A Reggio Calabria
La giunta PD Falcomatà approva all'unanimità una squallida, omofoba e fascistissima mozione di FI contro le coppie unisex

 
Mercoledì 11 marzo il Consiglio comunale di Reggio Calabria, con il voto all'unanimità della giunta di “centro-sinistra” del neopodestà del PD, Giuseppe Falcomatà (eletto il 26 ottobre scorso solo dal 38% dei reggini) ha approvato una squallida, omofoba e fascistissima mozione presentata dal consigliere di “opposizione” Massimo Ripepi di Forza Italia, tesa ad ostacolare “qualunque tentativo di introdurre nell’ordinamento giuridico disposizioni normative tali da alterare la stessa struttura della famiglia, comprimere i diritti dei genitori all’educazione dei propri figli, ignorare l’interesse superiore dei minori a vivere, crescere e svilupparsi all’interno di una famiglia naturale”.
La mozione, approvata con la sola astensione del presidente del consiglio, Demetrio Delfino, impegna inoltre la giunta a individuare una data per l'istituzione della “festa della famiglia naturale”, quella fondata “esclusivamente sull'unione fra uomo e donna”, e si oppone all’applicazione del documento standard per l’educazione sessuale in Europa, redatto dall’Ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Falcomatà e compari non sono nuovi a posizioni omofobe e ultracattoliche, basti pensare al dicembre scorso quando l'amministrazione reggina ha deciso di patrocinare il concerto di Natale al Teatro Cilea, organizzato per raccogliere fondi per una delle più importanti associazioni ultracattoliche e antiabortiste d'Italia: il Movimento per la vita.
Durante la campagna elettorale poi, era apparsa chiara la vicinanza a Falcomatà delle “Sentinelle in piedi”, altra associazione ultracattolica e antigay, in virtù della decisione della lista "Oltre con Falcomatà Sindaco" di sottoscrivere i punti proposti dal Forum delle “associazioni familiari” e da La Manif Pour Tous Italia, organizzazione legata alle “Sentinelle” (che infatti esulta sul sito per la mozione) per “un impegno pubblico e concreto a favore delle famiglie” da tradursi con atti quali il riconoscimento del matrimonio, appunto, solo come unione fra uomo e donna, “un percorso educativo congiunto e condiviso tra insegnanti e genitori” (ovvero l'imposizione agli studenti di programmi scolastici anticomunisti e antidarwinisti nell'ambito della “Buona scuola” del regime neofascista), l'introduzione della “Valutazione di impatto familiare” (Vif) che verifichi l'efficacia dei provvedimenti degli enti pubblici sulla famiglia (cioè la subordinazione della legislazione e degli atti amministrativi al dogma familista cattolico), l'istituzione di una “Consulta per la famiglia”, l'introduzione di una fiscalità agevolata per i nuclei familiari e altre deliranti proposte.
E meno male che allora, opportunisticamente e in maniera falsa, il futuro sindaco, per coprirsi a sinistra, tentò di prendere le distanze dai movimenti antigay e antiabortisti per bocca del suo portavoce, Franco Arcidiaco: “Una linea programmatica, la nostra, che ci mette al riparo da ogni sospetto di inciuci o da ogni dubbio di derive reazionarie”. Infatti, si vede!
Di fronte all'indignazione del movimento lgbt e non solo dovuta all'approvazione della mozione con maggioranza “bulgara”, il neopodestà ha cercato di fare retromarcia parlando di “leggerezza dovuta alla giovane età” ribadendo “l'impegno della giunta per l'istituzione del registro delle unioni civili”. Ovviamente è tutto fumo ed è troppo tardi per impedire le proteste e lo sdegno per questa mozione medioevale e fascista e soprattutto per coprire il palese appoggio dell'ultradestra cattolica al “centro-sinistra” che ha trovato a Reggio in Falcomatà il nuovo cavallo vincente su cui puntare dopo il crollo della destra e di Scopelliti.
Il suo spostamento a destra è talmente palese che genera malumori perfino nello stesso PD e nel governo Renzi; dice infatti sulla vicenda Ivan Scalfarotto, sottosegretario ai rapporti con il parlamento: “'Un errore gravissimo. A essere buoni, c'è stata una colpevole sottovalutazione di una mozione omofoba. Mi aspetto una rettifica sostanziale e immediata da Falcomatà”.
Ambigua e opportunista poi la posizione di Sel del neoliberale Vendola; la deputata calabrese Celeste Costantino attacca con sarcasmo Falcomatà ma non è credibile dopo aver affermato in seguito alla sua elezione a sindaco che “La sua vittoria accende la speranza dopo il disastro del 'centro-destra' e il commissariamento per 'ndrangheta”. Soprattutto perché Sel è in maggioranza tanto a Reggio quanto alla Regione Calabria con Mario “palla palla” Oliverio del PD (il quale, anche su questa vicenda, tace. Trattasi di silenzio-assenso?). La decenza impone che non si possono contestare in maniera credibile e su questioni così importanti coloro con i quali si governa assieme tanto a Reggio quanto alla Regione!
La verità, riguardo alla mozione, è che non c'è nessun “errore” e nessuna “leggerezza dovuta all'età”', l'omofobia del PD reggino e calabrese, in perfetta continuità con quello di Scopelliti e dei fascisti vecchi e nuovi, così come la vicinanza dell'ultradestra cattolica e neofascista al PD, vengono da lontano e dimostrano inequivocabilmente che il partito del Berlusconi democristiano Renzi, anche a Reggio, è il nuovo “partito della nazione” fascista, architrave del regime capitalista, neofascista, presidenzialista e interventista che vuole inculcare nelle giovani generazioni e non solo, con la benedizione delle gerarchie ecclesiastiche, la triade mussoliniana “Dio, Patria e Famiglia” contro i diritti delle donne, dei lgbt, contro la scienza e il materialismo storico e dialettico, per rilanciare e imporre la concezione borghese reazionaria e cattolica della “famiglia naturale” funzionale al dominio della classe dominante borghese.

18 marzo 2015