Da Obama a Hollande, a Putin e Renzi
Unanime la voce dei governanti imperialisti contro lo Stato islamico
Compresa la voce del papa

 
"Quello che è accaduto a Parigi e Saint Denis vicino allo stadio è un atto di guerra e di fronte alla guerra il Paese deve prendere le decisioni adeguate" dichiarava il presidente francese François Hollande nel discorso alla nazione la sera del 13 novembre. "È un atto di guerra commesso da un esercito terroristico, Daesh (lo Stato islamico, ndr), contro i valori che difendiamo e che sono nostri: quelli di un Paese libero. È un atto di guerra premeditato", affermava Hollande chiamando a raccolta gli altri governanti imperialisti contro lo Stato islamico. Intanto l'imperialismo francese, che avrebbe voluto bombardare la Siria di Assad già due anni fa, trovava il pretesto per finalmente intervenire militarmente nell'ex colonia mediorientale. Questa volta il nemico riconosciuto da tutti è il "terrorismo", ossia il Daesh. E intanto Hollande invocava la clausola 42.7 del Trattato UE per pretendere la piena e incondizionata solidarietà imperialista dei paesi membri.
"Siamo vicini ai francesi nella lotta al terrorismo" rispondeva Barack Obama dalla Casa Bianca. "Quelli che pensano di poter terrorizzare i francesi o i valori che condividono, sbagliano", aggiungeva il presidente americano sottolineando che "gli attentati in corso a Parigi sono un attacco non solo contro il popolo francese ma contro tutta l'umanità e i nostri valori universali. I valori di 'liberté, egalité e fraternité' non sono solo condivisi dal popolo francese, ma anche da noi". "Faremo del nostro meglio" per aiutare la Francia, affermava Obama preannunciando la collaborazione militare con Parigi per colpire lo Stato islamico. “L'Is è il volto del male. Dobbiamo distruggerlo", aggiungeva Obama nella conferenza stampa al termine del vertice del G20 in Turchia.
La cancelliera tedesca Angela Merkel garantiva alla Francia che "combatteremo insieme la battaglia contro coloro che vi hanno fatto quel che non si può concepire", così come il premier russo Dmitri Medvedev sottolineava come "la tragedia a Parigi spinge noi tutti a unirci nel combattere l'estremismo e dare una risposta ferma e decisa agli attacchi terroristici". Lo zar Vladimir Putin, che già in Siria fa la sua parte contro l'Is, sollecitava "la comunità internazionale a creare una autentica unità per far fronte al male del terrorismo".
Da Palazzo Chigi, il primo ministro italiano Matteo Renzi dichiarava che "l'Italia piange le vittime di Parigi e si unisce al dolore dei fratelli francesi. L'Europa colpita al cuore saprà reagire alla barbarie", indicando che la reazione doveva essere di tutta l'Europa in sintonia con Usa e Russia. E infatti al G20, al termine del colloquio bilaterale con Putin, ripeteva che “abbiamo bisogno di mostrare l'unità. E prima di tutto, questa unità, deve essere mostrata nella lotta contro il terrorismo".
Al coro della santa alleanza imperialista non poteva mancare la voce degli imperialisti sionisti di Tel Aviv, "Israele è al fianco del presidente Francois Hollande e il popolo francese nella guerra comune contro il terrorismo" affermava il primo ministro Benjamin Netanyahu, che definisce terrorismo anche la resistenza palestinese all'occupazione.
Non è mancata questa volta anche la voce del Papa. La Santa Sede con una nota del portavoce padre Federico Lombardi il 13 novembre affermava che "in Vaticano stiamo seguendo le terribili notizie da Parigi. Si tratta di un attacco alla pace di tutta l'umanità che richiede una reazione decisa e solidale da parte di tutti noi per contrastare il dilagare dell'odio omicida in tutte le sue forme".
I maggiori paesi imperialisti occidentali si ritrovavano il 15 novembre a Antalya in Turchia per il vertice del G20 che metteva al centro dei lavori la "lotta al terrorismo" indicata nel comunicato finale come "una priorità per tutti i paesi" e si ribadiva tra l'altro "la volontà di collaborare per risolvere i problemi e prevenire e sopprimere qualsiasi atto di terrore attraverso una collaborazione internazionale e una solidarietà basata su tutti i livelli". Tanto per avere una idea di cosa si parla il consigliere di Barack Obama per la sicurezza nazionale Ben Rhodes faceva sapere che "gli Usa stanno lavorando con Parigi per intensificare i raid aerei contro l'Isis in Siria e Iraq".
Durante il vertice Obama aveva un incontro bilaterale con Putin per un ulteriore allargamento della santa alleanza imperialista anti IS.

18 novembre 2015