Un regalo alla sanità privata
Nuovi pesanti tagli alla sanità
Stop a esami e visite “inutili”. Multe ai medici
Che aspettano i sindacati a indire lo sciopero generale?

 
Come avevamo anticipato nell'articolo pubblicato su Il Bolscevico n.35 dello scorso 10 settembre, nuovi pesanti tagli stanno per abbattersi sulla sanità pubblica. La borghesia in camicia nera per tramite del suo neoduce Renzi e del suo ministro alla salute Beatrice Lorenzin intende fare scempio di ciò che resta dei servizi e delle prestazioni offerte dal Sistema sanitario nazionale (Ssn). L'operazione, inutile dirlo, sarà a tutto vantaggio della sanità privata che farà affari d'oro. Dopo l'approvazione della L 125/15 lo scorso 14 agosto, in conversione del Dl 78/15, il governo Renzi ha proceduto a tappe forzate. Non contento di avere posto l'ennesimo diktat di fiducia alle Camere, subito dopo l'approvazione della Legge la ministro Lorenzin si è messa all'opera per definire, in concreto, i tagli. In poco più di un mese è stato presentato il “conto” alle masse popolari per tramite di un vero e proprio “elenco”, inserito nel Decreto sull'appropriatezza. Tale definizione deriva dal fatto che il Decreto indica per ogni prestazione sanitaria non più erogata in modo universale dal Ssn, parliamo di un elenco di 208 esami, le specifiche condizioni sulla base delle quali il Ssn se ne farà ancora carico.

Tagliate 208 prestazioni sanitarie
Tenendo conto della pausa estiva di ferragosto dobbiamo ritenere che i “super-tecnici” del Ministero della salute abbiano lavorato come muli da soma per stilare l'intero provvedimento, il Decreto sull'appropriatezza, in pochi giorni. L'efficienza del Ministero della salute lascia davvero perplessi e soprattutto porta a ritenere che i tagli fossero già stati pianificati e quindi già pronti, in attesa dell'approvazione della legge. Dopo un primo via libera preliminare ottenuto dal Consiglio superiore della sanità lo scorso 17 settembre il Decreto è stato illustrato alle società scientifiche dei medici. Nonostante queste abbiano sollevato non pochi dubbi in merito alle concrete ricadute dei tagli sul Ssn il governo ha tirato diritto. Infischiandosene delle proteste dei medici il Ministro Lorenzin, con un perfetto stile ducesco, ha dichiarato in conferenza stampa che i tagli erano approvati dal Consiglio superiore della sanità (in realtà il Consiglio ha dato solo un parere preliminare) e che il Ministero si limitava a svolgere il suo compito. Senza perdere tempo lo stesso Ministero Lorenzin, lo scorso 22 settembre, ha convocato le Organizzazioni sindacali dei medici a cui ha illustrato il Decreto dando ufficiale comunicazione delle prestazioni sanitarie tagliate. C'è da restare basiti. Il Ministro Lorenzin come se niente fosse ha sciorinato un elenco di visite, test, esami e prestazioni medico-sanitarie che il SSN non dovrà più erogare. Nel mirino soprattutto test allergologici e genetici, risonanze magnetiche e tac, ma la stretta colpisce un po' ovunque. Chi vorrà sottoporsi alle prestazioni sanitarie incluse nell'elenco, fatte eccezioni per specifiche e restrittive condizioni previste dal Decreto, le dovrà pagare di tasca propria facendo così venire meno lo stesso Ssn che, di fatto, cesserà di esistere trasformandosi in un mero erogatore di servizi a pagamento.
Una semplice lettura dell'elenco contenente le 208 prestazioni sanitarie non più a carico del Ssn mostra chiaramente come il governo Renzi se ne infischi della salute delle masse popolari. Pressoché annullata la possibilità di effettuare risonanze magnetiche. Per fare un esempio l’esame della colonna vertebrale senza mezzo di contrasto potrà essere prescritto solo in casi di fratture o se il dolore dura da almeno un mese e, in assenza di particolari patologie, non potrà essere ripetuto per un anno. L'esame per il colesterolo si potrà svolgere a carico del Ssn solo una volta ogni 5 anni. Nella lista sono molte le prestazioni odontoiatriche, già oggi, comunque, molto difficili da ottenere nella maggior parte delle aziende sanitarie e ospedaliere, dove si è costretti ad attese assai lunghe. Le estrazioni, le applicazioni di corone e gli inserimenti di protesi saranno a carico del Sistema sanitario nazionale solo se il paziente è in condizioni di vulnerabilità sociale e sanitaria. Tagli pesantissimi sono previsti per quanto riguarda gli esami di laboratorio, molte prestazioni cancellate, anche quelle per cui era previsto il pagamento del ticket, così da risparmiare sulla parte di costo ancora a carico del Ssn. La tendenza è quella di eliminare i controlli generici in assenza di specifici fattori di rischio come ad esempio familiarità con la patologia in questione, ipertensione, obesità, diabete, malattie cardiache. Gli esami specifici per i trigliceridi potranno essere ripetuti soltanto ogni tre anni. Controlli più rigidi anche per i test ed i vaccini allergologici che dovranno essere prescritti solo a seguito di visita specialistica (quindi a pagamento) e non più dal medico di base. Quasi dimezzate le prestazioni relative a Tac e risonanze magnetiche per cui verranno introdotti rigidi criteri di appropriatezza. Per quanto riguarda i ricoveri e le pratiche di riabilitazione è prevista una completa revisione delle prestazioni in base alla appropriatezza e pagamento percentuale oltre i giorni di degenza previsti dalle nuove soglie; controlli e penalizzazioni. Per quanto concerne le strutture ospedaliere è previsto, oltre ad un rigido controllo delle strutture in sofferenza economica, l'azzeramento dei ricoveri nelle case di cura convenzionate con meno di 40 posti letto, la riduzione della spesa del personale a seguito del taglio della rete ospedaliera, la riduzione della degenza media e del tasso di ospedalizzazione.

Puniti i medici inadempienti
“Nessuna caccia al medico, il provvedimento sull'appropriatezza non nasce per dare addosso ai camici bianchi, ma per smettere di erogare prestazioni sanitarie che non servono.” Con queste parole il Ministro Lorenzin ha esordito in una delle sue tante interviste televisive di questi giorni. Nulla di più falso se andiamo a vedere, nel concreto, cosa prevede il provvedimento sull'appropriatezza. Il Decreto contiene, per ciascuna delle 208 prestazioni sanitarie, di fatto tagliate, dei precisi e stringenti requisiti di “appropriatezza” senza i quali le prestazioni non sono erogabili. Se successive verifiche, i cui criteri dovrebbero essere demandate alla prossima conferenza Stato-Regioni, portassero a ritenere non rispettate tutte le condizioni allora per il medico scatterebbero sanzioni economiche. In mancanza di precise indicazioni c’è da scommettere che ogni Regione si regolerà a modo suo e così l’erogazione dei servizi, già a macchia di leopardo sul territorio nazionale, diventerà ancora più disomogenea, il tutto in barba a quanto sancito all'art. 32 della Costituzione borghese, ormai ridotta a carta straccia. Il ministro Lorenzin ha inoltre dichiarato che: "Stiamo dando ai medici gli strumenti per agire in modo più sereno Le sanzioni amministrative sul salario accessorio scatteranno dopo un eccesso reiterato di prescrizioni inappropriate e solo dopo un contraddittorio con il medico che dovrà giustificare scientificamente le sue scelte. Se non lo farà, solo allora scatterà la sanzione." Nulla di più chiaro. In buona sostanza ai medici verrà fornito un elenco di esami con le relative, stringenti, condizioni di erogabilità. Chi non si adeguerà verrà sottoposto a un contraddittorio (ovvero un processo) in cui dovrà difendere il proprio operato. Se gli inquisitori del Ministero o della Sanità regionale non saranno soddisfatti delle spiegazioni e delle prove a discolpa loro fornite allora scatteranno le multe per il medico. Non possono esserci dubbi a riguardo. I medici, in barba a tutti i principi deontologici, dovranno attenersi scrupolosamente al Decreto, pena sanzioni economiche e persino provvedimenti disciplinari che potrebbero avere ripercussioni sulla propria carriera.

Cosa aspettano i sindacati a indire lo sciopero generale?
Sul Decreto dell'appropriatezza si è espresso con il suo solito stile arrogante e ducesco lo stesso Renzi. Infischiandosene delle argomentazioni scientifico-sanitarie sollevate dalle associazioni di categoria ha dichiarato: “Se i medici ci vogliono suggerire modi diversi per tagliare gli sprechi, saremo ben felici di ascoltarli. (…) troveremo di certo un punto di intesa senza che si arrivi allo sciopero". Per quanto possa sembrare assurdo è stato più Renzi a parlare di sciopero che gli stessi sindacati che, a fronte della gravità della situazione, hanno mantenuto posizioni davvero moderate e decisamente tiepide. Nessun preciso riferimento a uno sciopero generale della categoria ma solo vaghi riferimenti a non meglio precisate prossime mobilitazioni, peraltro senza fissare neppure una data a riguardo. Costantino Troise, segretario dell’Anaao, il maggior sindacato dei medici dirigenti, ha affermato che: "Lo Stato si sostituisce al giudizio del professionista, assumendone le prerogative, a prescindere dal malato. Il decreto ministeriale della Lorenzin mette in moto un meccanismo, quello sanzionatorio rispetto alle prescrizioni cosiddette "inappropriate", che oltre a spaventare il medico e farlo lavorare male, creano un danno al malato che vedendosi negare la Tac o l'esame rinuncerà a curarsi del tutto o andrà nel privato.” Mirella Triozzi, segretaria nazionale del Sindacato dei Medici Italiani, ha affermato: “No alla black list e no ai ricatti. Scelte come questa producono conflitti con i pazienti, creano confusione, possibili abusi interpretativi da parte delle Aziende sanitarie e delle Regioni.” Dopo l'incontro avuto con il Ministro Lorenzin, lo scorso 22 settembre, Massimo Cozza della Cgil medici ha affermato sì che: “Questo meccanismo rischia di rompere il rapporto tra i medici e i cittadini” ma non ha mancato di lasciare una porta aperta al Ministro ed al governo affermando che: “ (…) E’ giusto avere linee guida e criteri contro l’inappropriatezza prescrittiva anche se l’anamnesi (cioè l’indagine conoscitiva) è un atto medico complesso che non si può racchiudere in una griglia di criteri.” Solo dopo avere preso atto che il Governo avrebbe proseguito imperterrito sulla propria strada i sindacati hanno iniziato a parlare di mobilitazione ma non ancora di sciopero. Cosa serve ancora per capire che il neoduce Renzi e il suo nero Governo intendono cancellare la Sanità pubblica a tutto vantaggio di quella privata? Cancellando, di fatto, 208 prestazioni sanitarie prima erogate gratuitamente, o dietro pagamento del ticket, le masse popolari non potranno fare altro che rinunciare a curarsi o, a prezzo di nuovi sacrifici, rivolgersi a pagamento alle cliniche private. Attorno a queste, già lautamente finanziate da Stato e Regioni, fioriranno nuovi affari d'oro e enormi vantaggi ne avranno anche i colossi assicurativi privati presso cui sarà quasi indispensabile stipulare una polizza.

7 ottobre 2015