Contestata la Giannini alla festa dell'Unità di Ferrara

La spaccatura tra le masse popolari da una parte e il governo e il PD dall'altra è evidentissima anche dai "dibattiti" alle feste de l'Unità, sempre più spesso azzeccate platee di contestazione da parte di lavoratori e studenti, quando non vanno deserti.
Ne ha avuto prova la ministra della distruzione della scuola pubblica, Stefania Giannini, figlioccia dell'ultraliberista Monti, approdata al PD di Renzi, coautrice della mostruosa legge sulla "Buona scuola". Come già le era successo il 24 aprile alla Festa de l'Unità di Bologna, è stata costretta alla fuga anche dalla festa del quotidiano renziano a Ferrara, il 17 settembre. E' dunque saltata l'ipocrita e preconfezionata iniziativa tematica “Scuola in Festa”, grazie alla dura contestazione di insegnanti precari, studenti, guidati dai sindacati e dall’Anpi, che non hanno lasciato alcuno spazio alle bugie antipopolari della ministra, subissata da fischi, mentre in sala venivano alzati decine di cartelli, tra cui "Giannini, tieniti la Buona scuola", “La scuola è pubblica e non si tocca”. Le lavoratrici e i lavoratori hanno gridato “Vergogna!”, “Venduti!”, "Fate schifo!" e "Dimissioni!".
Ai contestatori, la stragrande maggioranza della sala, è stato impedito di intervenire al "dibattito", che si è rivelato per quello che era: un'iniziativa di propaganda del regime nella quale nessuna dissidenza era ammessa. Il segretario regionale del PD, Paolo Calvano, ha proposto un incontro con una delegazione, se la sala avesse consentito alla Giannini di intervenire. Ma la proposta truffa è stata rispedita al mittente con una valanga di fischi. Fallito anche il tentativo ad effetto del PD di fare intervenire due lavoratrici precarie, certamente scelte dall'apparato di partito. La sala giustamente ha risposto "No!" a questa abominevole strumentalizzazione della condizione di precariato. La ministra terrorizzata dal vero dibattito allora è codardamente fuggita.
"Ladri di democrazia", li definiva giustamente un cartello presente in sala. E che il governo Renzi e il PD siano tali è confermato dalle feroci, prevaricatorie, minacciose e offensive dichiarazioni dei dirigenti del PD sulla contestazione. L'inconsistente e ridicola responsabile provinciale del welfare, Giulia Bertelli sulla sua pagina facebook, tra bamboline Barbie e cagnolini, ha scritto dei contestatori “Oggi ho realizzato cos’è la merda...". Alla dirigente rimbambita politica del PD in decine hanno risposto: "Potreste organizzare una festa privata ad Arcore"; "'La merda'...Per l'anno scolastico 2015-2016 mancano 30.000 insegnanti di sostegno. "La 'merda': 30 alunni per classe"; "'La merda' non avere abbastanza bidelli per aprire le scuole, perché le assegnazioni seguono criteri assurdi"; "'La merda': una legge importante come la riforma della scuola costituita da un solo articolo in modo da poter essere approvata col voto di fiducia"; "'La merda': le deleghe in bianco". "'La merda' è quella che ci sta governando. Chi tradisce i cittadini non si può aspettare fiori e applausi". Qualcuno ha concluso "'La merda'? Questo governo!". Non da meno il consigliere comunale del PD, Davide Bertolasi, che infuriato dalla contestazione ha fatto un ruzzolone politico, dando dei "fascisti" agli organizzatori della contestazione: ANPI, FLC-Cgil, Cisl-Scuola, Uil, Snals, Gilda, UDS.
Il PD esce sempre più allo scoperto come un partito di ignoranti politici, prevaricatori, manganellatori, che vomitano insulti e minacce sui lavoratori. Un partito in camicia nera.
Il PMLI saluta la contestazione di Ferrara alla ministra Giannini, che ci introduce un autunno che promette lotte infuocate nella scuola. La “Buona scuola” del regime neofascista va abrogata, insieme a tutta la legislazione sull'autonomia scolastica e universitaria e delle controriforme che hanno ridisegnato la scuola e l'università in senso aziendalista e meritocratico. Il precariato va abolito sul serio, non come fa la "Buona Scuola", che ha peggiorato la condizione delle decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori a tempo determinato. E' necessario superare la distinzione fra docenti di ruolo e di fatto attraverso un piano di stabilizzazione, da affiancare al rinnovo del contratto nazionale degli insegnanti.
Per ottenere questi obbiettivi il governo del nuovo duce va buttato giù, mettendo in campo una forte e tenace opposizione sociale nelle fabbriche, nelle scuole, nelle università, in tutti gli altri luoghi di lavoro, nei movimenti di lotta, nelle piazze.

23 settembre 2015