Articolo della Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI
Perché occorre praticare la linea del fronte unito

Il lavoro di fronte unito è fondamentale per legarsi alle masse, unirle e aiutarle a risolvere i loro problemi immediati, per elevare la loro coscienza politica e sottrarle alla direzione e all’influenza dei riformisti, per rompere l’isolamento del Partito, per combattere i governi centrale, regionale e locali e il capitalismo.
Questi sono i motivi principali e fondamentali che devono spingere tutte le istanze del Partito a prestarvi la necessaria attenzione e ad avanzare su questo fronte nevralgico del nostro lavoro politico.
Come ha detto il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del Pmli, nel suo magistrale discorso “Applichiamo gli insegnamenti di Mao sulle classi e il fronte unito”: “Il Partito svolge un ruolo fondamentale pure nelle lotte immediate e a lungo termine del proletariato e delle masse, ma in queste lotte da solo può arrivare fino a un certo punto. Ha quindi bisogno di allearsi con altri partiti, gruppi e movimenti sulle questioni politiche, sindacali, sociali, ambientali, culturali di comune interesse, al limite anche con delle forze acomuniste e anticomuniste. In questi casi le differenze ideologiche e strategiche vanno poste in secondo piano. Praticare queste alleanze vuol dire fare fronte unito. Si tratta di un tema di vitale importanza per lo sviluppo, la costruzione e il radicamento del PMLI e per far bene il lavoro di massa”.
Questo discorso, nel quale il compagno Scuderi affronta anche la questione delle classi nel nostro Paese, dev'essere studiato e ristudiato perché contiene la corretta analisi e tutte le indicazioni necessarie per fare un corretto lavoro di fronte unito, ovviamente esso va integrato con lo studio dei Documenti del Partito, in particolare i Documenti dell’Ufficio politico, della Commissione di organizzazione, della Commissione giovani e della Commissione per il lavoro di massa e dei testi dei Maestri sulle questioni di cui ci occupiamo.
Ad esempio vi sono due documenti particolarmente importanti da studiare, anche se redatti diversi anni fa: “Lottiamo e formiamo un vasto fronte unito per l'università pubblica, gratuita e governata dalle studentesse e dagli studenti” e “Lottiamo e formiamo un grande fronte unito per abolire il precariato”, entrambi dell’Ufficio politico del PMLI, oltre al già citato discorso del compagno Scuderi.
Ciò che si evince, in particolare e nella sostanza, è che ogni militante del Partito deve prendere coscienza che il fronte unito per le lotte immediate (non trattiamo qui del fronte unito antimperialista e di quello per il socialismo) dev'essere realizzato sempre e in ogni campo, da quello politico a quello sindacale e sociale, da quello femminile a quello giovanile e studentesco, da quello ambientale ed ecologico a quello culturale. Il che significa che occorre unirsi con tutti coloro che su questioni specifiche si battono per le nostre stesse rivendicazioni. Ci si può trovare a fianco partiti, gruppi ed elementi indesiderati, anche di destra, ma non dobbiamo temere di trovarci in queste situazioni e di violare così la linea del Partito. La purezza del Partito non si preserva evitando il contatto con elementi che lo criticano o posizioni diverse, ma lavorando con tali elementi coerentemente in base alla linea e alle direttive del Partito e battendo le posizioni errate.
In questi casi quello che conta sono le diverse motivazioni, l'indipendenza e l'autonomia del Partito.
Com’è scritto nel capitolo “Praticare un’abile e lungimirante politica di fronte unito” del Rapporto dell'Ufficio politico presentato dal compagno Scuderi al 2° Congresso nazionale del PMLI (6-7-8-novembre 1982): “Per le battaglie quotidiane di ordine politico, economico, sindacale e sociale che interessano i lavoratori e le masse, non dobbiamo discriminare i nostri alleati sulla base di pregiudiziali strategiche che non sia quella antifascista, ma esclusivamente su questioni di ordine tattico e operativo in relazione agli obiettivi concreti e immediati che si vogliono raggiungere insieme”.
Non possiamo quindi allearci con i fascisti, anche se ci possono essere delle convergenze di fatto, ma non possiamo nemmeno lavorare in comitati in cui vi siamo presenti solo noi e gruppi “ultrasinistri”, possiamo farlo invece se sono presenti anche sindacati, associazioni antifasciste, partiti della “sinistra” borghese, non possiamo cioè impantanarci con chi ci porterebbe ad isolarci rispetto alle masse anche se le posizioni fossero sostanzialmente corrette.
Il fronte unito va praticato in particolare nel sindacato, nel movimento operaio, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle università e nel movimento studentesco, poiché solo attraverso il lavoro di massa sindacale e studentesco possiamo aiutare le larghe masse lavoratrici, disoccupate, pensionate, femminili, studentesche a risolvere i loro problemi, avere un'influenza su di loro, ottenere la loro fiducia e conquistarle alla nostra causa. Ma anche nei numerosi comitati cittadini che sorgono ad esempio contro le devastazioni ambientali e per la difesa dei territori.
La politica di fronte unito va praticata sia apertamente come Partito che come singoli militanti e simpatizzanti del Partito in base alle diverse situazioni.
Quando lavoriamo all’interno di organismi di massa non dobbiamo mai rimanercene in “un angolo”, non dobbiamo farci condizionare dai momentanei rapporti di forza sfavorevoli, dobbiamo tendere ad esercitarvi un’influenza sempre maggiore fino a conquistarne progressivamente l’egemonia, la nostra direzione può emergere e imporsi in base alle nostre idee, alle nostre proposte, al nostro impegno, alla nostra coerenza e alle nostre capacità politiche e organizzative.
Come ha detto il compagno Scuderi nel Rapporto alla 4ª Sessione plenaria allargata del 5° Comitato centrale del PMLI (aprile 2014), “Dobbiamo sforzarci di unire, mobilitare e guidare le masse sulla base delle loro rivendicazioni attraverso le organizzazioni di massa da noi o da altri promossi, dentro e fuori i luoghi di lavoro e di studio, nei quartieri e nelle città. Praticando una larga politica delle alleanze e di fronte unito per isolare il nemico principale o l'avversario principale, unire tutte le forze che vi si oppongono, a cominciare da quelle della sinistra dei movimenti, neutralizzare le forze intermedie e stabilire un corretto programma di lavoro unitario”.
Le istanze del Partito hanno avute numerose esperienze di fronte unito nel passato, ricordiamo quelle storiche di Firenze per il Centro sociale e di servizi, il Comitato giovani dell'Isolotto e il movimento per Firenze denuclearizzata e ne stanno facendo tutt’ora di importanti a Rufina, Biella, Napoli, Ischia, Castelvetro, Modena, Caltagirone ma si può realizzare il fronte unito anche per ricordare i Grandi Maestri del proletariato internazionale come successo quest’anno in occasione della Commemorazione del 91° Anniversario della scomparsa di Lenin che ha visto in piazza PMLI, PCd’I e Anpi.
Le occasioni di certo non mancano e non mancheranno, sia sul piano sindacale contro il Jobs Act e la controriforma del lavoro, sia sul piano studentesco contro la “Buona scuola” di Renzi, ma anche per le battaglie contro le grandi (e inutili) opere, gli inceneritori e quant’altro a cui lo “Sblocca Italia” ha dato ulteriore impulso. Nei prossimi referendum, se ci saranno, come quello sul pareggio di bilancio nella costituzione, noi dobbiamo prendere parte attiva nei comitati appositi.
Dobbiamo poi insistere nel fare appello a tutte le forze politiche, sociali, sindacali, culturali e religiose che si professano di sinistra, che hanno capito l’inganno del Berlusconi democristiano Renzi a fare fronte unito per spazzarlo via senza indugio e con la massima determinazione, conducendo contro di esso una dura opposizione di classe e di massa nelle fabbriche, in tutti i luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università, nelle piazze, nelle organizzazioni di massa, specie sindacali e studentesche.
Non importa se poi queste forze, o parte di esse, non ci seguiranno nella nostra lotta contro il capitalismo e per il socialismo. Il PMLI andrà avanti lo stesso, sicuro che con lo sviluppo della lotta di classe acquisterà nuovi alleati rivoluzionari, soprattutto a livello sociale, a cominciare dal proletariato.
In definitiva, è dalla partecipazione attiva e conseguente, e dal ruolo di avanguardia che il nostro Partito sarà in grado di svolgere nel lavoro di fronte unito che passa lo sviluppo e il radicamento del PMLI e la maturazione dei tempi per il successo della lotta per il socialismo in Italia.

La Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI

4 febbraio 2015