Contro i 2900 licenziamenti previsti dal piano di lacrime e sangue
Assalto dei lavoratori contro i manager Air France
L'imbroglione Landini prende le distanze e condanna i metodi di lotta dei lavoratori
La via maestra è la lotta di classe

Il 5 ottobre il braccio di ferro fra il vertice di Air France e i lavoratori che si oppongono al criminale piano di ristrutturazione aziendale è sfociato in un vero e proprio assalto da parte dei lavoratori i padroni della compagnia aerea transalpina che per il 17% è a partecipazione statale.
Esasperati dal provocatorio atteggiamento assunto da Air France, che vuole imporre a tutti i costi e senza alcun margine di trattativa un piano di lacrime e sangue che tra l'altro prevede quasi tremila licenziamenti, centinaia di lavoratori in sciopero hanno assaltato la sede della compagnia aerea a Roissy-en-France e hanno attaccato e messo in fuga gli alti manager della compagnia.
Il taglio dei 2.900 posti di lavoro tra il 2016 e il 2017 è stato annunciato il 2 ottobre ed è stata la scintilla che incendiato la lotta. Anche perché secondo i sindacati i posti a rischio sono circa 4.900, quasi il doppio, tra cui figurano circa 300 piloti, 900 hostess e steward e 1.700 effettivi di terra. Sono inoltre previsti: la dismissione di 14 Airbus A340, riducendo la flotta a 93 aerei; la cancellazione dell’ordine di 25 nuovi Dreamliner (in particolare 19 Boeing 787-9 e sei 787-10) per un risparmio da 200 milioni; la riduzione di 35 voli settimanali; la chiusura totale delle cinque tratte meno proficue, prevalentemente in Asia e in Medio Oriente.
Al grido di “Juniac dimissioni” (Alexandre de Juniac è l’amministratore delegato di Air France) i lavoratori hanno forzato i cancelli e hanno preso letteralmente per il bavero alcuni manager. A farne le spese il capo risorse umane, Xavier Broseta, che si è visto costretto a scappare a torso nudo, con la camicia strappata. Con lui anche il vicepresidente dell’hub di Air France a Orly, Pierre Plissonier. Entrambi sono stati costretti a fuggire a gambe levate e a mettersi in salvo grazie all'intervento degli uomini della sicurezza che li hanno aiutati a scavalcare alcune barriere di recinzione e della polizia che ha represso la protesta a suon di manganello e lacrimogeni. Tant'è che a fine giornata il bilancio degli scontri è di cinque feriti tra le file dei lavoratori.
All'indomani delle proteste la direzione di Air France ha sporto una denuncia per “violenza aggravata”. Il 12 ottobre la polizia giudiziaria sulla base dei filmati delle telecamere di sorveglianza ha arrestato sei dipendenti Air France ritenuti responsabili dell'assalto agli uffici e delle aggressioni contro dirigenti della compagnia. Tra gli arrestati, ci sono anche dei sindacalisti della Cgt che lavorano nello scalo parigino come magazzinieri.
Contro gli arresti e l'infame tentativo da parte del governo, di Air France e degli organi di stampa di criminalizzare la protesta, i sindacati hanno organizzato una grande manifestazione per ribadire le ragioni della loro lotta e denunciare pubblicamente il gravissimo atteggiamento provocatorio e intimidatorio tenuto dalla polizia che ha ammanettato i lavoratori alle sei del mattino presso le loro abitazioni e davanti ai propri familiari in lacrime.
Dure e sprezzanti le reazioni del presidente Francois Hollande e del primo ministro francese Manuel Valls. Il primo ha detto che le violenze sono "inaccettabili”. Serve, ha aggiunto: “un dialogo sociale pacifico... un dialogo responsabile con l'azienda che prende le decisioni attese e i responsabili sindacali che giocano l'unica carta possibile, quella del compromesso e del negoziato". Il secondo invece ha dato di “canaglie” ai lavoratori in lotta affermando fra l'altro che: “Nulla può giustificare queste azioni, sono l'opera di canaglie, la giustizia dovrà identificare chi si è macchiato di queste violenze inammissibili, inqualificabili”.
Sulla stessa lunghezza d'onda anche dei padroni e dei servi dei padroni l'imbroglione Maurizio Landini il quale, invece di esaltare i metodi di lotta dei lavoratori francesi e di spingere affinché anche in Italia si apra finalmente un fronte di lotta politico e sindacale contro la tracotanza padronale e il governo del nuvo Mussolini Renzi che ne regge le sorti, ne prende le distanze e senza mezzi termini “condanna le aggressioni contro i manager di Air France”.
Mentre Nino Cortorillo, segretario nazionale della Filt-Cgil responsabile del trasporto aereo, ha parlato di: “Una reazione assolutamente eccessiva” da parte dei lavoratori francesi e si è addirittura vantato del fatto che: “in Italia non sono mai successi fatti del genere neanche a livello simbolico".
Nell'esprimere piena solidarietà ai lavoratori di Air France e ai manifestanti arrestati per aver difeso coi giusti metodi della lotta di classe il loro sacrosanto diritto al lavoro, invitiamo la classe operaia e i lavoratori italiani a prendere esempio dai francesi, dal loro coraggio e determinazione!
Quando il nemico di classe mette in mostra il suo volto più disumano, repressivo, violento e reazionario è giusto che i lavoratori regiscano di conseguenza imboccando con decisione la via maestra della lotta di classe e la lotta di massa per difendere i propri diritti e interessi. E' giusto che utilizzino tutti i metodi di lotta più avanzati, più duri, rispondendo colpo su colpo alla violenza dei padroni.
Brutale, cinico e violento è il vertice di Air France che in nome del massimo profitto attua licenziamenti di massa. I lavoratori sono le vittime sacrificali e dunque hanno tutto il diritto di difendersi con scioperi, picchettaggi, blocco di strade, autostrade, aeroporti, porti e ferrovie, occupazioni di fabbriche, assedio delle sedi di rappresentanza dei capitalisti, della finanza e dei padroni, assedio dei palazzi del governo borghese e non lasciandosi intimidire né dai padroni né dal braccio repressivo dello Stato borghese.
 

21 ottobre 2015