Bufera giudiziaria nel feudo di Forza Italia e Lega Nord, al centro di un sistema corruttivo e di sistematico spreco ai danni della principale società pubblica della Regione Lombardia
Interdetto per peculato il padre padrone di Ferrovie Nord
Insieme al presidente Achille, costretto alle dimissioni anche il presidente del collegio sindacale Belloni

Il presidente del Cda di Ferrovie Nord Milano (Fnm Spa), Norberto Achille, dal 18 maggio risulta indagato dalla procura di Milano con l'ipotesi di reato di peculato e truffa aggravata per il periodo 2008-2014. Secondo gli inquirenti, Achille è al centro di un vasto sistema corruttivo e di sistematico spreco di denari pubblici ai danni della principale società della Regione Lombardia. Il danno totale alle Fnm Spa ammonta secondo le prime stime a oltre 600 mila euro distratti dai bilanci della società e spesi per fini personali. I carabinieri del comando provinciale di Milano gli hanno notificato anche un'ordinanza applicativa della misura interdittiva “del divieto temporaneo per sei mesi dell'esercizio degli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese ex art. 290”.
La nuova bufera giudiziaria esplosa nel feudo di Forza Italia e Lega Nord ha coinvolto anche Carlo Alberto Belloni, presidente del Collegio sindacale di Fnm SpA, “indagato per tentato favoreggiamento per aver omesso di assolvere agli obblighi di controllo conseguenti al ruolo rivestito e, invece, adottato condotte attive finalizzate a nascondere le distrazioni di beni riconducibili al predetto Achille”.
Con i soldi pubblici rubati alle masse, Achille, il manager formigoniano, ex assessore al traffico nella prima giunta Albertini tra il ’97 e il ’98, ma saldamente incollato da 17 anni alla poltrona delle Ferrovie Nord Milano dal 1998, ha acquistato di tutto: dall'abbonamento alla pay tv ai capi d'abbigliamento firmati, dalle scommesse sportive alle schede telefoniche cedute anche a moglie e figlio accollando all'azienda persino le multe rimediate dai familiari per violazioni al codice della strada.
Si va, secondo quanto emerge dalle indagini, dai 3.750 euro spesi in “scommesse sportive” ai 7.634 in abbonamento alla pay tv, compresi i costi per la “visione di una serie di film pornografici”. Dai 900 euro spesi nell'agosto 2009 nella discoteca “Twiga” di Flavio Briatore, a Marina di Pietrasanta in Versilia, ai 560 euro per il conto, nell'aprile 2011, al “Bistrot”, ristorante di Forte dei Marmi. E ancora spese per 1.777 euro al “Mediastore” datate dicembre 2008 o per 1.500 euro da “Spazio Tel” di Viareggio del luglio 2009 oppure spese per 1.699 euro dell'agosto successivo in una profumeria della stessa cittadina della Versilia e 793,94 euro per arredi e casalinghi in un lussuoso negozio di Los Angeles.
Achille, scrivono gli inquirenti nell'ordinanza, ha “ceduto alla moglie e a un figlio due schede telefoniche intestate alla società, che ne sosteneva i costi per 125mila euro... ha ceduto in uso esclusivo ad un figlio due autovetture aziendali noleggiate ad un costo di 220mila euro circa, a cui erano elevate contravvenzioni al codice della strada per 125mila euro circa... e infine ha chiesto il rimborso in contanti di spese effettuate utilizzando la carta di credito aziendale per 22mila euro circa”.
Insomma un vergognoso sistema corruttivo e di sistematico spreco ai danni della principale società pubblica della Regione Lombardia che grida vendetta al cospetto di tanti troppi operai licenziati e giovani senza lavoro e che hanno costretto gli stessi protagonisti: Achille e Belloni a levarsi finalmente di torno rassegnando le dimissioni poche ore dopo aver ricevuto i rispettivi avvisi di garanzia.
Dalle carte dell'inchiesta emerge che Achille si faceva addirittura rimborsare non una, ma due volte gli stessi “pranzi di lavoro” con conti salatissimi. Prima pagava con la carta di credito aziendale. Poi, non soddisfatto, presentava di nuovo la ricevuta del ristorante alla cassa della presidenza e si faceva rimborsare il conto una seconda volta.
E pensare che nel curriculum personale pubblicato su internet si legge che Achille oltretutto è anche Cavaliere, Commendatore e Grand'Ufficiale della Repubblica Italiana; ha iniziato la sua carriera nel 1970-71 all'Università di Milano come assistente del corso di "Meccanica Aerospaziale". Negli anni ha ricoperto ruoli apicali nella Agusta Elicotteri, Fiat Trattori, Alfa Romeo, Italtractor Spa, Ansaldo, Itef, Kmb-Bank di Mosca.
In ogni caso va ricordato che questa non è certo la prima volta che la holding ferroviaria milanese da sempre feudo di Forza Italia e Lega finisce nelle grinfie dei magistrati. Nel dicembre 2011 nell'ambito di un'analoga inchiesta il direttore generale di Fnm e A.d. di Trenord Giuseppe Biesuz fu arrestato ai domiciliari e poi condannato a 5 anni e 2 mesi per bancarotta della società “Urban Screen” e false comunicazioni a Ferrovie Nord. Biesuz aveva infatti millantato una laurea in economia e commercio mai conseguita.
Gravissime appaiono quindi le responsabilità politiche sia dei vertici di Forza Italia con alla testa l'ex governatore Formigoni che quelle del fascio-leghista Maroni che per 17 anni hanno coperto Achille e le sue ruberie. Infatti né Salvini né Maroni hanno chiesto le dimissioni di Achille dalla presidenza Fnm Spa il cui pacchetto azionario di maggioranza è in mano alla Regione che detiene il 57,57 per cento delle azioni insieme alle Ferrovie dello Stato (14,7%), il Gruppo Gavio (3,7%) e il resto flottante in borsa dove la società è quotata.

10 giugno 2015