L'inchiesta “i treni dei gol” a Catania scoperchia l'ennesimo verminaio del calcio-scommesse
Arrestato il presidente del Catania calcio Pulvirenti
19 persone indagate per truffa e frode sportiva e giro di mazzette tra i 10 e 20 mila euro ai giocatori corrotti
Demolire il calcio capitalistico e rifondarlo su basi democratiche e popolari

Ci risiamo: a poco più di un mese dall'inchiesta “Dirty soccer” condotta dalle procure di Reggio Calabria e Catanzaro sul giro di scommesse e partite truccate nei campionati di Lega Pro, Lega Dilettanti, serie B e Coppa Italia per mano della 'ndrangheta e a tre settimane dalla clamorosa retata ordinata dalla magistratura elvetica che a fine maggio ha portato in carcere i vertici del calcio mondiale e il presidente della Fifa Joseph Blatter indagato a piede libero; il 23 giugno una nuova Calciopoli si è abbattuta sul marcio sistema del calcio capitalistico corrotto a tutti i livelli dai campionati dilettanti fino alla coppa del mondo.
Al centro del nuovo mercimonio calcistico c'è una serie di partite truccate nel campionato di serie B che riguardano soprattutto il Catania calcio e un vorticoso giro di scommesse milionarie.
L'inchiesta denominata “i treni dei gol”, perché i calciatori avversari da corrompere erano indicati come treni in arrivo mentre gli “orari di arrivo” indicavano le maglie che i calciatore avrebbero indossato in campo, è condotta dalla procura di Catania. Con l’accusa di truffa e frode sportiva sono state arrestate sette persone: ai domiciliari sono finiti il presidente della squadra etnea Antonino Pulvirenti, imprenditore con interessi vastissimi fra cui alberghi, supermercati e la compagnia aerea WindJet; l’amministratore delegato Pablo Cosentino e l’ex direttore generale Daniele Delli Carri, ex calciatore del Torino e della Fiorentina che secondo i Pubblici ministeri (Pm) quando giocava rientrava nella famigerata scuderia di Alessandro Moggi.
Oltre ai vertici della società la Procura catanese contesta gli stessi reati anche a due procuratori sportivi: Pietro Di Luzio (tesserato del “Genoa Cricket and Football Club”) e Fernando Arbotti, noto procuratore sportivo e agente Fifa, che di volta in volta si mettevano d’accordo con i gestori di scommesse on-line Giovanni Luca Impellizeri e Fabrizio Milozzi.
Altre 12 persone risultano indagate a piede libero. Nove di queste sono giocatori con alla testa Alessandro Bernardini del Livorno, Riccardo Fiamozzi del Varese, Luca Pagliarulo e Antonio Dai del Trapani e Matteo Bruscagin del Latina. Mentre gli altri tre sono dirigenti del Messina Calcio tirato in ballo per una partita contro l’Ischia e che vede coinvolti fra gli altri il proprietario della squadra Pietro Lo Monaco, il direttore sportivo Fabrizio Ferrigno e l’amministratore delegato Alessandro Failla.
Cinque le partite incriminate: Catania-Livorno, Catania-Trapani, Catania-Latina, Catania-Ternana, Catania-Varese, finite tutte con quattro vittorie e un pareggio a favore della formazione etnea, che hanno consentito il “miracolo salvezza” al Catania. Accertamenti in atto anche su Catania-Avellino.
Secondo gli inquirenti i reati sono stati commessi per salvare il Catania dalla retrocessione ma anche per realizzare ingenti vincite con le scommesse e pagare i corrotti. Per questo sono scattate perquisizioni a Catania, Roma, Chieti e Campobasso sia nelle abitazioni degli arrestati che nella sede della società etnea.
Secondo la Procura, Impellizzeri era uno degli scommettitori che metteva a disposizione ingenti risorse finanziarie per “pagare i favori dei partecipanti alle manifestazioni sportive”. Come nel caso di Catania-Trapani. Pulvirenti telefonava a Impellizzeri e gli specificava che non doveva occuparsi della consegna del denaro ma doveva svolgere solo il suo compito con le scommesse. E i due si incontravano poi per concordare le scommesse da effettuare sulle gare. “Ma non esagerare però!”, si raccomandava pure. Impellizzeri è il padre del socio di maggioranza di una società di scommesse on line, la Bet Pro Sicilia (la Betpro.it è uno degli sponsor del Catania) e i favori che procurava alla società etnea erano ricambiati da Pulvirenti con 16 abbonamenti per assistere alle gare interne del Catania. Un mercimonio di cui Impellizzeri si vantava al telefono non sapendo di essere intercettato: “Se non ci pensavamo noi per queste cinque partite, eravamo retrocessi veramente... Sono proprio scarsi questi giocatori... Ho caricato pure..altre 1.500 euro con la carta di credito...e non li ho potuti manco giocare ...comunque viva lo sport”.
I Pm di Catania parlano di una vera e propria associazione per delinquere risalente al marzo 2015, periodo in cui a seguito della sconfitta esterna con la Virtus Entella, i vertici della società etnea avvicinarono alcuni degli indagati per truccare le partite. “L’inchiesta nasce dal fatto che Pulvirenti, pressato dai tifosi, temeva per la sua incolumità e perciò si è rivolto alla magistratura”, ha detto il procuratore di Catania Giovanni Salvi in conferenza stampa. Poi dalle intercettazioni telefoniche è emerso tutt’altro scenario che ha portato gli investigatori a scoprire le cinque partite comprate pagando tra i 10 e i 20 mila euro per ogni calciatore avversario corrotto per un totale di oltre 100 mila euro a partita.
A destare particolare attenzione da parte degli inquirenti è la partita Latina–Catania del 19 aprile scorso finita 2 a 1 per i siciliani. In un comunicato stampa la società pontina, di cui è presidente e proprietario di fatto l’On. Pasquale Maietta, tesoriere alla Camera del gruppo parlamentare del partito Fratelli d’Italia-AN, esprime “massima fiducia e considerazione nell’operato degli organi inquirenti statali e federali” specie nei confronti dell’attuale presidente della Lega di serie B, Andrea Abodi, uomo a suo tempo vicino all'ex governatore del Lazio, il fascista Francesco Storace, che circa dieci anni fa lo aveva nominato ai vertici di ARCEA SpA, la società che avrebbe dovuto gestire il gigantesco affare da quasi tre miliardi di euro legato alla realizzazione del Corridoio Tirrenico Meridionale tra Roma e Formia. ARCEA, messa in liquidazione lo scorso anno dalla Giunta Zingaretti, aveva come azionista di maggioranza la Regione Lazio e tra i suoi soci c’erano il gruppo Autostrade SpA dei Benetton, la So​.Co​.Stra​.Mo. di Erasmo Cinque (altro uomo vicino alla destra), il C.C.C. della Lega delle Cooperative e il Monte dei Paschi di Siena.
Maietta, assessore al Bilancio del comune di Latina prima di diventare deputato, ha ripetutamente pagato il conto della società di calcio per lavori eseguiti senza gara, senza selezione delle ditte e senza progetto, ma solo sulla base di una sorta di lista della spesa compilata proprio dall’Unione Calcio Latina: i soldi venivano accreditati direttamente sul conto dell’allora presidente Paola Cavicchi (oggi co-Presidente insieme al deputato-tesoriere). La squadra era appena salita in serie B e bisognava fare in fretta i lavori di adeguamento degli impianti per rispettare le prescrizioni della Federazione e dalla Lega di serie B.
Abodi che oggi con grande faccia tosta dichiara che gli arresti di Catania “sono peggio di una coltellata, ma che comunque il campionato non sarà invalidato”, nel febbraio scorso fu tirato in ballo da Claudio Lotito, presidente di Lazio e Salernitana (ma anche presidente occulto di Brescia e Bari) nonché consigliere Figc, che in una telefonata registrata dal direttore sportivo dell'Ischia Isolaverde, Pino Iodice, disse: “Andrea, dobbiamo cambiare… Se me porti su il Carpi… Una può salì… Se mi porti squadre che non valgono un c… Noi fra due o tre anni non c’abbiamo più una lira. Perché io quando vado a vendere i diritti televisivi — che abbiamo portato a 1,2 miliardi grazie alla mia bravura, sono riuscito a mettere d’accordo Sky e Mediaset, in dieci anni mai nessuno — fra tre anni se c’abbiamo Latina, Frosinone, chi c… li compra i diritti? Non sanno manco che esiste, Frosinone. Il Carpi… E questi non se lo pongono il problema!”
Per la cronaca il Carpi e il Frosinone sono state appena promosse in serie A; il Latina, lo scorso anno, perse la promozione nei play off con il Cesena e il Catania quest’anno si è salvato al novantesimo minuto. Mentre Abodi non ha mai querelato Lotito per le sue dichiarazioni.
Gli scandali sul calcio corrotto che ormai in modo cronico investono tutti i livelli di governo del pallone a livello nazionale, europeo e mondiale a partire dalla famigerata inchiesta sul calcio scommesse degli anni '80 passando per “Calciopoli”, “Last bet” e “Dirty soccer” e su su fino alla cricca mondiale di Blatter, tanto per citare i casi più eclatanti, confermano che il mondo del calcio e delle tv commerciali fanno parte della stessa macchina di profitto capitalistico, dove a spadroneggiare sono gli interessi economici dei vari potentati economici e lobby del pallone e non certo la passione sportiva degli spettatori e dei tifosi che vengono quotidianamente strumentalizzati e truffati grazie alla complicità e alla connivenza di governanti e dirigenti, giocatori e arbitri corrotti che pilotano i campionati e le partite in inquietante contiguità col malaffare e la delinquenza organizzata.
È la prova provata che ormai il calcio capitalistico è completamente marcio, corrotto e diseducativo ed è perciò irriformabile. Esso va cancellato e rifondato su basi democratiche e popolari. Un calcio esclusivamente pubblico, senza intrusione diretta o indiretta di privati, gestito direttamente dai tifosi e in cui i giocatori siano pagati con stipendi da lavoratori. Le partite devono essere trasmesse gratuitamente in televisione e i prezzi dei biglietti agli stadi devono essere a prezzi popolari. Come indica il Programma d'azione del PMLI, il sistema sportivo pubblico deve favorire e sviluppare lo sport dilettantistico e non agonistico. Lo sport come diritto inalienabile e occasione formativa per i giovani, per migliorare la qualità della vita di tutti, compresi gli anziani e i disabili.

1 luglio 2015