Mai così alta la disuguaglianza nel mondo
Gli 80 più ricchi posseggono quanto i 3,6 miliardi di più poveri
Una forbice che si allargherà da qui al 2019: l'1% possiederà oltre il 54% della ricchezza complessiva

La globalizzazione imperialista invece di “portare ricchezza e benessere ovunque arrivi” ha procurato in tutto mondo non solo ulteriore sfruttamento, oppressione, guerre, miseria, fame, disoccupazione, prostituzione, emigrazione di massa, devastazione dell'ambiente e inquinamento ma anche nuove e profonde disuguaglianze economiche e sociali a tutto vantaggio di un pugno di ricchi borghesi che diventano sempre più ricchi e milioni di poveri che diventano sempre più poveri sia a livello di Stato che individuale.
A confermarlo sono i vari rapporti presentati nel corso del 2015 da diversi istituti di ricerca, che hanno evidenziato la cruda realtà della disuguaglianza sociale nel mondo: l’1% più ricco del pianeta possiede il 48% della ricchezza globale. Una tendenza che purtroppo è destinata ad aggravarsi ulteriormente nel prossimo futuro dal momento che già nel 2016 lo stesso 1% di ricchi possiederà più del 50% della ricchezza mondiale e nel 2019 oltre il 54%. Le 80 persone più ricche del pianeta detengono una quantità di ricchezza corrispondente a quella dei 3.600 milioni di più poveri.
L’Africa Subsahariana è la regione più diseguale del pianeta con il 56,5 di coefficiente Gini (che esprime l'indice di contrazione della ricchezza in rapporto alla popolazione di un determinato territorio). Seguono l’America latina con il 52,9, l’Asia (44,7), Europa dell’Est e Asia centrale (34,7).
Nella zona Ocse — l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico che riunisce 34 paesi — il 10% dei più ricchi ha un reddito 9,6 volte superiore a quello del 10% dei più poveri. La proporzione era di 7,1 volte negli anni ’80 e di 9,1 volte negli anni 2000. Le disuguaglianze, sottolinea il rapporto Ocse, sono ancora più evidenti in termini di patrimonio e più marcate in Cile, Messico, in Turchia, negli Stati uniti e in Israele. Meno in Danimarca, Slovenia, Repubblica slovacca e Norvegia. Le disuguaglianze sono ancora più importanti nelle cosiddette economie emergenti come ad esempio il Brasile che fa parte dei Brics. Nei paesi come il Messico o la Colombia le cifre della disuguaglianza restano allarmanti. Secondo l’ultimo rapporto del Programma delle Nazioni unite per lo sviluppo (Pnud), la Colombia è al 12° posto per disuguaglianza economica (su 168), mentre il Venezuela è al 79°.
Gli affamati nel mondo sono 840 milioni e, secondo la Fao, una persona su nove non ha di che alimentarsi.

28 ottobre 2015