Nel giorno sacro dei lavoratori
Inaugurato l'Expo delle multinazionali del cibo
La “Carta di Milano” è un documento borghese che inganna le masse

Il 1º Maggio scorso è stato inaugurato in pompa magna l'Expo di Milano che durerà fino al prossimo 31 ottobre. Sei mesi di esposizione ininterrotta dedicati, nelle intenzioni degli organizzatori, al tema dell'alimentazione e della nutrizione del Pianeta.
L'Expo dovrebbe rappresentare una sorta di “vetrina” in cui i Paesi coinvolti possano dialogare e confrontarsi sulle proprie eccellenze e tecnologie così da sperimentare e mettere in essere le migliori strategie finalizzate a garantire cibo sano e in quantità sufficienti per tutti. I principi ispiratori dell'Expo sono elencati nella “Carta di Milano”, un documento di una decina di pagine che sciorina una serie di assunti ed impegni finalizzati a migliorare, se non a risolvere, nel prossimo futuro, il problema della fame e dell'alimentazione nel mondo intero.
Un progetto tanto ambizioso quanto irrealizzabile poiché assunto dagli stessi responsabili del problema della fame: le grandi multinazionali agro-alimentari, i Paesi imperialisti e lo stesso sistema capitalistico. Da un lato questi sciacalli aggrediscono e depredano i Paesi poveri del Terzo mondo di tutte le loro risorse, incluse quelle alimentari, e poi dall'altro cercano di dare a bere alle masse che intendono, con l'Expo di Milano, costruire sinergie per risolvere il problema della fame nel mondo e, al contempo, operare per assicurare una alimentazione sana in ogni Paese.

L'Expo sintesi dei mali del sistema capitalistico
Expo Milano 2015, così come tutte le altre esposizioni internazionali che a partire da quella di Londra del 1851 lo hanno preceduto, altro non è che una tronfia messa in scena della borghesia e del sistema capitalistico internazionale che grazie ad esso possono mettere in mostra le proprie tecnologie e le proprie merci, frutto dello sfruttamento dei lavoratori dei rispettivi Paesi e, nel contempo, dell'affamamento dei popoli dei Paesi poveri depredati delle loro risorse. Sulla base del tema scelto per questa edizione, quello della fame e dell'alimentazione appunto, le più grandi multinazionali agro-alimentari presentano le proprie realizzazioni alimentari e non in iper-tecnologici stand. Qual è la vera natura di questa messinscena borghese? Expo Milano 2015 non è la “vetrina” dei popoli del mondo ma delle multinazionali imperialiste del cibo e racchiude in sé tutti gli elementi che caratterizzano il peggior marciume del sistema capitalistico e delle sue corrotte Istituzioni borghesi: disastro ambientale, speculazioni edilizie, corruzione e tangenti e, come se non bastasse, uno sfruttamento bestiale delle lavoratrici e dei lavoratori ivi impiegati. Come prima cosa Expo Milano 2015, inteso come insieme di strutture poste alla periferia di Milano, ha rappresentato per l'area interessata una vera e propria colata di cemento che ha sommerso più di un milione di metri quadrati di territorio. Un insieme di opere faraoniche che, terminata la loro funzione per i sei mesi di durata dell'esposizione, finiranno per essere abbandonate a se stesse, esempio della peggior edilizia capitalistica che disprezza l'ambiente e il territorio, lo stesso territorio che Expo dovrebbe valorizzare in chiave dell'“alimentazione sostenibile”! Oltre allo scempio ambientale realizzato con una cementificazione mostruosa l'Expo è caratterizzato da un impiego massiccio di risorse idriche che, con uno specifico sistema di mini canali, crea quelle che sono definiti le “vie dell'acqua” oltre ad un vero e proprio lago artificiale che circonda l' “albero della vita”. Se è vero che l'acqua utilizzata proviene dal vicino canale Villoresi è anche vero che si stima in milioni di litri lo spreco di acqua per dare sfarzo alla struttura-Expo, esempio emblematico del valore che le grandi multinazionali agro-alimentari attribuiscono all'acqua, risorsa fondamentale per la vita a cui miliardi di poveri non hanno accesso ma che i magnati capitalisti privatizzano e usano per abbellire le proprie esposizioni.
Quando si parla di Expo Milano 2015 è inoltre necessario ricordare che esso è stato costruito non solo sulla cementificazione e sullo spreco di acqua ma anche con il principale “ingrediente” con cui il sistema capitalistico si relaziona con le istituzioni borghesi: la corruzione. Gli ultimi due anni sono stati uno stillicidio di avvisi di garanzia, denunce e arresti che hanno dimostrato che più che “nutrire il pianeta” tale evento capitalistico nasconde ben altri famelici appetiti. Expo Milano 2015 ha visto coinvolti nel sistema corruttivo i suoi più alti papaveri, il Gotha imprenditoriale e manageriale e, naturalmente, della politica borghese, tutti pronti per spartirsi i quindici miliardi di euro di finanziamenti pubblici che avrebbero dovuto consentire la realizzazione di tutta una serie di progetti quali la Biblioteca europea, la Città dello Sport a San Siro, la Città della Giustizia a Rho, la Città del Gusto all’Ortomercato, il Centro europeo di ricerca biomedica avanzata a Cerba nel Parco Sud. Avrebbero inoltre dovuto realizzarsi faraoniche vie di comunicazioni: le “vie d’acqua” 20 km di canali dal centro di Milano fino all’Expo, le “vie di terra“, un percorso altrettanto lungo fatto di sentieri ecologici dal Duomo verso le periferie con 70 km di piste pedonali e ciclabili. Nessuno di questi progetti è stato realizzato e, come dimostrano i fatti, Expo Milano 2015 non è stato il “volano” della ripresa economica ma un “buco nero” che ha inghiottito risorse e le ha distribuite come prebende a capitalisti e corrotti politicanti borghesi. Un vero e proprio “bollettino di guerra” caratterizza Expo Milano 2015 per quanto riguarda inquisiti ed arrestati. Tra questi compaiano il direttore generale di Expo 2015 Spa Angelo Paris, l’ex senatore di Forza Italia Luigi Grillo, l’ex DC (ora Forza Italia) Gianstefano Frigerio, l’ex segretario dell’UdC Liguria Sergio Cattozzo, l’imprenditore Enrico Maltauro e l'ex PCI Primo Greganti, il famigerato “compagno G”, già arrestato negli anni '90 in piena tangentopoli. L'inchiesta ha rivelato l'esistenza di un sistema di assegnazione di appalti corrotto fino al midollo e la presenza di decine di aziende in odore di mafia tanto da costringere le stesse Istituzioni borghesi a correre ai ripari nominando come commissario anti-corruzione il magistrato Raffaele Cantone.

L'attacco ai diritti dei lavoratori
Expo Milano 2015 è stato inaugurato il Primo Maggio, giornata scelta non a caso. Per la borghesia nazionale ed internazionale ha avuto un preciso significato politico e sociale l'inaugurazione della propria “vetrina” nella Giornata internazionale dei lavoratori. Quasi a simboleggiare il nuovo corso, contrapponendosi alle manifestazioni che hanno interessato tutte le città d'Italia le cui piazze sono state invase dalle lavoratrici e dai lavoratori con le loro rosse bandiere ed i loro inni, il Gotha del sistema capitalistico e delle sue corrotte Istituzioni politiche si sono invece dati appuntamento all'inaugurazione dell'Expo dove i lavoratori erano costretti a lavorare, senza diritti e con un salario da fame.
A fronte di un fabbisogno di circa 20.000 lavoratori si stanno utilizzando 18.500 volontari, rigorosamente non retribuiti. Gli altri 1.500 lavoratori sono attualmente impiegati in qualità di apprendisti o con contratti a tempo determinato (resi più flessibili con l'ampliamento dei limiti quantitativi di utilizzo). Tutti questi posti di lavoro sono attualmente alla completa mercé della borghesia milanese e nazionale senza che alla fine dell'Expo venga garantita l'occupazione stabile ad un solo lavoratore. Sarebbe questa "la straordinaria opportunità" data ai giovani e al rilancio dell'occupazione in Lombardia e in Italia? In questi termini si sono espressi il sindaco "arancione" di Milano Pisapia (Sel), il segretario della CGIL cittadina Graziano Gorla, il governatore leghista della regione Maroni oltre ai ministri e allo stesso presidente del Consiglio Renzi, tutti accomunati dalla volontà di dare mano libera allo sfruttamento della forza-lavoro togliendo ogni limite alla precarietà e alla flessibilità. I media borghesi hanno fatto a gara nello sciorinare le incredibili opportunità offerte ai giovani impiegati in Expo: una imperdibile chance lavorativa con enormi possibilità di crescita professionale; questa la manfrina che si cerca di dare a bere alle masse.
La realtà è che i lavoratori, spesso giovani e giovanissimi, coinvolti nel sistema Expo sono stati sottoposti a umilianti test psico-attitudinali e, ingannati su rimborsi spese e stipendi inesistenti, si sono trovati e si trovano tutt'ora alle prese con un impegno orario massacrante a fronte di poche centinaia di euro come salario,neppure sufficienti a pagarsi le spese. In molti hanno, per forza di cose, dovuto gettare la spugna e rinunciare al lavoro in Expo, oppure ad abbandonarlo poco dopo. Contro di loro si è scatenata la canea dei media di regime che li ha tacciati di essere fannulloni, di non volere rinunciare alle ferie estive e di disprezzare le opportunità lavorative offerte da Expo.

L'ingannatrice Carta di Milano
La Carta di Milano, scritta dalle stesse multinazionali e dalle organizzazioni nazionali e internazionali imperialiste e controfirmata dai governanti borghesi con in testa il nuovo duce Renzi, altro non è che un puro inganno. L'incipit stesso della Carta ne rivela la natura interclassista ed ingannatrice facendola passare come un testo sui diritti alimentari. Nulla di più falso! Innanzitutto essa non è più di un elenco di buoni propositi, gli stessi di cui la borghesia ama riempirsi la bocca in ogni circostanza. Campione nel proclamare i diritti formali la borghesia lo è ancora di più nel negare quelli sostanziali e reali, soprattutto quelli più sacrosanti delle masse popolari come, facendo esplicito riferimento alla Carta, quello del diritto al cibo e alla alimentazione. È assolutamente vergognoso che i diritti alimentari delle popolazioni del mondo siano proclamati, per di più con Expo 2015, dalle multinazionali alimentari che più di tutte sono le responsabili del saccheggio delle risorse, del supersfruttamento dei lavoratori e della fame nel mondo. In pompa magna, al pari degli altri testi sacri di proclamazione dei vuoti diritti borghesi come la Costituzione italiana e i documenti delle Nazioni unite, la Carta sciorina un elenco in cui si include il diritto al cibo sicuro e nutriente, il contrasto degli sprechi, la difesa del suolo, la promozione dell'educazione alimentare, la lotta al lavoro nero e minorile, il sostegno del reddito, la tutela della biodiversità investimenti nella ricerca e l'utilizzo di energia pulita. Su ogni singolo punto, questo in perfetta coerenza con tutti i proclami dei diritti borghesi che l'hanno preceduta, la Carta entra in contraddizione con i fatti oggettivi. Le multinazionali imperialiste alimentari che proclamano questi diritti sono le stesse a imporre alle masse cibi spazzatura ipercalorici e allo stesso tempo inquinano il pianeta imponendo ai Paesi poveri del Terzo mondo le proprie logiche esclusivamente legate al mercato.
Unico obiettivo dei capitalisti, e le masse popolari ne hanno riscontro concreto ogni giorno, è la realizzazione del massimo profitto per il raggiungimento del quale sono pronti a succhiare fino all'ultima goccia di sangue dal proletariato, dalle masse popolari e dal pianeta stesso. Expo Milano 2015 è nato per soddisfare gli appetiti del capitale finanziario e immobiliare e ha infatti coperto con milioni di metri cubi di cemento Milano e il suo hinterland già fortemente urbanizzato, risucchiando denaro pubblico sottratto agli urgenti e prioritari bisogni delle masse popolari milanesi e lombarde. Il PMLI si è sempre battuto contro l'Expo e continuerà a battersi con la vincente politica di fronte unito con tutte le forze politiche, sindacali, sociali e culturali contrarie agli scempi delle “grandi opere” e contro le multinazionali imperialiste del cibo che non conoscono altro interesse che quello del massimo profitto capitalistico.

27 maggio 2015