La protesta a conclusione di una mobilitazione durata due mesi contro il recente trattato di cooperazione e sicurezza con gli Usa
350 mila in piazza contro il riarmo imperialista del Giappone

 
Lo scorso 17 luglio la Camera bassa di Tokyo approvava la legge che autorizza le forze armate giapponesi a combattere all'estero in aperta violazione dell'art. 9 della costituzione che ne vieta l'impiego dai confini nazionali. I pacifisti giapponesi che già avevano fatto sentire la loro voce contraria rispondevano con manifestazioni cui partecipavano oltre 100 mila persone a Tokyo e in tutto il paese condannando l'alleanza militare con gli Usa e denunciando che il riarmo del paese "aumenta il rischio di una guerra nel Pacifico". Il percorso di approvazione della legge prevedeva il passaggio alla Camera alta e le opposizioni del governo di destra di Abe e i pacifisti hanno tenuta alta la mobilitazione che dopo due mesi è stata in grado di portare in piazza il 30 agosto a Tokyo e in tutto il paese ben 350 mila manifestanti.
Già il 23 agosto in oltre 60 città si erano svolte manifestazioni indette da un'organizzazione studentesca con le parole d'ordine “No al cambiamento della costituzione” e “No alla guerra” .
Il 30 agosto a Tokyo erano almeno 120 mila persone i manifestanti che sono sfilati in corteo lungo il viale che portava all'ingresso principale del parlamento nazionale cantando slogan come “No alla guerra”, “Proteggiamo la costituzione”, “Abe dimettiti”. Quella nella capitale è stata la manifestazione principale di una giornata di lotta che ha visto oltre 350 mila manifestanti partecipare alle oltre 300 iniziative organizzate in tutto il paese. Una conferma della crescita di un largo movimento di opposizione al governo Abe contro in particolare la sua politica riarmista e bellicista che attua gli impegni previsti nel nuovo trattato di cooperazione e sicurezza tra Usa e Giappone.
Quel trattato rinnovato lo scorso 27 aprile a New York tra i ministri degli Esteri e della Difesa americani, John Kerry e Ashton Carter, e giapponesi Fumio Kishida e Gen Nakatani, che nel definire le nuove "Linee guida la cooperazione nella difesa tra Giappone e Stati Uniti" rinsaldava di fatto l'alleanza politica e soprattutto militare
a sostegno degli interessi comuni dei due paesi imperialisti impegnati a contenere l'espansione della crescita economica, politica e militare dell'emergente socialimperialismo cinese nella regione. Rendendo necessaria la modifica della Costituzione del 1946, imposta dagli Stati Uniti al Giappone sconfitto e disarmato.

23 settembre 2015