Più di 500 candidati per un posto di consigliere regionale in Campania
Una fiera di inquisiti, indagati, condannati, voltagabbana
De Luca e Caldoro fanno a gara fra impresentabili e improponibili

Redazione di Napoli
Una masnada di indagati, imputati, condannati, voltagabbana: questo è, in sintesi, quanto emerge dalle 24 liste che appoggiano i sei candidati a presidente della regione Campania alle prossime elezioni amministrative parziali. Per la prima volta scompaiono liste rappresentative dei neorevisionisti e trotzkisti visto che sia Federazione della Sinistra di Ferrero, che PdCI di Diliberto e PC di Rizzo non riuscivano neanche a raccogliere le firme (come sottolineato in un comunicato laconico proprio del PC lo scorso 13 aprile in cui lamentava il fallimento nonostante l’annuncio, qualche mese prima, della candidatura possibile). Due gli ordini di motivi di questa ennesima debacle dei partiti falsi comunisti e dei loro leader: da una parte l’abbandono progressivo di diversi deputati ex PRC anche di SeL, come il deputato Gennaro Migliore, recentemente prostratosi al PD di Renzi, che hanno fatto venire fuori la loro vera natura di anticomunisti dopo aver distrutto, di concerto con Bertinotti, Vendola e compari, tutte le sezioni di base; la seconda è la scarsa presenza dei falsi comunisti sul territorio napoletano e campano, al punto di non avere più la rappresentanza di prima che, dopo lo scioglimento del PCI, vantava un 15% eroso nel tempo a colpi di fallimenti politici e appoggio ai governi cittadini e locali, in primis quelli con a capo il rinnegato del comunismo Bassolino, fino alla sfiducia completa delle masse, sfiducia riversatasi in un astensionismo cosciente e partecipato.
Come contraltare, si riaffacciano e rialzano la testa i fascisti doc o liste loro affini, ringalluzziti dalla nuova ondata razzista portata avanti dalla Lega Nord di Salvini: capolista della lista di Caldoro è la nipote del duce, Alessandra Mussolini, mentre uno delle candidature “di punta” de “La Destra” dell’ex gerarca alle politiche giovanili Giorgia Meloni è il mazziere fascista Luciano Schifone; rispuntano la Lega Sud del fondatore fascista Gianfranco Vestuto in appoggio a Caldoro (che gode del silenzioso appoggio dei nazifascisti di Casapound), oppure la candidatura autonoma dell’avvocato Michele Antonio Giliberti per Forza Nuova. Ma non scherza neanche la lista di “centro-sinistra” dell’ex neopodestà di Salerno, Vincenzo De Luca, che candida il fascista Carlo Aveta, fino a pochi mesi fa componente di spicco del gruppo “La Destra”, ed Antonio Amente, ex FI ed ex sindaco di Melito per il “centro-destra”.
Ciò che colpisce, invece, è la quantità di inquisiti presenti nelle liste nonostante, ormai, i titoli di cronaca sono pieni delle malefatte dei politicanti borghesi e l’indignazione delle masse popolari è ai massimi storici. Al punto che persino i quotidiani del regime neofascista hanno lanciato un timido allarme su questa pratica di scelta politica che vede le liste che appoggiano Stefano Caldoro e Vincenzo De Luca piene zeppe di impresentabili. Si pensi al protettore dei nazifascisti di Casapound, Marco Nonno, candidato per “La Destra” voluto dal neopodestà De Magistris come vicepresidente del consiglio comunale a Napoli, condannato ad 8 anni e 6 mesi di reclusione dal Tribunale di Napoli in primo grado per sequestro di persona, devastazione e violenza privata. Dello stesso partito viene candidato anche Luciano Passariello indagato dalla Direzione Distrettuale Antimafia per riciclaggio di danaro sporco di centinaia di migliaia di euro a nome del clan dei Casalesi in Sardegna assieme ad altri esponenti del “centro-destra” locale. In una delle liste che appoggiano Caldoro, “Noi Sud”, compare il nome dell’avvocato Dario D’Isaindagato per un giro di usura dalla Procura di Torre Annunziata. Altri candidati sono coinvolti nelle scandalose inchieste della Rimborsopoli campana che ha coinvolto quasi tutto l’arco del consiglio regionale, come Pietro Foglia (NCD) accusato di aver falsificato i timbri di buoni benzina fino ad una somma totale di 30mila e indagato per falso e peculato; stessa cosa per Giovanni Schiavone (candidato nella lista civica “Caldoro Presidente”) indagato per il rimborso di una tintura di capelli; idem per il senatore e coordinatore regionale di Forza fascisti, Domenico De Siano, anche lui “avvisato” dalla Procura napoletana che ne ha chiesto il rinvio a giudizio. Sempre per l’inchiesta Rimborsopoli, viene candidato nella lista civica di Caldoro Sergio Nappi, uno dei pochi arrestati dell’inchiesta a causa della maxitruffa ai danni dello Stato con la misura cautelare successiva dell’obbligo di dimora. A far compagnia a questi consiglieri regionali uscenti sono altri indagati per reati gravi, come Gennaro Cinque (FI), ex sindaco di Vico Equense e condannato per tentato abuso di ufficio in primo grado a 9 mesi di reclusione su irregolarità relativi a bandi sulla spazzatura e i servizi di raccolta. Sandra Lonardo, moglie dell’ex ministro e capo Udeur il DC Clemente Mastella, già indagata per la gestione della sanità campana e dell’Arpac a Napoli, candidata nelle liste di Forza Italia dopo aver appoggiato nel quinquennio 2005-2010 la giunta antipopolare del Bossi del Sud Bassolino. Altro inquisito nelle liste di appoggio a Caldoro è Fernando Errico (NCD), imputato ad altri papaveri dell’ex Udeur campano, per abuso di ufficio, al pari dell’ex sindaco di Pagani, Alberico Gambino, condannato in primo grado a due anni e 10 mesi per violenza privata. Voltagabbana, indagato e rinviato a giudizio: non si fa mancare nulla il candidato nelle liste di Forza Italia, Giuseppe Galasso, ex sindaco PD di Avellino, destinatario di un avviso di garanzia per lo scandalo amianto dell’ex Isochimica e imputato per alcuni lavori di ristrutturazione relativa alla “Clinica Malzoni” per abuso d’ufficio e falso ideologico. Vi sono i casi di Giovanni Baldi (candidato per FI) indagato nell’inchiesta falsi invalidi, e Gennaro Salvatore imputato per peculato. Singolare la vicenda di un altro candidato del partito del neoduce Berlusconi, tale Raffaele Cardamuro, leader degli “abusivi” della zona di Bacoli dove la Procura di Napoli, nonostante le sue provocazioni, decise di demolire diverse abitazioni costruite in violazione della legge nel gennaio 2011, inclusa la sua innalzata in dispregio delle normative ambientali.
Non mancano gli inquisiti anche nel “centro-sinistra” (tenuto conto che lo stesso Vincenzo De Luca è stato condannato in primo grado per abuso di ufficio): basti pensare ai consiglieri uscenti Mario Casillo, Angela Cortese e Nicola Marrazzo (tutti PD) indagati per peculato nella inchiesta Rimborsopoli, tutti ricandidati nel partito del nuovo Berlusconi Renzi. Il falso leader dei senzalavoro campani, Corrado Gabriele, oltre ad essere un campione dei voltagabbana (PRC, poi PD e alla fine PSI) e anche condannato in primo grado a ben 4 anni per il delitto di violenza sessuale commesso contro le figlie dell’ex compagna. Risulta imputato un altro candidato per De Luca, il senologo di Avellino Carlo Iannace, che dovrà affrontare il processo per le sue attività di chirurgo relativamente ad un risarcimento di interventi estetici spacciati come di diverso tipo: il delitto contestato è falso in atto pubblico. L’ex senatore Udeur, Tommaso Barbato, candidato anch’egli a sostegno dell’ex neopodestà di Salerno, è indagato per voto di scambio per una compravendita avvenuta sotto le scorse elezioni politiche.
Tra i voltagabbana, incredibile l’acrobazia di Franco Malvano, ex candidato a sindaco di Napoli per Forza Italia, passato al “centro-sinistra” per chiamata diretta di De Luca, al pari di Giuseppe De Mita, nipote dell’87enne decano DC Ciriaco, che ha traghettato la lista UDC dall’appoggio a Caldoro al patto con De Luca avvenuto in aprile. Il “centro-sinistra” imbarca anche alcuni fedelissimi cosentiniani, osteggiati dal gruppo del governatore uscente, e ora fedeli all’ex neopodestà di Salerno. È l’esempio di Rosalia Santoro, moglie dell’editore di Notix, il filo-cosentiniano Nicola Turco, candidata nella lista civica “Campania in Rete”. Capolista dell’UDC è Bruno Cesario, ex parlamentare PD ed ex Margherita di Rutelli, nel 2010, assieme all’ex IDV Scilipoti all’ex PD Caleano, corse in soccorso del tremolante governo del neoduce Berlusconi, prolungando la sua esistenza per un altro anno con il premio di viceministro dell’Economia. Il destro segretario della CGIL di Napoli, Gianluca Daniele, è candidato a consigliere regionale per De Luca che vede l’appoggio anche dei “Nuovi Verdi” con la capolista Eleonora Brigliadori e l’ex assessore provinciale e antiPMLI, Francesco Emilio Borrelli, nonché della lista filo-Monti “Scelta Civica” e di quella di “Centro Democratico” dell’ex UDC Bruno Tabacci.
A sostenere Caldoro sta anche il suo nuovo portavoce, l’avvocato Angelo Pisani, ex public relations per le discoteche della “Napoli bene” poi FI, successivamente per il “centro-destra” presidente della Municipalità di Scampia e sempre in sintonia con il neopodestà De Magistris, cui si aggiungono tra gli altri il fascista Pietro Diodato, l’ex presidente della Provincia Antonio Pentangelo e Armando Cesaro, figlio di Luigi, ex autista del boss della camorra Raffaele Cutolo e indagato per concorso esterno in reato associativo. Altra lista di appoggio a Caldoro è quella dell’avvocato e diacono Enrico Tuccillo dal nome che è tutto un programma “Vittime della Giustizia con Caldoro”.
Non mancano i tentativi di irretire i voti dei vari Comitati popolari per l’ambiente sparsi sul territorio campano: si pensi alla sporca operazione di Angelo Ferrillo con la lista “Mai più la Terra dei fuochi”, di appoggio a Caldoro, già smascherato dai diversi comitati territoriali per le sue operazioni provocatorie. Stessa operazione è quella dell’ex assessore alla giunta De Magistris, Marco Esposito, con la lista “MO!” che candida a capolista Lucio Iavarone del Coordinamento Comitato Terra dei Fuochi per raccattare i voti dei movimenti e recuperare qualcosa dall’astensionismo delle precedenti elezioni regionali. Stessa operazione è condotta dall’ex PDS ora responsabile SEL in Campania, Salvatore Vozza, candidato a governatore nella lista “Sinistre al lavoro per la Campania” che propone candidati transfughi del PRC, PdCI e anche personaggi come l’ex presidente della provincia Dino Di Palma. Chiude una lista di candidati assolutamente sconosciuti alle masse e con nessuna esperienza territoriale tutti racchiusi nella lista del Movimento 5 Stelle della candidata Valeria Ciarambino.
Noi marxisti-leninisti italiani alle prossime elezioni amministrative parziali del 31 maggio invitiamo le masse lavoratrici e popolari a non votare i partiti borghesi corrotti e corruttori al servizio del capitalismo e le invitiamo a disertare le urne dando così il voto all'astensionismo e al PMLI, per delegittimare le istituzioni rappresentative borghesi, perché la Campania sia governata dal popolo e al servizio del popolo attraverso la creazione delle istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo.

6 maggio 2015