La multinazionale americana ha annunciato 1.335 "esuberi", la chiusura di Carinaro e di None e il trasferimento di Albacina a Melano
I lavoratori Whirlpool bloccano strade e stazioni contro i licenziamenti

S'intensifica la coraggiosa lotta dei lavoratori Whirlpool-Indesit contro la chiusura degli stabilimenti nel casertano e in difesa del posto di lavoro.
Gli operai non si fidano delle rassicurazioni dei vertici aziendali e non mollano la piazza: “Rimaniamo qui a presidiare il nostro posto di lavoro, nessuno porta via niente da Carinaro”, ripetono.
La vigilia del vertice al ministero dello Sviluppo economico fra governo, azienda e parti sociali per la ripresa delle trattative, è stata scandita da una nuova ondata di proteste. Il 4 maggio una decina di operai delle stabilimento di Carinaro si sono barricati sul tetto della fabbrica, seduti sul cornicione proprio sotto l’imponente logo Indesit, mentre gli altri lavoratori in corteo si sono diretti verso la superstrada Giugliano-Marcianise per bloccare il traffico. Inoltre una delegazione di 50 operai si è recata a Napoli per consegnare al console statunitense una lettera in cui spiegano la loro contrarietà al piano Whirlpool, che li cancella dagli organigrammi dell’azienda.
La lotta che ormai va avanti da diverse settimane è proseguita anche il 5 maggio con circa 400 lavoratori che hanno occupato l’autostrada Napoli-Caserta, all’altezza dello svincolo di Caserta Sud. Quindi hanno percorso in auto a passo d’uomo viale Carlo III, la lunga arteria che collega lo svincolo dell’A1 al capoluogo, creando lunghe code, e poi hanno attraversato in corteo le strade della città fino alla prefettura, dove una delegazione è stata ricevuta dal prefetto Carmela Pagano. Un gruppo si è recato ad occupare i binari alla stazione.
La bomba è esplosa giovedì 16 aprile, quando al ministero dello Sviluppo economico l'amministratore delegato per la divisione Italiana del colosso statunitense, Davide Castiglioni, ha annunciato il piano di fusione conseguente all'acquisizione dell'lndesit dalla famiglia Merloni che prevede 1.335 licenziamenti e la conseguente chiusura dell'impianto di Carinaro nel casertano (830 dipendenti diretti più 500 nell'indotto) e del sito di ricerca e sviluppo di None (Torino, 90 impiegati), mentre le produzioni di Albacina nelle Marche (600 operai) verrebbero spostate nel vicino sito di Melano. In cambio di questo ennesimo giro di macelleria sociale l'azienda cerca di indorare la pillola e "promette" 500 milioni di investimenti in quattro anni (a fronte degli 83 milioni che erano stati annunciati da Indesit) e di riportare in Italia le produzioni delocalizzate in Cina, Polonia e Turchia.
Altro che "un'operazione fantastica" come la definì il nuovo duce Renzì all'indomani della sigla dell'accrodo del 3 dicembre 2014. Altro che "fusione per creare un grande gruppo a livello mondiale". Basti pensare che già nel 2013 l'lndesit aveva chiuso l'impianto di Teverola nel casertano e previsto un taglio del 30% del personale senza che il governo aprisse bocca. Durante la sua visita il 18 aprile a Pompei per "Expo idee", Renzi è stato sonoramente contestato dai lavoratori che hanno capito che la multinazionale americana vuole cannibalizzare la Indesit per mettere fuorigioco un grande concorrente a livello mondiale e utilizzare il suo marchio per penetrare nei grandi mercati dell'Est Europa dove l'ex gruppo dei Merloni è da sempre leader. Tant'è che perfino i vertici nazionali della Cisl hanno dichiarato che "La proposta della Whirlpool è inaccettabile".
In questo contesto, il presunto “rafforzamento” di Cassinetta (Varese) con tutti i modelli da incasso e la promessa di effettuare 280 misere assunzioni è solo fumo negli occhi. La verità è che la Campania e le Marche rischiano la desertificazione industriale mentre nel Centro-Nord finirà fra l'altro anche il 70% della spesa per ricerca e sviluppo stanziata per l'area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa). In Campania resta solo il sito di Napoli per le lavatrici di fascia alta ma con un futuro incerto visto che qui i lavoratori sono stati già costretti ad accettare il contratto di solidarietà per evitare 230 esuberi; mentre a Siena si continuerà con i congelatori e a Comunanza con le lavatrici e lavasciuga. Immediata è scattata la protesta degli operai di Carinaro che dal 16 aprile sono entrati immediatamente in sciopero con presidio ed assemblea permanente e blocchi dei principali snodi stradali in tutto il territorio aversano. Nelle stesse ore assemblea e poi sciopero anche ad Albacina dove gli operai hanno occupato la vicina strada provinciale. Qui il piano Whirlpool-Indesit manderà sul lastrico 250 addetti decretando di fatto la morte anche per tutto l'indotto. Agitazioni anche a Melano, nella sede centrale e nel centro ricerche Indesit di Fabriano. l licenziamenti non risparmiano nessuno e riguardano in massima parte operai, ma anche tanti ricercatori e impiegati provenienti dall'ex fiore all'occhiello della famiglia Merloni. Il piano Indesit approvato nel 2013 (mentre i Merloni trattavano la vendita agli statunitensi) prevedeva 1.425 esuberi più la chiusura di Melano e Teverola. Le proteste salvarono l'impianto marchigiano ma non quello campano, i tagli al personale vennero smussati a poco meno di mille e l'accordo passò. Adesso ci ritroviamo con la scomparsa totale dell'lndesit nel casertano e un numero di esuberi ritornato vicino alla prima proposta Merloni. Di fronte alla tracotanza padronale, il 20 aprile i sindacati confederali hanno abbandonato il tavolo delle trattative al ministero dello Sviluppo Economico e insieme ai lavoratori casertani hanno prima bloccato l'accesso ai magazzini merce e hanno resistito anche ai tentativi delle "forze dell'ordine" che in tenuta antisommossa, hanno cercato di sgomberare la strada. Durante l'assemblea del pomeriggio, hanno deciso 12 ore di sciopero entro il 10 maggio in tutti i siti produttivi del gruppo, mentre per la festa dei lavoratori del 10 Maggio Cgil, Cisl e Uil della Campania saranno a Carinaro.
Gli operai di Albacina hanno bloccato la provinciale 256. Nelle Marche è stato dichiarato lo stato di agitazione permanente con assemblee in tutti gli impianti. Scioperi e proteste si susseguono anche a Carinaro, dove i lavoratori si sono riuniti in assemblea permanente e fanno sapere che "presidieremo la fabbrica, è uno scippo industriale". Nel casertano il 60% dei lavoratori è in cassa integrazione a rotazione, l'accordo del 2013 prevedeva che arrivassero dallo stabilimento di Melano 750 mila piani cottura, ma ne sono stati spostati solo 250mila. Il 23 aprile un corteo con oltre 500 operaì è partito dallo stabilimento di Carinaro e ha raggiunto la base Nato dì Gricignano per chiedere anche più visibilità alla vertenza. Il 24 aprile gli stessi lavoratori hanno occupato i binari della stazione di Aversa paralizzando il traffico ferroviario sulla linea Roma-Napoli via Formia. I treni tra Aversa e Napoli sono stati sospesi dalle 10.45 alle 12. Nel tardo pomeriggio si è svolta anche una fiaccolata fuori i cancelli dello stabilimento presidiato dai lavoratori a cui hanno preso parte decine di manifestanti prvenienti da tutto il circondario da Gricignano d'Aversa a Teverola. Mentre il 28 aprile in segno di solidarietà con gli operai casertani sono scesi in sciopero e hanno incrociato le braccia per due ore anche i lavoratori dello stabilimento Whirlpool di Napoli. Durante la manifestazione i lavoratori hanno organizzato un sit-in e bloccato lo svincolo di via Argine.

13 maggio 2015