Dieci anni dopo la Valle ancora in lotta
Imponente manifestazione NO TAV
Ben accolto il PMLI col cartello "Cancellare la sentenza fascista contro i NO TAV e cancellare la TAV. E' giusto ribellarsi contro i reazionari". Lo storico leader del movimento sottolinea "Abbiamo resistito 10 anni ne resisteremo altri 10 e per tutto il tempo necessario

Dal corrispondente dell’Organizzazione di Biella del PMLI
Martedì 8 dicembre si è svolta la marcia da Susa a Venaus, entrambe nella neocostituita città metropolitana di Torino, in occasione del 10° anniversario della liberazione simbolo di Venaus, quando a nulla valsero le cariche della polizia a fronte della determinazione dei manifestanti nell’impedire lo scempio del loro territorio da parte dei signori del cemento. Era la notte tra il 5 e il 6 dicembre 2005, quando il presidio permanente che si teneva a Venaus, sui terreni sui quali doveva essere costruita la TAV, fu sgomberato in maniera violenta da parte delle “forze dell’ordine”. Fu riconquistato due giorni dopo con una marcia di popolo di 50 mila valsusini, che ruppero le staccionate, cacciarono le “forze dell’ordine” e si riappropriarono del presidio. Era allora in carica il governo Berlusconi ter, ministro dell'interno Pisanu (FI), che ricevettero una durissima batosta dalla manifestazione popolare.
Era precisamente l'8 dicembre 2005 il giorno della riconquista e a seguito di quella battaglia di massa, la lotta No-TAV è diventata un simbolo per l'Italia intera. In dieci anni i governi borghesi, passando per Prodi, Monti, Letta e l'attuale governo Renzi, le hanno provate tutte per indebolire il movimento e favorire i fautori della mostruosa opera, innalzando il livello dello scontro e la militarizzazione della Valle, ma niente ha piegato i valsusini in lotta.
Così martedì 8 dicembre, oltre 20 mila manifestanti hanno dato vita ad una grandiosa marcia partita dalla città di Susa e giunta fino al presidio NO TAV di Venaus: “8 dicembre 2005-8 dicembre 2015. Ora come allora la resistenza continua!”, diceva lo striscione di apertura del colorato e combattivo corteo del movimento, composto prevalentemente da valsusini, da famiglie con bambini piccoli, anche loro con indosso magliette di protesta NO TAV, movimenti ambientalisti, PMLI, oltre a ciò che resta di Rifondazione Comunista e la rappresentanza della Federazione Anarchica Italiana (FAI).
Imponente manifestazione, non scontata del resto, soprattutto dopo le solite perquisizioni, i fermi, i rallentamenti e le provocazioni delle “forze dell'ordine”. Fin dalle prime ore del mattino, tanti i posti di blocco ai caselli dell’autostrada A12 e sulle statali. Sono stati fermati i pullman da Bergamo e del Terzo Valico. I manifestanti sono stati filmati, identifcati e fotografati uno per uno, ma non si sono mai arresi o intimiditi.
Nella città di partenza ci si poteva rendere immediatamente conto di cosa i valsusini intendano per disgustosa destinazione delle risorse economiche da parte delle amministrazioni pubbliche. Infatti lo storico ospedale di Susa è stato chiuso sulla base dei tagli alla spesa sanitaria della regione Piemonte. Qui i militanti NO TAV hanno riempito di lumini mortuari accesi e striscioni di protesta il giardinetto attiguo all’ingresso dell’ex-ospedale per far comprendere alla popolazione a cosa portano i tagli alle risorse per i servizi popolari quando vengono dirottati per le inutili grandi opere.
L’importanza del movimento NO TAV valsusino è incalcolabile, considerato che è sempre stato d’ispirazione per la nascita di tutta una serie di fondamentali movimenti di protesta che hanno impedito negli anni ai vari potentati economici di distruggere l’ambiente a loro piacimento sperando di non essere contestati e combattuti.
Tra gli esempi più rappresentativi possiamo citare il No Mose a Venezia contro l’installazione delle paratoie alle bocche d’ingresso della laguna di Venezia, che hanno, fra l’altro, visto inquisito il parlamentare forzista Giancarlo Galan, il movimento contro la costruzione dei caccia F35 a Novara oppure il No Muos in Sicilia contro l’impianto satellitare della Marina militare degli Stati Uniti.
Presente una delegazione piemontese del PMLI che per tutto il tempo del corteo è stata super fotografata mentre sfilava orgogliosamente portando il cartello “Cancellare la sentenza fascista contro i NO TAV e cancellare la TAV. E’ giusto ribellarsi contro i reazionari” e issando la bandiera rossa del PMLI.
Le musiche risuonate durante il percorso sono state quelle storiche della Resistenza contro il nazi-fascismo, come “Bella ciao” e “Fischia il vento”, oltre a quelle di alcuni gruppi musicali e cantanti politicamente impegnati come, la banda “No TAV”, “Assalti frontali”, la “Banda Bassotti”, gli Egin e Caparezza.
Il clima favorevole ha accompagnato i manifestanti fino alla destinazione nel campo di Venaus dove intorno al presidio NO TAV gli organizzatori hanno sfamato tutti i partecipanti offrendo, con la sola sottoscrizione libera, polenta concia, spezzatino e formaggi tipici della Val di Susa.
Nell’ultimo valico prima di entrare al campo di Venaus, nel preciso punto dove 10 anni fa il movimento ebbe la meglio contro la repressione delle forze di polizia, lo storico leader del movimento, Lele Rizzo, ha tenuto un emozionante discorso commemorativo che si è trasformato in un’arringa di lotta e di buon auspicio quando ha sottolineato con forza che “Abbiamo resistito 10 anni ne resisteremo altri 10 e per tutto il tempo necessario”.
Belle fotografie della manifestazione e della delegazione marxista-leninista, scattate dal fotografo del movimento Luca Perino, si possono vedere al link:
https://plus.google.com/photos/+LucaPerino/albums/6225961058015250641
Nei prossimi giorni la protesta si sposterà in tribunale, dove venerdì riprenderà il processo d’appello a quattro attivisti, Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò, condannati in primo grado a tre anni e mezzo per il “sabotaggio” al cantiere di Chiomonte nel maggio 2013. Il procuratore generale Marcello Maddalena, nonostante una sentenza della Cassazione abbia detto a chiare lettere che non si trattò di terrorismo, ha ripresentato l’accusa da cui i giovani NO TAV erano stati assolti.
Il PMLI saluta con entusiasmo l'imponente manifestazione in occasione del decennale di un movimento che si mostra vitale e forte, con tutte le carte in regola per arrivare all'obbiettivo finale della cancellazione del TAV.
Oggi dopo dieci anni di lotta ci ritroviamo con un governo, quello del nuovo duce Renzi, che, seguendo la linea politica dei governi che lo hanno preceduto, ha ribadito la volontà di portare a termine questa mostruosa opera, peraltro innalzando il livello dello scontro e della repressione. Oggi è Renzi il massimo responsabile della politica di aggressione del territorio della Val Susa e alle sue masse popolari. Per questo va spazzato via senza indugio e con la massima determinazione, conducendo contro di esso una dura opposizione di classe e di massa nelle fabbriche, in tutti i luoghi di lavoro, nelle scuole e nelle università, nelle piazze, nelle organizzazioni di massa, specie sindacali e studentesche.
 

17 dicembre 2015