Noi abbiamo il dovere di appoggiare i movimenti antimperialisti anche se alla loro testa ci fossero degli anti marxisti-leninisti

di Giovanni Scuderi
Da sempre il PMLI, mosso dagli alti sentimenti internazionalisti proletari, è a fianco dei popoli in lotta, che aiuta con grande generosità. Dobbiamo fare di più, nonostante le nostre scarse forze, i pochi mezzi che disponiamo e i nostri compiti interni.
Dobbiamo afferrare fino in fondo il concetto che tutte le cause giuste dei popoli ci riguardano direttamente, e che la nostra rivoluzione non può trionfare se non avanzano la rivoluzione e la lotta antimperialista su scala mondiale.
Nel sostegno e nell'aiuto ai popoli in lotta non dobbiamo guardare tanto a chi guida il movimento ma la direzione in cui si muove tale movimento. Se esso va nella direzione giusta, se cioè indebolisce e toglie spazio a una delle due superpotenze o a tutte e due e all'imperialismo in generale, se porta alla liberazione nazionale e all'indipendenza dei Paesi, noi abbiamo il dovere di appoggiarlo risolutamente e senza riserva. Persino se alla sua testa vi fossero degli anti marxisti-leninisti.
Oggi che sono scomparse per colpa dei revisionisti le fortezze storiche del socialismo e la borghesia ha inghiottito quasi tutti i partiti un tempo marxisti-leninisti è più che mai attuale attenersi a quel prezioso insegnamento che Stalin nel 1924 trasmetteva a tutti i marxisti-leninisti del mondo.
Egli, trattando dei movimenti di liberazione nazionale, ha sottolineato che “nelle condizioni dell'oppressione imperialistica, il carattere rivoluzionario del movimento nazionale non implica affatto obbligatoriamente l'esistenza di elementi proletari nel movimento, l'esistenza di un programma rivoluzionario o repubblicano del movimento, l'esistenza di una base democratica del movimento. La lotta dell'emiro afghano per l'indipendenza dell'Afghanistan è oggettivamente una lotta rivoluzionaria, malgrado il carattere monarchico delle concezioni dell'emiro e dei suoi seguaci, poiché essa indebolisce, disgrega, scalza l'imperialismo... La lotta dei mercanti e degli intellettuali borghesi egiziani per l'indipendenza dell'Egitto è, per le stesse ragioni, una lotta oggettivamente rivoluzionaria, quantunque i capi del movimento nazionale egiziano siano borghesi per origine e appartenenza sociale e quantunque essi siano contro il socialismo” (Stalin, “Principi del Leninismo”, aprile-maggio 1924).
Il piccolo borghese ultrasinistro non può certo capire tali indicazioni ideologiche, politiche e tattiche di Stalin perché egli sogna un movimento di liberazione nazionale “puro” e “tutto proletario” che non esiste e non potrebbe esistere nella realtà. Ma noi marxisti-leninisti abbiamo certamente imparato la lezione di Stalin e la stiamo mettendo in pratica.
(Giovanni Scuderi, Rapporto dell'Ufficio politico del PMLI “Il socialismo è l'avvenire della classe operaia e dei lavoratori italiani”, 3° Congresso nazionale del Partito marxista-leninista italiano, Firenze 27-29 dicembre 1985, pagg. 32-33)

4 marzo 2015