L'Arabia Saudita cerca di coinvolgere Hamas nella coalizione sunnita contrapposta all'Iran

 
A metà luglio una delegazione di Hamas si è recata in Arabia Saudita per un pellegrinaggio nei luoghi santi dell’Islam. O almeno questo è quanto ha dichiarato il 24 luglio il ministro degli Esteri saudita Adel al Jubeir, braccio esecutivo della politica regionale di Re Salman che sottolineava come non fossero mutate le relazioni fra le due parti, a un livello molto basso da quando Hamas aveva vinto le elezioni palestinesi del 2007 e instaurato un suo governo a Gaza. Tra l'altro l'Arabia Saudita ha appoggiato il golpe egiziano di Al Sisi contro il governo dei Fratelli musulmani, l'organizzazione da una cui costola era nata Hamas.
Fonti ufficiose riportano invece di colloqui politici fra Re Salman e la delegazione di alto livello di Hamas composta dal leader del movimento islamico palestinese Khaled Mashaal, dal suo braccio destro Musa Abu Marzouk, dal comandante militare Saleh al Arouri e da altri dirigenti. L'incontro sarebbe avvenuto nel quadro delle iniziative del governo saudita di Riyad per dare vita a uno schieramento di Stati e movimenti sunniti contrapposto all’Iran, col quale Hamas è storicamente alleato.
Un passo favorito dalla decisione di tre anni fa di Khaled Meshaal di rompere l’alleanza con la Siria che durava da quasi 20 anni e di trasferire tutto l’ufficio politico di Hamas in esilio da Damasco in Qatar, lo stato che con la Turchia si era schierato a favore della Fratellanza islamica egiziana. E che ovviamente non è stato “apprezzato” dai generali del Cairo che al momento costituiscono la componente militare più importante del nascente movimento sunnita organizzato da Riyad per l'aggressione militare alle formazioni sciite filoiraniane che stavano prendendo il sopravvento nel vicino Yemen.
Un altro ostacolo all'ingresso di Hamas nella coalizione guidata da Riyad sono le divisioni interne al movimento islamico palestinese con una parte non secondaria dei dirigenti favorevoli a mantenere la collaborazione con l’Iran e il movimento sciita libanese di Hezbollah.
In ogni caso la dirigenza di Hamas deve cominciare a fare i conti anche con lo Stato islamico che con un recente video apparso su internet ha ammonito i “tiranni di Hamas” perché “otto anni dopo” la presa del potere a Gaza “ancora non è stata imposta la legge islamica”. Nel video la Striscia veniva definita “uno Stato ebraico” e si annunciava che “la Sharia sarà messa in pratica a Gaza” come è già successo nel campo profughi palestinese di Yarmuk in Siria.

29 luglio 2015