Romani (FI) invoca un intervento militare per affondare i barconi
I fascioleghisti e Forza fascisti rifiutano migranti e profughi nelle loro regioni
Sindaci renziani si allineano a Salvini

La vergognosa campagna xenofoba e razzista alimentata ad arte dai fascioleghisti di Salvini e dai capigruppo in camicia nera di Forza Italia per scatenare una vera e propria guerra contro “l'invasione di profughi e migranti nelle nostre regioni” riscuote l'appoggio anche di molti sindaci PD, renziani in particolare.
A dare il via alla nuova crociata antimmigrati è stato il governatore fascioleghista Roberto Maroni (coadiuvato dal suo collega veneto Luca Zaia e dal berlusconiano Giovanni Toti, neo eletto in Liguria) che nei giorni scorsi ha diffidato il prefetto e i sindaci dall'accogliere altri migranti nel territorio lombardo minacciando la riduzione del trasferimento dei fondi regionali.
Si tratta di una vera e propria caccia all'immigrato, che il 9 giugno è stata ripresa e rilanciata in parlamento dai capogruppo di FI al Senato, Paolo Romani, e alla Camera, Renato Brunetta, che hanno presentato una mozione del partito sull'emergenza sbarchi in cui fra l'altro si invoca l'intervento militare per bombardare i barconi pieni di migranti che fanno rotta verso le nostre coste. “Bisogna andare a prendere le barche prima che partano, possiamo affondarle in mare. Abbiamo la forza militare per farlo – ha tuonato Romani - se il governo non intende farlo, spieghi il perché e si prenda le responsabilità". Mentre Brunetta ha aggiunto: "Dobbiamo fermare questa invasione di migranti e, se necessario, dobbiamo farlo anche militarmente... Non si tratta più di immigrazione perché così come avviene è ingestibile".
Di fronte “all'immobilismo di Renzi” e la “burocrazia dell'Unione europea” che continuano a rimandare l'invio di truppe sulle nostre coste sotto l’egida dell’Onu “noi italiani ce la vedremo da soli" ha aggiunto Brunetta invitando il parlamento a riunirsi quanto prima per far passare la mozione che obblighi il governo a uscire "dalla passività ed incapacità di affrontare questo problema che non si risolve con i finanziamenti che Renzi vuole dare ai comuni”. Perciò: “Bene hanno fatto i governatori di Liguria, Veneto e Lombardia ad opporre resistenza a questo buonismo imbelle di Renzi”. Mentre l'ex assistente di Berlusconi e deputata di FI, Deborah Bergamini, avverte: "tutti quei paesi che si oppongono alle quote, come la Polonia, che se non accettano le quote gli vengono ridotte le quote di fondi strutturali dell’Ue".
A suscitare ancora più rabbia e indignazione sono, da un lato, la guerra fra poveri scatenata dai fascisti che cercano di seminare odio, intolleranza e violenza contro i migranti per criminalizzarli e additarli come appestati portatori di malattie, e, dall'altro lato, le strumentalizzazioni fatte da alcuni sindaci PD che invece di considerare i migranti come le vittime sacrificali della criminale politica imperialista della Ue e dei Paesi che ne fanno parte, li considerano alla stregua di “rifiuti tossici” e li usano come arma di ricatto politico esattamente come i fascioleghisti e Forza fascisti. Quando invece non li sfruttano e li trattano come merce di scambio su cui lucrare come dimostrano le inchieste della Procura di Roma su “Mafia capitale” che vede il PD è immerso fino al collo.
Alla canea antimmigrati si è aggiunto anche il neopodestà di Milano Pisapia che, al termine dell'incontro al Viminale con Alfano il 15 giugno, preso atto della gravissima situazione che si è venuta a creare con migliaia di migranti abbandonati a se stessi da diversi giorni alle stazioni ferroviarie e nei parchi o bloccati alla frontiera di Ventimiglia con la Francia con conseguenti gravi rischi per l'incolumità e la salute pubblica, si è ignominiosamente appiattito sulle posizioni leghiste affermando che “Più di così, Milano non può fare. Non possiamo accogliere altri profughi, vanno distribuiti nelle altre regioni italiane”.
In Veneto in particolare i sindaci PD si sono allineati al governatore Zaia che pretende dal prefetto Domenico Cuttaia l'immediato blocco “dello straordinario afflusso di cittadini stranieri”. Al suo fianco si sono subito schierati i neopodestà, renziani doc, Achille Variati, sindaco di Vicenza, che sbraita: “Siamo disposti a dare una mano, ma non a queste condizioni. È il metodo che contesto. Di questi stranieri non sappiamo nulla. Dei 46 inviati nel 2011, solo dieci hanno ottenuto lo status di profughi. Gli altri che fine hanno fatto? Molti finiscono nel giro dello spaccio”; mentre Giovanni Manildo sindaco di Treviso diserta il summit dei prefetti e annuncia: “la politica dell’accoglienza va ripensata. I Comuni da soli non possono farcela”. Infine Felice Casson, candidato sindaco di Venezia col PD che domenica ha perso il ballottaggio, sbotta: “Il Comune di Venezia ha già dato, e molto. Metà dei richiedenti asilo e rifugiati della provincia è domiciliato qui”.
Dichiarazioni che si aggiungono a quelle esternate il 17 aprile scorso dal sindaco PD di Vigodarzere (Padova) Francesco Vezzaro che annunciò le dimissioni per protestare nei confronti del prefetto Patrizia Impresa che voleva utilizzare la caserma dismessa come centro d’accoglienza; e quelle di Alessandra Moretti che in piena campagna elettorale per le regionali aveva suggerito ai pensionati veneti di fare come Buzzi e Carminati e “adottare” un profugo che fa incassare 35 euro al giorno.
Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, che prima fa finta di criticare duramente Maroni e i governatori di “centro-destra” ma poi, alla domanda diretta se è disposta a ospitare nella sua regione i profughi “indesiderati” dai governatori di Lombardia, Liguria e Veneto, replica: “No, che non li prendiamo, devono prenderseli loro”.
Un “invito a nozze” per il caporione leghista Matteo Salvini che, nel rispondere alle disposizioni del governo che intende distribuire gli immigrati in tutte le regioni italiane comprese quelle del Nord che non hanno raggiunto la massima capienza, rilancia: “Se Renzi e Alfano pensano di prendere il Nord come luogo di soggiorno per i clandestini hanno sbagliato tutto! Siamo pronti a bloccare le prefetture e presidiare le strutture”.

17 giugno 2015