L'Editoriale di Scuderi fornisce al proletariato importanti spunti di riflessione per prendere in mano la situazione e per conquistare il potere politico

Per il 38° Anniversario della fondazione del PMLI, che cade il 9 aprile, il Segretario generale del Partito compagno Giovanni Scuderi ha regalato alle pagine de Il Bolscevico un editoriale rosso che, con una straordinaria capacità di sintesi, fa il punto della situazione politica nel nostro Paese e illustra la strada maestra per la conquista del potere politico, e con esso del socialismo, da parte del proletariato.
Il compagno Scuderi come sempre ha il merito di cogliere l’essenza di ogni problema e con uno stile da vero maestro del marxismo-leninismo-pensiero di Mao illustra lo stato delle cose per quello che sono senza fronzoli o inutili giri di parole. Non è cosa da poco. Mentre la borghesia ama imbrogliare le cose e, avvalendosi del controllo pressoché totale dei mezzi di comunicazione, bombarda le masse proletarie con le proprie notizie e la propria cultura, il compagno Scuderi con semplici affermazioni smaschera le menzogne della borghesia e, allo stesso tempo, fornisce una invincibile chiave di lettura marxista-leninista che ci permette di analizzare la realtà su un piano di classe e rivoluzionario. Sotto questo punto di vista l'editoriale di Scuderi rappresenta una vera e propria batteria di artiglieria rossa che colpisce la borghesia smascherandone le falsità.

Un'analisi marxista-leninista della situazione
Il compagno Scuderi nel suo rosso Editoriale effettua una analisi della situazione politica, sociale ed economica del nostro Paese investito dalla crisi economica. Dati alla mano viene dimostrato come le condizioni di vita e di lavoro del proletariato e delle masse popolari siano non solo pessime ma anche in continuo peggioramento. Gli ultimi governi borghesi, siano stati essi di destra o della “sinistra” borghese, hanno lavorato solo per salvare le banche e foraggiare le grandi industrie con sovvenzioni e sgravi fiscali. I politici borghesi non hanno perso occasione per avvantaggiare la propria classe di appartenenza che, negli ultimi anni, ha approfittato della crisi economica per aumentare le proprie ricchezze. Le differenze economiche e sociali tra le classi non sono state minimamente intaccate ed anzi, con le macellerie sociali attuate degli ultimi governi e da quello attuale, continuano ad aumentare. É sotto gli occhi di tutti il fatto che i grandi industriali, gli uomini dell'alta finanza e delle banche, i manager e i corrotti politici borghesi migliorano sempre più la propria situazione economica mentre le masse popolari sprofondano nella povertà e nell'indigenza. Il proletariato è spremuto fino all'ultima goccia di sangue sia per quanto riguarda i beni ed i servizi di cui può disporre, sempre più risicati ed incerti, sia per gli stessi diritti democratico-borghesi sotto continuo attacco dalle nere controriforme che si stanno succedendo. Approfittando della de-ideologizzazione delle masse, complice il nefasto operato dei revisionisti e dei riformisti, la borghesia sta guadagnando terreno e reclama con forza la restituzione di tutti i diritti concessi alle masse popolari nel passato. Disoccupati, sotto-occupati, salari da fame, pensioni sempre più basse e procrastinate nel tempo. Questa la “musica” che la borghesia impone alle masse! La borghesia non si limita a spremere le masse ma le indottrina con i propri “valori” e con la propria cultura. Le prime a pagare il conto per la reazionaria cultura borghese sono le donne. Sottoposte ad un doppio sfruttamento, sul lavoro ed in casa, alle donne viene negata la parità di diritti con gli uomini. Salari e pensioni più basse rispetto agli uomini, abbrutimento nei lavori domestici, violenze fisiche, sessuali e morali che sono parte integrante della cultura e della concezione borghese della donna. Il diritto borghese, campione nel proclamare diritti universali formali, smentisce se stesso negando i diritti ai migranti, alle coppie di fatto, ai gay, alle lesbiche ed ai detenuti. É il sistema capitalistico a generare queste ingiustizie ed è impossibile estirparle perdurando, appunto, il capitalismo che può e deve essere abbattuto.

Un inoppugnabile smascheramento di Renzi
Con Renzi, al governo da più di anno, la situazione per le masse è ulteriormente peggiorata. Il Berlusconi democristiano sta realizzando integralmente il “piano di rinascita democratica” della P2 e segue la via tracciata dai suoi degni predecessori Craxi e Berlusconi. Renzi è ancora più pericoloso del suo degno e immediato predecessore Berlusconi che, causa gli scandali ed i guai giudiziari, era oramai troppo compromesso per continuare ad essere l’uomo di punta delle Istituzioni borghesi. In quest'ottica Renzi è stato lanciato come il “nuovo”, giovane, deciso, dinamico… ecco come i media borghesi presentano alle masse questo novello “uomo della provvidenza”! Agli occhi di molti egli rappresenta un uomo di “centro-sinistra” e perciò potenzialmente amico delle masse e dei lavoratori. Con Renzi al governo la borghesia resta saldamente in sella e mantiene le redini della dittatura sulle altre classi. Per la classe dominante borghese Renzi è l’uomo giusto per tenere a bada il proletariato e per dare l’ultima spallata alle libertà democratiche borghesi ed agli ultimi diritti dei lavoratori così da completare l’instaurazione della seconda repubblica neofascista, razzista, piduista. Renzi, la reincarnazione moderna e tecnologica di Mussolini e Berlusconi, sta inoltre portando avanti un attacco tutto campo alla cultura del proletariato sputando falsità in ogni occasione. Secondo il nuovo Berlusconi le classi e la lotta di classe sarebbero oramai scomparse. Per Renzi la contraddizione principale sarebbe quella tra conservatorismo e dinamismo e la sinistra italiana, di cui si ritiene esponente di spicco, dovrebbe adattarsi a questa nuova situazione. Con il governo Renzi sono le stesse libertà democratiche borghesi ad essere messe in discussione. Il compagno Scuderi con una inoppugnabile analisi, punto per punto, inchioda il governo borghese in carica alle sue concrete responsabilità. Jobs Act, responsabilità civile dei magistrati, i “patti per la salute”, la controriforma del pubblico impiego, la controriforma della scuola, le “grandi opere”, la politica estera aggressiva di stampo mussoliniano. Ogni punto toccato dal compagno Scuderi è una formidabile sintesi e nello stesso tempo un rosso dardo scagliato contro la classe dominante borghese e il suo servo Renzi.

Un importante documento per la riflessione e le scelte del proletariato
L’editoriale del compagno Scuderi oltre che una invincibile analisi della situazione attuale rappresenta un importantissimo documento marxista-leninista che, debitamente studiato e discusso, può innalzare, e di molto, la conoscenza del proletariato e la sua coscienza di classe. Di sicuro dà la possibilità alle operaie e agli operai coscienti, e a qualsiasi sincero anticapitalista, antirevisionista e antiriformista, di valutare se il PMLI è veramente il Partito del proletariato e merito la loro adesione. Fornisce loro importanti spunti di riflessione per prendere in mano la situazione e per conquistare il potere politico
A differenza dei politici e degli “scienziati” sociali borghesi che amano imbrogliare le carte e confondere le masse, il compagno Scuderi ha il dono della chiarezza. In poche lapidarie parole sgombera il campo da ogni dubbio e mette a nudo le contraddizioni dell'attuale sistema, retto dalla classe dominante borghese. Per eliminare i problemi, più che agire sui problemi stessi come del resto si limitano ipocritamente a fare le tante forze borghesi riformiste, occorre intervenire direttamente sulle cause che li generano: il sistema economico capitalistico e il potere politico della classe dominante borghese. Per eliminare la divisione in classi, le disuguaglianze di tutte le nature, le ingiustizie sociali ed economiche, la corruzione ed il fascismo il proletariato deve conquistare il potere politico. Il proletariato deve con la rivoluzione abbattere lo Stato borghese e sostituirlo con il suo Stato socialista con cui esercitare la propria dittatura di classe.
Il proletariato è al momento in grado di adempiere a questo ruolo che, del resto, rappresenta la sua missione storica? No, non lo è. Le cause di questa momentanea “impossibilità” non piovono dal cielo, non sono un esito inaspettato ma il frutto premeditato ed intenzionale dell'opera ultracentenaria dei revisionisti e dei riformisti che hanno offuscato e quasi tramortito la coscienza di classe del proletariato. La borghesia ha vinto? La nostra battaglia è dunque irrimediabilmente persa? No, non lo è. Il proletariato è oggettivamente la classe antagonista della borghesia. Lo è indipendentemente dalla sua volontà. Questo antagonismo è generato dagli stessi rapporti di produzione che, nel capitalismo, sono immutabili. Il proletariato, senza la propria coscienza politica, è al momento una classe in sé. Una classe con una precisa collocazione economica ma sprovvisto della coscienza di comprendere la sua situazione. Come prima cosa il proletariato deve riappropriarsi della propria cultura, che è il marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Solo riappropriandosi della propria coscienza di classe, persa come già detto a causa della nefasta opera dei revisionisti e dei riformisti, il proletariato potrà diventare una classe per sé. Una classe consapevole della propria forza, del proprio ruolo e della propria missione storica: abbattere il capitalismo e, con la conquista del potere politico, instaurare il socialismo.
Nel buio della notte borghese una rossa fiamma ci guida verso la lotta e verso la vittoria. Questa rossa fiamma è il PMLI. Solo unendosi al PMLI, unico partito autenticamente marxista-leninista e rivoluzionario, il proletariato potrà riappropriarsi della propria cultura di classe e potrà essere guidato verso la conquista del potere politico, senza il quale non conta niente. Il proletariato e le masse, man mano che conosceranno il PMLI, dovranno confrontarsi con esso e, alla luce della sua storia, della sua struttura, dei suoi documenti e della sua ideologia dovranno inevitabilmente confrontarlo con le altre fallimentari proposte riformiste e revisioniste.
Il PMLI non teme confronti né ideologici né cronologici. Nell'attuale panorama politico italiano il PMLI è il partito comunista che vanta la più lunga storia: mezzo secolo considerando anche i dieci anni della preparazione del Partito, di battaglie e di lotte a fianco del proletariato! Nessun altro partito che si richiama al “comunismo” può vantare un siffatto passato. Non possono esistere due partiti marxisti-leninisti, come possono dunque i partiti o le organizzazioni che si sono costituite successivamente al PMLI averlo ignorato? Se il PMLI è un falso partito comunista perché non lo hanno sbugiardato con il confronto? Se invece il PMLI è l'autentico Partito del proletariato perché non si sono uniti ad esso? La risposta è una sola: gli opportunisti e i revisionisti sanno che il PMLI è una fortezza rossa che pratica il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e, per la sua inattaccabile struttura, non ci sarebbe posto per loro sotto le sue rosse insegne. Il PMLI continuerà con il suo passo fermo e sicuro a marciare in avanti verso il socialismo e, in questa Lunga Marcia, continuerà ad attirare a sé il proletariato e le masse facendo fuoco contro il capitalismo, i suoi governi e le corrotte Istituzioni borghesi e contro tutti quelli che continuano, con proposte fallimentari, ad ingannare le masse. Il dovere imprescindibile di ogni operaia e operaio, di ogni vero rivoluzionario è unirsi al PMLI prendendo il proprio posto di combattimento ed eseguendo con disciplina proletaria rivoluzionaria i compiti assegnati, tutti fianco a fianco sotto le sue rosse insegne in marcia verso la rivoluzione socialista e la conquista del potere politico da parte del proletariato.

9 aprile 2015