Mao era per il 1° Maggio, Hitler No

Dal nostro corrispondente dell’Emilia-Romagna
In occasione delle recenti manifestazioni per celebrare il 25 Aprile e il 1° Maggio, giornate storiche per le masse lavoratrici e popolari nelle quali storicamente i comunisti hanno avuto un ruolo determinante tanto che oggi solo i marxisti-leninisti ne tengono alti i veri ideali e valori, la destra fascista ha colto l’occasione per scagliare un attacco ai partiti nati richiamandosi alla classe operaia e in particolare al PMLI.
Il 25 Aprile il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Forlì (ed ex esponente della Fiamma Tricolore) Fabrizio Ragni aveva chiesto il divieto di esporre le bandiere rosse proprio in occasione della celebrazione della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, riferendosi alle bandiere del PMLI e del PCL presenti alla manifestazione in piazza Saffi.
Sempre il 25 Aprile a Riccione il sindaco Renata Tosi (eletta alle amministrative del 2014 a guida della lista civica “Noi Riccionesi” che comprende Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega Nord, nelle quali l’affluenza alle urne è stata appena del 58%) ha vietato di esporre le bandiere di associazioni e sindacati, tanto che a una bambina di appena 6 anni ha imposto di lasciare la bandiera della CGIL che portava con sé assieme ai suoi familiari. Inoltre ha vietato la sosta davanti al monumento ai caduti e ha preteso che “Bella Ciao” fosse sostituita da “La banda” di Mina.
In occasione del 1° Maggio è stato Matteo Montevecchi, consigliere comunale di Santarcangelo (Rimini) di Fratelli d’Italia a scagliarsi contro le bandiere del “Partito Marxista Leninista italiano che includevano, nello sfondo rigorosamente rosso con falce a martello, guarda caso anche il faccione del dittatore comunista cinese Mao Tse-Tung”, facendo poi la solita lista di presunti, falsi, crimini, dai “campi di concentramento” all’“invasione del Tibet”, fino ai “65 milioni di morti causati da questo spietato dittatore comunista”. Ha poi concluso attaccando il sindaco PD Alice Parma, rea di aver sfilato nel corteo dov'erano presenti le bandiere del PMLI: “chiarisca subito questa situazione bizzarra o si dimetta”. Gli ha fatto eco Forza Italia che accusa: “i nostri amministratori erano, sono, e resteranno comunisti della fascia più estrema e dittatoriale”.
Anche in questo caso i marxisti-leninisti non possono restare in silenzio e non accettano certo lezioni di “democrazia” dai fascisti vecchi e nuovi.
La bandiere del PMLI e quelle raffiguranti i Grandi Maestri del proletariato internazionale, Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, hanno piena legittimità a partecipare alle manifestazioni del 25 Aprile, del 1° Maggio e a qualsiasi manifestazione alla quale il PMLI ritenga opportuno partecipare in quanto da 38 anni è l’unico Partito coerentemente dalla parte dei lavoratori, delle masse lavoratrici e popolari, dell’antifascismo e dell'antimperialismo, e i cinque Maestri hanno dato dei contributi fondamentali all’emancipazione del proletariato e alla Liberazione dal nazifascismo.
Ai fascisti non va giù vedere le bandiere rosse in piazza, preferirebbero che l’opera di pacificazione tra fascisti e antifascisti e tra padroni e lavoratori, portata avanti tanto dalla destra quanto dalla “sinistra” del regime neofascista potesse procedere indisturbata, ma così non è, ovunque il PMLI porterà avanti la lotta contro il capitalismo, per il socialismo.
Al di là delle falsità propugnate dai fascisti, la verità è inconfutabile: Mao era per il 1° Maggio, Hitler no!

13 maggio 2015