70° anniversario del processo di Norimberga
Il processo di Norimberga fu necessario. Metterlo in discussione vuol dire fare un regalo ai nazisti di ieri e di oggi
Le potenze occidentali ostacolarono la denazificazione, demilitarizzazione e democratizzazione della Germania

 
Il 20 novembre 1945 si apriva nella città di Norimberga il processo al termine del quale dei ventidue criminali nazisti alla sbarra tre vennero assolti, sette condannati a pene detentive e dodici condannati a morte per impiccagione. Hermann Göring pur condannato sfuggì al capestro suicidandosi al termine del processo così come aveva fatto Robert Ley in precedenza. Allora come oggi, a distanza di settanta anni, i nazisti, i loro eredi e i loro reggicoda hanno cercato con ogni mezzo di contestare la legittimità e la necessità di quel processo. Allora furono soprattutto i criminali caporioni hitleriani alla sbarra a contestare il diritto dei vincitori “alleati” a giudicarli ma anche esponenti liberali come Benedetto Croce, che di fatto nulla aveva fatto per contrastare la salita al potere di Mussolini e durante il ventennio non fu mai vittima del carcere e del confino che il regime riservava agli antifascisti conseguenti. In un discorso del 1947 alla Costituente così si esprimeva: “Segno inquietante di turbamento spirituale sono ai giorni nostri (bisogna pure avere il coraggio di confessarlo) i tribunali senza alcun fondamento di legge, che il vincitore ha istituito per giudicare, condannare e impiccare, sotto nome di criminali di guerra, uomini politici e generali dei popoli vinti, abbandonando la diversa pratica, esente da ipocrisia, onde un tempo non si dava quartiere ai vinti o ad alcuni di loro e se ne richiedeva la consegna per metterli a morte, proseguendo e concludendo con ciò la guerra ”.
Da allora il montante revisionismo storico si è dato l'obiettivo di rovesciare quei giusti verdetti storici emanati prima sui campi di battaglia, come la fucilazione di Mussolini decisa dal Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia e dal Comando Generale del Corpo Volontari della Libertà, e poi nelle aule dei tribunali durante i processi che giudicarono i criminali nazisti e fascisti, come fu nel caso del processo di Norimberga. Fino al punto che persino “Il Fatto quotidiano” ricorda questo settantesimo anniversario rilanciando un vergognoso articolo di Massimo Fini che si conclude con queste parole: “Oggi... si può dire che quei processi erano ingiusti, illegittimi, pericolosi ”. Costui con scandalosa disinvoltura mette sullo stesso piano fascismo e antifascismo, Hitler e Stalin, aggressori e aggrediti: “Ma questioni giuridiche a parte, l’effetto a nostro parere più inquietante e gravido di conseguenze storiche dei processi di Norimberga e di Tokyo fu quello di ingenerare un pericoloso equivoco: che i vincitori fossero davvero migliori dei vinti nel momento in cui si chiudeva la guerra. Fa una certa specie, per esempio, pensare che sullo scranno dei giurati, a Norimberga, sedevano, per giudicare di “atti di aggressione”, i rappresentanti di un paese, l’Urss, che aveva assalito e squartato, con un attacco vilissimo e proditorio, concertato proprio con Hitler, la Polonia e che era responsabile delle fosse di Katyn. Fa specie sapere che, a quel processo su “crimini contro l’umanità”, fece la sua apparizione, fra coloro che giudicavano, il sovietico Visinskij, il pubblico ministero delle “purghe” di Mosca del 1936-37. ” Fini ha tanta bile anticomunista da sposare in toto la propaganda fascista che accusa Stalin di aver invaso la Polonia di concerto con Hitler e gli attribuisce la responsabilità dell'eccidio di Katyn. Quest'ultimo caso fu una colossale provocazione contro l'Armata Rossa da parte dell'esercito del III Reich peraltro accompagnata dal verdetto fasullo di una commissione internazionale manipolata dai nazisti.
Tant'è vero che alcuni membri di quella commissione, qualche anno dopo al Processo di Norimberga, testimoniarono e descrissero in quali condizioni di ricatto e di pressione psicologica furono costretti a dichiarare il falso sull'eccidio di Katyn.
La macabra messa in scena ordita dai nazisti e diretta personalmente da Hitler, che in questo genere di cose aveva già dimostrato tutta la sua maestria il 27 febbraio del 1933 con l'incendio del Reichstag, si ritorse ancora una volta contro gli stessi nazisti che alla fine delle indagini, svolte da una commissione medico legale e da esperti di vari Paesi del mondo, furono ritenuti i veri responsabili dell'efferata strage di Katyn. Un verdetto che tre anni dopo verrà inequivocabilmente e definitivamente riconfermato anche al processo di Norimberga in cui furono esibite schiaccianti prove e innumerevoli testimonianze, molte delle quali scritte e controfirmate, che deponevano contro i nazisti e a favore dell'Unione Sovietica (si veda l'articolo http://www.pmli.it/eccidiokatynhitlernostalin.htm).
In realtà la questione cruciale che faceva da sfondo al processo di Norimberga era la piena denazificazione, demilitarizzazione e democratizzazione della Germania, mentre le potenze occidentali erano già proiettate verso la guerra fredda e puntavano a servirsi di quanto restava del nazismo e del militarismo tedesco in funzione antisovietica.
 
La posizione sovietica e quella delle potenze occidentali
Le differenze tra i sovietici e le potenze occidentali emersero già durante la guerra. Cosa fare dei nazisti e del militarismo tedesco dopo la loro sconfitta? Come evitare ai popoli dell'Europa e del mondo una nuova guerra mondiale scatenata dalla Germania? Le posizioni dei sovietici e degli imperialisti occidentali non avrebbero potute essere più distanti. Anche se l'Unione sovietica aveva pagato il prezzo più caro della guerra, più di ventidue milioni di morti tra militari e civili, essa non voleva la scomparsa della Germania. Il capitalismo e il militarismo tedesco erano i veri responsabili dell'aggressione all'Urss e dei terribili crimini ai danni del suo popolo. Stalin nel 1942, dunque nel momento in cui le armate hitleriane raggiungevano la loro massima espansione nell'occupazione dei territori sovietici, dichiarò: “A volte nella stampa straniera si diffonde la voce che l'Esercito rosso ha per scopo di sterminare il popolo tedesco e distruggere lo Stato tedesco. Questa è, certamente, una sciocca menzogna e una calunnia poco intelligente. (…) sarebbe ridicolo identificare la cricca di Hitler col popolo tedesco, con lo Stato tedesco. L'esperienza della storia insegna che gli Hitler vengono e se ne vanno, mentre il popolo tedesco, lo Stato tedesco rimangono. La forza dell'Esercito rosso consiste, infine, nel fatto che esso non ha e non può avere un odio di razza verso gli altri popoli e quindi anche verso il popolo tedesco.
Chiara la posizione sovietica. Distruggere la cricca hitleriana ed il militarismo tedesco separando le loro criminali responsabilità da quelle del popolo tedesco. Ben diversa la posizione delle potenze occidentali. Infischiandosene del nazismo e dei suoi crimini, i capitalisti occidentali vedevano nella guerra una duplice opportunità: la riduzione della Germania a loro fedele alleata, dopo che era stata una pericolosissima “concorrente” nella competizione imperialista per il dominio del mondo, e un forte ridimensionamento dell'Unione sovietica.
Mentre la gloriosa Armata rossa ricacciava a prezzo di perdite enormi le armate naziste gli “alleati” occidentali avanzavano lentamente e con poche perdite e, con la propria flotta aerea, radevano al suolo le città tedesche con indiscriminati bombardamenti a tappeto. In perfetta coerenza con i loro obiettivi gli americani e gli inglesi uccisero più di un milione di civili tedeschi nel corso dei loro raid aerei. Il ministro del tesoro degli Stati uniti Henry Morgenthau, con il pieno sostegno di Roosevelt e Churchill, elaborò un piano (il “piano Morgenthau”) in cui veniva previsto il totale smantellamento dell'industria tedesca e l'obbligo per i tedeschi a praticare solo l'agricoltura e la pastorizia. Con l'avvicinarsi della fine della guerra però gli imperialisti occidentali si trovarono di fronte ad una amara sorpresa. L'Unione sovietica di Stalin non era stata affatto piegata dalle armate naziste ma era invece più forte che mai! La vittoria sul nazifascismo aveva mostrato l'efficienza militare dell'Armata rossa e il coraggio e la forza del popolo sovietico che era stato in grado di annientare la belva nazista. L'Urss, e con essa il socialismo, si era affermata come un rosso faro di luce per i popoli oppressi. No, il rischio per gli imperialisti ed i capitalisti occidentali era davvero troppo grande. Molto meglio stringere accordi con quanto restava del nazismo e del militarismo tedesco.
La Germania, insomma, doveva essere utilizzata in funzione antisovietica e per questo mantenuta come potenza economica e militare. Molto meglio per i capitalisti e gli imperialisti avere un concorrente in più nella guerra per i mercati che rischiare di perdere tutto con la vittoria del socialismo!
 
Le diverse concezioni del processo
Terminata la guerra i popoli del mondo vennero a conoscenza dei terribili crimini commessi dai nazisti. Campi di sterminio, camere a gas, schiavitù e oppressione di interi popoli. L'imperialismo tedesco si era reso responsabile di azioni criminali che non potevano restare impunite. Come già dichiarato nel corso della guerra i principali criminali nazisti dovevano essere giudicati pubblicamente in un processo che facesse luce sui loro crimini. Quali i principali criminali nazisti da processare? Quali, in concreto, le azioni da compiere affinché emergessero le responsabilità della guerra ed i terribili crimini perpetrati dai nazisti durante la stessa? Su questi fondamentali punti le posizioni dell'Urss e delle potenze occidentali si rivelarono subito contrastanti.
Per Stalin e la dirigenza sovietica lo scopo principale del processo era accertare le reali responsabilità dell'ascesa del nazismo e dei suoi terribili crimini. Il nazismo non era certo piovuto dal cielo ma era stato finanziato dai banchieri e dagli industriali tedeschi. Erano questi i criminali che avevano creato Hitler, che lo avevano finanziato e con esso avevano fatto affari d'oro, non da ultimo sfruttando come schiavi i popoli dei paesi occupati. Per i sovietici non vi erano dubbi. Lo scopo ultimo del processo doveva essere la definitiva cancellazione del nazismo e del militarismo tedesco così da costruire la nuova Germania come paese democratico.
Ben diversa la posizione delle potenze occidentali che volevano invece circoscrivere la “portata” del processo limitandosi a processare i principali caporioni nazisti, quelli troppo noti per i loro crimini e quindi con cui sarebbe stato impossibile instaurare una collaborazione. Il processo doveva insomma limitarsi a perseguire i pochi imputati, addossare loro tutte le responsabilità e chiudere in questo modo la faccenda così da potere utilizzare l'apparato politico-militare nazista in funzione antisovietica. Le potenze occidentali, Stati uniti, Gran Bretagna e Francia minacciarono in più occasioni i sovietici di celebrare processi separati con gli imputati da essi catturati. Interessante notare a questo riguardo come quasi tutti i caporioni nazisti sotto processo si erano consegnati, spesso spontaneamente, agli americani o agli inglesi. E si rifiutarono di includere tra i criminali di guerra il corpo dello stato maggiore hitleriano e del comando supremo delle forze armate del Reich nazista
 
I criminali nazisti giudicati e quelli impuniti
All'avvio del processo erano presenti al banco degli imputati alcuni dei principali criminali nazisti ma, come abbiamo detto, non erano invece presenti altri criminali altrettanto, se non addirittura in misura maggiore, responsabili. Mancavano i Krupp (come del resto in Italia mancavano gli Agnelli) che avevano finanziato il nazismo ed avevano armato le sue aggressioni. Al processo di Norimberga di fatto sfuggirono i veri e principali responsabili del nazismo e, con esso, della guerra. Le potenze occidentali decisero di rimandare l'accusa al “mondo economico nazista” in successivi processi del tutto minori che oltretutto, con la scusa della frattura con l'Urss dopo che essi stessi avevano scatenato la guerra fredda, svolsero da soli.
A Norimberga per tutta la durata del processo, mentre venivano alla luce i crimini immani perpetrati dai nazisti, gli americani, assieme agli inglesi ed ai francesi, mantennero una posizione ambigua ed oscillante. Le norme processuali da essi imposte concessero agli imputati ben oltre il semplice diritto alla difesa. Venne loro concessa la possibilità di svolgere delle vere e proprie arringhe politiche. Göring ed altri caporioni nazisti in non poche occasioni pontificarono il loro operato esaltando il nazismo come l'unico baluardo contro il comunismo. Durante alcune sedute le parti parevano invertite. I nazisti al banco degli imputati trasformati in accusatori dell'Urss e del suo popolo, quello stesso popolo che essi avevano cercato di distruggere!
Nonostante l'ostruzionismo dei magistrati e dei procuratori occidentali gli imputati nazisti vennero inchiodati nelle loro responsabilità poiché i principali crimini di guerra e contro l'umanità erano stati compiuti nell'Europa orientale e nell'Urss i sovietici avevano accesso diretto alle inoppugnabili prove di questi terribili delitti. Del resto mentre in occidente i nazisti si erano perlopiù limitati ad una occupazione militare era all'est che essi attuarono una politica di sterminio ed era qui che essi avevano costruito i campi di sterminio con le loro camere a gas ed i loro forni crematori. Dimostrate le loro terribili responsabilità i criminali nazisti Frank, Frick, Jodl, Kaltenbrunner, Keitel, Von Ribbentrop, Rosenberg, Sauchel, Streicher e Seyss-Inquart vennero riconosciuti colpevoli e condannati a morte. Stessa sorte per Göring, suicidatosi.
Nonostante i loro crimini, grazie all'opposizione dei magistrati occidentali che misero il veto alla loro condanna a morte, vennero condannati solo a pene detentive Dönitz, successore di Hitler come presidente del Reich, Speer, il responsabile degli armamenti e dei campi di lavoro forzati, Raeder, grande ammiraglio del Reich, Funk, ministro dell'economia, Von Neurath, ministro degli esteri fino al 1938 e quindi governatore del “protettorato” di Boemia e di Moravia fino al 1942, Von Schirach, capo della gioventù hitleriana e governatore di Vienna ed Hess, l'ex segretario del partito nazista che nel maggio del 1941 era volato in Scozia per proporre agli inglesi una pace separata in previsione di una guerra comune contro l'Unione sovietica. Tre imputati, Fritzsche, Von Papen e Schacht vennero invece assolti. Mentre però Fritzsche e Von Papen avevano svolto ruoli secondari e non criminali (Fritzsche era un semplice commentatore radiofonico mentre Von Papen era relegato in Turchia come ambasciatore) lo stesso non poteva davvero dirsi di Schacht. In qualità di banchiere e di ministro delle finanze Schacht rese possibile l'avvento del nazismo e, per il tramite dell'alta borghesia tedesca, forni ad esso le indispensabili risorse economiche. Sfruttando le sue conoscenze nel mondo della finanza dei paesi capitalistici Schacht fu il garante di Hitler con il capitalismo mondiale, desideroso di usare la Germania nazista in funzione antisovietica. Mentre nella Germania orientale, poi Ddr, i sovietici aiutavano il popolo tedesco a risollevarsi dalle macerie della guerra ed a costruire un nuovo futuro di pace e democrazia, Schacht, assieme a molti altri criminali nazisti politici e militari, riebbe subito posizioni di prestigio nella Germania occidentale.

2 dicembre 2015