Non pensate che la guerra possa e debba essere anche un utile mezzo di risoluzione dei problemi internazionali?

Di frequente e da diverse parti, soprattutto a sinistra si assiste a una stigmatizzazione dell'utilizzo della guerra, poiché si sostiene, essa non sarebbe mai utile alla risoluzione di un problema di tipo internazionale.
Mi permetto di evidenziare che, seppur detto strumento debba rappresentare un meccanismo del tutto residuale, lasciando in tal modo ampio spazio ad azioni di tipo diplomatico, intese a risolvere bonariamente i conflitti internazionali, tale strumento può e deve essere, in talune circostanze utilizzato.
É infatti circostanza del tutto nota che giammai un regime sia stato abbattuto con azioni diplomatiche e che anche qualora ciò avvenisse, il tempo necessario produrrebbe un costo in termini di vite umane, assai maggiore di quanto avverrebbe mediante un'azione di tipo militare.
Quanto poi alla stigmatizzazione degli interventi posti in essere ex autoritate principis dagli Stati Uniti d'America, senza il consenso delle Nazioni Unite, questo scrivente si sente di porsi al fianco degli Stati Uniti, i quali giocano ormai un ruolo di capi dell'Occidente, ai quali, se un Paese del Patto Atlantico fosse invaso, così vedendo minata la propria sovranità, toccherebbe di intervenire e pertanto, mediante la loro opera altro non fanno che porre in essere politiche di prevenzione, intese anche a ridurre il potenziale numero delle loro vittime.
Marcello Ranieri - Milano
 
Riguardo alla guerra noi marxisti-leninisti seguiamo questo semplice ma profondo insegnamento che Mao ha tratto dall'esperienza storica del proletariato internazionale e dalla lotta dei popoli per la loro emancipazione: “La storia dimostra che le guerre si dividono in due categorie: le guerre giuste e le guerre ingiuste. Tutte le guerre progressiste sono giuste e tutte le guerre che impediscono il progresso sono ingiuste. Noi comunisti ci opponiamo a tutte le guerre ingiuste che impediscono il progresso, ma non ci opponiamo alle guerre giuste, progressiste. Noi comunisti non solo non ci opponiamo alle guerre giuste, ma vi partecipiamo attivamente. La Prima guerra mondiale è un esempio di guerra ingiusta: le due parti si combattevano per interessi imperialistici, ed è per questo che i comunisti di tutto il mondo si opposero risolutamente ad essa. Il mezzo per opporsi a una guerra di questo genere è fare tutto il possibile per impedire che scoppi, ma una vota scoppiata bisogna opporsi alla guerra con la guerra, opporsi alla guerra ingiusta con la guerra giusta, ogni volta che sia possibile” (Mao, “Sulla guerra di lunga durata” - maggio 1938, Opere Scelte, Vol. II ).
Applicare questo insegnamento all'attuale situazione internazionale porta a definire ingiuste tutte le guerre imperialiste, neocolonialiste e in generale di aggressione e invasione di un Paese nei confronti di altri Paesi e popoli; e ciò vale indipendentemente dai pretesti politici, giuridici, morali e finanche “umanitari” con cui tali guerre vengono ammantate da chi le promuove e le mette in atto. Sono da considerarsi invece giuste le guerre di difesa dei Paesi e dei popoli aggrediti e le lotte di liberazione nazionale dall'imperialismo, dal neocolonialismo e da tutte le ingerenze straniere, indipendentemente dalle idee politiche e dalle concezioni religiose di chi guida queste lotte. Rovesciare il governo di un Paese, per quanto dittatoriale e oppressivo che sia, è un compito che spetta esclusivamente al popolo di quel Paese, e in nessun caso può giustificare l'intervento militare di un Paese straniero, cosa che, come la storia dimostra ampiamente, nasconde sempre il vero intento di dominare il Paese invaso e rapinarne le ricchezze.
Esempi di guerre ingiuste sono quindi la guerra di aggressione, sterminio e annessione territoriale che lo Stato sionista imperialista di Israele conduce ogni giorno ai danni del martoriato popolo palestinese, l'occupazione militare ormai ultra decennale dell'Afghanistan da parte dell'imperialismo americano e della Nato, l'aggressione neocolonialista alla Libia promossa dalla Francia e con la partecipazione di Usa, Gran Bretagna, Italia e altri Paesi della Ue imperialista, e la connessa guerra allo Stato islamico con il pretesto della lotta al “terrorismo”, che hanno destabilizzato e scatenato conflitti e massacri in tutto il Nord-Africa e Medio Oriente, solo per ricordare le vicende più recenti.
Ma come non ricordare l'aggressione e l'invasione dell'Iraq nel 2003 da parte dell'imperialismo Usa, con la scusa della distruzione di inesistenti “armi di distruzione di massa” e dell'abbattimento di un regime tirannico per instaurare la “democrazia” in quel Paese, in realtà un atto banditesco in spregio a tutte le regole internazionali, che è costato centinaia di migliaia di morti nella popolazione e che oggi è riconosciuto da molti all'origine della destabilizzazione e della serie di conflitti a catena che da allora devastano tutta l'area? Non è forse questa, parafrasando quanto lei afferma, la più clamorosa confutazione della giustezza del principio di “abbattere un regime mediante un'azione militare anziché con un'azione diplomatica per risparmiare tempo e vite umane”?
Quanto agli Stati Uniti d'America, a cui lei dice di essere solidale, essi non sono certo l'unico Stato imperialista, ma certamente oggi sono ancora il capofila di tutti gli Stati imperialisti occidentali, blocco del quale fa parte anche il Giappone, e che si contrappone ad altri Stati imperialisti orientali come la Russia del nuovo Zar Putin e la Cina socialimperialista di Xi Jinping.
Questo ruolo di capofila imperialista gli Usa se lo sono preso grazie alla Seconda guerra mondiale, approfittando della sconfitta della Germania e del Giappone e dell'indebolimento dei più vecchi imperialismi inglese e francese, e da allora non hanno mai smesso di ingerirsi e fomentare guerre per mantenere la loro egemonia mondiale, nemmeno dopo il crollo del socialimperialismo sovietico e dei regimi revisionisti dell'Est-Europa. Per quale motivo, altrimenti, nonostante lo scioglimento del Patto di Varsavia, hanno lasciato in piedi la Nato, che doveva essere un'alleanza puramente “difensiva”, mentre a partire dal bombardamento della ex Federazione Jugoslava e l'invasione del Kosovo, proseguendo con l'intervento in Afghanistan e in Libia, per non parlare delle sue ingerenze in Ucraina, il suo ruolo si dimostra invece smaccatamente aggressivo, da vero e proprio braccio armato dell'espansionismo imperialista occidentale?
Pensare che gli Stati Uniti e la Nato agiscano in buona fede per prevenire i conflitti e mantenere la pace significa scambiare la propaganda con la realtà, significa scambiare per sostegno alla pace e alla democrazia la loro politica di ingerenza, minaccia e aggressione all'indipendenza e alla libertà dei popoli.

4 giugno 2015