Al forum Cina-Celac a Pechino
La Cina socialimperialista rafforza la sua penetrazione nell'America latina e nei Caraibi

 
Il secondo vertice della cooperazione tra la Cina e i Paesi dell'America Latina e Caraibica, il primo si era tenuto a Cuba nel luglio dello scorso anno, che si è tenuto a Pechino l'8 e il 9 gennaio scorsi ha discusso dei principi guida della cooperazione, delle aree di maggiore collaborazione tra i vari Paesi, e della possibilità di creare istituzioni per la cooperazione. Ma senza dubbio l'evento principale è stato quando il presidente cinese Xi Jinping ha messo sul tavolo un pacco di investimenti diretti del valore di 250 miliardi di dollari in dieci anni. Annunciando contemporaneamente l'intenzione di portare l’interscambio commerciale dai 261 miliardi di dollari del 2013 fino a quota 500, il doppio; una crescita esponenziale di venti volte rispetto i dati del 2000.
I due carichi da novanta sfoderati da Xi Jinping al forum di Pechino confermano l'intenzione della Cina socialimperialista di rafforzare la sua penetrazione nell'America latina e nei Caraibi, nell'oramai quasi ex "cortile di casa" del concorrente principale, l'imperialismo americano. Secondo uno studio dell'Onu la Cina nel 2016 sorpasserà l’Unione europea e diventerà il secondo partner commerciale dei paesi dell'area; la Cina è già il primo partner di Brasile, Cile e Perù, il secondo del Messico.
La Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (Celac) è l'organizzazione nata nel 2011 su inziativa del Venezuela di Chavez a seguito della firma della dichiarazione di Caracas da parte di 33 Stati della regione. Ne sono fuori gli Stati Uniti e il Canada. Il primo forum Cina-Celac si era svolto nel luglio scorso a Cuba in occasione del viaggio del presidente cinese, Xi Jinping, in quattro Paesi dell'America meridionale: Brasile, Argentina, Cuba e Venezuela. Allora Xi e i dirigenti della Celac annunciavano la creazione di un forum di cooperazione stabile e l’organizzazione della prima riunione ministeriale a Pechino.
In quell’occasione Xi aveva firmato una serie di accordi finanziari e di cooperazione con i paesi latinoamericani e caraibici per un valore di oltre 70 miliardi di dollari. Fra le iniziative congiunte allora definite spiccava l'accordo per l'ambizioso progetto del canale inter-oceanico del Nicaragua, un progetto da 50 miliardi di dollari che punta a creare una alternativa sotto controllo cinese a quello di Panama controllato ufficialmente dagli Usa fino al 2000. I lavori, affidati all’azienda di Hong Kong Hknd group del miliardario cinese Wang Jing, sono iniziati nel dicembre scorso
Al vertice brasiliano dei paesi imperialisti emergenti del gruppo dei Brics, sempre nel luglio scorso, Pechino aveva sottoscritto l'intesa sulla costituzione di una banca alternativa al Fondo monetario internazionale controllato dall'imperialismo americano e messo in pratica nell'ottobre scorso col prestito di 2,3 miliardi di dollari
all’Argentina incalzata dalle richieste di pagamento del debito contratto coi cosiddetti "fondi avvoltoio" e nello scorso dicembre col prestito di 4 miliardi al Venezuela in difficoltà anche per il calo del prezzo del petrolio. Pechino ha più volte affermato che le sue relazioni con l’America latina e i Caraibi sono "totalmente compatibili" con quelle che gli Usa intrattengono con il continente. Meglio sarebbe dire ancora non conflittuali ma certamente concorrenziali e in prospettiva conflittuali.
Nelle cronache del forum Cina-Celac dell’agenzia di stampa cinese Xinhua si affermava tra l'altro che “la cooperazione tra Cina e Celac copre un quinto delle terre emerse e un quarto della popolazione mondiale. Per questo contribuirà in modo unico all’economia mondiale e all’ordine internazionale”. Un ordine internazionale la cui leadership scivola inesorabilmente dal detentore imperialismo americano in discesa verso il principale concorrente, il socialimperialismo cinese in forte ascesa. Al momento la risposta di Washington alle iniziative cinesi nella regione sembra essere al livello dell'apertura delle relazioni con Cuba; non molto.

4 marzo 2015