Obama chiede al Congresso il via libera per usare le armi contro lo Stato islamico

 
Nell'annuale discorso sullo stato dell'unione tenuto lo scorso 20 gennaio il presidente americano Barack Obama ha esposto il programma della sua amministrazione per il 2015; nell’aula della camera, davanti ai parlamentari riuniti in seduta congiunta ha spiegato il suo programma di politica interna dove ha avuto gioco facile partendo dai dati economici che danno gli Usa in ripresa con deficit e disoccupazione in calo anche se se ne avvantaggiano soprattutto i capitalisti e la finanza tanto che gli indici della borsa, di Wall Street, sono cresciuti di quasi 10.000 punti dal 2008 mentre i salari non crescono.
In merito Obama ha proposto tra le altre un aumento delle tasse sui guadagni di capitale, uno sgravio fiscale per i ceti medi e l’introduzione di sovvenzioni che renderebbero gratuiti i primi due anni di studi universitari. Belle parole e buoni propositi di cui sono pieni i suoi discorsi; basti ad esempio la ribadita volontà di chiudere il carcere di Guantanamo, ripetuta fin dalla campagna elettorale del suo primo mandato presidenziale col lager nella base americana a Cuba ancora in funzione.
La parte sostanziale del discorso presidenziale si è centrata invece sulla politica estera con una esplicita richiesta: “Chiedo al Congresso di approvare una risoluzione che autorizzi l'uso della forza contro l'Isis”. Un via libera per usare le armi contro lo Stato islamico. Fin dallo scorso agosto i caccia americani sono impegnati in missioni contro le zone del nord dell'Iraq e della Siria contro lo Stato islamico quindi la richiesta di Obama prefigura l'intenzione dell'imperialismo americano di intensificare l'intervento e l'aggressione militari. Tanto più nel momento in cui il concorrente imperialismo francese, colpito dagli attentati terroristici dell'inizio di gennaio a Parigi, sembra farsi avanti e voler avere un ruolo di prima fila nella crisi mediorientale.
 
Obama ha invitato la maggioranza repubblicana al Congresso a un'azione bipartisan per mostrare l'unità del paese contro il terrorismo. "In Iraq e in Siria - ha ricordato il presidente americano - la leadership degli Stati Uniti e il suo potere militare stanno fermando l'avanzata dell'Isis. Invece di essere trascinati in una nuova guerra sul terreno, stiamo guidando una ampia coalizione, di cui fanno parte anche nazioni arabe, con l'obiettivo di indebolire e poi distruggere il gruppo terrorista. Stiamo anche appoggiando l'opposizione moderata in Siria e aiutando chiunque nel mondo si ribelli alla fallimentare ideologia della violenza estremista. Questo sforzo richiederà tempo e concentrazione, ma avrà successo".
“Da 15 anni siamo entrati in un nuovo secolo. Quindici anni cominciati con attacchi terroristici sulle nostre sponde, continuati con una generazione spedita a combattere due guerre lunghe. Sono stati, e per molti sono tuttora, tempi duri. Ma oggi voltiamo pagina”, ha concluso Obama ribadendo la leadership di Washington nella nuova crociata contro gli antimperialisti islamici.

28 gennaio 2015