I talebani: “Se la Francia vuole evitare attacchi futuri cambi le sue politiche sbagliate”

Gli osservatori hanno evidenziato varie ragioni legate ai recenti sanguinosi attentati a Parigi e l'hanno valutate da diversi punti di vista. Tuttavia, il motivo principale potrebbe essere la politica coloniale della Francia e le invasioni militari nel mondo islamico. Seguendo il modello delle guerre dei Crociati del 20° e del 21° secolo, Parigi, sotto un pretesto o un altro, ha occupato le terre dei musulmani, li ha bombardati e ha loro creato problemi politici ed economici.
Negli ultimi dieci anni, la Francia, al fine di ottenere, proteggere ed estendere i propri interessi coloniali ha condotto attacchi militari in Afghanistan, Iraq, Libia e Siria; ha ucciso e cacciato e imprigionato gli abianti di quei paesi e causato danni alle loro proprietà.
Quantunque gli attacchi a Parigi non abbiano alcun legame con gli afgani e l'Afghanistan, la Francia si è confermata fin dall'inizio un alleato degli Stati Uniti durante l'invasione dell'Afghanistan. La Francia ha giocato un ruolo importante nel rovesciamento del regime islamico sostenuto dalla popolazione. Analogamente ha ucciso e torturato persone in Libia, Siria e altri paesi islamici.
Pochi mesi fa, un attacco a sorpresa contro la sede della rivista Charlie Hebdo aveva scosso la Francia; in quell'attacco 14 artisti, dipendenti e direttore della rivista furono uccisi.
Due giovani islamici effettuarono l'attacco in risposta alla stampa delle vignette sul profeta Maometto. Tuttavia, dopo l'attacco, Charlie Hebdo non solo non cessò la sua campagna di odio verso i musulmani ma pubblicò ripetutamente e con tirature senza precedenti vignette oltraggiose verso il profeta Maometto.
Gli ultimi attacchi a Parigi dipendono direttamente dagli odiosi governanti politici francesi. In altre parole, i recenti attacchi di Parigi sono il risultato di politiche sbagliate della Francia. Pertanto, se intende in futuro salvaguardare se stessa da questo tipo di pericolosi attacchi, è importante che la Francia, prima di tutto, riconsideri le sue politiche.

25 novembre 2015