Allo studio dell'UE
Misure fasciste per controllare passeggeri e Web

Prendendo a pretesto gli attentati di Parigi l'Unione europea si prepara ad adottare una serie di misure fasciste per il controllo sempre più invasivo delle persone e di pesante limitazione delle libertà e dei diritti democratici.
Il 28 novembre il quotidiano La Repubblica ha diffuso la notizia, rilanciata da tutta la stampa nazionale, che “misure eccezionali” a livello europeo sono allo studio del Core per Giustizia e affari Interni della UE e del PSC (Comitato Politico e di Sicurezza), un gruppo tecnico ad alto livello specializzato in politica estera e difesa. L'obiettivo è quello di approvare un “piano per la sicurezza” in cinque punti che comprende il controllo dei passeggeri dei voli aerei fuori e dentro i paesi dell'Unione e il controllo del Web. Per questi due punti è previsto che le misure entrino in vigore entro la fine dell'anno, e per i restanti punti non oltre i primi mesi del 2016. Ecco in sintesi i cinque punti del piano:
1- Controllo del Web
È allo studio dell'European Union IT Form, che il 4 dicembre ha avuto a tal fine un primo vertice con i giganti del Web (Google, Twitter, Facebook, Microsoft, Apple, Archive.Org, ecc.), un piano IRU (Internet Referral Unit) per monitorare il traffico in Internet, chiedendo agli operatori di mettere a disposizione dati sensibili e cancellare i siti sospetti, nonché di poter condurre “campagne di comunicazione dedicate”, ovvero vere e proprie azioni di contropropaganda “antiterrorimo”. In particolare si passeranno al vaglio 46 mila account twitter attribuiti a militanti dell'IS, condividendo risorse, informazioni e strumenti tra gli Stati europei. E soprattutto si procederà al controllo delle comunicazioni che si svolgono su piattaforme criptate, come Skype, WhatsApp ecc.
2 - Il controllo dei passeggeri
Saranno identificati e schedati tutti i passeggeri in transito da e per i paesi europei. Tutti i dati raccolti saranno stoccati presso il Counter Terrorism Center (CTC) all'Aia. Sarà istituito il PNR (Passenger Name Record), un codice numerico associato ad ogni passeggero aero, contenente tutti i dettagli personali. L'autorizzazione per questa misura era già stata chiesta da tempo al parlamento europeo, che finora si era mostrato restio paventando gravi violazioni della privacy. Sempre il 4 dicembre un vertice dei ministri degli Interni della UE riuniti a Bruxelles, al quale ha partecipato anche il ministro Alfano, ha deciso di accelerare i tempi, chiedendo all'unanimità di istituire subito il PNR, consentendo solo di far scendere a sei mesi il tempo in cui i dati dei passeggeri saranno accessibili, prima che vengano oscurati, a fronte dei nove mesi chiesti in precedenza al Parlamento europeo. Dati che comunque rimarranno a disposizione delle autorità per cinque anni prima di essere distrutti.
In cambio, però, i 28 chiedono che si possano includere nel registro i dati dei voli interni all'UE, compresi i charter, e non solo quelli esterni, aspetto riconosciuto fondamentale dalla Francia a seguito degli attentati di Parigi. L'accordo sul PNR è stato ritenuto dai ministri utile a “prevenire, identificare, e perseguire minacce terroristiche e forme gravi di crimini”. “Tutto il mondo comprende che non c'è tempo da perdere. L'accordo è equilibrato e proporzionato”, ha detto il commissario europeo agli Affari interni, Dimistris Avramopoulos. Il Parlamento europeo dovrà ora esprimersi in merito. Non è stato invece sospeso per ora il sistema di Schengen, come alcune voci annunciavano. Tutto continuerà con le stesse regole, secondo i meccanismi già previsti, che comunque permettono in caso di necessità reintroduzioni temporanee dei controlli alle frontiere.
3 - Controlli incrociati
Dal 1° gennaio il CTC dell'Aia monitorerà tutti i viaggiatori che entrano ed escono dalle frontiere dell'Europa, incrociando i dati delle varie intelligence europee. Una misura specifica contro i cosiddetti foreign fighters, i militanti dell'IS provenienti dall'Europa.
4 – Armi
Sarà istituita una procedura unica per tutti i paesi europei per il controllo del traffico di armi e la disattivazione delle armi da fuoco.
5 - Misure patrimoniali
Possibilità, come fu già deciso dall'ONU dopo l'11 settembre, di congelare i beni dei sospetti terroristi con procedure simili a quelle adottate per le misure di prevenzione antimafia.

La Francia di Hollande guida la stretta fascista
C'è da osservare che queste misure fasciste sono già state applicate in larga parte dal governo francese, e anzi è a queste che sono chiaramente ispirate. Appena il 27 novembre, a questo proposito, il governo francese ha comunicato al Consiglio d'Europa che derogherà dalla Convenzione dei diritti dell'uomo, firmata a Roma nel 1950, e su cui il Consiglio vigila per quanto riguarda il diritto a un giusto processo, la privacy, la libertà di espressione e di religione. La Francia invoca infatti l'articolo 15 che prevede la sospensione dei diritti in caso di guerra o minaccia per la nazione.
In Francia è già in vigore lo stato di emergenza per tre mesi, che sarà molto probabilmente prorogato di altri sei: consente di fare perquisizioni e arresti senza autorizzazione, proibire manifestazioni, istituire il coprifuoco ecc. Sono già state segnalate 1.600 perquisizioni abusive, e vi sono già stati molti ricorsi di avvocati contro arresti domiciliari di cittadini incensurati e mai recatisi in paesi associati al terrorismo. Prima del vertice di Parigi sul clima le autorità francesi hanno bloccato alla frontiera oltre mille persone, con arresti preventivi di decine di manifestanti ecologisti trattati alla stregua di terroristi e la proibizione della marcia mondiale già fissata nella capitale. Il ministro degli interni francese, Cazeneuve, ha ammesso che ci sono state 2.235 perquisizioni extragiudiziarie nel periodo tra gli attentati del 13 novembre e l'apertura del COP21, che hanno portato a 210 fermi e più di 300 persone ai domiciliari coatti. E con la chiusura di tre moschee nella regione parigina e vicino a Lione.
E quel che è ancora più grave è il clima da caccia alle streghe che il governo e i media di regime stanno fomentando nel Paese, tanto che persino l'americano New York Times l'ha definita “la guerra di Hollande alle libertà”. Il sindacato di “sinistra” CGT ha rivelato di aver espulso circa 500 iscritti a Air France considerati “integralisti islamici”. Lo scrittore e intellettuale francese Michel Onfray è stato oggetto di una campagna mediatica che lo ha dipinto come un “utile idiota” al servizio dei terroristi, e a causa della quale ha dovuto sospendere la pubblicazione di un suo libro in Francia, per aver detto che “destra e sinistra, che hanno seminato a livello internazionale la guerra contro l'islam politico, raccolgono la guerra dell'Islam a livello nazionale”, e per aver invitato il governo francese e gli altri governi occidentali a “smettere di bombardare i musulmani in tutto il pianeta”.

Anche l'Italia di Renzi non scherza
Ma anche l'Italia del nuovo duce Renzi non sta certo a guardare: oltre alle misure per un miliardo annunciate dal premier per la sicurezza e contro il “cyberterrorismo”, ulteriori misure per lo spionaggio interno delle comunicazioni sono state annunciate dal ministro della Giustizia Orlando, al termine di un vertice con antiterrorismo, antimafia e magistrati: “Oggi gli strumenti di comunicazione sono molti. Non c'è più solo il telefono. Quindi dobbiamo potenziare la capacità di intercettare le comunicazioni da qualunque tipo di strumento della rete, dalle Playstation ai programmi per scaricare musica (sic), alle chat dove può avvenire lo scambio”, ha detto il ministro.
“Bisogna intercettare alla luce delle nuove tecnologie”, ha aggiunto il Guardasigilli, perché “non ci possono essere settori delle comunicazioni che sfuggono alle indagini”. E a questo proposito ha annunciato che “bisogna coinvolgere le imprese telefoniche a collaborare”.

9 dicembre 2015