Mao sull'istruzione
Dimezzare i programmi di studio. Gli esami non devono essere delle trappole. Non bisogna leggere una montagna di libri

 
Il periodo di studio può essere accorciato. Così facendo i diplomati dalla scuola media avrebbero quindici o sedici anni, cioè troppo giovani per il servizio militare, ma potrebbero comunque fare qualche esperienza di vita militare. Questo devono farlo non solo i ragazzi, ma anche le ragazze, che potrebbero andare a costituire un “rosso distaccamento delle donne”. Consentiamo alle ragazze dai sedici ai diciassette anni di farsi sei mesi o un anno di vita militare.
I programmi accademici che esistono attualmente sono troppo densi. È una cosa tremendamente pericolosa, in quanto tiene gli studenti delle scuole medie e primarie e delle università in uno stato di tensione costante.
I programmi possono essere tagliati per metà. Gli studenti passano le giornate sui libri, il che non va per niente bene, in quanto dovrebbero avere il tempo per partecipare a qualche tipo di lavoro produttivo ed avere la debita vita sociale.
Gli esami, come vengono fatti attualmente, adottano metodi tipici delle contraddizioni fra il nemico e noi: compiono attacchi a sorpresa, presentano domande scombinate e oscure e mettono gli studenti in difficoltà. È lo stesso metodo del saggio in otto parti. Io non sono per niente d’accordo. Va cambiato del tutto. Per me bisognerebbe pubblicare l’argomento e tenere l’esame solo dopo aver dato il tempo agli studenti di documentarsi e studiare. Poniamo che ci siano venti domande: se uno studente risponde bene a dieci domande, e magari ad alcune risponde in modo eccellente, esponendo idee originali, costui si meriterebbe un 100. Se invece risponde a tutte e venti le domande e le risposte sono esatte, ma mediocri, fredde, prive di originalità, ebbene a questo studente si dovrebbe riconoscere un 50, o un 60. Durante gli esami dovrebbe essere consentito bisbigliare: significherebbe soltanto che, se non riesco a capire una cosa, la chiedo a qualcun altro per chiarirmi le idee. Capire veramente le cose è profittevole; per quale motivo invece si insiste nel fare imparare le cose a memoria, meccanicamente? Se io copio una cosa giusta, anche la mia è da considerarsi giusta. Si potrebbe fare un tentativo.
Io sono del tutto contrario al vecchio sistema di insegnamento, che rovinava i talenti e i giovani.
Confucio proveniva dall’aristocrazia schiavistica in declino e non aveva nemmeno fatto la scuola superiore o l’università. Cominciò come sostituto celebratore dei funerali e sostanzialmente non faceva altro che suonare il tamburino. Quando moriva qualcuno, andava a suonare. Sapeva suonare il liuto, tirare con l’arco e guidare i carri, e aveva una certa comprensione delle condizioni delle masse. Poi ricevette un primo incarico governativo di basso rango, in quanto si occupava degli approvvigionamenti e del bestiame. Successivamente divenne un alto funzionario governativo dello stato di Lu e si fece sordo ai problemi delle masse. In seguito aprì una scuola privata e respinse la partecipazione degli studenti al lavoro manuale.
Li Shizhen, esistito durante la dinastia Ming, inizialmente andava di persona in montagna a raccogliere le erbe mediche e così poté scrivere il Compendio di erboristeria . Nemmeno il saggio Zu Chongxi, vissuto ancora prima, aveva frequentato alcuna scuola media o università.
L’americano Benjamin Franklin era un apprendista tipografo e un venditore di giornali, eppure è ricordato come il grande scopritore dell’elettricità. L’inglese Watt era un operaio, prima di diventare il grande inventore del motore a vapore.
Gorkij apprese tutto il suo sapere da autodidatta. Si dice che abbia frequentato appena due anni di scuola primaria.
Allo stato attuale, i corsi e i libri da leggere sono tanti e perciò c’è molta pressione. Non tutti i corsi devono concludersi necessariamente con un esame, come i brevi studi di logica e grammatica alla scuola media: tuttora che si è imparato cosa sono la grammatica e la logica, basta così. Solo l’esperienza del lavoro pratico permetterà, gradualmente, di capirle per davvero.
A lezione si parla troppo. È scolasticismo. Lo scolasticismo deve estinguersi in ogni ambito. Per esempio, nello studio dei classici veniva impiegato un numero spropositato di annotazioni, ma ora non se ne fa più alcun uso. Sono convinto che questo metodo, che sia impiegato in Cina o in un altro paese, finirà per muoversi al suo opposto e per estinguersi. Non sta scritto da nessuna parte che bisogna leggere una montagna di libri. I libri marxisti vanno letti, ma anche assorbiti. Se si legge troppo, diventa poi impossibile assorbire quanto si è letto, e si potrebbe finire per passare dalla parte opposta e trasformarsi in topi di biblioteca, dogmatici e revisionisti.
 
Mao, conversazione al convito per il capodanno cinese, 23 febbraio 1964.

9 settembre 2015