Perché la Toscana sia governata dal popolo e al servizio del popolo ci vuole il socialismo
Non votare i partiti borghesi al servizio del capitalismo.
Delegittimiamo le istituzioni rappresentative borghesi e lavoriamo per creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo
ASTIENITI

Alle elezioni regionali che si terranno il 31 maggio prossimo, i marxisti-leninisti toscani invitano la classe operaia, i giovani e tutti gli anticapitalisti e fautori del socialismo a non votare i partiti borghesi e del regime capitalista e ad abbandonare ogni illusione elettorale, parlamentare, governativa, riformista, costituzionale e pacifista, ad ASTENERSI (disertando le urne, annullando la scheda o lasciandola in bianco), come un voto dato al socialismo e al PMLI.
Il nostro è un astensionismo tattico che ha la funzione di sviluppare la lotta di classe, elevare la coscienza politica delle masse, distaccarle dalle istituzioni borghesi, che vanno delegittimate, indebolite, disgregate e isolate.

CRITICA ALLA GIUNTA DI ROSSI E LE PROPOSTE DEL PMLI
Enrico Rossi, “ex comunista”, ha rappresentato egregiamente e a tutti gli effetti, come governatore della Toscana, il PD, partito del mattone, delle cementificazioni e delle privatizzazioni. Rossi, su più temi ha stretto patti con Forza Italia, come l'inciucio sulla nuova legge elettorale toscana, il Toscanellum, ispirata all'Italicum piduista e “fascistissimum”, una legge che rafforza i due partiti di maggioranza relativa e affossa la democrazia e l'elettoralismo borghesi.
“Toscana ci siamo” è lo slogan della campagna elettorale di Rossi che da quando gli è stato garantito dal Berlusconi democristiano Renzi la candidatura a governatore “bis” della Toscana, si è fatto ancor di più portavoce e attuatore della politica governativa sempre più a destra del governo del suo “amicone” Renzi. Rossi si è posto al servizio della grande borghesia e dei pescecani capitalisti di tutto il mondo, che si arricchiscono sfruttando il territorio e i lavoratori.
Anche nella nostra regione la crisi capitalista sta sempre più strangolando il proletariato e le masse popolari, ma Rossi, che “guadagna” la bellezza di 7 mila euro al mese, ha assegnato premi di produzione nel pubblico impiego per 12 milioni e 642 mila euro a 126 dirigenti e 9 direttori generali.
Il bilancio 2015 identificato in 10 miliardi di spesa e la finanziaria varate dal Consiglio regionale a fine anno rendono chiare le scelte economiche che saranno fatte nei prossimi anni di governo. Per giustificare la mancanza di risorse dovute ai tagli dei governi Monti, Letta e Renzi, ben 444 milioni di euro in meno nella sola Toscana, nel documento del bilancio è stato lanciato lo slogan “la Toscana cambia pelle”, ma in realtà non a favore del proletariato e delle masse popolari toscane, bensì a favore della borghesia con sostanziali tagli alla sanità, massicci investimenti nelle grandi opere (la spesa maggiore) e a favore dei privati. Per i giovani, etichettati come “capitale umano”, non un lavoro stabile, bensì intensificazione dei tirocini.
LAVORO. Dall'inizio della crisi capitalista, Rossi e la sua giunta hanno agito in modo insufficiente e inefficace verso le centinaia di vertenze aperte nel territorio toscano, non facendo pressioni sul governo e non intervenendo in forma adeguata.
La fotografia occupazionale vede l'aumento della disoccupazione che si attesta al 9,3% con una punta altissima tra le donne dell'11,7% e tra i giovani del 26%, giovani che nel 2009 cercavano lavoro (106 mila) non sono ancora riusciti a trovarlo. Il numero di persone disoccupate complessive si attesta a 161.000 unità, con una crescita di 33.000 unità rispetto al 2013.
Aumenta anche la lista di chi è costretto alla mobilità, +20,4% in particolare nelle province di Lucca (+48,6%), Prato (+29,2%), Pistoia (+32,6%), Livorno (+38,6%). Permangono gravi i dati sulla cassa integrazione, soprattutto nel metalmeccanico con il 10% in più rispetto al 2013 e una crescita esponenziale nel cartario-editoriale e chimico. Le province con il maggior incremento di cassa integrazione sono Lucca, Pisa, Siena e Pistoia, seguono Firenze, Prato e Massa Carrara. Il 57% di cassa è stato di tipo straordinario (fino al 73% a Firenze e 67% a Massa Carrara), il 29% in deroga e solo il 14% ordinaria.
A fronte di questa situazione, in Toscana è in aumento anche la povertà. Circa 25.353 mila sono state le persone che nel 2013 si sono dovute rivolgere alla Caritas che ha affermato di trovarsi a dover gestire situazioni di aiuto sempre più complesse. La città che registra il maggior numero di persone che si sono rivolte alla Caritas è Firenze con il 25% del totale regionale. In maggioranza sono persone disoccupate, con un'abitazione stabile e un'età che per gli italiani va tra i 45-54 anni, mentre per gli stranieri dai 35-44 anni.
I marxisti-leninisti rivendicano Lavoro stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutti i disoccupati e lavoratori.
SANITA' E IL BUCO ASL DI MASSA. Sul tema sanità queste le parole di Rossi all'approvazione del PSSIR (Piano Sanitari e Sociale Integrato Regionale) “la grande sfida che ci poniamo è quella di continuare a garantire ai cittadini la qualità dei servizi, occorre operare una riorganizzazione in termini di area vasta, fare un dimagrimento.... I dati ci dicono che abbiamo una sanità un po’ ‘zavorrata’ da medici e dipendenti, con un numero di operatori per posto letto più alto che altrove. Dobbiamo dunque togliere una parte del personale...” .
L'obiettivo dei tagli alla sanità da parte del “centro-sinistra” e di Rossi è stato da sempre perseguito, anche quando era assessore alla sanità nella giunta regionale Martini. La “ricetta” di Rossi non è per la qualità e velocità del servizio, bensì per la riduzione dei posti letto negli ospedali pubblici, (in particolare nei quattro nuovi ospedali di Prato, Pistoia, Lucca e Massa Carrara realizzati con enormi profitti per le grandi imprese attraverso il Project financing), nei tagli ai servizi in appalto (pulizie, ristorazione), nel blocco del turn over del personale sanitario, nella chiusura dei piccoli ospedali o accorpamento e chiusura di distretti. In questa situazione di disagio per le masse popolari e per i lavoratori della sanità, viene favorito il privato e incentivata l'intramoenia.
Il proletariato e le masse popolari toscane pagano il crac di 240 milioni di euro dell'enorme “buco dell'Asl di Massa” che ha gettato in particolare il sistema sanitario locale nel baratro con ristrutturazioni bloccate, difficoltà a pagare gli stipendi, servizi tagliati. Un “buco” dovuto ad acquisti, auto, rolex, cani di razza, allevamento di cavalli, per la cui vicenda è finito nel registro degli indagati anche il governatore toscano uscente poiché, come sostenuto dal gup Alessia Salabrino, è difficile che ignorasse anomalie di bilancio e perdite accumulate.
I marxisti-leninisti rivendicano Diritto alla salute gratuito e universale per tutti.
ALLUVIONE. In Toscana il 98% dei comuni è a rischio idrogeologico per colpa del capitalismo, dei suoi governi, dello sfruttamento selvaggio del territorio, della cementificazione, del disboscamento e di lavori eseguiti con materiale scadente sulla pelle della popolazione. In cinque anni di mandato Enrico Rossi non ha fatto adeguati ed efficaci piani per l'ambiente e per evitare disastri ambientali, le conseguenze sono state le alluvioni ad Aulla, Carrara e nel grossetano con anche dei morti. Gli abitanti di Carrara dopo l'ennesima alluvione, hanno coraggiosamente occupato il consiglio comunale per chiedere le dimissioni del sindaco piddino e della giunta di “centro-sinistra”, sono stati additati da Rossi come “facinorosi”.
A Firenze, l'alluvione è avvenuta nel 1966 con 34 morti e 13.000 famiglie disastrate. Sono passati 49 anni e ancora poco è stato fatto. Nel febbraio 2015 Rossi ha affermato: "Non promettiamo nulla ma le opere sono state avviate, tutti possono vedere che lo stiamo facendo. Grazie all'ultimo finanziamento, contiamo di arrivare a completarle entro quattro, massimo cinque anni". Mentre il Capo dell'unità di missione contro il dissesto idrogeologico Erasmo D'Angelis ha affermato “Occorrono sei o sette anni per ricostruire e rafforzare la tenuta di aree in dissesto... la forza dell'Arno in caso di piena è mitigata in parte dalla diga di Bilancino. Ma non basta. Sappiamo da 48 anni che la soluzione per mitigare il rischio a Firenze è creare aree di esondazione controllata....”. La sintesi è che in 49 anni dai governi regionali, poco è stato fatto a fronte del reale pericolo inondazione. I soldi stanziati dal governo arriveranno entro la fine del 2015 per il solo bacino Arno, gli altri saranno erogati nei prossimi 5 anni. Troppo tempo è già passato ed è stato solo un caso che l'alluvione non si sia ancora ripresentata, sebbene negli anni siano stati più volte superati i limiti di rischio.
I marxisti-leninisti rivendicano Piani straordinari per contenere il formarsi delle piene e evitare le conseguenti alluvioni, impedendo l'escavazione selvaggia degli alvei, riallargando i corsi d'acqua "regimentati" e favorendo la loro espansione in aree adatte naturalmente o in casse di espansione artificiale, eliminando l'impermeabilizzazione del terreno, incrementando le aree protette alle foci e lungo i corsi dei fiumi. Interventi adeguati per piantare alberi nelle zone a rischio di valanghe e di frane. Risanare, disinquinare subito l'Arno.
PIANO PAESAGGISTICO. Il piano paesaggistico recentemente approvato è nato da un “patto del Nazareno” in scala Toscana. Esso, che è stato approvato in tutta fretta come “cartolina” elettorale di Enrico Rossi, ma in realtà persegue ed esprime gli interessi della grande imprenditoria privata, della cementificazione e del profitto ad ogni costo. Nella legislazione generale non avrà alcuna valenza reale poiché saranno sempre i comuni, e anche la stessa Regione a decidere dove e come costruire e a chi concedere permessi ed autorizzazioni per sfruttare l'ambiente non per il bene comune, bensì per il profitto, permettendo ai pescecani capitalisti di fare il bello e il cattivo tempo pur di preservare la loro ricchezza a danno del proletariato, delle masse popolari e dell'ambiente.
La vera contraddizione di questo piano non è in realtà tra “pubblico” e “privato” bensì tra capitalismo e socialismo e perdurando il capitalismo e il potere borghese si potranno tutt’al più ridurre i danni da essi prodotti ma sarà soltanto quando il proletariato conquisterà il potere politico e il socialismo che l'acqua, l'aria e come in questo caso la terra, potranno essere a totale beneficio della popolazione, non più oggetti di sfruttamento incontrollato e abusi speculativi e di profitto.
I marxisti-leninisti rivendicano Che le cave tornino ad essere un bene totalmente pubblico e la lavorazione del prodotto fatta interamente sul territorio poiché è solo così che si può parlare di crescita occupazionale nei settori coinvolti dall'estrazione del marmo.
IMPIANTI DI INCENERIMENTO E BIOMASSE. Il Consiglio regionale toscano ha approvato recentemente il piano rifiuti che sarà valido fino al 2020. A fronte delle tante proteste e manifestazioni contro gli inceneritori dannosi per la salute e per l'ambiente, sono stati invece confermati 7 impianti, ossia a Ospedaletto Pisa, Livorno Picchianti, Poggibonsi, San Zeno di Arezzo, Montale e Case Passerini. Inoltre impegno economico di 826.558,00 euro per la regione toscana nella realizzazione di un impianto privato a biomasse nella località Petrona, nel Mugello. Un impianto anch'esso devastante per la salute e per l'ambiente che servirà per produrre e vendere corrente elettrica all'Enel.
I marxisti-leninisti rivendicano Chiusura di tutti gli inceneritori. La non costruzione di nuovi impianti di incenerimento e di biomasse, il trasporto dei rifiuti residui dal riciclaggio nelle discariche controllate che devono essere collocate lontane dai centri abitati e nel rispetto dell'ambiente e del paesaggio.
FUSIONE AEROPORTI DI PISA E DI FIRENZE. La fusione delle società degli aeroporti di Pisa e Firenze e la conseguente nascita di una società unica a maggioranza privata, Toscana Aeroporti, è un altro dei progetti voluti e realizzati da Rossi, che ha permesso al governo piduista, neofascista, antioperaio e antisindacale Renzi di favorire i privati e la speculazione, utilizzando soldi pubblici, ben 200 milioni, svendendo un servizio strategico e garantendo poltrone chiave a suoi amici e finanziatori. Oltre alla logica speculativa, questo è un'opera dannosa dal punto di vista ambientale per la piana fiorentina già satura di infrastrutture e sotto minaccia di un nuovo impianto di incenerimento rifiuti, nonché di un nuovo e anch'esso sostanzialmente inutile stadio calcistico.
I marxisti-leninisti rivendicano l'utilizzo delle risorse per realizzare un collegamento rapido e funzionale tra l'area fiorentina e gli aeroporti esistenti con costi infinitamente inferiori.
IL POTERE IN TOSCANA
Dall'Unità d'Italia ad oggi la Toscana è in pugno alla borghesia, attualmente con la sua ala “sinistra”, in passato con la sua ala destra. Con qualunque risultato elettorale il potere politico è stato sempre in mano alla borghesia. E sarà così anche in futuro. Le leggi elettorali non cosentiranno mai al proletariato di conquistare il potere politico. Se non si abbatte il capitalismo, per via rivoluzionaria, e non si instaura il socialismo è impossibile che la Toscana, come qualsiasi altra regione italiana, sia governata dal popolo e al servizio del popolo.
Invitiamo, pertanto, tutti i fautori del socialismo di qualsiasi partito o movimento, anche se non sono astensionisti, a unirsi e a combattere assieme contro il capitalismo, i suoi governi e le sue istituzioni per il socialismo creando le istituzioni rappresentative delle masse, costituite dalle Assemblee popolari e dai Comitati popolari basati sulla democrazia diretta.

Partito marxista-leninista italiano
Toscana

29 aprile 2015