All'Aquila blindata
Sassi e uova contro Renzi
Manganellate ai contestatori, due feriti, un terzo colpito da malore. Fuga del nuovo Mussolini

Al grido di «Renzi non ti vogliamo, vattene» scritto a caratteri cubitali anche su un grosso striscione, il nuovo Mussolini è stato sonoramente contestato durante la sua visita a L’Aquila.
Nonostante la città fosse blindata da un cordone di poliziotti e la visita del premier confermata solo la sera precedente, centinaia di lavoratori, studenti, terremotati e aderenti ai vari Comitati che si battono per la ricostruzione dopo il terremoto del 6 aprile 2009 e contro le trivellazioni del progetto petrolifero “Ombrina Mare”, il comitato “3 e 32”, una delegazione contro il gasdotto Snam di Sulmona, il Wwf, Legambiente e i “No triv”, sono scesi in piazza il 25 agosto e hanno accolto Renzi a suon di sassate e lancio di uova.
Nei pressi di Palazzo Fibboni difeso da una catena di transenne per tenere lontano anche i giornalisti, i manifestanti sono riusciti a sfondare i posti di blocco della polizia e a costringere il nuovo Mussolini alla fuga e ad annullare la prima tappa della visita al Municipio della città.
Ma pochi minuti dopo, mentre i manifestanti continuavano a braccare il premier urlandogli “Renzi, Renzi fuori dall’Abruzzo”, “L’Aquila libera, mai la mafia, non la vogliamo”, “Non vogliamo le lobby”; “Non ci piace lo Sblocca Italia che devasta i territori”, “Vogliamo la ricostruzione dell’Aquila”, “Renzi distrugge l’ambiente che è il nostro pane e quello delle nuove generazioni”: implacabile e brutale è scattata la repressione della milizia fascista di stato agli ordini di Alfano. Sotto i portici di via San Bernardino e poi ancora nei pressi della villa comunale i poliziotti in assetto antisommossa hanno accerchiano e attaccano il corteo a suon di manganellate e lacrimogeni. Il bilancio è di diversi manifestanti contusi tra cui un malato di cuore che ha avuto un malore ed è stato trasportato in ospedale insieme ad altri due feriti.
Provocatoria la reazione di Renzi che ha espresso "calorosa solidarietà alle forze dell'ordine” e si è scagliato con particolare veemenza contro i manifestanti che a suo dire sarebbero “venuti da fuori, tra cui diversi componenti del comitato 'Ombrina mare' e anche qualche gratuito facinoroso”.
Da quando è salito a Palazzo Chigi, Renzi viene puntualmente contestato dalle masse praticamente in tutte le città d'Italia. Ma per mettere fine al suo nero governo ciò non è sufficiente. La lotta contro il nuovo Mussolini deve crescere e svilupparsi in una dura opposizione di classe e di massa nelle fabbriche, in tutti i luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università, nelle piazze, nelle organizzazioni di massa, specie sindacali e studentesche con l'obbiettivo di spazzarlo via. Ecco perché il PMLI, pronto a unirsi con tutte le forze politiche, sociali, sindacali, culturali e religiose che si professano di sinistra, propone un largo fronte unito è necessario per mettere fine sul serio al governo Renzi prima che faccia danni ancor più gravi e devastanti di quelli seminati in questo anno e mezzo.
 

2 settembre 2015