Elezioni comunali del 31 maggio e ballottaggio del 14 giugno
Urne disertate: 35,1% al primo turno. 52,9% al ballottaggio
Clamorosa sconfitta del PD che perde Venezia, Arezzo e Matera. Bocciato il governo del nuovo duce Renzi. Sindaci dimezzati, compresi quelli del M5S
Ma non basta astenersi, occorre lottare per il socialismo

Il 31 maggio si è votato in oltre 700 comuni di regioni a statuto ordinario, oltreché in Sardegna e in Sicilia, di cui 17 comuni capoluoghi. A seguito dei risultati del primo turno il 14 giugno si è svolto il turno di ballottaggio in 78 comuni, di cui 12 capoluoghi.
Il 10 maggio si erano già tenute elezioni comunali in comuni del Trentino Alto-Adige e Valle d’Aosta, tra cui 3 comuni capoluoghi.

L’astensionismo
Il dato che più caratterizza l’intera tornata di queste elezioni comunali di maggio è l’altissimo astensionismo. Alle comunali del 31 maggio (Sicilia esclusa, dove si è votato anche lunedì 1 giugno e di cui parliamo in un articolo a parte) la diserzione alle urne è stata del 35,1% con un incremento rispetto alle elezioni comunali precedenti dell’8,6%. Sensibilmente sopra la media nazionale si sono collocati i comuni del Molise col 43,8%, del Piemonte 43,6%, della Lombardia 43,5% e della Toscana 41,9%. Stando all’incremento rispetto alle precedenti elezioni, in testa vi è invece il Piemonte (+17,1%), l’Emilia-Romagna (+16%) e la Lombardia (+15,2%).
Al ballottaggio l’affluenza è addirittura calata a picco. Ha disertato le urne oltre la metà dell’elettorato, esattamente il 52,9% degli aventi diritto. Con un incremento fra il primo e il secondo turno del 16%. Ancor più marcato il risultato in Sicilia con la diserzione al 53,7% e un incremento del 19,6% rispetto al primo turno. A Trani e Macerata la diserzione è addirittura andata oltre il 60% rispettivamente col 62,3% e il 60,7%. A Trani l’incremento fra il primo e il secondo turno è stato del 30,1%, a Rovigo del 21,6%, a Macerata del 19,8%.
E ci riferiamo solo alla componente dell'astensionismo costituita dalla diserzione dalle urne alla quale andrebbero aggiunte le altre due componenti del voto annullato e lasciato in bianco.
L'aumento dell'astensionismo fra il primo e il secondo turno non è un dato semplicemente fisiologico perché in passato lo scarto non era così netto. L'elettorato è sempre più mobile. Non esistono più "zoccoli duri", cieca fiducia, cambiali in bianco. L'elettorato sempre più rifiuta la logica del "meno peggio" e di "turarsi il naso" e sceglie consapevolmente di astenersi per punire questo o quel candidato, questo o quel partito parlamentare. In genere, la peggio tocca al governo uscente.
Solo la massiccia presenza di liste civiche o di trappole elettorali trasversali come
il Movimento 5 stelle, riescono a drenare, seppur parzialmente, l’astensionismo.
La diserzione è più massiccia nei grossi centri, per esempio nei comuni capoluogo, rispetto ai comuni più piccoli dove evidentemente il controllo esercitato dalle istituzioni e dai partiti parlamentari, ma anche dalle cosiddette “Liste civiche” e dai singoli candidati sull'elettorato è maggiore e più capillare.

Il voto reale ai sindaci
Tutti i sindaci eletti risultano dimezzati in legittimità e rappresentatività dal fortissimo astensionismo. Se si prendono in considerazione tutti gli elettori che avevano diritto di voto, e non già solo i voti validi, i neosindaci nella stragrande maggioranza sono stati eletti da circa un terzo dell'elettorato e anche meno. Fra i comuni capoluoghi, per esempio, a Venezia Luigi Brugnaro (“centro-destra”) viene eletto sindaco con appena il 25,7% degli elettori, un elettore su quattro. A Mantova Mattia Palazzi (sempre “centro-destra”) passa col 26,3%. A Trani, Amedeo Bottaro (“centro-sinistra”) passa al ballottaggio col 75,8% dei voti validi che corrispondono però al 27,9% dell’intero corpo elettorale.
Stessa sorte tocca anche ai neosindaci del Movimento 5 stelle o di Liste civiche. Per esempio, a Porto Torres, Sean Christian Wheeler (M5S), che batte a sorpresa il candidato del “centro-sinistra”, nonostante sia riuscito a convogliare su di sé tutti i voti possibili del “centro-destra” passando da 3.316 voti del 1° turno agli 8.458 del ballottaggio, non riesce ad andare oltre il 44,2% dei consensi degli elettori che ne avevano diritto.
A Nuoro, Andrea Soddu, sostenuto da una coalizione di liste civiche capeggiate dal Partito sardo d’Azione, batte il “centro-sinistra”, ma conquista solo il 32,9% degli elettori.

PD sconfitto
Per riconoscimento quasi unanime, questa tornata elettorale, comprese le elezioni regionali che si sono tenute contestualmente, rappresentano una sconfitta per il PD del nuovo duce Renzi che sull’onda dei risultati delle scorse europee credeva di avere il vento in poppa. E invece le vele si stanno già sgonfiando.
Complessivamente in tutti i 20 comuni capoluoghi interessati in questa tornata di maggio ne riesce a conquistare solo 8 mentre in precedenza ne aveva 10. Si conferma solo in 4 comuni (Lecco, Macerata, Bolzano, Trento) uscendo quindi punito proprio là dove ha governato. Strappa al “centro-destra” e al “centro” Mantova, Trani, Agrigento e Aosta.
Ma, soprattutto, perde le città più significative di questa tornata elettorale, in primis Venezia, e poi Arezzo, Matera, Enna, Fermo e Nuoro.
Clamoroso il risultato di Venezia commissariata da un anno dopo l’arresto del sindaco di “centro-sinistra” Giorgio Orsoni per lo scandalo del Mose. Luigi Brugnaro del “centro-destra” batte il senatore ed ex magistrato Felice Casson uscito candidato dalle primarie del “centro-sinistra”. Decisivo il crollo di consensi al PD che perde la metà dei suoi voti rispetto al 2010. Voti che in buona parte sono andati all’astensionismo che nel primo turno si attesta al 42,5% con un +9,3% rispetto al 2010. Il M5S triplica i suoi voti rispetto al 2010, ma rispetto a quelli che aveva ottenuto alle politiche 2013 li riduce a un terzo. Al ballottaggio la diserzione alle urne vola al 51%.
Amaro per il PD anche il risultato ad Arezzo che dopo 9 anni torna al “centro-destra”. Matteo Bracciali (PD e civiche) è stato sconfitto da Alessandro Ghinelli per 600 voti. Nelle ultime due tornate il sindaco PD era stato eletto al primo turno. Già andare al ballottaggio equivaleva a una sconfitta. Inoltre Renzi in persona si era spesi per l’elezione di Bracciali.
A Matera il sindaco uscente di “centro-sinistra”, Salvatore Adduce, viene battuto a sorpresa da Giulio De Ruggieri (“centro-destra”) non riuscendo a conservare nemmeno i voti del primo turno.
La verità è che l'elettorato di sinistra ha voluto punire il governo Renzi in primo luogo attraverso l'astensionismo e poi votando candidati e alleanze opposte a quelle del governo.

Il vero cambiamento
Il vero cambiamento, come già l'elettorato di sinistra comincia a dar segni di capire, non passa certo dal trasversale Movimento 5 stelle, né da vecchi e nuovi volponi che puntualmente la classe dominante borghese mette in campo per imbrogliare e imbrigliare l'elettorato e le masse popolari e giovanili di sinistra attraverso la costruzione della “coalizione sociale” e di nuovi partiti a sinistra del PD.
Solo continuando a combattere le illusioni elettorali, governative e costituzionali, insistendo sulla tattica dell'astensionismo elettorale e la strategia delle istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, possiamo lavorare concretamente e con successo per dare le ali alla lotta di classe contro il governo del nuovo duce Renzi, il capitalismo, per il socialismo.
Dobbiamo in particolare perseverare nell’impegno per far maturare il voto astensionista come un voto dato al PMLI e al socialismo. Ci si può astenere per motivi diversi e i più disparati, tutti legittimi e efficaci, per esprimere il proprio dissenso verso i partiti parlamentari, le istituzioni rappresentative borghesi e i governi centrale, regionali e locali. È questo un astensionismo che fa paura al regime neofascista come testimoniano gli allarmi di certa stampa sia della "sinistra" che della destra borghese. Ma l'astensionismo che fa più male e lascia il segno più profondo è quello espresso consapevolmente e apertamente come voto dato al PMLI e al socialismo. Perché è con questo voto che l'elettorato di sinistra si impegna a spendere le proprie preziose energie per l'avvento del socialismo e per la conquista del potere politico da parte del proletariato, che è la madre di tutte le questioni, e senza la quale non è possibile alcun cambiamento sostanziale.


Elezioni comunali del 31 maggio 2015
DISERZIONE PROVINCIA PER PROVINCIA
(I dati non si riferiscono all'intera provincia ma solo al riepilogo per provincia della diserzione alle urne degli elettori dei comuni dove si sono tenute le elezioni comunali il 31 maggio 2015)

ProvinciaDISERTORI 2015DISERTORI PREC.DIFFERENZA 2015/PREC.
Alessandria45,028,916,1
Cuneo36,623,613,0
Novara44,729,315,5
Torino45,625,619,9
Vercelli30,420,79,8
Biella39,726,613,2
Verb-Cus.Ossola42,330,911,4
PIEMONTE43,626,517,1
Bergamo37,423,014,4
Brescia34,526,48,2
Como40,928,212,8
Cremona34,320,314,0
Mantova41,528,912,7
Milano48,629,918,7
Pavia42,428,813,6
Sondrio38,627,011,6
Varese45,329,915,4
Lecco41,325,815,5
Lodi30,318,911,4
Monza-Brianza48,428,719,7
LOMBARDIA43,528,415,2
Belluno46,040,55,4
Padova30,322,08,4
Rovigo35,728,76,9
Treviso37,829,08,8
Venezia39,530,68,9
Verona28,522,46,1
Vicenza36,327,98,4
VENETO37,729,38,4
Genova45,339,06,3
Imperia26,921,95,0
La Spezia34,532,12,4
Savona34,130,63,5
LIGURIA38,133,74,4
Ferrara35,924,211,7
Forlì33,821,012,8
Parma36,122,413,6
Ravenna41,123,517,5
Reggio Emilia39,422,117,4
EMILIA-ROMAGNA39,323,316,0
Arezzo42,627,914,7
Lucca42,230,411,8
Massa Carrara28,017,710,2
Pisa35,419,416,1
Pistoia39,829,310,5
TOSCANA41,933,58,4
Perugia21,316,44,9
Terni23,515,97,6
UMBRIA22,516,26,3
Ancona38,029,88,2
Ascoli Piceno38,121,716,4
Macerata40,728,612,1
Pesaro e Urbino29,021,87,2
Fermo36,827,29,6
MARCHE38,128,49,8
Frosinone24,219,74,5
Latina27,518,68,9
Rieti25,220,44,9
Roma33,120,612,5
Viterbo20,013,17,0
LAZIO28,819,79,1
Chieti35,828,07,8
L'Aquila33,028,54,5
Pescara22,517,64,9
Teramo35,632,03,6
ABRUZZI34,128,45,7
Campobasso45,640,35,3
Isernia40,534,06,4
MOLISE43,838,25,7
Avellino40,536,34,1
Benevento28,424,34,1
Caserta23,919,54,4
Napoli29,422,17,2
Salerno26,020,25,8
CAMPANIA28,522,16,4
Bari31,726,45,3
Brindisi29,624,55,2
Foggia34,027,56,4
Lecce28,923,06,0
Taranto24,723,80,9
Barletta-Andria-Trani28,721,47,2
PUGLIA30,524,65,9
Matera24,321,72,6
Potenza29,533,2-3,7
BASILICATA29,526,03,5
Catanzaro35,429,85,6
Cosenza38,932,86,0
Reggio Calabria37,231,55,8
Crotone31,224,56,7
Vibo Valentia33,127,45,8
CALABRIA36,330,55,8
Cagliari42,234,18,1
Nuoro32,525,27,3
Sassari29,822,87,1
Oristano32,225,76,5
Carbonia-Iglesias32,925,77,1
Medio Campidano36,928,88,2
Ogliastra28,627,90,6
Olbia-Tempio28,022,25,8
SARDEGNA34,927,77,2
ITALIA 35,126,58,6


24 giugno 2015