Marchionne: “Facciamo lavorare Renzi. Non ostacoliamolo”

 
Il nuovo Berlusconi Renzi incassa l'ennesimo esplicito appoggio da parte del nuovo Valletta Sergio Marchionne, amministratore delegato della Fiat Chrysler Automobiles, per le sue politiche neofasciste e antioperaie. E’ accaduto il 10 febbraio scorso a New York, dove il pescecane capitalista ha partecipato alla terza edizione del Summit “Italy meets the United States of America” organizzato da Aspen Institute Italia, l'Italian Business & Investment Initiative e il Consiglio delle relazioni tra Italia e Stati Uniti per raggruppare esponenti della business community italiana e gli investitori statunitensi con l'intento di descrivere quello che l'Italia offre. Dopo aver annunciato che non c’è alcun rischio per l’Italia di fare la fine della Grecia perché “abbiamo metabolizzato anche la crisi del debito sovrano esplosa quattro anni fa”, Marchionne ha parlato chiaramente di ripresa, ammettendo che proprio la crisi economica ha distrutto i mercati. La ripresa economica, secondo questo indiscusso campione antioperaio, sarebbe proprio nelle politiche antioperaie del governo Renzi: “non lo voglio difendere, non ne ha bisogno. Ma ha fatto in undici mesi quello che non è stato fatto in anni interi. Ora l'impegno per fare le riforme non può diminuire perché la concorrenza a livello europeo continua a esserci perché le riforme non bastano mai e la 'to do list' in Italia non finisce mai, ma almeno la barca è partita”. Inoltre sembra caldeggiare la ripresa famigerato patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi laddove avverte che “i giochi politici non aiutano nessuno”.
Insomma il nuovo Mussolini e il nuovo Valletta non solo simpatizzano l'uno per l'altro ma si sostengono reciprocamente ogni qual volta l'altro sembra incontrare difficoltà di qualsiasi tipo. Com'era accaduto lo scorso 11 gennaio, quando in una intervista al tg de La7, Renzi, gongolante per l'approvazione del famigerato Jobs Act, affermò a chiara voce di ammirare il nuovo Valletta: “io sto dalla parte di Marchionne, dalla parte di chi sta investendo sul futuro delle aziende, quando tutte le aziende chiudono, è un momento in cui bisogna cercare di tenere aperte le fabbriche”.
Gli interessi della classe operaia, dei lavoratori e delle masse popolari sono antitetici rispetto a quelli dei padroni come Marchionne. Ecco perché devono respingere il suo appello a far lavorare e a non ostacolare il governo Renzi e scatenare una dura opposizione di piazza per spazzarlo via prima che faccia danni ancor più devastanti.

18 febbraio 2015