Il PD di Renzi è immerso fino al collo nella corruzione
Arrestato il sindaco PD di Ischia Ferrandino
E' accusato di aver preso 330 mila euro dalla cooperativa “rossa” Cpl per la metanizzazione dell'Isola. Arrestato anche Casari, padre padrone della coop
D'Alema finanziato dalla Cpl che gli ha comprato vini e libri. Tirato in ballo anche Renzi e la sua cricca

A conclusione della prima tranche di indagini inerenti l'inchiesta sulla scandalosa metanizzazione dell’isola di Ischia, il 30 marzo il Pubblico ministero (Pm) napoletano John Woodcock e il Giudice per le indagini preliminari (Gip) Amelia Primavera hanno ordinato l'arresto di undici persone tutte accusate a vario titolo di associazione per delinquere, abuso d’ufficio, corruzione e corruzione internazionale.
Tra i primi a finire in galera il sindaco PD, ex berlusconiano, Giuseppe Ferrandino, detto Giosi, primo dei non eletti nelle liste del PD nelle scorse elezioni europee. Insieme al sindaco è finito agli arresti domiciliari il dirigente dell'Ufficio tecnico del comune, Silvano Arcamone.
Ferrandino era stato sindaco di Casamicciola, l’altro Comune dell’Isola di Ischia, ma per Forza Italia. Poi era passato alla Margherita. Nel 2008 è diventato sindaco di Ischia e nel 2012 è stato riconfermato con il 70,6 per cento dei voti.
Decapitato anche il vertice della “Cpl Concordia”, la storica cooperativa “rossa” emiliana fondata nel 1899, con sede a Concordia sulla Secchia nel Modenese, “fiore all'occhiello” della Legacoop emiliana, colosso del settore energia e gas che opera a livello internazionale, con 1.800 addetti e 70 società controllate e collegate in tutto il mondo e un fatturato consolidato di 461 milioni nel 2014.
In manette sono finiti Roberto Casari, presidente della cooperativa modenese per quarant’anni, da poco in pensione; Nicola Verrini, direttore commerciale della Cpl, e Francesco Simone, consulente e responsabile delle relazioni istituzionali della Concordia. Custodia in carcere anche per Maurizio Rinaldi, presidente del cda di Cpl Distribuzione. Mentre per Massimo Continati e Giorgio Montali, rispettivamente direttore amministrativo e consulente esterno della Cpl, è stata disposta la misura cautelare dell'obbligo di dimora nel comune di residenza.
Secondo l'accusa i dirigenti della “Cpl Concordia” hanno fatto “sistematico ricorso ad un modello organizzativo ispirato alla corruzione che li ha portati ad accordarsi non solo con i sindaci, gli amministratori locali e i pubblici funzionari, ma anche con esponenti della criminalità organizzata casertana e con gli amministratori legati a tali ambienti criminali”.

Coinvolto D'Alema
Nell'inchiesta spunta anche il nome del capobastone del PD, Massimo D'Alema. “Cpl Concordia” secondo il Gip ha infatti organizzato e gestito un vero e proprio “sistema affaristico”, mantenendo contatti con “l’esponente politico che è stato per anni il leader dello schieramento politico di riferimento per la stessa cooperativa, ossia l’onorevole Massimo D’Alema”.
In una intercettazione del 2 marzo 2014 si sente ad esempio Verrini che chiede a Simone “Queste persone poi quando è ora le mani nella merda ce le mettono o no?”; altrettanto sprezzante la risposta di Simone: “D’Alema mette le mani nella merda come ha già fatto con noi ci ha dato delle cose”. Insomma una vera e propria simbiosi fra le Coop e il PD: tangenti e regali in cambio di appalti. Tant'è vero che nel prosieguo dell'intercettazione Simone raccomanda al suo interlocutore: “E’ molto più utile investire negli Italiani Europei (la Fondazione di D'Alema ndr) dove D’Alema sta per diventare Commissario Europeo, capito”.
Per il gip questa conversazione "appare di estremo rilievo", "oltre che per il riferimento a D'Alema" e "ad alcuni appartenenti alle forze di polizia", anche "per il modo in cui gli interlocutori distinguono i politici e le istituzioni loro referenti". Non solo. D’Alema, secondo le indagini del Noe, è un politico decisamente amato dalla Cpl Concordia. Nel 2014 la cooperativa modenese decide di acquistare cinquecento copie del libro “Non solo euro” e duemila bottiglie di vino prodotte dalla azienda vinicola gestita dalla moglie. Sentito dai pm, Simone la spiega così: “Confermo che la Cpl ha acquistato 2.000 bottiglie di vino prodotte dall’azienda della moglie di D’Alema, tuttavia posso rappresentarvi che fu Massimo D’Alema in persona, in occasione di un incontro casuale tra me, lui, il suo autista e il presidente Casari, a proporre l’acquisto dei suoi vini”. Non solo. Durante una perquisizione nella sede dell’azienda i carabinieri hanno trovato tre bonifici da 20mila euro ognuno a favore della fondazione di D’Alema “Italiani europei”. Soldi tracciati e quindi “leciti”, ma che per i magistrati sono il segno inequivocabile della vicinanza tra la Cpl Concordia e l’esponente del PD.

Il sistema delle tangenti PD
Dalle indagini risulta che ad Ischia la “Cpl Concordia” ha firmato due convenzioni che prevedono l’impegno a erogare la somma complessiva di oltre 300mila euro all’albergo della famiglia di Ferrandino e ad assumere come consulente il fratello del sindaco (Massimo, finito anche lui agli arresti), ricevendo in cambio l’affidamento dei lavori per la metanizzazione dell’isola.
Il 4 giugno 2014 gli inquirenti hanno sequestrato presso la struttura ricettiva Le Querce, di proprietà della famiglia Ferrandino, una scrittura privata in cui l’hotel si impegnava a tenere a disposizione di “Clp Concordia” sette camere doppie in mezza pensione dal 27 dicembre 2013 al al 6 gennaio 2014 e poi dal primo aprile al 31 ottobre 2014 (con l’esclusione delle due settimane intorno a Ferragosto) in cambio della somma di 160.830 euro iva inclusa. Un altro contratto rinvenuto dagli investigatori, con la stessa validità riferita però agli anni 2013-2014, riporta la cifra di 146.230 euro. Gli inquirenti hanno poi verificato l’effettiva presenza dei dipendenti della coop nell’hotel dei Ferrandini. Il conto reale ammontava a 8.350 euro per il primo contratto e 42.465 per il secondo. Secondo l’accusa si tratta di una transazione “fittizia” per mascherare “il conferimento di utilità al sindaco”, finalizzato a “ripagare i suoi favori e la sua consolidata disponibilità rispetto a tutte le esigenze della Cpl”.
Gli inquirenti sono riusciti a smascherare anche lo stratagemma utilizzato da “Cpl Concordia” per accumulare fondi neri attraverso società e banche tunisine. Soldi che poi, secondo i magistrati, sono stati stati utilizzati per pagare le tangenti. Il compito di tale attività era affidato al “mariuolo” Simone che gestiva direttamente tutti i rapporti più sensibili della cooperativa. Ex socialista, ex segretario di Bobo Craxi, molto legato alla famiglia Craxi, era per i magistrati un vero e proprio procacciatore d’affari, in grado di procurare ricche commesse alla “Cpl Concordia”, corrompendo – secondo l’accusa – politici e amministratori. Il flusso di fondi neri creato in Tunisia attraverso la società Tunit srl rientrava in Italia e finiva direttamente nelle casse di partiti e fondazioni mascherato come “finanziamento politico-elettorale” da parte della cooperativa emiliana.
Nel riassunto di un’intercettazione ambientale del 25 febbraio 2014, i carabinieri scrivono: “Simone riferisce che a Tunisi ha un ufficio. Simone riferisce che era diventato “l’italiano più potente giù”. Cosa fa Cpl in Tunisia? “E’ emerso – scrivono i pm – come la stipula di contratti di consulenza con la società tunisina riconducibile a Simone sono utilizzati dalla Cpl per effettuare delle sospette transazioni di denaro tra l’Italia e la Tunisia”. E’ lo stesso Simone, scrivono ancora gli inquirenti, a descrivere il modo in cui le transazioni venivano effettuate, “facendo transitare questi compensi sulla società tunisina onde avere un regime fiscale più basso, per poi far rientrare il denaro in Italia utilizzando un sistema collaudato che coinvolge il capo scalo della Tunis Air suo amico, e Bruno Santorelli, manager Cpl per il Nord Africa, il quale ogni tanto gli porta 10, 15 mila euro”. “Se lui me li porta, io gli faccio l’assegno tunisino – sono le parole dello stesso Simone – lui c’ha la stessa banca mia, li cambia, cioè dopo quattro o cinque che va e viene me li porta”.
Il 26 marzo 2014, scrivono ancora i pm, “Simone informa il direttore amministrativo Maurizio Rinaldi che ‘la settimana scorsa sono arrivati i fondi in Tunisia, la prossima settimana sono operativi”.

Il patto con la camorra
Gli arresti di Ischia sono scattati solo per uno specifico appalto, la metanizzazione dell’isola. Ma l'inchiesta si estende in tutta la Campania. Non a caso Casari risulta già indagato dalla Dda di Napoli per concorso esterno in associazione mafiosa in un’altra tranche dell'inchiesta. A tirare in ballo la “Cpl Concordia” per gli appalti delle reti elettriche e gas al Sud è stato l'ex boss dei casalesi Antonio Iovine che dal giugno 2014 collabora con gli inquirenti rivelando il mercimonio di mazzette e appalti che hanno accompagnato i lavori di metanizzazione compiuti tra il 1999 e il 2003 a Casal di Principe e in altri sei comuni del Casertano. Opere realizzate non a norma, con gravi rischi per la sicurezza della popolazione come accertato dai carabinieri del Noe di Caserta che a Casal di Principe in corso Umberto, in pieno centro, hanno scoperto ad esempio che le tubature sono state interrate a 30 centimetri di profondità invece che ai 60 previsti dalla normativa, mettendo quindi a repentaglio la sicurezza delle persone che ci vivono.
I Pm hanno accertato l'esistenza di un “protocollo” con cui la Cpl si rapporta alle amministrazioni locali in fatto di appalti, seguito “a Ischia, a Salerno, a Tursi, a Melegnano e, ancora- seguendo lo stesso modus operandi -perfino nei Comuni dell’Agro Aversano dove la CPL e i suoi dirigenti non hanno esitato a scendere a patti e sedersi attorno allo stesso tavolo con pericolosi camorristi”.
Secondo l'ipotesi accusatoria, la Cpl si sarebbe aggiudicata l'appalto di metanizzazione di questi comuni con l'appoggio della fazione dei Casalesi guidata da Michele Zagaria.
Su questo fronte d'inchiesta il 4 aprile è finito nella rete degli inquirenti anche l’ex sindaco ed ex parlamentare di Alleanza nazionale e poi Fli Luigi Muro, indagato per corruzione in riferimento agli appalti per la metanizzazione di Procida. Secondo l’ipotesi accusatoria, a Muro, e ad altri amministratori e funzionari da identificare, la coop ha erogato “denaro e altre utilità” in cambio di appalti.
A conferma che quando si tratta di arraffare destra e “sinistra” non guardano in faccia a nessuno.

Renzi tirato in ballo
Non solo. Secondo la testimonianza di Diego Solari, responsabile commerciale della Cpl Concordia, nel giro di mazzette della Coop Concordia sono coinvolti “ministri, politici e amministratori di tutti i livelli”. Sul ruolo del “potentissimo e supremo” Simone i carabinieri nel gennaio 2014 annotano che egli: “riesce ad avere un canale preferenziale sia con il segretario del PD Matteo Renzi, sia con Luca Lotti (sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ndr) e Dario Nardella (sindaco renziano di Firenze, ndr)”. Mentre sui rapporti di affari fra Simone e Casari nell'interrogatorio davanti ai Pm Solari ha confermato che: “tra i due si è stabilito un rapporto strettissimo dal quale io in qualche modo sono rimasto fuori. (…) Simone mi fu presentato da Saro Munafò, ex segretario del ministro Claudio Martelli” e, continua Solari, “nasce come segretario di Bobo Craxi”. Mentre sui rapporti fra la Cooperativa e il mondo politico Solari aggiunge: “La Cpl è una realtà commerciale molto radicata politicamente, soprattutto in un certo contesto. Rimasi molto sorpreso nel vedere che loro della Cpl dialogavano con ministri, politici e amministratori a tutti i livelli” ed erano presenti sui mercati esteri: dal business fotovoltaico a Cuba agli interessi "per il pomodoro" in Albania, passando per la costruzione "di un centro commerciale" in Mauritania. E che dire, poi, dei 5 mila euro versati dal Consiglio di amministrazione della Cpl per finanziare le cene di Renzi? Non si tratta di un vero e proprio finanziamento elettorale di questi banditi per favorire l'ascesa politica del Berlusconi democristiano?

9 aprile 2015