In Turchia
Assassinato l'avvocato dei curdi
Aveva difeso in Tv il PKK. Manifestazioni di protesta a Diyarbakir e Istanbul

 
Il capo dell’Ordine degli avvocati di Diyarbakir, Tahir Elci, è stato assassinato il 28 novembre in margine a una manifestazoine nel quartiere i Sur che era stata indetta in difesa dei diritti dei curdi e per denunciare lo stato di assedio cui il regime di Ankara ha sottoposto da tempo la città come il resto delle zone curde. La polizia imponeva immediatamente il coprifuoco a Diyarbakir che non impediva l'esplosione della rabbia curda; i manifestanti sfidavano gli idranti e i lacrimogeni della polizia per sfilare gridando "spalla a spalla contro il fascismo". Altre manifestazioni di protesta per l'assassinio dell'avvocato dei curdi si svolgevano a Istanbul e Izmir.
A Istanbul era già in corso una manifestazione lungo viale Istiklal a sostegno della libertà di stampa in seguito agli arresti con le accuse di spionaggio del direttore e del capo-redattore di Ankara del quotidiano di opposizione Cumhuriyet che aveva pubblicato un servizio sui legami tra i servizi turchi e militanti dell'Is.
Il partito filocurdo Hdp definiva l'omicidio di Tahir Elci un "assassinio premeditato" e appoggiava le manifestazioni ricordando come Elci fosse nel mirino del partito di governo Akp e dei suoi media.
L'avvocato era diventato un caso nazionale dopo che, il 14 ottobre scorso, aveva rilasciato una dichiarazione alla Cnn turca nella quale aveva sostenuto che il Pkk "è un movimento politico che ha importanti domande politiche e che gode di vasto supporto, anche se alcune sue azioni sono di natura terroristica". Per questa dichiarazione il legale era stato arrestato il 19 ottobre a Diyarbakir e rinviato a giudizio con l'accusa di propaganda di organizzazione terroristica. Era stato rilasciato ma la procura di Istanbul aveva chiesto per lui la condanna a 7 anni e mezzo.
Dopo la vittoria elettorale del primo novembre il presidente Erdogan ha rilanciato la repressione dei movimenti kurdi e col pretesto della lotta all'Is ha continuato a colpire il suo bersaglio principale, il popolo curdo, imponendo il coprifuoco nelle principali province curde e assassinando almeno 30 manifestanti caduti sotto i colpi della polizia durante le proteste.
Proteste che sono continuate il 29 novembre quando decine di migliaia di curdi hanno partecipato a Diyarbakir ai funerali di Elci che sono diventati l'occasione per manifestare contro la repressione in corso nel paese e accusare i leader turchi di assassinio.

2 dicembre 2015