Dalla Sicilia al Piemonte
Il 1° Maggio celebrato per la solidarietà ai migranti e il lavoro contro il governo Renzi
Dai vertici sindacali nemmeno una parola contro il capitalismo. Importanti discussioni del Partito fra i manifestanti. A Firenze in piazza dell'Isolotto contestata la decisione del sindaco renziano Nardella di mantenere la “Notte bianca”. A Fucecchio il PD non accetta le critiche al governo Renzi e attacca il sindacalista della Cgil, gli altri manifestanti e il PMLI lo difendono. A Taranto in 300 mila al concerto con forte spirito combattivo. A Pozzallo manifestazione centrata sul tema dell'immigrazione
Il PMLI esorta i proletari a lottare per la conquista del socialismo e del potere politico

Le celebrazioni del 1° Maggio di quest'anno hanno avuto al centro alcuni temi ben specifici: gli effetti della crisi economica capitalistica e la disastrosa situazione occupazionale, l'attacco ai diritti dei lavoratori, l'ecatombe di migranti nel Mediterraneo, l'apertura dell'Expo di Milano, assumendo più l'aspetto della lotta che della festa. In particolare la piazza ha indirizzato la propria rabbia contro i provvedimenti del governo Renzi che hanno colpito i lavoratori e le masse popolari. In tutta Italia, dalle grandi città ai piccoli centri, i principali obiettivi sono stati la politica economica del governo, il Jobs Act, la cancellazione dell'articolo 18 e la “riforma” in senso autoritario della scuola.
La Cgil, pur tra mille contraddizioni, nelle piazze ha ribadito chiaramente la sua opposizione ai provvedimenti di politica economica del governo Renzi e, seppur in maniera meno netta, anche alle controriforme istituzionali come quella elettorale, della giustizia, della scuola, del pubblico impiego; certo, poi bisognerebbe comportarsi di conseguenza. Questo però è bastato al PD per criticare il sindacato che non si adegua alla propaganda governativa. E' stato comunque ampiamente ricambiato dai lavoratori che in molte piazze d'Italia hanno contestato il PD e anche dove ciò non è avvenuto in maniera esplicita era evidente la diffidenza tra quel partito e il resto dei manifestanti.
L'attenzione mediatica era concentrata su Milano , dove s'inaugurava l'Expo con la parata dei rappresentanti istituzionali. Su tutti il nuovo duce Renzi, in prima fila invece sedeva il rinnegato del comunismo ed ex presidente della repubblica Giorgio Napolitano, mentre nel cielo volavano gli aerei delle “frecce tricolori” in una coreografia nazionalista e patriottarda. Presenti vari ministri ed ex presidenti del Consiglio, hanno inviato invece i loro video messaggi il capo dello Stato Mattarella e Papa Bergoglio. Nel capoluogo lombardo si sono svolti due cortei (vedi servizi a parte): uno alla mattina organizzato da Cgil-Cisl-Uil e uno al pomeriggio, organizzato dal movimento NOExpo, dai “sindacati di base”, da vari movimenti e comitati dei lavoratori precari.
Al primo hanno partecipato alcune migliaia di persone. Il corteo è stato aperto dallo striscione “il lavoro nutre il pianeta”, titolo della manifestazione che parafrasa quello dell'Expo (“nutrire il pianeta”). Sono affluiti a Porta Venezia centinaia di lavoratori provenienti dalle province di Milano e Monza-Brianza. Il PMLI ha animato e tinto di rosso il corteo sindacale coinvolgendo i combattivi lavoratori Auchan da mesi in lotta contro il licenziamento. I marxisti-leninisti si sono uniti ai lavoratori nella contestazione ai vertici sindacali.
Nel pomeriggio sono stati oltre 30mila i partecipanti al corteo della Mayday Parade che quest'anno è stata sopratutto una manifestazione NOExpo, ovvero contro un progetto che rappresenta l'emblema dello sfruttamento dell'agricoltura e dei lavoratori, del precariato, del lavoro gratuito, della cementificazione e della corruzione. Temi volutamente ignorati dall'informazione di regime che si è invece concentrata sugli scontri a margine del corteo provocati da gruppi oscuri e avventuristi che hanno fatto il gioco di Renzi.
Un partecipato corteo si è svolto anche a Torino , una città che un tempo offriva molte opportunità di lavoro mentre adesso la situazione è drammatica: tra capoluogo e provincia sono migliaia i disoccupati e i cassaintegrati. Nella città piemontese il partito di Fassino voleva imporre ai sindacati posti prestabiliti nel corteo per evitare contestazioni come lo scorso anno. Il PD non è stato accontentato anzi, è stato accusato di voler alimentare un clima di tensione. Visto che l'obiettivo non è stato ottenuto allora il sindaco Fassino, che non si è fatto nemmeno vedere in piazza, ha chiamato la polizia (fischiata per questo) a fargli da scorta. lo spezzone del PD è stato ugualmente subissato dai fischi degli altri partecipanti e dalle grida “vergogna, vergogna”.
In tutte le città del nord, ed anche nei centri minori, si è celebrato il Primo Maggio. Cortei con migliaia di partecipanti si sono svolti in Lombardia a Bergamo, Brescia, Monza, Cremona, Lecco, Varese, in Piemonte a Biella, Vercelli, Novara, Asti, Verbania (vedi servizi relativi ad alcune di queste città). In Liguria una delle maggiori manifestazioni si è svolta a Savona . Un affollato corteo ha sfilato per le strade di Trieste . In Veneto manifestazioni a Padova e nelle altre province. In tutti i capoluoghi e in molti comuni minori dell'Emilia-Romagna ci sono stati cortei e manifestazioni. A Bologna in Piazza Maggiore affollata per il comizio conclusivo.
Sono state una cinquantina le iniziative in Toscana, spesso legate a crisi aziendali come quella della Smith di Volterra (PI), dove si è tenuta una manifestazione contro i 200 licenziamenti. L'unica città dove non si tengono cortei per il 1° Maggio è proprio Firenze dove il giorno prima, istituita dall'allora sindaco Renzi, si svolge la “Notte bianca” in contrasto e a discapito della Giornata dei Lavoratori. Su questo e sulle aperture dei negozi per la festa dei Lavoratori c'è stata un aspra polemica tra Cgil e giunta Nardella (PD). A tenere alto lo spirito del 1° Maggio ci ha pensato la festa dell'Isolotto, popolare quartiere fiorentino (vedi servizio a parte). A Fucecchio (Firenze), il comizio conclusivo di Maurizio Brotini, della segreteria regionale della Cgil è stato più volte interrotto da quelli del PD che intendevano difendere l'operato del governo. Altri manifestanti, compresi i marxisti-leninisti, lo hanno difeso. Superfotografate le rosse magliette del Partito indossate dai compagni del PMLI (vedi servizio a parte).
In alternativa al concertone di Roma, che oramai non ha più nessun legame con il 1° Maggio (se mai lo ha avuto), da alcuni anni viene organizzata a Taranto un evento principalmente musicale ma che riesce ad esprimere una grande voglia di lottare, specialmente contro le problematiche che affliggono Taranto e tutto il sud Italia: disoccupazione, deindustrializzazione, inquinamento, criminalità organizzata e collusa con le istituzioni borghesi. 300mila persone hanno affollato la terza edizione organizzata dal comitato “cittadini e lavoratori liberi e pensanti-si ai diritti, no ai ricatti”. Sul palco anche le “mamme vulcaniche” della Terra dei fuochi in Campania e dalla Sicilia rappresentanti del movimento NOMouse.
Tanti in piazza anche a Napoli dove si sono svolte diverse iniziative. Cgil,Cisl e Uil hanno organizzato una manifestazione al Molo Beverello per porre l'attenzione sulla strage dei migranti ma anche sulla drammatica situazione campana dove nei prossimi mesi si prospettano alcune migliaia di licenziamenti, di cui solo 800 alla Whirpool di Caserta. Corteo a Bagnoli dei centri sociali per chiedere una reale bonifica di Bagnoli sotto il controllo dei cittadini.
La manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil con i tre segretari nazionali quest'anno si è tenuta a Pozzallo in Sicilia, uno dei principali porti di approdo dei migranti. Slogan dell'iniziativa, “La solidarietà fa la differenza”, centrato sul tema dell'immigrazione e sulle migliaia di morti nel mediterraneo di coloro che fuggono dalla fame e dalle guerre causate dall'imperialismo, compreso quello italiano. Furlan, Barbagallo e sopratutto la Camusso hanno usato parole dure contro Renzi e il Jobs Act, accusando il governo di non creare occupazione e di togliere diritti ai lavoratori. Nessuna parola però contro il capitalismo.
Certo servirebbe maggiore coerenza perché la Cisl in particolare non si è mai opposta alle politiche del governo, lo stesso discorso vale per la Uil. Mentre la Cgil dovrebbe far seguire alle parole i fatti, non limitandosi ai battibecchi Camusso-Renzi ma facendo una strenua opposizione nelle piazze e nelle fabbriche ai continui attacchi ai diritti dei lavoratori portati avanti dal governo del nuovo Mussolini Renzi soprattutto proclamando lo sciopero generale per spazzarlo via.
Il PMLI era inoltre presente con le proprie bandiere alle celebrazioni del 1º Maggio che si sono tenute a Varese, a Biella (dove la delegazione del PMLI insieme al PRC ha lanciato slogan e contestato la patriottarda “Canzone del Piave”), a Ferrara, Forlì, Modena e Parma, a Pontassieve e Vicchio (Firenze), a Prato e a Catania (vedi servizi a parte).

6 maggio 2015