“Mafia Capitale”
Gabrielli grazia la giunta Marino
Il prefetto di Roma scarica tutto sui dirigenti

37 arresti e 76 indagati nelle prima trance dell'inchiesta andata in onda il 2 dicembre 2014; altri 44 arrestati e 22 indagati il 4 giugno scorso fra cui figurano vari boss politici sia di destra che di “centro-sinistra” e soprattutto del PD, il partito di maggioranza relativa che esprime anche il sindaco; decine fra parlamentari, assessori, consiglieri, funzionari e alti dirigenti del Campidoglio e dei vari Municipi corrotti e finiti in galera o indagati a piede libero per reati gravi e infamanti che vanno dall'associazione mafiosa alla corruzione aggravata, dalla turbativa d'asta al finanziamento illecito dei partiti fino alla ricettazione, trasferimento fraudolento di valori e false fatturazioni; una girandola di appalti truccati per oltre 98 milioni di euro; tangenti accertate per 500 mila euro e decine di assunzioni raccomandate a favore di parenti e amici degli amici nelle varie società partecipate del comune a comincaire dall' Ama, Multiservizi, Ente Eur e Marco Polo e un'intera città devastata dalla corruzione e dalla mafia: tutto ciò non è ancora sufficiente secondo il prefetto di Roma Franco Gabrielli e il procuratore Giuseppe Pignatone per chiedere lo scioglimento dell'amministrazione capitolina e mettere fine al criminale sodalizio fra il Campidoglio e la cupola di Mafia capitale guidata dal boss delle cooperative del PD e ex galeotto Salvatore Buzzi e dal suo sodale Massimo Carminati, ex terrorista dei Nar e componente della Banda della Magliana.
Nelle 100 pagine di relazione consegnate l'8 luglio al ministro degli Interni Alfano, con allegato il fascicolo di 834 pagine redatto dalla Commissione di accesso nominata dal suo predecessore Giuseppe Pecoraro, l'ex capo della Digos e ex direttore del servizio centrale antiterrorismo, imposto da Renzi e Alfano a capo della prefettura di Roma il 2 aprile scorso, scarica tutte le colpe sui dirigenti capitolini chiedendo la rimozione di 21 di loro; impone lo scioglimento del Municipio di Ostia e il commissariamento di cinque dipartimenti (Verde, Sociale, Patrimonio, Scuola e LavoriPubblici); dispone l'annullamento di numerose determine che riguardano l'Ama e altre partecipate come Multiservizi, Ente Eur e Marco Polo; ma scagiona da ogni responsabilità politica, morale e giudiziaria il neopodestà del PD Marino e la sua giunta e sentenzia che, nonostante l'accertamento di una criminale simbiosi tra “Mafia Capitale” e l'amministrazione capitolina nata col sindaco fascista Gianni Alemanno e proseguita anche dopo l'insediamento della nuova giunta guidata da Ignazio Marino: “le evidenze raccolte non consentano l'applicazione della misura dello scioglimento dell'organo dell'Ente Locale”.
Una decisione a dir poco in contrasto con la drammatica realtà politico-affaristico-mafiosa che attanaglia Roma, che dà l'idea di un giudizio sospetto, probabilmente dettato dai piani alti di Palazzo Chigi e del Viminale che si basa unicamente sulla “convinzione personale” di Gabrielli secondo il quale Marino avrebbe dato “inequivocabili segnali di discontinuità” rispetto all'amministrazione di Alemanno. Parole che confliggono con la raccomandazione espressa dallo stesso Gabrielli quando chiede l’immediata rimozione dell’attuale segretario e direttore generale del Comune di Roma, Liborio Iudicello, ex segretario del premier Renzi alla Provincia di Firenze, già convolto nel processo per danno erariale della Corte dei conti contro le spese folli di Renzi quando era a capo di Palazzo Medici Riccardi, nominato segretario generale del Campidoglio sette anni fa da Alemanno e confermato da Marino nonostante le “gravi inefficienze nella sua funzione di controllo”. Proprio a Iudicello, che si è dimesso poche ore dopo la consegna della relazione, l'attuale sindaco di Roma ha di fatto delegato anche la scelta degli uomini da piazzare nei gangli vitali dell’Amministrazione la maggior parte dei quali poi sono finiti in galera e/o indagati a piede libero nelle varie inchieste di Mafia capitale.
Lo stesso discorso vale per Mattia Stella, stretto collaboratore di Marino e responsabile dell'attuazione del programma e dei rapporti con le realtà economiche e sociali, dimissionario dal 10 luglio dopo la conferma che anche con lui Buzzi aveva stretto un “rapporto privilegiato” per “valorizzare Mattia e legarlo di più a noi”.
Dunque, altro che “discontinuità”! La verità è che Marino ha continuato sulla scia di Alemanno e ha utilizzato perfino gli stessi uomini per assegnare tutti gli appalti senza gara e per “somma urgenza” a Buzzi e Carminati e perciò si deve immediatamente dimettere!
Tra l'altro le conclusioni di Gabrielli risultano in piena contraddizione anche con quanto accertato dalla Commissione di accesso insediata dal suo predecessore Pecoraro. “Il collegio - si legge nella relazione della Commissione depositata lo scorso 16 giugno - ritiene opportuno rammentare, sulla scorta della giurisprudenza amministrativa, che l'articolo 143 del Testo Unico delle leggi sugli Enti Locali subordina lo scioglimento (per infiltrazione mafiosa, ndr) all'esistenza di una condizione di infiltrazione criminale sull'Ente Locale nel suo complesso. Tale situazione può dunque sussistere anche quando la curvatura degli interessi della delinquenza mafiosa, non coinvolga tutti o la gran parte degli amministratori o anche quando gli amministratori non si siano rivelati in grado di opporsi efficacemente... L'infiltrazione della criminalità organizzata - sottolinea ancora la Commissione - è stata pervasiva durante l'intero mandato della giunta Alemanno ma anche nel momento in cui subentra la giunta Marino il sodalizio mafioso Buzzi-Carminati dimostra la capacità di adeguarsi al nuovo contesto politico, riuscendo in breve a ottenere significativi vantaggi. Il condizionamento si è realizzato secondo schemi e copioni non intaccati dal cambio di amministrazione determinato dalla giunta ed avrebbe portato non solo a determinare l'esito delle procedure di appalto, ma anche ad orientare le scelte dei vertici di società partecipate da Roma Capitale”. Ragione per la quale, a giudizio della Commissione di accesso, ci sarebbero le condizioni “per l'applicazione di tutte le misure contenute nell'articolo 143 del Testo Unico delle leggi sugli Enti Locali”, tra cui “lo scioglimento dell'organo consiliare di Roma Capitale per infiltrazioni mafiose”.
Sul fronte opposto le conclusioni di Gabrielli che concorda con le conclusioni della Commissione di accesso solo per il periodo della giunta Alemanno durante il quale: “emerge un quadro dell'amministrazione locale devastato e devastante. Senza entrare nel merito della posizione del sindaco Alemanno, incolpato di essere un intraneo di Mafia Capitale oltre che di corruzione, va sottolineato come gli esiti dell'indagine dimostrino una reiterata curvatura delle scelte degli organi di indirizzo politico-amministrativo alle esigenze e agli interessi di quell'organizzazione criminale”. Mentre l'attuale giunta guidata da Marino avrebbe dato, secondo Gabrielli, segnali di rottura con il passato. “Va evidenziato – si legge nella relazione - come la giunta Marino abbia dato alcuni precisi e non trascurabili segnali di discontinuità”. Pertanto, sentenzia il prefetto: “Non appare irragionevole ritenere che gli elementi emersi su Roma Capitale riferiti alla sua gestione sotto la giunta Marino, pur presentando i caratteri di rilevanza e concretezza non riuniscano l'indispensabile tratto di univocità che consenta di escludere in toto letture anfibologiche delle situazioni riscontrate. Si è pertanto dell'avviso che, allo stato, le evidenze raccolte non consentano l'applicazione della misura dello scioglimento dell'organo dell'Ente Locale”.
Come è stato costretto ad ammettere lo stesso Gabrielli, l'unica vera differenza fra Alemanno e Marino riguarda il metodo e non certo la sostanza. Nel senso che durante «la giunta Alemanno» Buzzi e Carminati usavano «come strumento principe l'intimidazione mafiosa» mentre durante l'amministrazione Marino «la disponibilità di amministratori e dipendenti pubblici viene acquisita attraverso la corruzione».
Altro che “discontinuità”: cambia solo lo scenario, ma la musica e i suonatori sono sempre gli stessi! Anzi peggio: perché si potrebbe pensare che mentre con Alemanno “Mafia capitale” doveva ricorrere alle minacce per ottenere gli appalti, con Marino addirittura erano gli stessi amministratori che glieli servivano su un piatto d'argento in cambio di laute mazzette che arrivavano fino a 5 mila euro al mese e anche oltre.
Evidentemente, dopo la grande “mungitura” di Buzzi e Carminati, la “mucca” del Campidoglio ha bisogno secondo Gabrielli solo di un po' di riposo prima di tornare a distribuire “latte”; magari non appena i riflettori dell'inchiesta giudiziaria si saranno affievoliti, magari già a partire dagli appalti per l'organizzazione del prossimo Giubileo straordinario che si aprirà il prossimo 8 dicembre.
Ecco perché Marino e la sua giunta, nonostante siano stati gravemente azzoppati dalle inchieste giudiziarie, sono stati di fatto graziati dal governo del nuovo duce Renzi. Ecco perché la “devastante corruzione” che avviluppa il Campidoglio a tutti i livelli con oltre 200 fra arrestati e indagati per associazione mafiosa e corruzione aggravata nel giro di appena sei mesi; una giunta che continua a perdere pezzi, con vari dipartimenti e municipi commissariati, gare annullate, decine di dirigenti corrotti e trasferiti d'ufficio e tutto il PD romano, il partito del sindaco e di maggioranza relativa, messo sotto tutela, non costituiscono elementi sufficienti per decretare lo scioglimento del comune di Roma per mafia.

Gli arrestati, indagati e coinvolti in “Mafia Capitale”

Agostinelli Giovanna
Funzionario della Regione Lazio. È accusata di aver fornito false dichiarazioni ai pm nel tentativo di coprire Maurizio Venafro.
Alemanno Gianni
Già indagato nella prima tranche dell'inchiesta è accusato di aver chiesto e ottenuto sostegno elettorale anche agli uomini della cosca 'ndranghetista dei Mancuso di Limbadi. Negli atti dell'inchiesta è scritto che: "a fronte di una richiesta di sostegno da parte di Alemanno, sin dalla fine del mese di marzo 2014, in vista delle elezioni europee del 25 maggio 2014, Buzzi aveva espressamente richiesto, tramite Giovanni Campennì, appoggio all'organizzazione criminale calabrese (di cui quest'ultimo è ritenuto espressione), per procurare voti all'ex sindaco di Roma". Si tratta di: “Un ulteriore tassello idoneo a corroborare il rapporto di reciproco riconoscimento tra le due organizzazioni – politica e mafiosa conclude il giudice - costituito dai riscontri intercettivi effettuati in occasione delle elezioni del Parlamento Europeo 2014, che hanno visto il politico Giovanni Alemanno, candidato nella lista 'Fratelli d’Italia - Alleanza Nazionale', nella circoscrizione Sud”.
Andrini Stefano
Dirigente di Ama Multiservizi. Con Luca Gramazio discute della nomina dell’amministratore delegato di Ama. Stando all’accusa, Gramazio intendeva avere in quel ruolo una persona di fiducia del clan.
Cancellieri Annamaria
Ex ministro dell’Interno e della Giustizia. Citata in un’intercettazione da Odevaine a proposito del centro di accoglienza di Mineo: "Lei mi disse...va bene se lei mi trova un soggetto...pubblico...che faccia da interfaccia tra il Ministero e i privati che lo gestiscono, perché noi non vogliamo direttamente fare una gara".
Caprari Massimo
Arrestato. Capogruppo di Centro Democratico, formazione creata dall’ex democristiano Bruno Tabacci e a Roma alleata con Marino. Anche per lui remunerazione costante e l'assunzione di un amico. Secondo il Gip Costantini, il “prezzo” che “Mafia capitale” gli ha pagato allo “scopo di formare il consenso politico e istituzionale per il riconoscimento di debiti fuori bilancio” era “la promessa di una remunerazione costante” (quantificabile in circa mille euro al mese) e "l' assunzione" di una persona da lui segnalata.
Carlini Andrea
Funzionario del Comune di Roma e amministratore unico della società Segni di Qualità di cui Pedetti è legale rappresentante. Si interessa – stando alle intercettazioni di Buzzi – dell’acquisto di due appartamenti nell’ambito degli accertamenti sulla emergenza alloggiativa.
Castiglione Giuseppe
Sottosegretario all’Agricoltura nel governo Renzi in quota Ncd. Indagato dalla procura di Catania per turbativa d’asta sull’appalto per la gestione del Cara di Mineo. In "Mafia Capitale", di lui parla Odevaine sempre a proposito del centro per rifugiati di Mineo.
Cola Mario
Dipendente del dipartimento di Pedetti finito agli arresti domiciliari.
Cologgi Patrizia
Ex collaboratrice del ministro Kyenge, ex capo del dipartimento della protezione civile di Roma e attuale coordinatrice del dipartimento delle Politiche della Famiglia presso Palazzo Chigi. Indagata per corruzione per illeciti nel creare un vantaggio a Luca Odevaine, impegnato nella manipolazione degli appalti legati al centro di accoglienza profughi di San Giuliano di Puglia.
Coratti Mirko
Arrestato. Presidente PD del consiglio comunale dimessosi a dicembre dopo la prima ondata di arresti; ex Dc, ex Udeur, ex Forza Italia; Coratti alle ultime elezioni era stato tra i più votati nel PD. Nella scorsa consiliatura, con Alemanno sindaco, era stato vicepresidente dell’Assemblea e vicepresidente della Commissione patrimonio. In quella precedente, con Veltroni sindaco, fu eletto con l’Udeur ed era stato presidente dell’Assemblea.
D'Amato Alessio
Funzionario della Regione Lazio e capo regia tecnica sanità. È citato nelle intercettazioni tra Buzzi e Massimo Carminati come un soggetto legato a società che avevano interessi nell’appalto Recup.
Di Giovine Mirella
Ex direttore del Dipartimento Patrimonio del Campidoglio, indata a piede libero.
Errico Gabriella
Presidente della coop "Un Sorriso". Indagata. Secondo la Procura di Roma assieme a Buzzi e Carminati avrebbe turbato il regolare svolgimento di un bando di gara per l’assegnazione di servizi presso i residence di Valcannuta e Montecarotto.
Figurelli Franco
Capo segreteria di Coratti. Era a libro paga di “Mafia Capitale” per consentire alle coop di Buzzi di ottenere appalti con Ama. Stando all’accusa avrebbe ricevuto uno stipendio di 1.000 euro al mese.
Fiscon Giovanni
Ex amministratore delegato di Ama. Corrotto allo scopo di creare un vantaggio patrimoniale alle cooperative di Buzzi. In particolare, ha consentito al braccio imprenditoriale di "Mafia Capitale" di continuare ad accaparrarsi appalti con Ama anche dopo Panzironi.
Francati Mauro
Dipendente della cooperativa 29 Giugno Servizi dal 20/05/2014 al 30/09/2014. E’ nella lista di assunzioni sospette che Luca Gramazio avrebbe richiesto a Buzzi.
Gramazio Luca
Ex consigliere capogruppo PDL in consiglio comunale e poi in Regione, figlio di Domenico detto “Er Pinguino” esponente storico della destra fascista romana (MSI, AN, PDL). Primo fra gli eletti del suo partito nel 2013, già indagato per associazione mafiosa, corruzione aggravata e illecito finanziamento, è anche accusato di “avere fatto parte di una associazione di stampo mafioso guidata da Buzzi e Carminati e operante su Roma e nel Lazio, che si avvale della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti di estorsione, di usura, di riciclaggio, di corruzione di pubblici ufficiali e per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione e il controllo di attività economiche, di concessioni, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici”.
Guidoni Matteo
Candidato non eletto assunto dal 20/05/2014 al 30/09/2014 presso la cooperativa 29 Giugno Servizi. È nella lista di assunzioni sospette che Luca Gramazio avrebbe richiesto a Buzzi.
Liburdi Andrea
Consigliere del II Municipio ex capogruppo di FI. Assunto dal 01/12/2014 al 30/11/2015 presso la 29 Giugno. È nella lista di assunzioni sospette che Luca Gramazio avrebbe richiesto a Buzzi.
Logorelli Clelia
Responsabile parchi e giardini di Eur Spa, indagata a piede libero.
Longo Elisabetta
Funzionaria della Regione Lazio. Anche lei risponde di false dichiarazioni ai pm, salvo poi chiarire ai pubblici ministeri che fu Maurizio Venafro a imporre che nella lista dei commissari che avrebbero dovuto decidere sull’aggiudicazione dell’appalto Recup, fosse presente il nome di Angelo Scozzavafa, legato a "Mafia Capitale".
Lupi Maurizio
Ex ministro alle Infrastrutture di Ncd dimissionario in seguito alle polemiche sull’inchiesta fiorentina sui grandi appalti. Citato in un’intercettazione tra Odevaine e il suo commercialista di fiducia: "Comunione e Liberazione appoggia Alfano (...) sono i principali finanziatori di tutta questa roba (...) e ci sta dentro Lupi".
Luzzi Tommaso
Ex ad di Astral e sindaco di Sacrofano di centrodestra. Indagato per associazione di tipo mafioso in "Mafia Capitale" 1. La sua candidatura è stata sostenuta da Buzzi attraverso l’interessamento di Luca Gramazio in cambio di appalti.
Magrini Guido
Direttore del dipartimento Politiche sociali alla Regione Lazio. Ai domiciliari accusato di corruzione in merito "alla determinazione con cui veniva destinata a Roma Capitale la somma di 7.182.003 euro per la realizzazione di interventi per il contrasto del disagio abitativo".
Marchini Alfio consigliere comunale. Nelle carte si parla della mediazione di Carminati per organizzare un incontro tra lui, Luca Gramazio e altre persone. L’incontro avviene, ma Marchini sostiene di non aver mai avuto nessun tipo di contatto con Carminati.
Marino Ignazio Il neopodestà PD della Capitale. Prima della pubblicazione del book fotografico con gli scatti insieme a Buzzi in piena campagna elettorale, aveva sempre smentito di aver conosciuto il boss delle Coop 29 Giugno che tra l'altro gli ha versato un contributo di 30mila euro. Marino, dal canto suo, promise che avrebbe devoluto alla cooperativa il suo primo stipendio da sindaco.
Marinelli Angelo
Membro della segreteria politica di Ozzimo agli arresti domiciliari.
Marroni Umberto
Deputato Pd. Citato da Buzzi al telefono con Fiscon a proposito del ruolo di quest’ultimo alla guida dell’Ama: "...allora ho parlato a lungo, ho parlato con Marroni e poi ho parlato con Ozzimo che va in giunta, poi abbiamo avvisato Giansanti, Coratti, D’Ausilio insomma, però la cosa importante è Sel (fonetico), se riusciamo a sbloccare con loro è fatta!".
Menichelli Sergio
Sindaco di Sant’Oreste. É tra i trentasette arrestati. Ha ricevuto 30.000 euro per aver affidato illecitamente alla cooperativa 29 giugno la gestione della raccolta differenziata nel suo Comune. 
Nacamulli Michele
Esponente romano del Partito democratico nonché collaboratore di Salvatore Buzzi. È accusato di concorso in corruzione di Magrini (direttore Dipartimento politiche sociali della Regione), Ozzimo (assessore alla Casa del Comune) e Pedetti (consigliere Pd e presidente Commissione patrimonio pubblico e politiche abitative), nella vicenda legata all’emergenza alloggiativa cui era interessata "Mafia Capitale".
Nieri Luigi
Vicesindaco di Roma. Buzzi lo considera un buon interlocutore per arrivare a Marino: "E mo' vedemo Marino, poi ce pigliamo e misure con Marino", spiega durante una conversazione con Emilio Gammuto: "Va bè mo’ Marino tramite Luigi Nieri con.. no..".
Nucera Calogero Salvatore
Ex capo segreteria di Francesco D’Ausilio quando era capogruppo del PD in consiglio comunale a Roma, indagato a piede libero.
Odevaine Luca
Membro del coordinamento nazionale sull’accoglienza profughi. Ex vicecapo di gabinetto del sindaco Veltroni. Arrestato. Si faceva versare le tangenti su conti segreti di moglie e figlio. È considerato il "moltiplicatore di profughi da destinare al centro di Buzzi" per fargli guadagnare di più. Per tutto questo ha percepito da "Mafia Capitale" almeno 5.000 euro al mese. Ha svolto un ruolo “molto attivo” anche nella manipolazione degli appalti sul centro di Mineo, in Sicilia. Odevaine è stato anche consigliere del ministro dei Beni culturali Giovanna Melandri.
Ozzimo Daniele
Ex assessore PD alla Casa del Comune di Roma. Iscritto al PDS dal 1994. Arrestato per corruzione aggravata con l'accusa di aver ricevuto 20mila euro da Buzzi per l’ultima campagna elettorale.
Paone Brigidina
Collaboratrice dell’assessorato alla Casa del Comune di Roma agli arresti domiciliari. Già candidata alle primarie Pd del 2007 nella lista "Sinistra e Sociale per Veltroni con Zingaretti", ex dipendente comunale andata in pensione, rientra in Campidoglio perché "assunta per chiamata diretta dalla Giunta Marino". Ed è proprio la Paone, scrivono gli investigatori, il "soggetto funzionale alla presentazione e alla successiva approvazione di emendamenti in seno al Consiglio Comunale, per ottenere una riduzione dell’80% sul valore di vendita di alcuni immobili pubblici in dismissione, tra cui la sede della cooperativa 29 Giugno di via Pomona nr. 63, e di via del Frantoio, in Roma". Buzzi farà un affare. L’operazione, però, "c’ha un prezzo", spiega Buzzi. "Il prezzo è la figlia della Paone che ce chiamerà". E che poi verrà assunta.
Panzironi Franco
Ex amministratore dell’Ama. Piega la sua funzione amministrativa ai diktat dell’organizzazione mafiosa. Inoltre, consente alle cooperative riconducibili a Buzzi di fare man bassa di appalti. Ai magistrati starebbe fornendo dettagli sull’organizzazione criminale.
Patanè Eugenio
Consigliere regionale del Lazio. Indagato per turbativa d’asta e illecito finanziamento. Ha ricevuto finanziamenti illeciti per diecimila euro. Secondo gli inquirenti ha preso quei soldi per pilotare gli appalti regionali. 
Pedetti Pierpaolo
Arrestato. In politica col PDS dai tempi dell’università (Roma Tre), membro della segreteria regionale del PD, area dalemiana. Eletto consigliere comunale nel 2013, in qualità di presidente della Commissione Patrimonio e politiche abitative è ritenuto il "punto di riferimento" del gruppo riconducibile a Buzzi e Carminati "per tutto ciò che concerne Patrimonio e politiche abitative e progetti speciali". Al politico sono date "utilità in cambio di favori elargiti".
Perina Marco
ex vicepresidente del XX Municipio. Gli inquirenti lo definiscono "persona in contatto con Carminati". 
Picierno Pina
Eurodeputata del Pd. Ricevette, per la sua campagna elettorale, mille euro da parte di una coop finita nei brogliacci dell’inchiesta. 
Poletti Giuliano
Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali. È stato “immortalato” nella foto scattata durante una cena nel 2010, quando siede a tavola con molti dei protagonisti dello scandalo di “Mafia Capitale”.
Politano Walter
Dirigente del Comune. Buzzi chiede al vice sindaco, Luigi Nieri, che sia nominato a capo di un Dipartimento così da fare gli interessi delle cooperative.
Quarzo Giovanni
Presidente della commissione Trasparenza del Comune di Roma. Indagato per associazione di tipo mafioso, secondo gli inquirenti chiede aiuti agli uomini di Carminati per ottenere la Commissione Trasparenza, organo che controlla la regolarità degli appalti e dei lavori dell’Assemblea capitolina. 
Rendina Paolo
Presidente del circolo di Forza Italia Magliana. Assunto dal 20/05/2014 al 30/09/2014 presso la 29 Giugno. È nella lista di assunzioni sospette che Luca Gramazio avrebbe richiesto a Buzzi.
Rutelli Francesco
Ex sindaco di Roma. Citato in una conversazione tra due collaboratori di Buzzi: “Beh, Rutelli per noi no, perché noi abbiamo cominciato a cresce con lui...perché con il fatto che ci fu il Giubileo nell’anno del 2000 che c’erano una marea di soldi a disposizione...un fiume di denaro...”.
Salvatori Emanuela
Ex responsabile dell’ufficio Rom del Campidoglio. Arrestata. Nel 2012, per ottenere “l’allargamento dell’allargamento” del campo nomadi di Castel Romano (affare da 5 milioni di euro) Buzzi fa pressioni su di lei. Ed è lei che segue la pratica per i lavori al campo, e che richiede a Buzzi “giustificazioni contabili, anche fittizie, da allegare alla documentazione”, al fine di giustificare l’allargamento.
Sammarco Gianni
Deputato e coordinatore romano di Ncd. Tramite lui Buzzi e Carminati cercano un contatto con il boss del Ncd Angelino Alfano finalizzato a una gara d’appalto che riguarda il Cara di Mineo. “Co' Alfano ce parla tutti i giorni, come glie pare.. dovete solo arriva’ lì... qualcuno che... io non ce posso anda’... Sammarco lo chiama al telefono lo chiama... alza il telefono e chiama Alfano, te lo garantisco!”. 
Sassoli David
Eurodeputato del Pd. Nell’elenco dei candidati preferiti da Buzzi e Carminati all’epoca della corsa al Campidoglio il suo nome compare subito dopo quelli di Umberto Marroni e Alfio Marchini. 
Schina Mario
Ex responsabile del Decoro Urbano per la giunta Veltroni. È finito in carcere con l’accusa di essere l’"intermediario" di "Mafia Capitale". Ruolo per il quale ha percepito 1.500 euro mensili.
Sciascia Emiliano
Presidente del IV Municipio. Ha ricevuto in campagna elettorale 4.200 euro dalle coop riconducibili a Buzzi. 
Scozzafava Angelo
Direttore del dipartimento Promozione dei Servizi Sociali del Campidoglio. Responsabile anti-corruzione e trasparenza della S. Andrea, una delle principali aziende ospedaliere del Lazio arrestato per associazione di tipo mafioso. Da lui passano le pratiche relative ai campi nomadi. Per i Pm "le indagini hanno evidenziato l’ipotesi di una remunerazione della sua attività da parte del gruppo criminale con la promessa dell’assegnazione di un appartamento in una cooperativa". È legato a doppio filo con "Mafia Capitale" e viene inserito da Maurizio Venafro, ex capo di gabinetto del governatore Nicola Zingaretti, nella lista dei commissari che avrebbero dovuto decidere sull’appalto del Recup. 
Stefoni Fabio
Sindaco di centrodestra di Castelnuovo di Porto che ospita il centro per rifugiati. Indagato per corruzione aggravata e illecito finanziamento. É ai domiciliari per atto contrario ai doveri di ufficio poiché per i Pm ha accettato "...la promessa di ricevere la corresponsione della somma di 50 centesimi per immigrato al giorno e riceveva la corresponsione di una somma di denaro non inferiore a 10mila euro".
Stella Mattia
Caposegreteria del sindaco Marino, dimissionario. Per provare a condizionare la giunta Marino, Buzzi stringe i legami con lui e in una conversazione tra con Guarany sottolinea la necessità di "valorizzare Mattia e legarlo di più a noi".
Tassone Andrea
Presidente PD del X Municipio. Arrestato. In politica dal 1994 è un ex Ppi che nel 2001 ha fatto parte della segreteria della Margherita e nel 2007 è stato cooptato nella direzione romana del PD. Secondo gli inquirenti ha ricevuto 30 mila euro in cambio di una serie di favori a Buzzi e Carminati per la gestione di alcune spiagge di Ostia. Il suo nome spunta anche in una conversazione tra Buzzi e Alessandra Garrone: "Gli ho detto a Tassone: fatti dare tutto il milione e facciamo l’operazione, invece di darli al Comune... la famo... la fai tu... e la intesti a noi... e l’ho quasi convinto... Non c’è maggioranza o opposizione, Tassone è mio”.
Tredicine Giordano
Consigliere comunale, vicepresidente dell’assemblea capitolina e vice coordinatore di Forza Italia nel Lazio. Arrestato. Rampollo della discussa famiglia di venditori ambulanti che detengono il monopolio delle licenze per la gestione dei chioschi e camion-bar di Roma (circa 40 su 70 quelle mobili, almeno 150 su 300 di quelle fisse). Secondo il Gip che ha disposto per lui i domiciliari, si era messo al servizio di Buzzi e Carminati, in cambio di "continue erogazioni" di denaro.
Turella Claudio
Responsabile del servizio di Programmazione e Gestione Verde Pubblico del Comune di Roma con la Giunta Alemanno. Arrestato. Grazie a lui Buzzi e Carminati si aggiudicano anche gli applati per gli interventi sul verde pubblico. Secondo gli inquirenti è "a disposizione del sodalizio" per favorire le coop nelle gare comunali. Il suo nome comparirebbe nel "libro nero" della contabilità parallela tenuto da Nadia Cerrito. Turella, stando all’informativa del Ros, vantava un credito nei confronti di Buzzi per averlo agevolato nell’assegnazione dei lavori relativi all’emergenza neve di qualche anno fa. 
Varvazzo Paola
Ex assessore regionale della Giunta Zingaretti. Secondo l’informativa dei Ros, la Varvazzo fornì documenti a Buzzi, riguardanti il giudice del Tar Sandulli che aveva sospeso un appalto vinto dalle coop di Buzzi. Dalla Giunta regionale è arrivata una precisazione: "L’ex assessore Varvazzo è rimasta nella giunta Zingaretti dal 22 marzo 2013 al 5 aprile 2013. Le intercettazioni risalgono al dicembre precedente". 
Veltroni Walter
Ex sindaco di Roma. Il suo nome ricorre in un’intercettazione ambientale del 28 marzo 2014 tra Buzzi, Caldarelli e altri. Parlando dei 5.000 euro mensili percepiti da Luca Odevaine, già capo di gabinetto di Veltroni, Buzzi dichiara: "Ma se Odevaine c’ha tutta sta roba (riferendosi ad interessi in Venezuela, ndr) ma Veltroni quanta roba c’ha". Interviene un altro partecipante: "Che c’entra Veltroni?". Buzzi replica: "Ha preso i soldi di Odevaine, perché non li ha presi?". Secondo gli investigatori si tratterebbe di millanterie. L’ex sindaco di Roma ha invece replicato così: "Sono delle canagliate intollerabili. Querelerò chiunque darà spazio a queste follie delinquenziali".
Venafro Maurizio
Ex capo di gabinetto di Nicola Zingaretti alla Regione Lazio, già indagato dai Pm romani per il reato di turbativa d'asta e dimessosi nel marzo scorso. É tirato in ballo per una gara del 2014 per la gestione del servizio sanitario Cup della Regione Lazio affidato alla Manutencoop di Zola Predosa (Bologna).
Venditti Stefano
Ex presidente della Lega Coop Lazio, arrestato.
Visconti Marco
Ex assessore all’Ambiente del Comune di Roma. Il 9 maggio 2013 Buzzi chiama Caldarelli invitandolo a partecipare a una cena organizzata da Panzironi con Alemanno e Visconti: "Tu domenica sera che devi fa? - chiede Buzzi - Spero un cazzo eh, c’è... lui (Franco Panzironi ndr) organizza una cena co’ Visconti e Alemanno, al tea... al ristorante I Pescatori.. c’andamo, io mi porto pure mi moglie, la pupa eh... e suggelliamo, poi se vincono bene, se perdono s’a semo (...)e poi cerchiamo de parlacce... se vincono... si rimette mano alla questione". 
Volpi Andrea
Assessore ai Lavori pubblici del Comune di Lanuvio di Forza Italia. Assunto con contratto Co.co.pro dall’8/10/2014 al 31/12/2104 presso la coop 29 Giugno. È nella lista di assunzioni sospette che Luca Gramazio avrebbe richiesto a Buzzi.
Zingaretti Nicola
Presidente della Regione Lazio. Il 20 aprile 2013 Buzzi stila l’elenco delle persone che tiene a libro paga per controllare o fare da tramite con questo o quel politico: "Lo sai a Luca (Odevaine, ndr) quanto gli do? Cinquemila euro al mese… ogni mese… (…) Schina millecinquecento euro al mese… (…) un altro che mi tiene i rapporti con Zingaretti duemilaecinque al mese".

15 luglio 2015