Viva l'8 Marzo!
Proletarie, impugnate la bandiera dell’emancipazione femminile, dell’antimperialismo e del socialismo

di Monica Martenghi*
 
In occasione della celebrazione della storica e fondamentale giornata internazionale delle donne, l’8 Marzo, il PMLI rivolge un accorato appello a tutte le proletarie, specie a quelle più avanzate, coscienti e informate, a fermarsi a riflettere sull’importanza e l’urgenza di impugnare con forza, entusiasmo e fiducia la bandiera dell’emancipazione femminile, dell’antimperialismo e del socialismo.
Il primo passo è formarsi una coscienza politica e di classe della realtà nazionale e internazionale in cui viviamo, una coscienza indipendente e libera dalla propaganda governativa e borghese dominante.

Renzi reincarna Mussolini e Berlusconi
E’ ormai passato un anno da quando Renzi si è insediato a Palazzo Chigi e, al di là delle sue pompose parole, i fatti hanno dimostrato ampiamente che egli non è l’uomo del “cambiamento” ma la reincarnazione moderna e tecnologica di Mussolini e Berlusconi; che le sue controriforme elettorali, istituzionali e costituzionali, concordate con il delinquente di Arcore, sono golpiste, antidemocratiche e piduiste; che la liberalizzazione dei contratti a termine e dell’apprendistato, le “riforme” della legislazione sul lavoro (il famigerato Job acts), della pubblica amministrazione, della scuola, la legge di stabilità e lo “Sblocca-Italia”, il “patto per la salute”, le liberalizzazioni e le privatizzazione, l’emarginazione dei sindacati sono un crimine contro le lavoratrici e i lavoratori, i giovani, i pensionati e tutto il nostro popolo; senza contare il coinvolgimento dell’Italia nella guerra in Iraq e nei conflitti in Ucraina e in Libia e la sua smania, condivisa anche dal neopresidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di “dare un posto al sole” all’Italia nel Mediterraneo e nel mondo. Ne è un segnale preoccupante l'esercitazione della Marina italiana davanti le coste libiche.
Con tutto ciò oltre a colpire duramente le condizioni di vita e di lavoro delle masse, l’ambiente e il territorio, a mettere a serio rischio l’incolumità del nostro popolo, il governo del Berlusconi democristiano Renzi ha distrutto lo Stato di diritto borghese, il diritto borghese del lavoro e i residui della Costituzione borghese e antifascista del ’48. Proprio ciò che si proponeva la P2 di Gelli, Craxi e Berlusconi nel “piano di rinascita democratica” e nello “Schema R”.

Le donne prime vittime della politica del governo
A farne le spese maggiori sono le masse femminili. La disoccupazione femminile tocca ormai la cifra record del 14,5%. Senza contare le donne che ormai il lavoro non lo cercano nemmeno più pur avendone un disperato bisogno. Il 48,2% delle ragazze fra i 15 e i 24 anni sono disoccupate. Il 61,6% nel Mezzogiorno. Milioni di donne languono nella precarietà più assoluta, e si riaffacciano prepotentemente forme di vero e proprio schiavismo come il caporalato nelle campagne che non colpisce solo le donne migranti ma anche le italiane.
Gli stipendi delle lavoratrici sono ancora decisamente inferiori a quelli maschili. Le pensionate riscuotono in media il 30% in meno dei loro colleghi uomini. Più del 50% delle pensionate vive con una pensione inferiore ai 1.000 euro. Le statistiche ufficiali ci dicono che la povertà assoluta, che riguarda ormai almeno una famiglia su quattro, colpisce soprattutto le donne. Si aggiunga poi l’aumento dell’età pensionabile, i drastici tagli alla sanità pubblica e ai servizi pubblici in generale che comportano un maggiore carico sulle donne del lavoro domestico e familiare e si avrà un quadro di vero e proprio arretramento delle condizioni di vita e di lavoro delle masse femminili, una loro verticale perdita di indipendenza economica, familiare e maritale.
Una condizione economica e sociale che alimenta da sempre la cultura patriarcale, antifemminile, familista e oscurantista. La stessa cultura che sta alla base del femminicidio e della catena di inaudite violenze fisiche, morali e sessuali sulle donne, specie in famiglia, a cui stiamo assistendo. In questo quadro non ci stupisce che siano tornate d’attualità le proposte per riaprire in varie forme le “case chiuse”, come i “quartieri a luci rosse”, una vera e propria legalizzazione della prostituzione, ossia un sotteso assenso alla schiavitù delle donne e alla mercificazione del loro corpo.

Lottare contro l’imperialismo
Nel mondo domina l’imperialismo. La legge della ricerca del massimo profitto, in patria come all’estero, spinge inesorabilmente l’imperialismo al dominio economico mondiale e quindi alla guerra imperialista. L’imperialismo, in spregio al diritto internazionale, spadroneggia e minaccia di intervenire a destra e a manca arrogandosi il diritto di gendarme del mondo, con o senza la “foglia di fico” del mandato ONU. Le sue guerre non portano mai né libertà, né giustizia, né pace. Come dimostrano le guerre di aggressione imperialiste che si sono succedute in questi anni in Serbia, in Afghanistan, in Iraq, in Libia. Esse alimentano solo il giusto odio e la ribellione dei popoli oppressi.
Da anni è in atto una guerra tra gli islamici antimperialisti e l’imperialismo che saccheggia e domina, o cerca di dominare con le armi i loro paesi. L’Ufficio politico del PMLI nel fondamentale Documento sull’attentato a Parigi del 7 gennaio scorso, ha chiarito che tutte le responsabilità ricadono sugli imperialisti francesi e occidentali e che la contraddizione principale è tra l’imperialismo ed i popoli oppressi e che tutti i popoli hanno diritto all’autodeterminazione e all’indipendenza e a risolvere da sé le loro contraddizioni interne. Ora l'imperialismo è concentrato contro lo Stato islamico che ostacola i suoi piani e interessi.
Dobbiamo impugnare quindi con forza la bandiera dell’antimperialismo, per la libertà dei popoli, per l’indipendenza e la sovranità dei Paesi. Battiamoci in primo luogo contro l’Unione europea imperialista e contro il governo Renzi che si è schierato ormai in prima linea sul fronte dell’interventismo militare imperialista. L’Italia deve uscire dall’Unione europea e dalla Nato, chiudere tutte le basi Usa e Nato che sono nel nostro Paese, ritirare i suoi soldati da tutti i Paesi in cui sono attualmente presenti, rinunciare a ogni intervento armato all’estero, anche col casco dell’Onu e aprire le fronte ai migranti. Dobbiamo imporre al governo Renzi di ritirare l’Italia dai conflitti in Ucraina, Iraq, Afghanistan, Siria e Libia. Solo così è possibile impedire che il popolo italiano diventi carne da cannone per gli interessi del capitalismo e della classe dominante borghese.

Spazzare via il governo Renzi
Renzi sta davvero cambiando l’Italia, ma da destra completando la seconda repubblica neofascista, presidenzialista e federalista ormai imperante e gettando il nostro popolo in nuove avventure militari imperialiste. Va spazzato via al più presto. Altrimenti rimarrà in carica venti anni come Mussolini e Berlusconi. E deve essere la piazza a cacciarlo via attraverso la lotta di classe e di massa. Urge lo sciopero generale di 8 ore con manifestazione nazionale sotto Palazzo Chigi.
Riempiamo le piazze al grido di lavoro. Rivendichiamo un lavoro stabile, a tempo pieno, a salario intero e sindacalmente tutelato per le donne, l'effettiva parità salariale, una fitta rete di servizi sociali e assistenziali pubblici a cominciare dagli asili nido su tutto il territorio nazionale, specie nel Mezzogiorno.
Il lavoro, da una parte, e la socializzazione del lavoro domestico, dall'altra, sono sempre state e restano le due leve principali per la conquista di una reale parità fra i sessi e dell'emancipazione delle donne, che potrà realizzarsi pienamente solo nel socialismo.
Rivendichiamo una scuola e una università pubbliche, gratuite e governate dalle studentesse e dagli studenti, una sanità pubblica e totalmente gratuita per tutti. Parallelamente battiamoci contro il familismo e l'oscurantismo imperanti, il femminicidio, l'omofobia e difendiamo i diritti civili acquisiti e conquistiamone dei nuovi come i pari diritti per le coppie di fatto e omosessuali sui quali Renzi si è rimangiato ogni promessa.
Diamo un colpo ai partiti della destra e della “sinistra” borghese e in particolare alla megalomania e alle fregole ducesche di Renzi punendo le sue ambizioni elettorali alle prossime elezioni regionali e comunali con una valanga di voti astensionisti (diserzione delle urne, scheda nulla o bianca) perché le regioni e i comuni siano governati dal popolo e al servizio del popolo. Lavoriamo per creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo. Consideriamo l'astensionismo come un voto dato al PMLI e al socialismo.

Ci vuole il socialismo
La nostra società è divisa in classi, con profonde disuguaglianze economiche, sociali, territoriali e di sesso. Perdurando il capitalismo nessun governo né della destra né della “sinistra” borghese riuscirà mai a capovolgere questa situazione a vantaggio delle masse femminili, lavoratrici, giovanili e popolari. L’Italia ha avuto ormai numerosi governi di “centro-sinistra”, la socialdemocrazia ha dominato per anni in Europa e tutti conoscono le grandi illusioni sparse dai revisionisti e dai trotzkisti, che oggi magari si spacciano per autentici comunisti, quando Zapatero conquistò il governo spagnolo e Lula quello brasiliano. La stessa cosa è successa oggi col governo greco di Tsipras il quale solo dopo poche settimane si sta già calando le brache di fronte all’Unione europea imperialista rimangiandosi tutto quello che aveva promesso in campagna elettorale.
I fatti e la storia dimostrano che solo il socialismo può cambiare davvero l’Italia, dare il potere al proletariato e realizzare l’emancipazione femminile. Per questo occorre lottare contro il capitalismo e i suoi governi, per il socialismo.
Le proletarie avanzate e coscienti devono imparare a guardare oltre i confini del capitalismo e aiutare la loro intera classe a fare altrettanto. Il proletariato nel suo complesso, deve comprendere che la conquista del potere politico è la madre di tutte le questioni. Comprendere che col potere politico il proletariato ha tutto, senza potere politico, il proletariato non ha nulla.
Una consapevolezza che può e deve essere riacquistata per far sì che il proletariato da classe in sé torni ad essere una classe per sé, in grado di contrapporre una propria cultura, una propria concezione del mondo e una propria coscienza politica a quella della classe dominante borghese dominante, recuperando quel terreno perso a causa del grande imbroglio operato dal PCI revisionista e dai partiti falsi comunisti suoi eredi.
Come ha brillantemente sintetizzato il compagno Giovanni Scuderi, in un colloquio con la Responsabile della Commissione centrale femminile il 7 settembre scorso, “Il potere politico spetta di diritto al proletariato che produce l’intera ricchezza del Paese ed è l’unica classe capace di sradicare lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e le cause economiche che generano le classi, le guerre imperialistiche, le ingiustizie sociali, la disoccupazione, la miseria, il razzismo e la disparità territoriale e di sesso; capace anche di sradicare la cultura e la moralità borghesi fondate sull’individualismo, l’egoismo, l’arrivismo, l’arricchimento personale, il predominio dell’uomo sulla donna, la sopraffazione del più forte sul più debole, la corruzione.
Questo diritto il proletariato lo deve rivendicare con forza e imporlo con la rivoluzione armata quando avrà creato le condizioni per estromettere dal potere l’ultima classe sfruttatrice e oppressiva della storia, la borghesia, che sbarra la strada dell’emancipazione del proletariato e di tutta l’umanità.
Ma non ce la potrà mai fare se non acquisisce la sua propria cultura, il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, e non dà tutta la sua forza materiale e intellettuale al suo Partito, il PMLI”.
La presa di coscienza che solo il socialismo può cambiare l’Italia e dare il potere politico al proletariato è il passaggio determinante affinché tutto cambi ideologicamente, politicamente e organizzativamente nel proletariato italiano e nell’intera sinistra sociale, e quindi nel rapporto delle masse rivoluzionarie col PMLI.
Per realizzare questo obiettivo strategico il PMLI conta in primo luogo sulle operaie e gli operai, ma anche sulle ragazze e i ragazzi rivoluzionari e sugli intellettuali che intendono mettersi a disposizione della causa del socialismo.

Buon 8 Marzo
Il PMLI è fermamente impegnato a far vivere ogni anno il vero spirito dell'8 Marzo. Quello spirito di classe che animò le nostre antenate marxiste-leniniste che alla seconda conferenza delle donne socialiste del 1910 decisero di istituire, su proposta delle marxiste-leniniste russe ed europee ispirate da Lenin, la Giornata internazionale delle donne in ricordo delle 129 operai della Cotton di New York bruciate vive nella fabbrica in cui il padrone le aveva rinchiuse per rappresaglia e perché dilagasse nel mondo intero la lotta per la parità uomo-donna in tutti i campi e i diritti specifici delle donne.
Buon 8 Marzo a tutte le masse femminili sfruttate e oppresse in Italia e nel mondo!
Buon 8 Marzo a tutte le lavoratrici comprese le precarie, le pensionate, le disoccupate, le casalinghe e le studentesse del popolo!
Buon 8 Marzo a voi care militanti e simpatizzanti del Partito. Alle più anziane ed esperte di militanza, che da una vita date tutte voi stesse alla causa del PMLI, del proletariato e del socialismo. Alle ultime giovanissime compagne che hanno portato la loro freschezza e il loro entusiasmo e che, stando alla scuola del Partito, impareranno gradualmente a far bene la lotta di classe e a diventare delle giovani alfiere rosse della lotta per l’emancipazione femminile e il socialismo.
Viva l'8 Marzo!
Avanti con forza e fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
 
* Responsabile della Commissione per il lavoro femminile del CC del PMLI

4 marzo 2015