Rapporto di Denis Branzanti all'11ma riunione dei marxisti-leninisti dell'Emilia-Romagna
Le cose da fare per migliorare il lavoro rivoluzionario in Emilia-Romagna

Care compagne e cari compagni,
è questo il momento per valutare i cambiamenti intercorsi dalla precedente riunione regionale tenutasi 2 anni fa e fare un bilancio del lavoro svolto per cercare di migliorarci in vista delle prossime battaglie politiche.
Molte sono le cose mutate sia a livello nazionale che locale, nel contempo è mutata anche la situazione del Partito, che in Regione ha registrato qualche cedimento ma anche delle forti e rosse conquiste.
In ogni caso la situazione è sempre in movimento, segno che il Partito è vivo e che interagisce con la società nella quale opera e con le masse con le quali è a contatto, poi, com’è nella dialettica delle cose, ci sono le sconfitte e le vittorie, i passi indietro e quelli in avanti, l’importante è imparare dalle prime affinchè vi siano sempre meno sconfitte e sempre più vittorie, sempre meno passi indietro e sempre più passi in avanti nella lotta contro il capitalismo, per il socialismo.
Come ci insegna Mao “Il nuovo si sviluppa sempre attraverso difficoltà e vicissitudini, sarebbe pura illusione credere che la causa del socialismo possa ottenere facili successi senza passare attraverso difficoltà e vicissitudini, e che basti lasciarsi spingere dal vento senza bisogni di compiere immensi sforzi” .
A livello nazionale al governo Letta-Berlusconi è subentrato il governo del Berlusconi democristiano Renzi che il PMLI ha da subito identificato, nel Documento dell’U.P. del 25 febbraio dello scorso anno, come il “nuovo cavallo della classe dominante borghese per gestire al meglio i suoi affari e per salvaguardare il suo sistema economico e il suo Stato”.
In tale documento il PMLI bollava Renzi come il Berlusconi democristiano. Costui infatti dal neoduce differisce nella camicia, bianca il primo nera il secondo, ma entrambi sono accomunati dallo stesso obiettivo: completare la seconda repubblica neofascista e presidenzialista secondo il progetto della P2.
I provvedimenti sinora adottati dal suo governo hanno confermato pienamente la puntuale e precisa analisi del PMLI.
Da una parte Renzi si presenta in modo “nuovo”, giovanile, tecnologico, bonario, dall’altra procede come un rullo compressore nello schiacciare i diritti delle masse popolari e lavoratrici e le stesse regole democratiche borghesi, spostando a destra l’asse della politica governativa su tutti i fronti.
A partire dal Jobs Act e tutte le altre controriforme del “mercato del lavoro” con cui ha distrutto il diritto democratico borghese del lavoro, dando carta bianca ai padroni per licenziare, rendendo permanente il precariato e mettendo ai margini i sindacati, generalizzando le relazioni industriali di stampo mussoliniano introdotte da Marchionne alla Fiat; con la “Buona scuola” basata sull'aziendalismo, la gerarchizzazione, la meritocrazia, lo strapotere dei presidi, che ha di fatto consegnato l'istruzione pubblica ai capitalisti; la controriforma del pubblico impiego che introduce nell'amministrazione pubblica i criteri di meritocrazia, gerarchizzazione, produttività, mobilità delle aziende private; la responsabilità civile dei magistrati, voluta per vent'anni dalla P2 e da Berlusconi, con la quale ha messo la mordacchia ai pubblici ministeri e ai giudici; il “patto per la salute” che infligge l’ennesimo duro colpo alla sanità pubblica; lo “sblocca-Italia” che ha dato via libera alle “grandi opere”, all'“Alta velocità”, alle autostrade che cementificano e devastano il Paese, alla svendita del demanio pubblico, agli inceneritori e alle trivellazioni, a scapito della salute del popolo e con gravi danni all'ambiente. In politica estera sta seguendo le orme di Mussolini in particolare per quanto riguarda la Libia, che vuol farne una nuova colonia dell'Italia. Le sue ambizioni internazionali, che lo vedono tra l'altro in prima linea nella lotta contro il terrorismo, ossia lo Stato islamico, rischiano di coinvolgere il popolo italiano in una guerra che serve solo agli interessi del “nostro” imperialismo.
Con le controriforme costituzionali, istituzionali ed elettorali, l’eliminazione dei poteri delle province, la cancellazione del Senato, l’imposizione dell'Italicum, sta completando la seconda repubblica neofascista perseguita dalla P2, da Gelli, Craxi e Berlusconi, esautorando il parlamento e accentrando il potere sul suo partito e su di sé.
Tutto questo mentre non ha fatto nemmeno un graffio alle mafie e alla corruzione che dilagano nelle istituzioni, nella finanza, nell'economia e finanche nei governi centrale, regionali e locali, come dimostra l’inchiesta “Mafia capitale”.
Come i suoi predecessori Berlusconi, Monti e Letta, anche Renzi quindi ha lavorato solo per salvare le banche e la grande industria mentre nulla ha fatto per le lavoratrici e i lavoratori, le pensionate e i pensionati a basso reddito, i disoccupati e le masse femminili e giovanili.
Per tutto ciò Renzi rappresenta una reincarnazione moderna e tecnologica di Mussolini e Berlusconi e sta provocando danni devastanti al Paese, va spazzato via subito prima che completi il disastro.
A livello regionale, dopo ben 15 anni il PD Vasco Errani si è dovuto dimettere a causa della condanna per falso ideologico comminatagli l’8 luglio dello scorso anno, ma anche per lo scandalo dell’inchiesta sulle “spese pazze” che ha coinvolto 41 consiglieri su 50 del precedente Consiglio regionale e per le politiche sociali, del lavoro, ambientali, la sanità, la scuola che hanno portato indietro di decenni le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari e lavoratrici della nostra Regione, che non è più da tempo, se mai lo è stata, quel paradiso sociale issato a modello dalla sinistra borghese.
Con le elezioni regionali del 23 novembre scorso gli è subentrato il suo compare di partito Stefano Bonaccini, eletto con il 49,05% dei voti validi ma solo il 17,8% degli aventi diritto, in una tornata elettorale che ha visto recarsi alle urne appena il 37,67% degli elettori, un uragano astensionista che ha travolto tutti i partiti borghesi in corsa per spartirsi le poltrone del consiglio regionale, completamente delegittimato da un’affluenza mai così bassa nella storia elettorale dell’Emilia-Romagna.
Il primato dell’astensionismo è andato proprio a Rimini dove solo il 33,45% dell'elettorato si è presentato ai seggi.

La situazione del PMLI in Emilia-Romagna
La situazione nazionale e regionale è quindi per certi versi profondamente mutata in questi 2 anni che ci separano dalla precedente riunione regionale, e lo è anche la situazione del Partito.
Tanto lavoro è stato svolto per radicare il Partito nelle nostre città, i militanti e i simpatizzanti hanno fatto il possibile, in linea generale, dovendo far fronte alla cronica carenza di risorse economiche e mezzi, e alle attuali poche forze, qualcuno non ha retto alle difficoltà e alle pressioni borghesi, d’altra parte il Partito ha conseguito delle importanti conquiste a partire dall’Organizzazione di Modena, fondata il 29 giugno dello scorso anno, e che in poco tempo e nonostante l’assenza di un compagno lontano a lungo per motivi di studio, ma ora finalmente tornato, ha messo da subito e correttamente in pratica le indicazioni del Partito raccogliendo importanti successi tra le masse popolari e lavoratrici modenesi, tanto che oggi, dopo poco tempo, costituisce un punto di forza del Partito non solo in Regione, ma anche a livello nazionale.
L’Organizzazione di Modena, diretta dal bravissimo e generoso compagno Antonio, un compagno esemplare che ha ben compreso e applicato la parola d’ordine “tenere in pugno l’iniziativa politica”, e guidata dalla linea del Partito e dalle istanze superiori, ha condotto un sistematico lavoro di radicamento tra le masse, con l’allestimento di numerosi banchini e diffusioni, nonché l’importante lavoro di massa e di fronte unito in particolare con la partecipazione al Comitato Stop-Ttip, per il quale vengono anche raccolte le firme presso i nostri banchini e al Comitato acqua bene comune, in entrambi i casi i marxisti-leninisti sono ben accolti e partecipi alle iniziative.
Il terreno a Modena è fertile, lo dimostrano anche la partecipazione a diverse manifestazioni, in particolare quella del 18 aprile a Montefiorino, ma anche al corteo di apertura della festa nazionale dell’Anpi a Carpi del 30 maggio, in entrambi i casi le masse antifasciste hanno accolto calorosamente la delegazione marxista-leninista riconoscendola come punto di riferimento antifascista, dimostrando che vi è apertura verso il nostro Partito, perlomeno da parte delle masse più avanzate e combattive, e che occorre insistere a lavorare tra di esse per migliorare il nostro rapporto con loro e conquistarle alla nostra causa.
Ma l’importante lavoro politico sin qui svolto dall’Organizzazione di Modena ha attirato non solo l’attenzione e i consensi delle masse, come quello recente di una giovanissima studentessa modenese, ma anche l’attenzione e le ire dei fascisti che hanno inscenato diverse provocazioni, e in particolare della giunta locale guidata del neopodestà Muzzarelli che sollecitata da Forza fascisti, che aveva anche mandato i carabinieri al banchino del 30 novembre scorso, il 22 gennaio ha approvato con l’unanimità del consiglio comunale, un O.d.g. contro la propaganda marxista-leninista e contro la presa del potere politico da parte del proletariato.
Una ulteriore conferma che le istituzioni borghesi, che siano guidate dalla destra o dalla “sinistra” del regime neofascista, sono e rimangono istituzioni antipopolari nemiche del Partito, delle masse e del socialismo.
Dobbiamo quindi tenere sempre alta la vigilanza rivoluzionaria, non dare corda a elementi sospetti e tanto meno alle “forze dell’ordine”, cercando, per quando possibile, di non prestare inutilmente il fianco alla repressione borghese.
Ciò che può far fare un ulteriore passo in avanti al lavoro dell’Organizzazione è migliorare il lavoro di squadra, da una parte concordando e pianificando meglio il lavoro nei vari Comitati, concentrandosi su alcuni obiettivi da raggiungere in essi, e senza tralasciare l’importante lavoro giornalistico che va fatto a riguardo, dall’altra mettendo da parte, una volta discussi, i punti che non si condividono della linea del Partito, e andare avanti, unendo al massimo le forze tra militanti e simpatizzanti del Partito. Essi devono marciare, seppur su posizioni a volte diverse, insieme e con decisione verso l’obiettivo comune, tutto ciò che divide deve essere messo da parte, tutto ciò che unisce deve stare ai primi posti.
Ma è in generale, a livello regionale, che le varie istanze si sono ben comportate in base alle forze disponibili, sia lavorando autonomamente sia aiutandosi reciprocamente, come è accaduto in più occasioni e da tempo alle vicine Cellule “Stalin” di Forlì e Rimini e dall’Organizzazione di Ravenna che hanno provveduto unitariamente alla realizzazione, tra l’altro, di diversi banchini e diffusioni. Puntuale è stata la partecipazione in tutte le città dove siamo presenti alle manifestazioni locali, a partire dal 25 aprile e il 1° Maggio, ma anche ad altre manifestazioni di diverso carattere, scioperi e manifestazioni sindacali ma anche antifasciste.
A livello locale la partecipazione è costantemente garantita, a livello regionale è più discontinua, anche perché ancora non disponiamo di compagni residenti a Bologna, a livello nazionale di volta in volta alcuni compagni della Regione riescono a partecipare alle mobilitazioni principali, su tutti è da elogiare il compagno Tino, che nonostante sia ancora impegnato con il lavoro professionale e non più in giovanissima età, è spesso disponibile a partecipare anche alle manifestazioni che si tengono a Roma, un esempio per tutti i militanti e i simpatizzanti anche più giovani.
La collaborazione tra istanze, pur nel rispetto delle priorità locali di ognuna, coinvolge da tempo anche l’Organizzazione marchigiana di Gabicce Mare, in Provincia di Pesaro-Urbino, che partecipa a varie iniziative in particolare a Rimini ma anche a Bologna e Cavriago, e che realizza ogni anno delle diffusioni nella zona turistica alle quali partecipano anche le istanze romagnole.
A Forlì e Rimini sono presenti le 2 sedi del Partito sinora aperte in Regione, a Rimini oramai da molti anni presso questa stessa Casa del popolo, a Forlì in un circolo Arci ma in forma non ufficiale, inaugurata il 3 ottobre dell’anno scorso dopo aver chiuso la precedente utilizzata fino a settembre 2013 ma divenuta poi troppo onerosa.
Le istanze della Regione hanno fatto fronte con spirito d’iniziativa, dopo un parziale smarrimento iniziale, alla sospensione della pubblicazione cartacea de “Il Bolscevico” che si protrae da quasi un anno, ma che continua ad uscire sul sito del Partito settimanalmente, gratuitamente e in versione grafica ancora migliore, stampando in proprio ogni settimana le copie necessarie per i militanti e simpatizzanti di Forlì, Rimini e Ravenna, nonché per le diffusioni straordinarie e la consegna ad un circolo nel ravennate dove viene letto con interesse dagli avventori, così come vengono di volta in volta stampati, anche a Modena, i manifesti necessari per le principali manifestazioni e per l’allestimento dei banchini, a dimostrazione di come anche la cronica scarsità di mezzi e risorse possa essere parzialmente superata, seppur a fatica, con lo spirito d’iniziativa e il sacrifico dei militanti e dei simpatizzanti.
Dal novembre 2013 disponiamo di un ulteriore strumento di propaganda, essendo stato realizzato e poi costantemente aggiornato, il sito internet del PMLI.Emilia-Romagna dove vengono pubblicati tutti gli articoli a livello regionale e annunciate le iniziative delle varie istanze locali.
Un’Organizzazione del Partito è presente anche in Provincia di Reggio Emilia ma rimane inoperosa per l’età avanzata del compagno Giuseppe Mazzola, al quale va comunque il nostro saluto e la nostra perenne riconoscenza in quanto primo marxista-leninista dell’Emilia-Romagna.
A Parma invece non vi è più presente dal 13 maggio dello scorso anno la locale Organizzazione del Partito, che comunque già da diverso tempo non era più operativa, inoltre vi è stato il passaggio di un amico storico del Partito con i falsi comunisti, questo non ha però fermato un altro simpatizzante storico, rimasto fedele al Partito e al marxismo-leninismo-pensiero di Mao, un compagno operaio impegnato nell’attività sindacale, ma che partecipa anche alle principali manifestazioni locali e alle iniziative regionali e nazionali del Partito.
A Ferrara sono presenti alcuni storici simpatizzanti che negli ultimi tempi, per motivi di salute e familiari, hanno potuto dare un contributo ridotto all’attività del Partito, ultimamente si è anche politicamente smarrito, speriamo solo momentaneamente, un giovanissimo ex simpatizzante, a dimostrazione che non basta studiare genericamente il marxismo-leninismo-pensiero di Mao ma occorre comprenderlo e applicarlo alla luce della corretta analisi marxista-leninista elaborata in Italia da quasi 40 anni solo dal PMLI, per poter procedere con forza e con fiducia nel lavoro politico quotidiano per radicare e sviluppare il PMLI nel proprio ambiente di vita, di studio e di lavoro e per dargli un corpo da gigante rosso. Chi vuol dare il proprio contributo alla causa del socialismo non può che seguire questa strada, per non ritrovarsi in balia dei riformisti e dei revisionisti.

Le commemorazioni di Lenin a Cavriago e di Marx a Riccione
Tra le iniziative più importanti a livello regionale annoveriamo senz’altro le commemorazioni dei Grandi Maestri del proletariato internazionale Marx a Riccione e Lenin e Cavriago, che si tengono rispettivamente nei mesi di marzo e gennaio.
Il cofondatore del socialismo scientifico Marx è stato commemorato, per iniziativa della Cellula “Stalin” di Rimini, davanti al suo busto presente nel giardino della biblioteca di Riccione sia nel 2014, alla quale hanno partecipato militanti e simpatizzanti di Rimini e Ravenna, che nel 2015 dove erano presenti compagni delle provincie di Rimini, Ravenna, Forlì e Parma e dove il Responsabile Regionale del Partito ha tenuto un discorso dal titolo “Ispiriamoci a Marx per ridare al proletariato la sua coscienza di classe e per fare un grande, forte e radicato PMLI”.
A Cavriago si svolge invece annualmente la commemorazione di Lenin, che si evolve ed espande anno dopo anno.
Il 19 gennaio del 2014 militanti e simpatizzanti dell’Emilia-Romagna del PMLI e di altre regioni hanno commemorato Lenin in occasione del 90° anniversario della sua scomparsa, con una inedita e positiva ricaduta sui media locali e nazionali che hanno dato un certo risalto all'iniziativa del PMLI, la quale ha visto la presentazione di un discorso commemorativo tenuto dal Responsabile regionale del Partito sul tema “Studiamo e applichiamo gli insegnamenti di Lenin sulla lotta contro i revisionisti e i riformisti italiani”.
Successo bissato e superato il 19 gennaio di quest’anno per il 91° della scomparsa di Lenin che ha visto la partecipazione, per la prima volta, oltre a decine di militanti e simpatizzanti di varie Regioni del PMLI, anche di rappresentanti del Pcd’I e dell’Anpi di Reggio Emilia. Il PCd’I ha anche tenuto un discorso tramite il suo Segretario Provinciale Alessandro Fontanesi, così come hanno preso la parola altri 2 sostenitori di Lenin, provenienti dal Congo e dalla Burkina Faso. Un fatto storico questo che pone le basi per allargarne ulteriormente l'organizzazione e la partecipazione.
Il discorso ufficiale è stato invece tenuto del Responsabile regionale del PMLI sul tema “Applichiamo gli insegnamenti di Lenin riguardo la conquista del potere politico da parte del proletariato”. Ulteriore ricaduta mediatica dato lo spazio dedicato alla Commemorazione, soprattutto da parte di giornali online e agenzie di stampa, con la pubblicazione di foto, video e del discorso ufficiale integrale.
Questa iniziativa unitaria ha fatto seguito a quella del 16 febbraio dello scorso anno dove PMLI, Prc e l’allora Pdci, hanno manifestato assieme a Cavriago contro il vile tentativo di ignoti fascisti di abbattere lo storico monumento di Lenin.
In tema di Commemorazioni dei Maestri non possiamo non citare la prossima commemorazione di Mao, che si terrà a Firenze il 6 settembre presso la Sala ex Leopoldine in Piazza Tasso, il discorso ufficiale sarà tenuto dal compagno Federico Picerni, a nome del CC del PMLI, sul tema “Mao e l'istruzione nel socialismo”.
Un appuntamento annuale questo, molto sentito dai compagni della Regione per rendere onore al grande maestro del proletariato internazionale, ascoltare nel discorso ufficiale l’analisi marxista-leninista dell’operato di Mao e la sua corretta applicazione nella nostra situazione specifica in base al tema trattato, oltre che a rivedere e salutare i compagni del Partito, a partire dai dirigenti nazionali con in testa il compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI.
Di certo la partecipazione della delegazione regionale non mancherà di essere come al solito numerosa e qualificata con i saluti dei delegati che dovranno essere scritti e non superare i 2 minuti, ed essere incentrati su Mao, il PMLI, il governo del nuovo duce Renzi, il governo della propria città, l'istruzione in Italia.

Il lavoro da fare
Con questo si chiude il quadro dell’attività del Partito in Emilia-Romagna, dal quale emerge come il PMLI sia presente in diverse città della Regione, seppur con forze ancora limitate, e che le Cellule e le Organizzazioni del Partito svolgono in linea generale un buon lavoro politico, proporzionato alle forze disponibili, ma anche che in qualche frangente si può fare di più ma soprattutto meglio, in particolare per quel che riguarda la critica all’operato delle giunte locali, carenza purtroppo radicata da tempo, lo studio e le Corrispondenze per “Il Bolscevico”.
La situazione generale e quella del Partito ci impone di migliorare laddove siamo carenti, non possiamo permetterci di “vivere alla giornata”, svolgendo il “compitino” che ci viene affidato, occorre avere spirito di iniziativa e mantenere sempre l’entusiasmo proletario rivoluzionario di chi combatte per la causa più grande, più giusta, più utile che via sia, il progresso sociale e l'emancipazione del proletariato e dell'intera umanità, mantenendo inalterata la nostra fiducia nel marxismo-leninismo-pensiero di Mao, nel socialismo, nel Partito, nelle masse e in noi stessi.
Noi marxisti-leninisti dobbiamo sforzarci di acquisire le caratteristiche indicate da Mao nelle 10 citazioni pubblicate sul n° 27 de “Il Bolscevico”, ciascuna delle quali rappresenta un rosso punto di riferimento per ogni membro del PMLI, dirigente o militante che sia.
La questione alla base è la trasformazione della propria concezione del mondo: se non ci si impegna per acquisire la cultura, lo stile e la pratica marxiste-leniniste, è inevitabile scivolare, anche in maniera inconsapevole, nel campo della borghesia e finire sotto l'influenza della sua cultura e del revisionismo di destra o di "sinistra".
Ma per trasformare la propria concezione del mondo occorre studiare, con costanza e metodo, il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e le linea del PMLI, a partire da “Il Bolscevico”, in base alle questioni principali e prioritarie che ci si trova ad affrontare nella pratica, ma anche in base alle proprie necessità di formazione ideologica e politica, legando lo studio e l'azione. "Studio e azione, azione e studio. Questa è la dialettica della lotta di classe condotta col metodo marxista-leninista. Ed è questa dialettica che deve guidare il nostro lavoro politico, anche quando siamo in piena battaglia". (Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, nell'articolo "Imparare da Mao, propagandare il socialismo", Il Bolscevico n°20/2013) .
Dobbiamo fare tutti gli sforzi possibili e necessari per conformare il nostro stile di lavoro a uno stile di lavoro autenticamente marxista-leninista per fare al meglio la lotta di classe.
In particolare Mao ci insegna che un marxista-leninista deve mettere davanti a tutto la vita del Partito e gli interessi delle masse, ad essi deve subordinare i propri interessi individuali, deve essere prudente ma anche coraggioso, deve valutare le difficoltà ma non temerle, preparare dei piani di lavoro ma essere pronto ad intervenire al bisogno su qualsiasi aspetto della lotta di classe, ha il diritto di discutere le direttive del Partito ma nel contempo ha il dovere di rispettarle e applicarle, deve essere cosciente della complessità della nostra lotta ma risoluto nel condurla con forza e con entusiasmo.
Un marxista-leninista deve combattere con tutto sé stesso l’individualismo e il liberalismo, che sono nemici mortali della lotta di classe e del socialismo, le qualità di un marxista-leninista sono la lealtà, la modestia, la lungimiranza, l'altruismo, l'ardore nel lavoro politico, la fedeltà ai giusti principi.
“L'abilità di un uomo può essere grande o piccola ma se egli avrà questo spirito – dice Mao a proposito di Norman Bethune, membro del Partito Comunista Cinese e noto medico che diede prova esemplare di spirito di sacrificio, di entusiasmo per il lavoro e di senso di responsabilità - sarà un uomo nobile, puro, un uomo moralmente integro, superiore ai meschini interessi, un uomo prezioso per il popolo” .
Se ci si attiene alla linea del Partito e se si fanno degli sforzi per migliorare la propria militanza, ma anche la propria vicinanza al PMLI, prendendo esempio dai Maestri e dai compagni più avanzati, la nostra attività politica non potrà che trovarne giovamento.
In particolare in questo momento occorre porre l’accento più sulla qualità che sulla quantità, che è l’unico modo per radicare sulla roccia il nostro lavoro rivoluzionario.
Tutte le istanze del Partito hanno quindi il dovere di riflettere su cosa possono fare attualmente per migliorare il lavoro politico, organizzativo, sindacale, femminile, studentesco e giornalistico, non in quantità ma in qualità.
In linea generale, per migliorare il nostro lavoro, dobbiamo applicare i 3 elementi chiave che sono la concezione proletaria del mondo, la corretta concezione del Partito e la conoscenza della linea generale e della linea di massa del Partito, e le 4 indicazioni per radicare il PMLI, e cioè diventare dei leader nei propri ambienti di lavoro, di studio e di vita, conoscere a fondo e occuparsi dei problemi concreti dei suddetti ambienti, lavorare per unire, guidare e mobilitare le masse partecipando alle organizzazioni e ai movimenti di massa da noi o da altri promossi; forgiando l’anello mancante del lavoro locale e praticando un’abile e puntuale politica di fronte unito.
Più qualità quindi, studiando più a fondo, difendendo e applicando con maggiore attenzione e risolutezza la linea ideologica, politica e organizzativa del PMLI, continuando ad elevare la combattività dell'intero Partito e di tutti i suoi membri avendo una grande fiducia nelle nostre possibilità, nella linea del Partito, nelle nostre proposte e nelle nostre capacità, nonché nelle masse in lotta, concentrandosi nel lavoro di massa in particolare tra il proletariato e gli studenti, migliorando i nostri interventi nelle assemblee sindacali, popolari e studentesche, tenendo in pugno l’iniziativa politica, migliorando il lavoro giornalistico, privilegiando il megafono alla tastiera.
Solo se miglioriamo il nostro lavoro politico e la qualità dei membri e quadri di base, nonché dei simpatizzanti più stretti del Partito, potremo veramente svolgere un ruolo di avanguardia nella situazione politica, sindacale e sociale in cui operiamo e contribuire a dare al Partito un corpo da Gigante Rosso.

Il radicamento e il lavoro di massa
Nel lavoro locale dobbiamo puntare tutto sul radicamento, che è la questione principale che dobbiamo risolvere, la priorità delle priorità.
Il radicamento passa essenzialmente dalla nostra presenza attiva, combattiva e propositiva negli ambienti di lavoro, di studio e di vita. Il che significa che le istanze intermedie e di base si devono occupare dei problemi concreti e immediati delle masse di quegli ambienti e aiutarle a risolverli. Significa bombardare senza soluzione di continuità le giunte comunali e regionali mettendo a nudo le loro malefatte.
Occorre stringere un legame forte e solido con le masse delle nostre città, quartiere, provincia, regione e luogo di lavoro e di studio, conoscendo e occupandoci dei loro problemi immediati, dal lavoro all’istruzione, dalla sanità all’ambiente, alla riqualificazione delle periferie e così via, appoggiando le loro rivendicazioni, proponendo parole d’ordine e metodi di lotta atti a risolverli, bombardando senza soluzione di continuità le giunte comunali e regionali mettendo a nudo le loro malefatte, entrando nei movimenti di lotta, facendo tesoro del Programma d’azione del Partito, legando sempre il generale al particolare, concentrandosi soprattutto nel movimento operaio e sindacale e in quello studentesco.
Come ci insegna Mao “Noi comunisti siamo come i semi e il popolo è come la terra. Ovunque andiamo, dobbiamo unirci al popolo, mettere radici e fiorire in mezzo al popolo.”
In sostanza il lavoro di radicamento è il lavoro di massa, che va fatto sulla base della parola d'ordine “Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi; radicarsi, concentrarsi sulle priorità, studiare” e va condotto applicando dialetticamente alla nostra situazione specifica il marxismo-leninismo-pensiero di Mao che costituisce una potente guida per l'azione dalla quale non possiamo assolutamente prescindere e fare a meno, e la linea del Partito.
Nel lavoro di massa dobbiamo applicare correttamente anche il lavoro di fronte unito che è fondamentale per legarsi alle masse, unirle e aiutarle a risolvere i loro problemi immediati, per elevare la loro coscienza politica e sottrarle alla direzione e all’influenza dei riformisti, per rompere l’isolamento del Partito, per combattere i governi centrale, regionale e locali e il capitalismo.
Il fronte unito va praticato in particolare nel sindacato, nel movimento operaio, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle università e nel movimento studentesco, poiché solo attraverso il lavoro di massa sindacale e studentesco possiamo aiutare le larghe masse lavoratrici, disoccupate, pensionate, femminili, studentesche a risolvere i loro problemi, avere un'influenza su di loro, ottenere la loro fiducia e conquistarle alla nostra causa. Ma anche nei numerosi comitati cittadini che sorgono ad esempio contro le devastazioni ambientali e per la difesa dei territori.
Le istanze del Partito hanno fatto numerose esperienze di fronte unito, a livello regionale negli ultimi tempi in particolare a Modena e a Castelvetro.
Altre di certo non mancheranno, sia sul piano sindacale contro il Jobs Act e la controriforma del lavoro, sia sul piano studentesco contro la “Buona scuola” di Renzi, ma anche per le battaglie contro le grandi (e inutili) opere, gli inceneritori e quant’altro a cui lo “Sblocca Italia” ha dato ulteriore impulso.
Dobbiamo lavorarvi con la consapevolezza che è giusto opporsi agli effetti causati dall'attuale sistema economico ma anche che questo non basta.

Lottare per abbattere il governo Renzi e il capitalismo per il socialismo
Dobbiamo insistere nel fare appello a tutte le forze politiche, sociali, sindacali, culturali e religiose che si professano di sinistra, che hanno capito l’inganno del Berlusconi democristiano Renzi a fare fronte unito per spazzarlo via senza indugio e con la massima determinazione, conducendo contro di esso una dura opposizione di classe e di massa nelle fabbriche, in tutti i luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università, nelle piazze, nelle organizzazioni di massa, specie sindacali e studentesche.
Il proletariato deve fare tabula rasa del capitalismo e delle sue istituzioni, cacciare la borghesia dal potere, istituire il sistema economico socialista senza più proprietà privata e sfruttamento dell'uomo sull'uomo, creare un nuovo ordinamento statale al servizio del popolo e instaurare il potere delle operaie e degli operai, che si chiama dittatura del proletariato.
Un lavoro titanico da parte nostra per far maturare nel proletariato, nelle masse popolari e nelle nuove generazioni la coscienza rivoluzionaria anticapitalista per il socialismo, nonostante "nuove" formazioni politiche e la Coalizione sociale di Landini, sono già al lavoro nel tentativo di mantenere l'elettorato di sinistra dentro i confini del capitalismo e di quello che rimane della Costituzione borghese del 1948.
Tra noi e loro il rapporto di forze è attualmente nettamente sfavorevole a noi, per quanto riguarda la disponibilità di mezzi e di risorse, la copertura dei media e gli appoggi delle forze sociali, sindacali, culturali e religiose che non sono d'accordo con questo governo e con certi aspetti di questa società borghese.
Ma ciò non ci deve spaventare, anche perché noi abbiamo un'arma invincibile, il marxismo-leninismo-pensiero di Mao che loro non hanno, anche se dobbiamo imparare a usarlo meglio, a ragion veduta, in maniera dialettica e a seconda dei problemi concreti, ideologici, politici, organizzativi, giornalistici e rivendicativi che abbiamo di fronte.
Coscienti che la svolta politica in Italia avverrà solo se riusciremo a far comprendere al proletariato che deve prendere in pugno la situazione lottando contro il capitalismo e per la conquista del potere politico e del socialismo per via rivoluzionaria, abbandonando ogni illusione elettorale, parlamentare, costituzionale, pacifista e riformista, che conducono inevitabilmente al fallimento come dimostra il tradimento di Tsipras ai danni del popolo greco.
Questa coscienza rivoluzionaria occorre farla acquisire alle masse studentesche e giovanili. Bisogna dare fiducia alle nuove generazioni alle quali va saputo spiegare la nostra proposta politica strategica e le nostre proposte concrete, a partire da quelle sull'istruzione e sull'occupazione giovanile. Le operaie e gli operai, le studentesse e gli studenti marxisti-leninisti hanno un ruolo fondamentale nel far circolare e affermare le proposte del PMLI nel movimento operaio e nel movimento studentesco. Se avanziamo e conquistiamo questi due nevralgici fronti di lotta, sarà poi più facile avanzare negli altri fronti di lotta e conquistarli alla causa del socialismo.
Batti e ribatti alla fine il nostro chiodo rosso del socialismo penetrerà in tutti i settori oggettivamente anticapitalisti. Basta non stancarsi e non perdere la fiducia verso il marxismo-leninismo-pensierio di Mao, il socialismo, il Partito, le masse e in se stessi.
"La storia – come ci insegna il compagno Scuderi - non è finita. Il popolo continua ad essere la forza motrice che crea la storia del mondo. La rivoluzione progredisce attraverso una serie di vicessitudini, aspre lotte anche al suo interno, prove, vittorie e sconfitte, restaurazioni e controrestaurazioni, flussi e riflussi, ma alla fine è destinata a trionfare. È vero quanto dice Mao: 'La via è tortuosa, l'avvenire è radioso'. Se noi continueremo ad aver fiducia nel marxismo-leninismo-pensiero di Mao, nel socialismo, nel Partito, nelle masse e in noi stessi saremo capaci di tingere di rosso l'avvenire del nostro amato popolo". (Giovanni Scuderi, Mao e l'imperialismo, Discorso tenuto a Firenze il 22 settembre 1996 in occasione della commemorazione del 20° anniversario della morte di Mao, in Il Bolscevico n. 36/1996, pag. 6)
Compagne e compagni,
proseguiamo dunque con determinazione, fiducia e ottimismo rivoluzionario nella nostra Lunga Marcia politica e organizzativa.
Costruiamo nelle nostre città della basi rosse marxiste-leniniste solide, preparate e combattive!
Radichiamo e sviluppiamo il PMLI in tutta l’Emilia-Romagna!
Spazziamo via il governo del Berlusconi democristiano Renzi!
Mettiamocela tutta, ciascuno al proprio posto di combattimento in base ai compiti che ci ha assegnato il Partito e concentrati sulle priorità, per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso affinché trionfi il socialismo e il proletariato conquisti il potere politico.
Uniti e combattivi, coi Maestri e il PMLI vinceremo!

2 settembre 2015