A processo anche l’ex assessore allo Sport Tommasielli
A giudizio per abuso di ufficio e falso il vicesindaco del PRC di De Magistris e l'architetto consulente del Comune di Napoli

Redazione di Napoli
Il prossimo 7 aprile si celebrerà il processo per abuso di ufficio a carico del vicesindaco e assessore all’ambiente in quota PRC Tommaso Sodano per l'affidamento di un progetto in materia ambientale, dell'importo di 49.973 euro, a un dipartimento dell'Università di Bergamo. Il Giudice dell’udienza preliminare di Napoli Francesco De Falco Giannone ha disposto lo scorso 8 gennaio il rinvio a giudizio la dottoressa Maria Rosaria Roscia, all'epoca dei fatti responsabile scientifico del dipartimento Tecnologie dell'ateneo bergamasco, ritenuta dalla Procura legata a Sodano, e il dirigente comunale Giuseppe Pulli, l'ex assessore allo Sport Pina Tommasielli, e, con l’accusa di falso, il funzionario comunale Antonio Russo e l'ex collaboratore dell'assessore Fabio Mangieri.
Le indagini sono state condotte dai pubblici ministeri Danilo De Simone, Luigi Santulli e Ida Teresi che hanno evidenziato che l’ex parlamentare del PRC avrebbe svolto l’aggiudicazione al dipartimento di Bergamo senza gara pubblica. L’ex assessore Tommasielli, invece, è coinvolta nel secondo filone dell'indagine, quello che ipotizza il reato di falso per l'annullamento in regime di autotutela di sette contravvenzioni elevate per transito non autorizzato nella Zona a traffico limitato di piazza Dante alle auto della sorella e del cognato dell'ex assessore. I guai della Tommasielli non sono finiti, tanto che la stessa andrà a giudizio anche per un'ipotesi di peculato per aver fatto entrare gratis allo stadio i due figli e alcuni amici in occasione di tre partite del calcio Napoli, utilizzando biglietti non assegnati ma originariamente destinati alle scolaresche.
Singolare il silenzio di Sodano che, secondo i proclami sul “legalitarismo” ad oltranza suoi e del neopodestà De Magistris, dovrebbe immediatamente dimettersi e invece continua a stare comodamente sulla sua poltrona. Il che dimostra ancora una volta non solo l’incoerenza dei proclami fumosi fatti fin dal giorno d’insediamento della giunta ma anche la violazione dei gravi reati come quelli contro la pubblica amministrazione rappresentano una continuità rispetto alle giunte precedenti e non l’auspicata “rivoluzione arancione” che si attendeva in città.

21 gennaio 2015