostra rivoluzione” (3)
Lo conferma Mao che evidenzia: “La Rivoluzione d’Ottobre aiutò i progressisti cinesi e quelli di tutti i paesi ad adottare la concezione proletaria del mondo come strumento per studiare il destino della propria nazione e per esaminare daccapo tutti i loro problemi. Seguire la strada dei russi, questa fu la loro conclusione” (4) “La Rivoluzione d'Ottobre ha aperto ai popoli del mondo ampie possibilità e vie efficaci per la loro liberazione;
ha creato contro l'imperialismo mondiale un nuovo fronte della rivoluzione che dai proletari dell'Occidente, attraverso la rivoluzione russa, si estende fino ai popoli oppressi dell'Oriente. Questo fronte della rivoluzione è stato creato e si è sviluppato sotto la saggia guida di Lenin e, dopo la morte di Lenin, sotto quella di Stalin.” (5)
E’ proprio sulla base dell’esperienza dell’Ottobre, e della stessa rivoluzione cinese, che Mao ha elaborato la teoria della continuazione della rivoluzione nelle condizioni della dittatura del proletariato e lanciato la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria cinese, che ne rappresenta la continuazione diretta, l’anello di congiunzione del momento della presa del potere da parte del proletariato col momento della sua difesa e consolidamento contro gli attacchi dei nemici di classe annidati nel Partito Comunista e nello Stato socialista, sviluppando ulteriormente il marxismo-leninismo e arricchendo il proletariato di un patrimonio di esperienza e insegnamenti universalmente validi in Cina e nel mondo intero.
Anche il proletariato italiano voleva “Seguire la strada dei russi”, ma glielo impedirono i falsi comunisti con l’inganno e col riformismo, il parlamentarismo e il pacifismo.
Questo inganno e questo tradimento hanno portato con sé una profonda deideologizzazione e decomunistizzazione delle masse, un forte indebolimento dello spirito, della combattività e della coscienza del proletariato, e l’educazione e la formazione delle nuove generazioni secondo i canoni della cultura e della morale borghesi.
L'arretramento della lotta di classe ha portato alla progressiva cancellazione di ogni conquista operaia in ogni campo, politico e sociale, economico e sindacale. Senza lotta di classe, senza lotta rivoluzionaria, il proletariato e le masse popolari non contano niente, sono condannati alla subalternità nei confronti delle classi sfruttatrici e destinati alla sconfitta e all'arretramento persino rispetto alle più elementari conquiste democratiche e normative strappate con tanti sacrifici e lotte.
Di conseguenza è divenuto enorme, faticoso e lungo il lavoro dei marxisti-leninisti per risvegliare le coscienze , per ricostruire la memoria storica, per far capire al proletariato, ai progressisti, alle ragazze e ai ragazzi che la madre di tutte le questioni è quella del potere politico e del socialismo.
Tuttavia noi siamo certi che alla fine gli sfruttati, gli oppressi e i progressisti capiranno, dai fatti, dallo sviluppo delle contraddizioni e dai conflitti di classe, dalla nostra azione, che è necessario “Seguire la strada dei russi” del 1917.
Ci appelliamo all’avanguardia del proletariato, delle masse lavoratrici, disoccupate, dei pensionati, degli intellettuali, giovanili e femminili perché si unisca al PMLI per affrettare i tempi della presa di coscienza rivoluzionaria e marxista-leninista da parte della classe operaia e delle masse.
Attraverso l’elettoralismo e il parlamentarismo borghesi, il riformismo, il pacifismo, non si può cambiare sistema in senso socialista e nemmeno ottenere, in modo soddisfacente e durevole, i diritti fondamentali dei lavoratori e delle masse.
"Soltanto la rivoluzione proletaria socialista - ribadisce Lenin - può trarre l'umanità dal vicolo cieco in cui l'hanno condotta l'imperialismo e le guerre imperialistiche. Quali che siano le difficoltà della rivoluzione e le sue eventuali sconfitte temporanee, quali che siano le ondate della controrivoluzione, la vittoria del proletariato è immancabile" (6) “Le rivoluzioni sono le locomotive della storia–diceva Marx - La rivoluzione è la festa degli oppressi e degli sfruttati.” (7)
“Se si vuol fare la rivoluzione – avverte Mao - ci deve essere un partito rivoluzionario. Senza un partito rivoluzionario, senza un partito che si basi sulla teoria rivoluzionaria marxista-leninista e sullo stile di lavoro rivoluzionario marxista-leninista, è impossibile guidare la classe operaia e le larghe masse popolari a sconfiggere l'imperialismo e i suoi lacché.” (8)
Senza un partito di questo genere, per la classe operaia e le masse popolari, non solo non è possibile avanzare sulla via dell'Ottobre, ma non è nemmeno possibile fronteggiare le offensive neoliberiste del capitale, contrastare la politica reazionaria, razzista, bellicista e imperialista dei governi borghesi, difendere le proprie condizioni di vita.
Senza un partito di questo genere non è possibile battersi con efficacia contro i licenziamenti, la disoccupazione che ha raggiunto il record negativo del 13,4%, e quella giovanile è addirittura al 43,9%, il precariato, i bassi salari, il jobs act, la cancellazione dell’articolo 18, l’aumento della povertà, per il diritto alla casa, allo studio, alla salute.
Senza un partito di questo genere non è possibile fermare le controriforme costituzionali, elettorale e del lavoro piduiste e fasciste che il governo del Berlusconi democristiano Renzi sta imponendo al Parlamento, con la copertura e il pieno appoggio istituzionale e politico del nuovo Vittorio Emanuele III Napolitano appena dimessosi, ma che durante il suo lungo e anomalo mandato si è reso responsabile dell’ascesa e legittimazione al governo del neoduce Berlusconi, della spinta alle controriforme costituzionali di stampo piduista, degli attacchi alla magistratura e alla lotta di piazza delle masse, fino della violazione dell’art.11 della Costituzione con le numerose missioni militari all’estero, come quelle possibili in Libia e nello Stato islamico, che rischiano di generare un’ondata di azioni militari di stampo terroristico da parte degli islamici antimperialisti anche in Italia e che si abbatterebbero esclusivamente su degli innocenti.
Ma questo Partito c’è, è il PMLI, ed è pronto a unirsi con tutte le forze politiche, sociali, sindacali, culturali e religiose che si professano di sinistra che hanno capito l’inganno di Renzi e sono disposte a battersi per spazzarlo via senza indugio e con la massima determinazione, conducendo contro di esso una dura opposizione di classe e di massa nelle fabbriche, in tutti i luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università, nelle piazze, nelle organizzazioni di massa, specie sindacali e studentesche.
Occorre che le direzioni sindacali diano seguito alla manifestazione nazionale del 25 ottobre e allo sciopero generale del 12 dicembre indicendo al più presto uno sciopero generale nazionale di 8 ore con manifestazione nazionale a Roma per spazzar via il governo Renzi e la sua politica antioperaia, antisindacale e antipopolare.
Intanto però non possiamo stare a guardare e dobbiamo cercare di smuovere i lavoratori.
Invitiamo gli sfruttati e gli oppressi, soprattutto le operaie e gli operai, le ragazze e i ragazzi più coscienti, informati, avanzati e combattivi a dare le ali al loro futuro combattendo assieme ai marxisti-leninisti contro il capitalismo, per il socialismo. Perché la storia e i fatti dimostrano che solo il socialismo può cambiare l'Italia e dare il potere al proletariato.
Il nostro è un compito duro e difficile ma se agiremo in base alla parola d’ordine “Studiare, capire, agire, concentrandosi sulle priorità sulla base delle forze che disponiamo” in base al principio “Studio e azione, azione e studio” e se sapremo utilizzare bene i cinque assi che abbiamo in mano, rappresentati dai nostri Maestri, col tempo i risultati certamente arriveranno.
Bisogna perseverare con forza e con tenacia nel radicamento nei propri ambienti di lavoro, di studio e di vita, praticare la linea del fronte unito, migliorare la qualità dei quadri e dei militanti del PMLI, puntare più alla qualità e che alla quantità nel lavoro politico di Partito, studiare di più, meglio e in modo mirato.
Questa è l’unica ricetta per fare un buon lavoro politico e ottenere dei successi politici, anche nel proselitismo.
E’ incoraggiante in tal senso la strepitosa e storica vittoria dell’astensionismo alle elezioni regionali del 23 novembre dove oltre il 60% ha disertato le urne delegittimando le istituzioni borghesi regionali.
Dobbiamo continuare a dare forza alla campagna intrapresa dal Partito per dare al proletariato la coscienza che da classe in sé deve trasformarsi in classe per sé e fargli comprendere qual è la sua missione storica, quella di abbattere il capitalismo e instaurare il socialismo.
O ci riusciamo o non faremo significativi passi in avanti.
Come ha detto il compagno Scuderi, in occasione del 4° Congresso nazionale “Solo il PMLI, in quanto avanguardia cosciente e organizzata del proletariato, può dare al proletariato la coscienza di essere classe per sé e quindi risvegliarlo, rilanciarlo, organizzarlo e guidarlo nella lotta per il socialismo”.
“Come deve agire il proletariato, su quale strada si deve porre per attuare coscientemente il suo programma, abbattere il capitalismo e costruire il socialismo? – si chiedeva Stalin - La risposta è chiara: il proletariato non potrà giungere al socialismo attraverso la conciliazione con la borghesia: esso deve porsi necessariamente sulla via della lotta, e questa lotta dev'essere la lotta di classe,
la lotta di tutto il proletariato contro tutta la borghesia. O la borghesia col suo capitalismo, o il proletariato col suo socialismo! Ecco su che cosa deve fondarsi l'azione del proletariato, la sua lotta di classe.” (9)
Care e cari compagni,
Facciamo nostri gli immortali insegnamenti di Lenin riguardo la conquista del potere politico da parte del proletariato e facciamoli vivere nella rivoluzione socialista italiana.
L’Ottobre russo è ancora vivo e indica al proletariato di tutti i paesi la via dell’emancipazione, che è quella della rivoluzione socialista, del socialismo e del comunismo!
Uniamo tutte le masse e le forze politiche, sindacali, sociali, culturali e religiose antifasciste, antipiduiste, democratiche e progressiste in un vasto fronte unito per spazzare via il governo del Berlusconi democristiano Renzi!
Con Lenin per sempre, contro il capitalismo, per il socialismo!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
 
Note
1 - G. Stalin, “Principi del leninismo” - aprile 1924
2 – Lenin, "Per il quarto Anniversario della Rivoluzione d'Ottobre" 14 ottobre 1921 Opere complete, Ed. Riuniti, vol. 33, pp. 37-45.
3 - Lenin, "L'estremismo, malattia infantile del comunismo" , capitoli I-II-III, Opere complete, Ed. Riuniti, vol. 31, pagg. 11-21
4 – Mao, “Sulla dittatura democratica popolare” – 30 giugno 1949
5 – Mao, “Forze rivoluzionarie di tutto il mondo unitevi, per combattere l'aggressione imperialista!” , novembre 1948. Mao, Opere scelte, Vol. IV, Casa editrice in lingue estere, Pechino, pagg. 291-292
6 - Lenin, “Progetto di programma del PCR(B)”, 18-23 marzo 1919. Lenin, Ibidem, vol. 29, pag. 89”
7 – Lenin "Due tattiche della socialdemocrazia nella rivoluzione democratica" , giugno-luglio 1905, opere complete, Ed. Riuniti, vol. 9, p. 100)
8 - Mao, “Forze rivoluzionarie di tutto il mondo unitevi, per combattere l'aggressione imperialista!” , novembre 1948. Mao, Opere scelte, Vol. IV, Casa editrice in lingue estere, Pechino, pagg. 291-292
9 - Stalin, “Anarchia o socialismo” , dicembre 1906 - aprrile 1907 - Opere complete, vol. 1

21 gennaio 2015