Articolo della Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI
Perché occorre radicarsi nel proprio ambiente di lavoro, di studio e di vita

 
“Il radicamento, abbiamo detto in Congresso, è la questione principale che dobbiamo risolvere per costruire un grande, forte e radicato Partito. Una questione aperta da tempo e messa per la prima volta a fuoco nel documento del CC del 20 febbraio 1988 con la parola d'ordine ‘forgiare l'anello mancante’ della catena della costruzione e dello sviluppo del Partito”.
Il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, si esprimeva con queste parole il 15 settembre 2002 in occasione della 6ª Riunione plenaria del 4º Ufficio politico del PMLI. Ne ha parlato di nuovo e con molta forza alla 4ª Sessione plenaria del 5º Comitato centrale del PMLI tenutasi il 5 aprile dell’anno scorso. In quella occasione ha detto: “Il terzo problema (ancora aperto del Partito, ndr), quello del radicamento locale, si potrebbe risolvere anche subito, se le istanze e i compagni ritardatari e inadempienti capissero, e agissero di conseguenza, che lo sviluppo del Partito passa essenzialmente dalla nostra presenza attiva, combattiva e propositiva negli ambienti di lavoro, di studio e di vita. Il che significa che le istanze intermedie e di base si devono occupare dei problemi concreti e immediati delle masse di quegli ambienti e aiutare le masse a risolverli. Significa bombardare senza soluzione di continuità le giunte comunali e regionali mettendo a nudo le loro malefatte. Significa entrare nei movimenti di lotta, prendendo esempio dai compagni di Napoli, di Rufina, di Biella e di Castelvetro.
Date le nostre attuali forze, non possiamo occuparci di tutto, e quindi dobbiamo fare delle scelte, stabilire delle priorità e concentrarsi su di esse. Attualmente il problema principale che tormenta le masse, specie del Sud, è il lavoro. Su questo tema le istanze locali dovrebbero fare fuoco e fiamme attraverso denunce circostanziate, volantinaggi, banchini, comunicati stampa, articoli su ‘Il Bolscevico’, cercando di coinvolgere i disoccupati”.
Ne ha parlato anche il compagno Dario Granito nel suo importante Rapporto alla riunione plenaria della Commissione di organizzazione del CC del PMLI del 13 dicembre scorso e pubblicato sul n. 1/2015 de “Il Bolscevico” che ci fornisce delle indicazioni chiare su come fare un buon lavoro di radicamento per dare al Partito un corpo da Gigante Rosso, in quanto lo sviluppo del Partito passa essenzialmente dalla nostra presenza attiva, combattiva e propositiva negli ambienti di lavoro, di studio e di vita. I discorsi dei compagni Scuderi e Granito hanno dato una forte scossa al Partito, mettendo subito in moto le istanze di base, “vecchie” e di nuova costituzione, più sensibili e attente ai segnali del Comitato centrale e dell’Ufficio politico del PMLI.
Il problema del radicamento quindi non è una questione circoscritta all’attuale momento e situazione, ma ha radici profonde nel Partito tanto che non è mai stato risolto, nel senso che le istanze intermedie e di base del Partito non fanno, nel loro complesso, tutto quanto necessita per radicarsi tra le masse lavoratrici, popolari, femminili e giovanili, pur avendo a livello ideologico e politico tutte le carte necessarie per fare un buon lavoro.
Il lavoro di radicamento non è portato avanti in maniera uniforme in tali istanze del Partito. Chi o per impreparazione o incapacità, o per mancanza di forze che consentano di entrare in merito ai problemi delle masse nell'ambiente di cui si fa parte si trova in uno stadio arretrato, chi invece si sforza maggiormente di comprendere, intervenire e risolvere tali problemi raccoglie dei successi, anche significativi, ma anche questi ultimi devono migliorare, approfondire, sistematizzare ed estendere il proprio lavoro di radicamento.
Per farlo occorre comprendere perché occorre radicarsi e come bisogna farlo. Il PMLI è l’avanguardia cosciente e organizzata del proletariato italiano e il suo obiettivo è quello di abbattere la dittatura borghese, instaurare la dittatura del proletariato e assicurare il completo trionfo del socialismo sul capitalismo. Ma questo non può farlo da solo. Anche se disponesse di centinaia di migliaia di militanti. Per riuscirci deve assumere la guida delle masse lavoratrici e popolari e in particolare del proletariato.
Il radicamento è la chiave principale che ci può permettere di conquistare la fiducia, l’appoggio e il sostegno attivo delle masse, che ci può permettere di assumerne la guida. Per farlo occorre stringere un legame forte e solido con le masse delle nostre città, quartiere, provincia, regione e luogo di lavoro e di studio, conoscendo e occupandoci dei loro problemi immediati, dal lavoro all’istruzione, dalla sanità all’ambiente, alla riqualificazione delle periferie e così via, appoggiando le loro rivendicazioni, proponendo parole d’ordine e metodi di lotta atti a risolverli, bombardando senza soluzione di continuità le giunte comunali e regionali mettendo a nudo le loro malefatte, entrando nei movimenti di lotta, facendo tesoro del Programma d’azione del Partito, legando sempre il generale al particolare, privilegiando il megafono alla tastiera, concentrandosi soprattutto nel movimento operaio e sindacale e in quello studentesco.
Nel contempo dobbiamo chiarire in maniera dialettica e partendo sempre dal livello di coscienza delle masse di cui ci occupiamo, che solo col socialismo è possibile cambiare veramente l’Italia e mettere fine allo sfruttamento, alla disoccupazione e alla miseria delle masse, perché la causa ne è il capitalismo. Una critica dura e senza esclusione di colpi dobbiamo farla al governo del Berlusconi democristiano Renzi per la sua politica estera, interna, sociale e sindacale antipopolare, interventista, piduista e fascista, cercando di coinvolgere le masse a spazzarlo via.
Bisogna essere profondamente coscienti che il radicamento è la priorità delle priorità per dare al Partito un corpo da Gigante Rosso, e dobbiamo dare il massimo per fare dei significativi passi in avanti.
Le compagne e i compagni che sono più indietro devono fare uno scatto su questo terreno prendendo esempio dai compagni più avanti e che fanno meglio, questi ultimi a loro volta devono migliorare il proprio lavoro perché hanno le potenzialità per farlo.
Certo non tutti potranno raggiungere lo stesso livello di radicamento, ma ognuno, in base alle proprie capacità, possibilità e forze può e deve fare di più e meglio. Approfondendo la linea di massa del Partito che il compagno Scuderi ha sintetizzato nel suo discorso dal titolo “Applichiamo gli insegnamenti di Mao sulle classi e il fronte unito”.
Il lavoro di radicamento è sostanzialmente il lavoro di massa, che va fatto sulla base della parola d'ordine “Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare” e va condotto applicando dialetticamente alla nostra situazione specifica il marxismo-leninismo-pensiero di Mao che costituisce una potente guida per l'azione dalla quale non possiamo assolutamente prescindere e fare a meno, e la linea del Partito.
Solo forgiando l’anello mancante del radicamento sarà possibile risvegliare il proletariato e fargli acquisire la piena coscienza della necessità di lottare per conquistare il potere politico e l’Italia unita, rossa e socialista.
La Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI

28 gennaio 2015