Il Montenegro invitato a entrare nella Nato
La Russia annuncia ritorsioni

 
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, annunciava il 2 dicembre al termine della riunione a Bruxelles dei ministri degli Esteri dell’alleanza militare imperialista che era stata approvata all'unanimità “la decisione storica di avviare colloqui di adesione con il Montenegro”. Dopo l'ingresso nel 2009 di Croazia e Albania, il Montenegro sarà il terzo stato dei Balcani occidentali a diventare membro dell’Alleanza, il 29esimo.
Un evento che sarà ufficializzato fra oltre un paio di anni dato che secondo Stoltenberg il negoziato di accesso potrebbe concludersi entro l'inizio del 2017 e sarà seguito dalla procedura di ratifica dei 28 parlamenti dei paesi membri, che nel caso degli ultimi ingressi è durata circa un anno. Ma da subito il Montenegro potrà partecipare, pur senza diritto di voto, a tutti gli incontri istituzionali della Nato compreso il summit dei leader dell’Alleanza in programma l’8 luglio prossimo a Varsavia.
Il premier montenegrino Milo Djukanovic ha parlato di “giornata storica”, del “giorno più importante per il Montenegro dopo il referendum del 2006 per l’indipendenza”.
Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, da Mosca rispondeva che “la continua espansione della Nato verso est, di certo, non può che portare ad azioni di ritorsione da parte russa” per motivi di sicurezza mentre il presidente della Commissione Difesa del Senato russo, Viktor Ozerov affermava che “il Montenegro oggi diventa per la Russia un paese che è un membro potenziale della minaccia alla sua sicurezza e per questo saranno interrotti molti programmi che prima erano realizzati con la Russia, anche di cooperazione tecnico-militare”.
Per il ministro degli Esteri italiano, il crociato Paolo Gentiloni, la decisione della Nato di allargare l'alleanza al Montenegro non deve essere considerata “una decisione contro qualcuno” ma avrebbe solo l'obiettivo di “rafforzare la sicurezza sia nella zona dei Balcani che in quella dell'Adriatico e quindi interessa direttamente il nostro Paese”, con l'imperialismo italiano sempre attento a ciò che succede sull'altra sponda dell'Adriatico. Il segretario di Stato Usa John Kerry affermava che “la Nato è un'alleanza difensiva che esiste da 70 anni e non costituisce una minaccia per nessuno. Non è un'organizzazione offensiva e non è focalizzata sulla Russia, nè su nessun altro”. Una ipocrita rassicurazione imperialista cui non crede forse nemmeno chi l'ha preannunciata.
Certo l'ingresso di un piccolo paese come il Monenegro, con un esercito che conta circa 2mila effettivi e un paio di fregate, non è di per sé una “minaccia” verso Mosca ma rappresenta più un monito dei paesi imperialisti occidentali alle ambizioni del nuov zar russo Putin per fargli capire che non ha nessun diritto di veto all'allargamento della Nato. La cui porta “è aperta”, assicurava Stoltenberg, anche per Bosnia Erzegovina, Georgia ed ex repubblica jugoslava di Macedonia (Fyrom).

9 dicembre 2015