Slittano ancora le assunzioni del personale
Renzi gioca sulla pelle degli insegnanti precari della scuola
Vuote promesse e continui rinvii sulle immissioni in ruolo

 
Sul fronte delle immissioni in ruolo del personale precario della scuola pubblica il Berlusconi democristiano Renzi sta davvero superando se stesso in un susseguirsi di show mediatici e ipocrite dichiarazioni alla stampa. Senza alcuna vergogna questo bandito continua a vendere come certo il provvedimento delle immissioni in ruolo ma, di fatto, continua a slittarlo avanti nel tempo senza nemmeno chiarire per mezzo di quale strumento normativo, decreto o disegno legge, tali immissioni verranno effettuate. Per il governo del Berlusconi democristiano Renzi si tratta dell'ennesima prevaricazione e presa in giro a danno dei lavoratori. E' dallo scorso autunno che Renzi e la ministra dell'istruzione Giannini continuano a osannare la loro “riforma” della scuola, denominata “La Buona Scuola”, e a venderla ai media borghesi come la “riforma” epocale che avrebbe finalmente risolto tutti i problemi della scuola e, soprattutto, quello del precariato, per mezzo di un massiccio piano di immissioni in ruolo.

Il precariato nella scuola pubblica
Il problema del precariato all'interno della scuola pubblica italiana viene da lontano e ne sono responsabili tanto i governi di destra quanto quelli della “sinistra” borghese che si sono succeduti negli ultimi 15 anni. Fino al 1999 il precariato nella scuola veniva gestito con il sistema dei concorsi che, banditi periodicamente, consentivano ai docenti vincitori il conseguimento dell'abilitazione all'insegnamento e, se superato con un buon punteggio, l'immissione in ruolo in tempi certi. Il precariato non era così esteso. Quello del 1999 (da allora se ne è avuto solo un altro nel 2012 ma si è trattato poco più di una farsa pubblicitaria del governo Berlusconi) è stato l'ultimo concorso bandito per i docenti della scuola che, pur vincitori abilitati, sono stati “stipati” in graduatorie, graduatorie permanenti e specifiche graduatorie del concorso, di fatto bloccate dalla mancata concessione di un contingente per i ruoli. Decine di migliaia di docenti con tutti i requisiti per ottenere un contratto a tempo indeterminato si sono visti reiterare per anni e anni contratti a termine. Con la ministra Moratti, governo Berlusconi, i concorsi sono stati sostituiti con percorsi abilitanti universitari, denominati S.S.I.S., a numero chiuso. In luogo dei precedenti concorsi l'intenzione della ministra Moratti, a tutto vantaggio delle baronie universitarie e degli atenei-aziende, è stata quella di costringere i docenti a frequentare corsi biennali con obbligo di frequenza, le S.S.I.S. appunto, caratterizzati da rette salatissime. Le università hanno così potuto lucrare sui docenti precari, costretti a pagare per conseguire l'abilitazione, requisito essenziale per il ruolo. Peccato che i governi che si sono via via succeduti, sia di destra sia di “sinistra” borghese, non hanno più concesso immissioni in ruolo numericamente consistenti, bloccando così il turn-over nella scuola. Nel corso degli anni le graduatorie permanenti, attualmente denominate graduatorie ad esaurimento (GaE), si sono via via riempite di migliaia, decine di migliaia di precari fino a raggiungere e superare le 150.000 unità. Per tutti questi anni lo Stato borghese ha così lucrato sulla pelle dei precari costringendoli a lavorare senza tutele, senza incrementi stipendiali e con le vacanze estive non coperte dallo stipendio. Il precariato nella scuola pubblica, non solo dei docenti ma anche del personale ATA (ausiliari, tecnici e amministrativi), ha assunto livelli tali che persino l'Unione europea imperialista, di certo non in prima linea nella tutela dei diritti dei lavoratori, si è vista costretta a censurare il comportamento dell'Italia. La stessa normativa borghese comunitaria si è trovata in stridente contrasto con la prassi tutta italiana del precariato a vita nella scuola tanto che il 26 novembre scorso la Corte di giustizia europea del Lussemburgo ha sanzionato l'Italia intimando di procedere immediatamente a stipulare contratti a tempo indeterminato a tutti i docenti ed agli ATA con i requisiti per il ruolo.

Il “balletto” delle immissioni in ruolo
Il Berlusconi democristiano Renzi, con l'arroganza che gli è propria, ha sempre trattato il problema del precariato nella scuola pubblica come una fastidiosa eredità lasciatagli dai governi precedenti. Più volte ha dichiarato che con la sua “riforma” della scuola il precariato sarebbe scomparso per sempre. La tanto sbandierata “riforma” denominata “La Buona Scuola”, presentata lo scorso autunno, proclamava sì 150.000 immissioni in ruolo in favore dei precari ma, come da noi denunciato ne Il Bolscevico n. 37 del 16 ottobre scorso, non prevedeva alcuna copertura finanziaria per l'operazione. Negli scorsi giorni i nodi della questione sono venuti al pettine e Renzi si è smascherato per quello che è realmente: un demagogo e un baro, acerrimo nemico delle lavoratrici e dei lavoratori. In un primo momento l'intenzione del nuovo Berlusconi era quello di varare la sua “riforma”, comprendente le immissioni in ruolo promesse, con un Decreto legge. Pomposamente annunciato per il 27 febbraio scorso il pacchetto di “riforme” per la scuola, per tramite di un Decreto legge appunto, è stato però rinviato al successivo Consiglio dei ministri, previsto per il 3 marzo scorso. Un semplice slittamento di una manciata di giorni per alcune questioni di natura tecnica, hanno chiosato le autorevoli fonti ministeriali, che non avrebbe minimamente inciso sulla tabella di marcia prevista. Unica concreta modifica quella di spacchettare la “riforma” in due distinte tranche: per le immissioni in ruolo e per altre questioni, vista la stringente tempistica delle immissioni in ruolo che vanno effettuate entro il mese di agosto, si sarebbe continuato a procedere per Decreto mentre il resto sarebbe proseguito con un Disegno di legge. Il 3 marzo scorso si è in effetti svolto il previsto Consiglio dei ministri, peccato però che del pacchetto sulla scuola non si sia visto nemmeno l'ombra! Nella successiva conferenza stampa Renzi, ha dichiarato che di provvedimenti concreti sulla scuola si sarebbe parlato solo nel prossimo Consiglio dei ministri, previsto per il prossimo 10 marzo. Non si è tuttavia trattato di un semplice, per quanto vergognoso, ulteriore rinvio. In verità ha candidamente dichiarato che l'intero pacchetto, inclusa la parte relativa alle immissioni in ruolo, sarebbe stato racchiuso in un Disegno legge da presentare al Parlamento! La stessa ministra Giannini si è dichiarata, parole testuali riportate dai giornalisti, basita. Visibilmente sconcertata e infastidita la Giannini ha lamentato di non essere stata (e si parla del ministro della Pubblica istruzione) minimamente informata da Renzi della sua decisione e ha sottolineato come, causa le tempistiche legate all'approvazione da parte del parlamento di un disegno di legge, le immissioni in ruolo saranno impossibili da effettuare per il prossimo settembre. Renzi non fa che applicare il suo stile decisionista e ducesco anche all'interno del suo governo trattando i ministri come dei valletti alle proprie dipendenze!

Renzi prende in giro i lavoratori. Deve essere abbattuto
La famigerata “riforma” denominata “La Buona Scuola”, una nera controriforma classista e meritocratica e il continuo slittamento del provvedimento per le immissioni in ruolo dei precari sono solo l’ennesimo esempio di come la classe dominante borghese, per tramite dei suoi governi, sia solita ingannare le masse con roboanti slogan tesi a mistificare e a nascondere la realtà. Noi marxisti-leninisti non dobbiamo avere alcun dubbio a riguardo. Anche per quanto riguarda la scuola pubblica restano valide e scolpite nella roccia le parole del Documento dell’Ufficio Politico dello scorso 25 febbraio: “Il governo del Berlusconi democristiano non merita alcuna fiducia. Va spazzato via senza indugio e con la massima determinazione, conducendo contro di esso una dura opposizione di classe e di massa nelle fabbriche, in tutti i luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università, nelle piazze, nelle organizzazioni di massa, specie sindacali e studentesche.” Per impedire che il nero progetto sulla scuola di Renzi e Giannini vada in porto e per fare sì che tutti i precari siano immediatamente immessi in ruolo appoggiamo con forza la grande mobilitazione studentesca del 12 marzo e invitiamo gli studenti, gli insegnanti, il personale ATA e le masse popolari a costituire un fronte unito che si batta per una scuola pubblica, gratuita e governata dalle studentesse e dagli studenti.

11 marzo 2015