Come un qualsiasi Stato borghese capitalista
Il Vaticano scosso da scandali e faide
La destra si oppone ai cambiamenti di papa Bergoglio

Il 2 novembre l’ufficio del promotore di giustizia vaticana ha convalidato l'arresto di monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e di Francesca Chaouqui, rispettivamente segretario e membro della Commissione referente di studio e indirizzo sull’organizzazione delle strutture economico-amministrative della Santa Sede (Cosea), istituita da papa Bergoglio nel luglio 2013 proprio per “favorire la trasparenza” e la moralizzazione tra i “sacri palazzi”.
Balda e Chaouqui sono accusati di aver sottratto e divulgato documenti riservati e registrazioni audio effettuate durante le riunioni di papa Bergoglio.
Nel dare la notizia, il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha precisato che “la divulgazione di notizie e documenti riservati è un reato previsto dalla Legge” vaticana. Mentre per i “libri sono frutto di un grave tradimento della fiducia accordata dal Papa”.
Il riferimento è ai libri di Gianluigi Nuzzi “Via crucis” e “Avarizia” di Emiliano Fittipaldi che riportano intere pagine di documenti riservati e inediti della Cosea inerenti il grande verminaio di corruzione, scandali, tangenti, pedofilia, ricchezze, complotti, veleni e inconfessabili segreti che assediano la chiesa cattolica e il Vaticano.
Praticamente la seconda puntata del cosiddetto Vatileaks: lo scandalo che tre anni e mezzo fa portò all'arresto di Paolo Gabriele, l'ex maggiordomo papale accusato di aver trafugato e diffuso le carte segrete di Benedetto XVI.

La faida in Vaticano
Dalle indagini emerge che è in atto una vera e propria faida all'interno delle mura vaticane ma con potenti ramificazioni in Italia e a livello internazionale condotta dalle correnti del clero più reazionarie e tradizionaliste capeggiate dall'Opus Dei, con agganci dentro la massoneria, i servizi segreti di vari Stati esteri e coadiuvate da uno stuolo di funzionari e faccendieri che si oppongono con ogni mezzo al vento riformatore inaugurato da Bergoglio soprattutto per quanto riguarda la trasparenza della finanza vaticana, i temi della povertà, dell'ecologia e della difesa dell'ambiente. Si pensi, ad esempio, al ruolo svolto da Mario Benotti, capo segreteria particolare del sottosegretario agli Affari europei Sandro Gozi, consulente del sindaco di Firenze Dario Nardella per i rapporti con le confessioni per il dialogo interreligioso, che risulta indagato a Terni (atti trasmessi a Roma), con Francesca Chaouqui e il marito Corrado Laurino, per estorsione e violazione informatica sempre in relazione al trafugamento dei documenti papali dal Vaticano.
Un faida fatta di complotti, ricatti, veleni e vendette trasversali iniziata già con l'elezione di Joseph Ratzinger nell'aprile 2005 e che, dopo le sue dimissioni avvenute il 28 febbraio 2013 e il processo nel 2012 all’ex maggiordomo infedele che passò il primo pacco di documenti riservati inerenti il breve pontificato di Ratzinger e pubblicati nel precedente libro di Nuzzi “Sua Santità”, invece di placarsi si è invece ulteriormente acuita con l'elezione di Bergoglio.
Altro che “chiesa dei poveri”. E con ciò non ci riferiamo soltanto alle sterminate ricchezze immobiliari, finanziarie e azionarie possedute dal Vaticano né agli scandalosi privilegi in cui sguazzano le gerarchie cattoliche come l'ex segretario di Stato Bertone, che vive come un nababbo nel lussuosissimo attico di 700 metri quadri con panorama su San Pietro. In Vaticano, come in qualsiasi altro Stato borghese capitalista, regnano la corruzione, il malaffare e acute lotte intestine tra contrapposte correnti di potere. E chi cerca di opporsi magari rendendo i bilanci del Vaticano più trasparenti e lancia strali contro il riciclaggio di denaro sporco e della mafia all’interno dello Ior viene isolato e messo in condizioni di non nuocere.

Il regno di scandali e corruzione
Basta scorrere le pagine del libro di Fittipaldi per rendersi conto del turbinoso sistema di corruzione e ruberie che imperversa a tutti i livelli nelle alte sfere del Vaticano. Dai documenti pubblicati emerge ad esempio che: la Santa Sede possiede case per 4 miliardi di euro, principalmente a Roma; il coro della Cappella Sistina spendeva ai tempi di Ratzinger 1,6 milioni di euro l’anno; il quotidiano del Papa, L’Osservatore Romano, brucia quasi 5 milioni di euro l’anno, mentre Radio Vaticana ne perde 26. Nel 2011 il costo della Guardia Svizzera è stato di 5,8 milioni di euro. E poi c'è lo scandaloso “business dei santi” con la sola giornata di beatificazione di Antonio Rosmini che, stando a un prospetto del postulatore della causa, sarebbe costata 375mila euro.
E poi che dire degli affitti di Propaganda fide all’epoca gestita dall’attuale cardinale di Napoli Crescenzio Sepe? Lungo l'elenco dei vip che vi abitano: da Bruno Vespa a Cesara Buonamici del Tg5; dallo stilista Valentino al vicedirettore della Rai ed ex sottosegretario leghista del primo governo Berlusconi, Antonio Marano; dal giornalista berlusconiano Augusto Minzolini ad alcuni dirigenti dei servizi segreti, dall’ex commissario Agcom Giancarlo Innocenzi, all'ex ragioniere generale dello Stato e manager di Stato Andrea Monorchio, fino all’ex presidente dell’Enac Vito Riggio.
Nel libro si legge che: “la Fondazione del Bambin Gesù (feudo personale del potente ex segretario di Stato cardinale Tarcisio Bertone) nata per raccogliere le offerte per i piccoli malati, ha pagato parte dei lavori fatti nella nuova casa del cardinale Bertone... che il Vaticano possiede case, a Roma, che valgono quattro miliardi di euro... che le fondazioni intitolate a Ratzinger e a Wojtyla conservano in banca oltre 15 milioni... che le offerte all’Obolo di San Pietro non vengono spese per i più poveri, ma ammucchiate su conti e investimenti che oggi valgono quasi 400 milioni di euro”. É scritto che dentro le mura leonine tutto ha ormai prezzo: perfino le cause di beatificazione dei santi e i procacciatori dei miracoli in loro favore vengono pagate a peso d'oro. Mentre la vendita di benzina, sigarette e vestiti tax free fruttano circa 60 milioni l’anno; la fondazione del Bambin Gesù controlla allo Ior un patrimonio pazzesco da 427 milioni di euro e l’ospedale di Padre Pio ha trentasette tra palazzi e immobili che valgono oltre 190 milioni di euro e i salesiani e i francescani investono in società in Lussemburgo e in Svizzera.
Mentre Nuzzi riporta tutta la documentazione inerente gli investimenti della Chiesa cattolica in aziende per la fabbricazione di armi e perfino in società proprietarie di televisioni porno. E scrive anche di contratti di manutenzione e restauro con prezzi gonfiati; di immobili del Vaticano che valgono sette volte quello che sono quotati nei libri contabili; parla degli stipendi d'oro, dei privilegi dello sfarzo e de lusso di cui si circondano vescovi e cardinali e fa anche un elenco delle residenze più fastose dei porporati della Curia romana da cui risulta che il più grande è quello del cardinale Velasio de Paolis: 445 metri quadrati. Seguono i porporati Sergio Sebastini con 424 mq, Raymond Leo Burke con 417 mq, Franc Rodé con 409 mq e Zenon Grocholewski con 405 mq.

Bergoglio all'oscuro di tutto?
Ma siamo proprio sicuri che il papa fosse davvero all'oscuro di tutto?
Del resto questo non è certo il primo bubbone a esplodere nelle segrete stanze vaticane. Anche senza riandare alla storia bimillenaria della chiesa, costellata di intrighi, scandali, delitti e lotte intestine anche ferocissime e sanguinose, o anche solo alle torbide e criminali vicende dello Ior di Marcinkus, di Sindona, della P2 e di Calvi, basta ricordare gli innumerevoli scandali che hanno coinvolto la "santa sede" negli ultimi 15-20 anni, quelli del berlusconismo e dell'alleanza di potere col neoduce piduista, per rendersi conto di quanto gli intrighi, i complotti, la corruzione e le guerre intestine siano connaturati alla chiesa romana. Si pensi per esempio ai politici e ai faccendieri sempre ben accetti entro le mura vaticane, come Luigi Bisignani, definito “il manager del potere nascosto”, già condannato per lo scandalo della P4, che a suo tempo si occupò di portare la maxitangente Enimont a lavare nelle stanze dello Ior e che curava il conto "Omissis" di Andreotti presso la stessa banca; e che nei giorni scorsi, in una intervista a Il Tempo ha detto che presto potremmo avere “tre pontefici”, prefigurando le imminenti dimissioni anche di Bergoglio.
O a Gianni Letta, che Bertone definisce "il nostro ambasciatore presso lo Stato italiano" e la sua corte di corrotti e speculatori, come il "gentiluomo del papa" Angelo Balducci, gran procacciatore di appalti per la banda dei "grandi eventi" di Bertolaso & Co nonché "utilizzatore finale" di un giro di prostituzione maschile all'interno del Vaticano stesso.
E si pensi inoltre allo scandalo dell'utilizzo dell'immenso patrimonio immobiliare di Propaganda fide per regali e favori a ministri e uomini politici che poi ricambiavano con altri favori alla chiesa, allo scandalo dei preti e dei vescovi pedofili, alla tuttora irrisolta vicenda del rapimento di Emanuela Orlandi, uccisa probabilmente dalla banda della Magliana, ma la cui verità, a detta degli stessi inquirenti, è sicuramente ben conosciuta entro le mura vaticane.
In ogni caso c'è da attendersi verosimilmente che questa destabilizzante vicenda sia destinata ad avere ulteriori sviluppi, almeno fin quando la resa dei conti interna non si sarà conclusa con un riassetto stabile degli equilibri di potere tra le alte gerarchie vaticane.

9 dicembre 2015