Secondo l'Ocse dal 2007 l'occupazione giovanile è crollata di 12 punti
In Italia lavorano solo il 52% dei giovani
Il 26,09% dei ragazzi non lavorano né studiano
Lottiamo per la piena occupazione non per il reddito di cittadinanza

Nell'Italia del nuovo duce Renzi e del regime neofascista imperante, non c'è spazio per il futuro dei giovani se non sotto forma di precarietà, sfruttamento, disoccupazione, miseria.
E questo da quanto emerge nell'ultimo rapporto dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) su giovani e occupazione nel nostro paese. In sei anni infatti, rileva l'agenzia, dal 2007 anno in cui è scoppiata la crisi economica del capitalismo, al 2013, il tasso di occupazione dei giovani tra i 15 e 29 anni è passato dal 64,33% al 52,79% scendendo di quasi di 12 punti percentuali.
E’ solo uno dei tanti dati che emergono dal rapporto, ma è già decisamente preoccupante, soprattutto se consideriamo che la media dei paesi membri dell’Ocse, nello stesso periodo, è del 73,7%: dopo la Grecia (48,4%, e un calo che è il doppio del nostro: –23,9%), i peggiori in Europa siamo noi.
A preoccupare maggiormente è il dato di quei giovani disoccupati e non iscritti a scuola o università, che sono il 26,09% degli under 30, i quarti tra i paesi Ocse; nel 2008, tanto per fare un raffronto, in Italia erano il 19,15%, circa 7 punti percentuali in meno. Più elevato tra le giovani ragazze (27,99%) mentre i ragazzi si attestano al (24,26%). Il 40% ha abbandonato la scuola prima del diploma superiore, il 49,87% si è fermato dopo il diploma, mentre il 10,13% ha un titolo universitario.
Un altro dato che dovrebbe far allarmare e non poco è quello riguardante il cosiddetto lavoro di routine, un lavoro cioè che non richiede l’utilizzo di competenze specifiche, sfruttato e sottopagato, che è svolto dal 31,56% dei giovani italiani. Inoltre, il rapporto Ocse evidenzia come il 15,13% dei giovani in Italia abbia un lavoro che preveda poche possibilità di apprendimento. Ultimo dato, anch’esso più che preoccupante, che riguarda però la fascia d’età compresa tra i 30 e i 54 anni: il tasso di occupazione è sceso di 4 punti percentuali tra il 2007 e il 2013 (74,98% contro il 70,98% attuali).
Davanti al gravissimo problema della mancanza di lavoro e di futuro per i giovani, il governo ha dimostrato chiaramente tutto il suo disprezzo e menefreghismo nei confronti dei figli delle masse popolari, preparando per essi un futuro di precarietà e sfruttamento alla completa mercé della classe dominante borghese sia nelle scuole che nei luoghi di lavoro, grazie alle controriforme neofasciste del Jobs Act e della “Buona scuola”
Dall'altra parte la “sinistra” borghese con i falsi comunisti e il Movimento 5 stelle in testa, che o non hanno mai intrapreso o hanno abbandonato da tempo la lotta per il diritto al lavoro, balbettano vuote e ingannatrici ipotesi e soluzioni politiche alla mancanza di lavoro, di cui la più pericolosa è il reddito di cittadinanza sostenuto da una larga parte di associazioni, partiti, movimenti e personalità politiche, sociali e sindacali.
Ciò che oggi le masse giovanili devono pienamente comprendere è che il reddito di cittadinanza non è altro un'elemosina di Stato, una forma illusoria di aiuto oltre che un diversivo per distoglie le masse da quella che è la vera battaglia, la vera lotta che i giovani devono intraprendere è quella per il diritto al lavoro e alla piena occupazione. Un lavoro che deve essere stabile, a salario intero, a tempo pieno e sindacalmente tutelato per tutte le lavoratrici ed i lavoratori.

4 giugno 2015