Tramite le penne del fondatore Scalfari, del direttore Ezio Mauro e del loro tirapiedi Folli
“La Repubblica” batte i tamburi di guerra contro lo Stato islamico
L'organo ufficioso del PD si appella alla difesa della “civiltà occidentale”, ossia del capitalismo, dell'imperialismo e del liberalismo

Nel ventennio nero la parola d'ordine degli imperialisti guidati da Mussolini era “A chi l'Abissinia? A Noi!”. Oggi la nuova formulazione di quelli guidati da Renzi è “A chi lo Stato islamico? A noi!”.
All'epoca del duce, erano gli intellettuali fascisti a formulare le tesi di appoggio al massacro imperialista, la “novità” di oggi è che sono alcuni tra gli intellettuali più osannati della “sinistra” borghese a fare da cantori e istigatori del macello imperialista del regime Renzi/PD. E' questo il primo dato politico che emerge dai tre articoli bombaroli comparsi il 15 e il 16 novembre su “La Repubblica,” nell'ordine firmati dal fondatore di tale quotidiano Eugenio Scalfari, del direttore Ezio Mauro e dal loro tirapiedi Stefano Folli.

Scalfari e il “barbaro” dell'IS
L'“Eia Eia Alalà” della “sinistra” borghese lo lancia per primo Scalfari già fascista e monarchico sotto Mussolini. Nel suo editoriale “Come possiamo vincere la barbarie del terrorismo”, evoca lo spettro di “una guerra di religione” presunta, che nasconderebbe in realtà la voglia dell'IS e di coloro che “hanno scelto di essere schiavi di chi li dirige, le cellule d'uno Stato che non ha confini stabili, non ha una sua Costituzione, ma ha un gruppo di comando, scuole di preparazione alla disumanità...” di distruggere in modo cieco la nostra civiltà, perché non hanno amore per la libertà e per “la specie cui appartengono, odiano tutti gli altri, mentre amano solo quei pochi che condividono con loro l'odio per gli altri e vogliono distruggerli”.
Ammesso che i combattenti dell'IS siano mossi dall'“odio per la specie”, ci chiediamo come mai questa argomentazione Scalfari non la attribuisca anche ai capi delle potenze imperialiste che hanno massacrato milioni di iracheni, palestinesi, siriani, libici, afghani ecc. disseminandone i brandelli di carne bombardata nei territori mediorientali. Non appartengono forse alla specie umana?
Quando l'IS attacca è barbarie contro la specie umana, quando le potenze imperialiste massacrano, Scalfari non se ne fa un problema, non prova indignazione, semplicemente non esistono, o forse esistono, ma come diceva Hitler: "Annientare una vita senza valore non comporta alcuna colpa, il debole deve essere distrutto".
Colpevole Scalfari non solo di nascondere la violenza delle potenze imperialiste, contro cui l'IS si sta rivoltando, ma due volte colpevole, anche di sfoderare un intero armamentario da barbarie ideologica, bugiarda, aggressiva, razzista, contro i popoli, tre volte colpevole perché con questa melma ideologica tenta di convincere le masse popolari italiane della giustezza di “sgominare l'Is e i suoi capi” con un bagno di sangue, con l'occupazione militare di un territorio straniero, mai invocata in termini così sfacciati dall'epoca di Mussolini: “Le nazioni aggredite ed i loro alleati – secondo il pennivendolo de “La Repubblica” - debbono scendere sul terreno che sta tra Siria, Iraq e Libia, ma non solo con bombardamenti aerei ma con truppe adeguate. Ci vuole un'alleanza politica e militare che metta insieme tutti i membri della Nato a cominciare dagli Usa e in più i Paesi arabi, la Turchia (che nella Nato c'è già), la Russia e l'Iran. Credo che sia questo il modo di agire nell'immediato futuro”.
Non importa a questo guerrafondaio se l'invasione di un territorio straniero va contro gli stessi principi della Costituzione borghese che lui a parole ha difeso a parole in passato, non gli importa se imporrà “vincoli molto stretti alla nostra vita privata”, leggasi noi masse popolari faremo la fame e i nostri diritti saranno ristretti al lumicino, non gli importa se questa guerra di aggressione comporterà perdite, sangue e distruzione in Medio oriente e in Italia: Renzi ha parlato e lui obbedisce. Anzi lo sprona a bombardare l'IS.
 
Mauro e la “superiorità” dell'Occidente
All'adunata degli editorialisti guerrafondai di “Repubblica” che chiedono a Renzi la distruzione dell'IS partecipa Ezio Mauro con il suo editoriale “La coscienza dell'Occidente”: dallo spazio della “barbarie” in cui vivono, gli “jihadisti assassini confusamente sanno che qui è custodita l'anima universale che loro vogliono annientare, perché dà vita a ciò che hanno eletto come il loro nemico supremo e finale: la civiltà occidentale, culla, sede e testimonianza della democrazia dei diritti e della democrazia delle istituzioni. Questo è il bersaglio, perché questo è intollerabile, in quanto è l'ultimo universalismo superstite, dunque alternativo, l'unico modello di vita che resiste dopo la morte delle ideologie, e viene liberamente scelto ogni giorno da milioni di uomini e donne”.
Mauro in sostanza ci vuole dare a bere che ci sono dei giovani “barbari” che scelgono di combattere con l'IS e/o di fare migliaia di chilometri, mettersi delle bombe addosso e andare a farsi saltare in aria, uccidendo centinaia di persone, solo perché vogliono colpire l'Occidente in quanto “civiltà di libertà e diritti”.
Non c'entrerebbe nulla dunque secondo Mauro la disperazione di quei popoli soffocati tallone imperialista!
Ma di che sta parlando questo cortigiano di Renzi!? Il capitalismo e i suoi valori non hanno certo attributi di universalità. Dov'è, ci chiediamo, l'universalismo dei diritti, della libertà, dell'accettazione dei “valori” del capitalismo in Italia o in Occidente? Ed è tanto meno vero che il capitalismo sia l'unico modello alternativo o sopravvissuto alle ideologie. Esso è in piena crisi in Occidente, dove massacra le masse popolari, mentre al contrario l'unico sistema alternativo, quello rappresentato dalle idee socialiste e di pace tra i popoli è ancora ben vivo e vincente in prospettiva.
E certo in Medio Oriente il capitalismo più che universalità e diritti ha portato esclusione, repressione, sfruttamento. Quei popoli hanno assaggiato i presunti principi di “libertà” e “universalità” del capitalismo di cui parla Mauro a forza di bombe e stragi.
Bisogna avere il coraggio di dire "siamo tutti occidentali", continua Mauro, “passando dalla compassione alla condivisione, con il peso della responsabilità che ne consegue, anche per reggere il carico della risposta indispensabile per garantire la sicurezza dei cittadini, fino all'uso della forza militare se necessaria”.
E invece diciamo noi bisogna rispedire al mittente tale appello a compattarsi politicamente e militarmente in difesa dei “valori” della democrazia borghese e dell'imperialismo vorace e continuare a mettere in evidenza quanto è marcio e criminale tale sistema. Ciò a dispetto della richiesta di Mauro di tacere e di smetterla con la “distruttiva” svalutazione quotidiana “della democrazia che noi occidentali facciamo nei nostri discorsi e nella nostra pratica”.
Il fanatismo capitalista di Mauro è comunque pericolosissimo perché tende a intorbidare le acque a far pensare che la contraddizione fondamentale in questa crisi internazionale sia tra “coscienza occidentale” e “barbari jiadisti”.
Invece bisogna dire senza timore che la contraddizione è tra imperialisti ed antimperialisti. Bisogna piuttosto avere il coraggio di dire “siamo tutti antimperialisti”, come hanno iniziato a fare in decine rispondendo sul sito di Repubblica a questo editoriale guerrafondaio. Citiamo solo due esemplificativi interventi: “Come sempre Mauro, non scrive una parola, sulle vittime innocenti, dei portatori di democrazia. Non ti passa per la testa, che questa gente, si può vendicare? Se qualcuno ti viene a picchiare a casa tua, che fai? Gli offri un caffè”?
E poi: “Non è rimasto molto da proporre come sana prospettiva democratica occidentale non solo a chi vuole distruggere la nostra società ma anche a noi stessi nel prossimo futuro... la società occidentale stessa è una polveriera pronta ad esplodere anche senza interventi esterni visto che disoccupazione, diseguaglianza sociale, tagli a tutte le risorse per i servizi, corruzione sono ormai una costante...”
Questi interventi svelano che attualmente esistono in Italia migliaia di voci oggettivamente antimperialiste. Ancora frammentate, tuttavia ci danno tuttavia forza in questa battaglia ideologica di vitale importanza per il futuro e la sicurezza delle masse popolari italiane, che il PMLI unico Partito in Italia, sta combattendo contro il governo e i suoi lacchè per portare a nudo la verità e interpretarla su un piano ideologico di classe al fine di allargare il fronte degli antimperialisti, compattarli e portarli su un piano soggettivo, impedire la guerra a suon di bombe all'IS e il perpetrarsi della barbarie delle potenze imperialiste.
 
Folli e la richiesta di misure straordinarie
E sullo stesso numero de “La Repubblica” incalza l'altro miliziano ideologico di Renzi, Folli, su “il ruolo dell'Italia nella guerra nuova”. Senza retorica, si propone Folli, che però, non spiegando in cosa questa aggressione imperialista che si prepara sarebbe “nuova”, muove dall'esaltazione retorica dell'intervento guerrafondaio del nuovo duce che “chiede a tutti senso di responsabilità”.
I temi della “solidarietà” e della “responsabilità” vanno riempiti secondo Folli “di contenuti inediti per non apparire stantii sullo sfondo dell'Europa attonita”. Folli supino al clima da emergenza nazionale, si ritiene a questo punto autorizzato a fare delle affermazioni politiche gravissime, eversive degli stessi principi fondanti della democrazia borghese, quando afferma che va rimandata unicamente al campo della maggioranza e del governo “la questione di come reagire all'IS”. Insomma niente dibattito chiede Folli nel suo editoriale e, ancora una volta, emerge quanto più di politicamente stantio e puzzolente si possa determinare in una situazione in cui la borghesia imperialista e i suoi lacchè scendono in campo per difendere i propri interessi internazionali. Il dibattito, persino quello debole e annacquato dei partiti parlamentari, per Folli è negativo. In sostanza, come disse Mussolini “al popolo non resta che un monosillabo per affermare e obbedire. La sovranità gli viene lasciata solo quando è innocua o reputata tale, cioè nei momenti di ordinari amministrazione. Vi immaginate voi una guerra stabilita per referendum”?
Al silenzio delle masse e delle strutture organizzate si deve aggiungere la ricerca di un “maggiore spazio” nell'“élite ristretta” dei “Paesi amici”, nell'ambito del coordinamento della "guerra totale", leggasi guerra mondiale imperialista, allo Stato islamico. In fondo per Folli l'Italia si sarebbe conquistato questo diritto, avendo mostrato la propria disponibilità all'aggressione dei popoli come dimostra “l'impiego di quattro bombardieri sui cieli dell'Iraq” da considerarsi “il biglietto d'ingresso per essere ammessi in questo club europeo più ristretto”.
Folli brama la guerra e il bagno di sangue e chiede già “conseguenze anche dolorose”, una “linea impopolare”, lo “ stato d'emergenza” la restrizione di “qualche spazio di libertà”, forti spese per la difesa, per l'"intelligence", per i controlli capillari di ordine pubblico, la revisione del bilancio statale in termini militari e la riconsiderazione delle priorità.
Noi invece auspichiamo che le masse popolari italiane resistano all'asfissiante e martellante propaganda bellicista e antislamica riversatasi sul Paese e ragionando con la propria testa comprendano, come spiega il comunicato stampa dell'Ufficio politico del PMLI, che “è la barbarie dell'imperialismo che genera barbarie”.
Dalla presa di coscienza bisogna passare al contributo attivo per fermare la guerra ed un possibile attacco militare dell'Italia all'IS. E il più grande contributo che il popolo italiano possa dare alla lotta universale contro l'imperialismo e la barbarie è quello di opporsi ad ogni atto interventista e guerrafondaio del governo imperialista del nuovo duce Renzi, rispedendo al mittente le “analisi” guerrafondaie, razziste e nazistoidi che ormai circolano sui quotidiani della “sinistra” borghese.
 

25 novembre 2015