Perché occorre più qualità e meno quantità nel lavoro politico di partito

Come ha detto il compagno Dario Granito, Responsabile della Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI, nel Rapporto alla riunione plenaria della Commissione tenutasi il 13 dicembre 2014, illustrando un concetto del Segretario generale del Partito, “Data la mole di lavoro che ciascun membro del Partito, salvo eccezioni, dalla base al vertice, sta svolgendo, è necessario ridurre temporaneamente il ritmo di lavoro e tagliare qualche attività, concentrandosi su quelle assolutamente prioritarie e non cancellabili, nemmeno temporaneamente, seguendo il criterio più qualità e meno quantità. Per riprendere fiato e per creare le condizioni per realizzare più qualità e più quantità. Anche se l’accento va sempre posto su più qualità, che è l’unico modo per radicare sulla roccia il nostro lavoro rivoluzionario”.
Tutte le istanze del Partito hanno quindi il dovere di riflettere su cosa possono fare attualmente per migliorare il lavoro politico, organizzativo, sindacale, femminile, studentesco e giornalistico, non in quantità ma in qualità.
Tutto il Partito, in generale, già produce una mole notevole di lavoro, e ciò è corretto in quanto conforme alla parola d’ordine “Non un minuto vada perso, tutto il tempo venga dedicato alla rivoluzione”, siamo però giunti ad un punto a livello di base e intermedio in cui occorre “fermarsi” per fare un bilancio del proprio lavoro, valutare quali siano gli aspetti da migliorare e gli ambiti in cui concentrare le forze, far emergere le proprie lacune per poter approntare uno studio teso a colmarle, per poi ripartire con più slancio e più carica rivoluzionaria ma soprattutto con una preparazione e una coscienza politica più elevate, con la convinzione che non è tanto la quantità del lavoro politico che facciamo, ma la sua qualità che ne determina il successo.
Ovviamente questo non vuol dire “sedersi” e “rilassarsi”, la vita dei marxisti-leninisti non è questa, la vita dei marxisti-leninisti è fatta di impegno e sacrificio, ma anche della soddisfazione di servire la causa più nobile e più giusta che vi sia, quella di servire il popolo combattendo contro il capitalismo, per il socialismo, nel PMLI.
Vuol dire invece fare certamente più lavoro possibile ma dando la priorità alla qualità, quindi se, ad esempio, dobbiamo scegliere di partecipare all’attività di 2 comitati popolari, ma in modo saltuario e poco incisivo e partecipare all’attività di un comitato popolare ma in modo costante e qualificato è quest’ultima che dobbiamo scegliere, allo stesso modo se dobbiamo preparare un’importante riunione della nostra istanza e nello stesso periodo vi è una manifestazione dobbiamo dare la precedenza alla vita interna di Partito e mettere in subordine la partecipazione alla manifestazione. Ciò che importa è che dobbiamo mettere sempre al primo posto la qualità del nostro lavoro, e poi, subordinato a questo, la quantità.
Tutto non si può fare, e quello che facciamo deve essere fatto bene, a regola d’arte marxista-leninista. In base alle priorità, alle forze che disponiamo e al fiato che abbiamo al momento. Non bisogna correre troppo, e senza riflettere e prepararsi a sufficienza, né dobbiamo camminare con passetti da lumaca e facendo le cose meccanicamente. Dobbiamo invece avanzare col passo da montanaro, con metodo e secondo precisi programmi e obiettivi. Da strateghi rivoluzionari. Bisogna saper fare delle scelte e su di esse dare il meglio di noi stessi.
In questo contesto giocano un ruolo molto importante le Istanze di base e intermedie migliori del Partito che devono fare da “traino” per tutte le altre, dimostrando innanzitutto che si può migliorare la qualità del nostro lavoro, e in secondo luogo che un migliore lavoro politico ci dà la possibilità di accumulare le forze necessarie per fare anche un maggiore lavoro.
Per migliorare il nostro lavoro dobbiamo applicare i 3 elementi chiave che sono la concezione proletaria del mondo, la corretta concezione del Partito e la conoscenza della linea generale e della linea di massa del Partito, e le 4 indicazioni per radicare il PMLI, e cioè diventare dei leader nei propri ambienti di lavoro, di studio e di vita, conoscere a fondo e occuparsi dei problemi concreti dei suddetti ambienti, lavorare per unire, guidare e mobilitare le masse partecipando alle organizzazioni e ai movimenti di massa da noi o da altri promossi; forgiando l’anello mancante del lavoro locale e praticando un’abile e puntuale politica di fronte unito, un tema di vitale importanza per lo sviluppo, la costruzione e il radicamento del PMLI.
Per migliorare la qualità del nostro lavoro bisogna studiare più a fondo, difendere e applicare con maggiore attenzione e risolutezza la linea ideologica, politica e organizzativa del PMLI, continuare ad elevare la combattività dell'intero Partito e di tutti i suoi membri avendo una grande fiducia nelle nostre possibilità, nella linea del Partito, nelle nostre proposte e nelle nostre capacità, nonché nelle masse in lotta, concentrarsi nel lavoro di massa in particolare tra il proletariato e gli studenti, migliorare i nostri interventi nelle assemblee sindacali, popolari e studentesche, tenere in pugno l’iniziativa politica, migliorare il lavoro giornalistico, privilegiare il megafono alla tastiera.
Le Coordinate del lavoro politico e di massa devono essere un po’ il nostro “navigatore” che ci permetteranno, se ne verranno seguite coerentemente le indicazioni, di migliorare senz’altro la qualità del nostro lavoro politico.
In qualsiasi attività del Partito, diretta o indiretta, ci devono essere al primo posto la direzione del Partito, la politica proletaria rivoluzionaria e marxista-leninista e il coinvolgimento pieno e attivo dei militanti e dei simpatizzanti del Partito che vi partecipano.
Ma se queste sono le corrette indicazioni di lavoro, dobbiamo essere parimenti consapevoli che alla testa di tutto ci deve essere la trasformazione della propria concezione del mondo e di se stessi, che è alla base per migliorare la qualità dei membri e dei quadri del Partito.
Il Partito, a livello centrale, produce dei documenti, come quello dell’Ufficio politico sui recenti fatti di Parigi, in grado di battere qualsiasi posizione borghese, revisionista, riformista che sia, ma sta ai militanti, ed anche ai simpatizzanti più attivi e coscienti, “dargli le gambe”, cioè trovare i modi giusti e le occasioni più utili per presentarli alle masse della propria città, luoghi di lavoro o scuola.
I militanti e i simpatizzanti non devono aspettare che tutto arrivi dall'alto, quello che possono fare da sé lo devono fare senza indugio, contando sulle proprie forze, spirito di iniziativa, inventiva, capacità organizzativa, legandosi alle masse, facendo tesoro dell'esperienza di tutto il Partito, studiando attentamente la situazione locale per individuare i luoghi più avanzati, sensibili e ben disposti verso il Partito dove concentrare la propaganda e l’agitazione.
Dobbiamo quindi fare un ulteriore sforzo, in questo caso non quantitativo, ma qualitativo, coscienti che migliorando il nostro lavoro esso sarà più incisivo e più velocemente riusciremo a far comprendere alla masse lavoratrici e popolari del nostro Paese la necessità di spazzare via il governo del Berlusconi democristiano Renzi, abbattere il capitalismo e conquistare il socialismo.
Il Rapporto di Scuderi alla 4ª Sessione plenaria allargata del 5° Comitato centrale del PMLI è la bussola politica più aggiornata che orienta tutto il Partito riguardo alle cose fondamentali che bisogna fare per migliorare il lavoro, ai vari livelli, che ci attende nel prossimo tratto di strada della nostra Lunga Marcia politica e organizzativa e far diventare il Partito un Gigante Rosso anche nel corpo.
Certo la strada è ancora lunga, in salita e piena di ostacoli, ma se saremo in grado di adempiere questi compiti, non scoraggiandosi mai e non perdendo la fiducia nel marxismo-leninismo-pensiero di Mao, nel socialismo, nel Partito, nelle masse e in noi stessi, sicuramente riusciremo a scalare le vette più alte, così come fecero i popoli della Russia e della Cina guidati dai grandi Maestri del proletariato internazionale Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao che continuano ad indicarci la strada maestra da percorrere grazie ai loro immortali insegnamenti incisi nella roccia e che nessuno potrà mai cancellare.
Come ha detto il Segretario generale del Partito, “Proseguiamo con determinazione, tranquillità e ottimismo rivoluzionario nella nostra Lunga Marcia politica e organizzativa col passo da montanaro, riprendendo fiato quando siamo molto stanchi, curando più la qualità che la quantità, studiando di più, meglio e mirato, concentrandosi sulle priorità”.
La Commissione per il lavoro di organizzazione del CC del PMLI

18 febbraio 2015