L'UE imperialista si prepara a violare la sovranità territoriale della Libia per bombardare i barconi e impedire ai migranti di raggiungere l'Italia
Triplicati i fondi per Triton con l'obiettivo di respingere i migranti. Vaticano: Bombardare i barconi è un atto di guerra

 
Il premier Matteo Renzi ha portato il 27 aprile sulla nave militare San Giusto, in navigazione nel canale di Sicilia, il segretario generale dell'Onu Ban Ki-Moon, in visita in Italia. Poteva riceverlo a Lampedusa o altrove, il fatto che il luogo scelto sia una nave militare è significativo di come l'Italia e l'Unione europea (Ue) affrontino il drammatico tema dei migranti. La posizione dell'Onu al momento è quella che "non esiste una soluzione militare alla tragedia umana che sta avvenendo nel Mediterraneo"; quella di Renzi è rappresentata dall'annuncio che l'Italia "ha chiesto alla Francia, alla Gran Bretagna e alla Spagna il sostegno ad una risoluzione dell'Onu sulla Libia", risoluzione che avrebbe lo scopo di dare copertura legale a quello che viene definito non un intervento militare ma "un'operazione di polizia internazionale" finalizzata alla distruzione dei barconi usati dai trafficanti di uomini; che comunque è un atto di guerra. Così Renzi vorrebbe agire per “fermare i trafficanti di esseri umani, per evitare una catastrofe umanitaria è un'assoluta priorità su cui contiamo di avere il sostegno delle Nazioni Unite”.
Con l'iniziativa di Renzi l'imperialismo italiano tiene la prima fila interventista dell'Ue imperialista che si prepara a violare la sovranità territoriale della Libia per distruggere i barconi e impedire ai migranti di raggiungere l'Italia. Questa la soluzione bellicista decisa dal verice straordinario europeo di Bruxelles del 23 aprile che a fronte della tragedia del 19 aprile e del migliaio di migranti morti affogati nel Mediterraneo ha inoltre confermato di voler tenere le frontiere sigillate, triplicando i fondi per l'operazione Triton con l'obiettivo di respingere i migranti.
Prima dell'inizio del vertice si era svolto un incontro a quattro fra il presidente del Consiglio Renzi, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Francois Hollande e il premier britannico David Cameron; il direttorio della Ue imperialista che ha organizzato i lavori, gli altri paesi si sono accodati.
“La nostra priorità immediata è evitare altre morti in mare”, scrivevano i 28 al termine del vertice straordinario. Bene, ma come?. “Se non si appronta un sistema più vasto di gestione dell'immigrazione, se paesi come Spagna, Bulgaria, Grecia e Turchia non liberano le vie di terra l'Unione condanna i migranti alla tortura silenziosa della tratta” e a morire nel Mediterraneo, denunciava tra gli altri Amnesty international. L’istituzione di “vie d’accesso legali e sicure per chi cerca protezione in Europa, unica vera arma per contrastare il traffico di esseri umani” era chiesta anche dal Centro Astalli, il servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia.
Noi pensiamo che nell'immediato sia necessario aprire le frontiere dell'Europa e dell'Italia alle migrazioni, a partire da quelle terrestri, come l'unico modo per evitare le stragi e permettere l'ingresso libero e sicuro; in secondo luogo è necessario mettere fine alle guerre, alle rapine, allo sfruttamento e affamamento dei popoli del Medio oriente e dell'Africa, tragedie che sono dirette conseguenze dei nuovi conflitti, persecuzioni e violenze provocati direttamente o sobillati da parte dei paesi imperialisti. La soluzione della Ue, confermata dal vertice, è invece quella di tenere blindate le frontiere e preparasi a intervenire con atti di guerra.
Quando il vertice di Bruxelles afferma che occorre “potenziare rapidamente le operazioni dell'UE Triton e Poseidon almeno triplicando le risorse finanziarie a tale scopo nel 2015 e 2016 e incrementando il numero dei mezzi, in modo da aumentare le possibilità di ricerca e salvataggio nell'ambito del mandato di Frontex”, si conferma che la priorità dell'Ue imperialista è il controllo delle frontiere, con Triton nel Mediterraneo centrale e con Poseidon in quello orientale e il respingimento dei migranti. Frontex è la sigla dell'Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea, istituita nel 2004, per coordinare le missioni di pattugliamento nel controllo delle frontiere esterne esterne aeree, marittime e terrestri degli Stati della Ue e appoggiare gli stati membri in operazioni comuni di rimpatrio dei migranti irregolari. I fondi per le due operazioni di vigilanza al limite delle 30 miglia, limite che forse sarà esteso, venivano aumentati da 2,9 milioni di euro al mese a circa 9.
Quando l'Ue decide di guardare oltre le frontiere, pensa ancora a azioni militari. Nel capitolo titolato “lottare contro i trafficanti nel rispetto del diritto internazionale” indica che occorre “prendere misure sistematiche per individuare, fermare e distruggere le imbarcazioni prima che siano usate dai trafficanti” mentre “nel contempo, l'alto rappresentante è invitato ad avviare immediatamente i preparativi per una possibile operazione PSDC a tal fine”. La sigla PSDC indica la Politica di Sicurezza e Difesa Comune. In altre parole si dà mandato alla guerrafondaia Federica Mogherini, Alto Rappresentante per la politica estera dell’Unione, per mettere in moto lo strumento militare e procurarsi l'alibi del rispetto della legalità internazionale. Come il nuovo mussolini Renzi che ha invocato di nuovo la copertura dell'Onu.
Il vertice congiunto dei ministri degli Esteri e dell'Interno dell'Ue a Lussemburgo il 20 aprile aveva messo a punto un piano in dieci punti per affrontare l'emergenza immigrazione, rielaborato nel vertice straordinario di Buxelles, ma che dopo il primo punto sul rafforzamento delle operazioni Triton e Poseidon indicava la necessità di "uno sforzo sistematico per catturare e distruggere le imbarcazioni usate dai trafficanti". Che avviava un intenso e pericoloso dibattito su quali mezzi usare per distruggere le imbarcazioni nei porti di partenza in Libia cui non si sottraeva il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni secondo il quale era necessario "colpire i barconi dei trafficanti di esseri che lucrano sui migranti in partenza dalla Libia per l'Europa: dobbiamo provare a farlo".
Un vero e proprio un atto di guerra. Così lo bollava persino il Vaticano attraverso il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio per i Migranti, che denunciava: “Ma cosa bombardano? C'è il diritto internazionale! Bombardare in un Paese è un atto di guerra! Poi a cosa mirano? Solo ai piccoli battelli dei migranti? Chi garantisce che quell’arma non uccida anche le persone vicine, oltre a distruggere i barconi? E poi, anche se fossero distrutti tutti i battelli, il problema dei migranti in fuga da conflitti, persecuzioni e miseria continuerà ad esistere. Finchè ci saranno guerra, dittature, terrorismo e miseria ci saranno i profughi, che andranno dove possono andare".
L'Ue si preoccupava invece di “incrementare il sostegno, tra gli altri, alla Tunisia, all'Egitto, al Sudan, al Mali e al Niger per il monitoraggio e il controllo delle frontiere e delle rotte terrestri, avvalendoci delle operazioni PSDC in corso nella regione”, ovvero dei militari dei paesi europei già presenti a vario titolo. E di inviarne altri quali “ufficiali di collegamento europei per la migrazione nei paesi chiave al fine di acquisire informazioni sui flussi migratori, assicurare un coordinamento con gli ufficiali di collegamento nazionali e cooperare direttamente con le autorità locali”.
Salvare i migranti in pericolo di vita nel mediterraneo non è un compito della Ue imperialista ma dei suoi partner regionali cui offre aiuto per il controllo delle frontiere marittime e “per le operazioni di ricerca e salvataggio”. Da parte loro i 28 pensano a “istituire, nel rispetto del diritto di chiedere asilo (sic!), un nuovo programma di rimpatrio per un celere rientro dei migranti illegali dagli Stati membri in prima linea, con il coordinamento di Frontex”, ovvero di accelerare le pratiche di espulsione. D'altra parte il cosiddetto programma di accoglienza definito a Bruxelles non prevede alcun vincolo dei paesi membri ma solo un contributo su base volontaria che potrebbe coprire le esigenze di un numero di rifugiati tra 5 e 10 mila, quando le previsioni indicano che ne arriveranno almeno il doppio ogni mese.
Ridicola l'offerta del presidente francese Hollande che si diceva disposto ad accogliere tra i 500 e i 700 profughi siriani. Chiaro il rifiuto all'accoglienza dei profughi opposto dal premier inglese David Cameron che ha promesso un maggior supporto logistico, con la nave portaelicotteri Bulwark, tre elicotteri e due pattugliatori, a patto “che le persone salvate siano portate nel paese sicuro più vicino, probabilmente in Italia, e che non chiedano asilo nel Regno Unito”. Tutti assieme comunque, Renzi in testa, pensano all'intervento in Libia. "È cambiato l'approccio europeo al problema dei migranti", affermava Renzi nella conferenza stampa alla fine dei lavori, ora è chiaro che "siamo pronti a tutto per fermare gli schiavisti" e "per qualsiasi missione militare in Libia serve una base di diritto internazionale. Il nostro Alto rappresentante ha un mandato proprio per sondare le diverse possibilità".

29 aprile 2015