In difesa del servizio pubblico e dei diritti politici e sindacali dei lavoratori
Pieno successo dello sciopero Tpl indetto dalla Usb
Odiosa opera di crumiraggio del governo e dei vertici di CGIL, CISL e UIL

Nonostante le precettazioni ordinate dal nuovo duce Renzi nei mesi scorsi, l'odiosa campagna stampa dei mass-media di regime contro autisti e macchinisti, le pressioni intimidatorie del ministro Delrio a cui spesso si sono aggiunte quelle di sindaci e assessori a livello locale, e nonostante l'infame crumiraggio attuato dai vertici sindacali confederali CGIL, CISL e UIL che si sono sfilati dalla protesta all'ultimo minuto; lo sciopero del trasporto pubblico locale (Tpl) del 2 ottobre indetto dall'Unione sindacale di base (Usb) in difesa dei servizi pubblici e per riconoscere il ruolo e la dignità dei lavoratori nel Tpl è pienamente riuscito.
Le ragioni della protesta sono tante. Si comincia dal mancato pagamento degli stipendi ai dipendenti di Roma Tpl, che ancora devono ricevere il salario di agosto, e si passa alla sicurezza delle vetture, dei passeggeri e degli autisti, fino al peggioramento complessivo delle condizioni di lavoro, al rischio di privatizzazione di Atac per finire con la martellante campagna contro il diritto di sciopero del nuovo Mussolini Renzi e del suo scagnozzo Alfano che vogliono vietare le manifestazioni di protesta nella Capitale.
“Sono mesi – denuncia la Usb - che a Roma i media locali e nazionali, con la regia del governo e della amministrazione commissariata di Marino incitano a protestare contro gli autisti e i macchinisti, contro i vigili o contro le maestre o i lavoratori della raccolta dei rifiuti. E questa campagna è condita ogni giorno da notizie di nuove aggressioni verso i lavoratori.
Cionostante molte città dal Nord al Sud del Paese sono state praticamente paralizzate dalla forte adesione allo sciopero. L'epicentro della protesta è stato registrato Roma dove l’adesione è stata totale con una media del 90%; in ATAC oltre il 70% del personale viaggiante ed operativo ha incrociato le braccia. Le linee delle metropolitane A e B sono rimaste chiuse per tutta la durate della protesta mentre la metro C ha funzionato a sighiozzo grazie al sistema driverless, ovvero senza guidatore a bordo. Paralizzate anche la Roma-Lido, la Roma-Viterbo e la Termini-Centocelle. Lunghe attese alle fermate dei bus rimasti fermi ai depositi.
“I dati dell’adesione allo sciopero – sottolineano i vertici della Usb - dimostrano non solo che le ragioni della protesta sono largamente condivise dai lavoratori, ma che è indispensabile una inversione di marcia. In primo luogo, serve lo stop a qualsiasi tentativo di privatizzare di ATAC ed un forte incremento degli interventi sul fronte della sicurezza e della salute dei lavoratori e degli utenti. Serve il ripristino tempestivo della regolarità nelle aziende della Roma TPL ed il reintegro immediato delle somme indebitamente sottratte dalle tasche dei lavoratori. Occorre inoltre un piano di assunzione per gli autisti, necessità fondamentale da sempre sostenuta dall’USB e riconosciuta dallo stesso ex Dg Micheli”.
Riguardo ai dati sullo sciopero in Atac riportati dal Prefetto, si precisa che questi sono basati sul conteggio di tutto il settore non operativo: il dato reale fra autisti, macchinisti, addetti di stazione, verificatori, ausiliari del traffico è di oltre il 70%.
Riguardo al comportamento intimidatorio tenuto dal sindaco PD Marino e dal neo-assessore alla Mobilità Stefano Esposito nei confronti dei lavoratori e ai suoi ripetuti tentativi di boicottare lo sciopero, l’USB sottolinea che: “L’assessore Esposito, ormai allo sbando, ci accusa di sciopero politico per deviare l’attenzione dell’opinione pubblica. Ricordiamo che noi stiamo scioperando perché i controsoffitti della Metro A cadono sulla testa degli utenti e dei lavoratori, così come ieri lo sportello di un bus si è staccato schiacciando una cittadina che ora rischia di perdere un braccio... Basta con le fandonie e la campagna di odio contro i lavoratori. I disagi che soffrono i cittadini tutti i giorni sono dovuti agli scarsi investimenti anche nella sicurezza. E allora chiediamo, dove è finito il tesoretto da 700 milioni di euro dei biglietti falsi di Atac? Perché non si parla più di quell’inchiesta? Questi buchi si trasformano in tagli dei servizi essenziali, rialzo del costo del biglietto e aumento delle tasse”.
Nel pomeriggio oltre 5.000 manifestanti tra cui molti lavoratori del Tpl in sciopero e studenti in piazza nella mattinata contro la legge 107 della cosiddetta “Buona scuola” di Renzi, hanno dato vita a un combattivo corteo #ROMA LIBERA, che è sfilato nel centro della capitale dal Colosseo al Campidoglio insieme ai dipendenti della Coop 29 giugno, i lavoratori dei canili comunali in occupazione e degli enti previdenziali privatizzati, disoccupati, migranti, movimenti per il diritto all’abitare, forze politiche, centri sociali e realtà territoriali.
Tutti insieme per rompere la contrapposizione tra utenti e lavoratori, per dire NO alle privatizzazione delle aziende pubbliche, difendere la dignità dei lavoratori dei servizi, salvaguardare le libertà sindacali e democratiche, riportare al centro della lotta i problemi sociali, a cominciare da quello della casa.
Il corteo si è mosso verso il Campidoglio, raggiungendo il Palazzo Senatorio al grido di “Vendono Roma a mafia e privati”. “Lo stipendio è un diritto gli esuberi una menzogna”. “Giù le mani dalle aziende partecipate”.

7 ottobre 2015